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Cerchi un social media manager? Ecco come sceglierlo!

Cerchi un social media manager? Ecco come sceglierlo!

Cosa chiedere e cosa osservare per selezionare il professionista che fa al caso tuo

Scegliere il social media manager che ti aiuti nella gestione dei tuoi canali social non è un’impresa semplice. Ci sono ancora molte cose che non si sanno di questa nuova professione, che ha avuto un boom negli ultimi anni.

Se non conosci a fondo il mondo dei social, potresti non sapere cosa chiedere o come capire se è la persona giusta per te.

Ecco quindi 5 step per scegliere il social media manager giusto per te e per la tua attività:

1. Osserva i suoi profili

Chi gestisce i social sa che un buon personal branding è lo strumento giusto per dare autorevolezza alla propria attività.

Per questo un social media manager avrà dei suoi canali social (può essere anche semplicemente il profilo LinkedIn) che tiene aggiornati e che cura con la creazione di contenuti per il suo target.

In fase di primo contatto, chiedi al/la professionista di indicarti uno o più canali social suoi da poter visionare. (Un esempio? qui trovi il mio profilo LinkedIn).

2. Chiedi un portfolio dei lavori precedenti

Il portfolio è uno strumento molto utile per capire in concreto il modo di lavorare di un social media manager (e in generale di qualsiasi professione creativa).

Osservare i lavori passati ti darà un’immagine precisa del metodo e delle competenze della persona che hai davanti.

Come scegliere il social media manager giusto

3. Scopri se conosce la tua nicchia di mercato e il tuo settore

Non si può conoscere tutto. Un social media manager che ha familiarità con il settore in cui opera la tua azienda riuscirà ad essere molto più efficace rispetto a qualcuno che non ne sa nulla.

Non occorre abbia una conoscenza specifica, sarà sufficiente anche un’infarinatura che potrà poi essere approfondita.

4. Incontralo/a di persona

Nella nostra epoca siamo abituati a contatti via videochiamate, ma la gestione social ha molto bisogno della collaborazione di entrambe le parti.

Essendo quindi una persona con cui dovrai confrontarti spesso, sarà utile conoscere il tuo (forse) futuro social media manager di persona, per valutare anche se ti piace come si pone e come si relaziona con te.

Il social media manager giusto conosce il tuo settore

5. Collabora e mettiti in gioco

Non dimenticare che si tratta di lavorare insieme, quindi accetta di essere disponibile a confronti e richieste di feedback.

Un bravo social media manager chiederà sempre la tua approvazione prima di pubblicare alcunché, ed è importante che il flusso di lavoro sia veloce e senza ostacoli.

Altrimenti ne soffrirà la tua comunicazione e la tua attività.

Considerati questi aspetti, sei pronto/a a cercare il professionista giusto per te.

Desideri conoscermi e scambiare due parole sulla tua comunicazione social? contattami ai riferimenti che trovi qui sotto.

Se ti è piaciuto questo articolo, puoi leggere anche:

 

Anna Girardi

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I vantaggi dell’Email Marketing e come scrivere una Newsletter efficace

I vantaggi dell’Email Marketing e come scrivere una Newsletter efficace

I dati dimostrano come l’email marketing sia ancora efficace nell’acquisire nuovi clienti. Ed è, insieme al telefono, lo strumento migliore per chiudere un contratto

Negli ultimi anni i modi per vendere i tuoi prodotti on-line si sono moltiplicati e molti pensano che la newsletter e l’email marketing siano strumenti superati.

Sbagliato! L’email marketing resta uno strumento molto utile per generare profitti sul web, come confermano circa due terzi dei manager intervistati secondo note ricerche di mercato.

Bastano un paio di dati per rendersi subito conto che con le newsletter si possono ottenere buoni risultati.

L’email marketing infatti:

  • è 40 volte più efficace dei social network per ottenere nuovi clienti;
  • offre un tasso di conversione del 17% più alto (dati McKinsey & Company);
  • hanno un ROI (ritorno sugli investimenti) stimato del 4.300 per cento;
  • ogni euro speso per l’email marketing offre un ritorno di 44 euro (dati Direct Marketing Association)*

Ti ho incuriosito?

Continua a leggere e vedrai che ti convincerai anche tu di quanto lo strumento dell’email marketing sia ancora un modo efficace per vendere i propri prodotti.

newsletter

Riceviamo ogni giorno tante email. Forse è proprio per questo che la fiducia nell’email marketing è andata col tempo scemando a vantaggio di altri strumenti quali i social media

Newsletter: perché è essenziale

La comunicazione tra aziende e clienti è sempre più demandata ai social media, ma l’Email marketing ha due caratteristiche fondamentali che la differenzia dai social media: 

  1. La personalizzazione.
  2. La possibilità di essere inviate “al momento giusto”.

Inviare la mail giusta alla persona giusta permette di creare comunicazioni personalizzate in grado di far sentire speciale l’utente.

Certo, il passo non è breve, ma la possibilità di esserci al momento giusto (come ad esempio inviare un buono sconto per un acquisto il giorno del compleanno di un iscritto alla newsletter) è un primo step per trasformare un semplice contatto in un cliente.

Prima di addentrarci su come impostare una strategia di email marketing efficace cerchiamo di capire cosa sono le mailing list, la newsletter, una strategia di email marketing e inquadriamone l’utilità.

Mailing List, newsletter, email marketing

Facciamo un po’ di chiarezza chiarendo innanzitutto il significato di questi tre termini.

La Mailing List e l’attività di segmentazione

La mailing list (in italiano lista di corrispondenza o lista contatti) è una lista di nominativi in formato email, i cui intestatari hanno in comune uno o più interessi o caratteristiche specifiche. 

I destinatari della mailing list rilasciano volontariamente il loro indirizzo email per essere informati su prodotti, servizi o novità.

L’organizzazione dei dati e la creazione di liste di utenti va strutturata sulla base del loro canale di provenienza (web, evento) e sul loro status: lead, cliente, fornitore.

Questa attività è detta segmentazione ed è la base di un’efficace strategia di email marketing.

Ma una buona segmentazione è possibile solo se alla base è stata fatta una buona profilazione, cioè se sono state raccolte quante più informazioni possibili per conoscere la Buyer Persona della tua attività.

Leggi anche: Per farti trovare dai tuoi potenziali clienti devi conoscere il tuo target di riferimento: le Buyer Personas

La Newsletter: 5 consigli utili

La newsletter è una “lettera” in formato email che l’azienda invia alla lista contatti da cui ha ottenuto il consenso esplicito, la mailing list.

Le newsletter vengono spedite regolarmente (una a settimana è la frequenza consigliata), di solito seguendo un calendario editoriale che comprenda offerte commerciali ma anche informazioni utili e argomenti di interesse per il tuo lettore (la differenziazione è molto importante).

Come impostare la newsletter:

  1. Rendila responsive e ottimizzata per i dispositivi mobili,
  2. L’oggetto dell’email deve essere breve, veritiero e convincere all’apertura,
  3. Personalizza il messaggio con un “Buongiorno Marta”: tutti i sistemi di newsletter ti permettono di gestire le variabili collegate ai dati del tuo utente al momento della registrazionene,
  4. Costruisci il contenuto grafico e testuale con la modalità della piramide rovesciata, cioè richiama sin da subito l’attenzione dell’utente sull’obiettivo di conversione e trascinarlo più in basso verso la CTA finale (Call To Action o chiamata all’azione), un link o un pulsante che faciliti il percorso dell’utente verso l’obiettivo di conversione (quella cosa che noi vorremmo facesse l’utente grazie alla nostra mail).
    Potrebbe essere la lettura di un articolo nel nostro blog o la visione (o l’acquisto) di un prodotto nel nostro sito;
  5. Individua il momento ideale per l’invio, aspetto fondamentale per il successo delle tue newsletter.
    Bisogna cercare di capire quali sono i giorni e gli orari in cui è più probabile che i tuoi clienti aprano e leggano le email.
    Naturalmente è un dato che varia da azienda ad azienda, non c’è uno standard valido per tutti.
    Per scoprire qual è la tempistica devi analizzare il tuo pubblico target ed effettuare dei test, inviando le newsletter in giorni ed orari diversi e studiando i risultati.

L’Email Marketing: obiettivo e strategia

L’email marketing è una tipologia di direct marketing in cui si comunicano informazioni, contenuti e proposte commerciali attraverso le email.

Questa tecnica di marketing comprende newsletter, mailing list e, soprattutto, una buona strategia che guida le azioni intraprese. 

Creare una campagna di email marketing è semplice dato il numero delle piattaforme disponibili e della relativa semplicità di impostazione, ma creare una strategia efficace è un’altra cosa. Se il tuo scopo è quello di creare profitto non puoi lasciare nulla al caso.

L’importanza del testo della newsletter

Come copywriter, so quanto siano importanti tanto le parole che scrivi nelle tua email tanto il modo in cui le scrivi.

Mi sento di darti alcuni consigli:

  • fai in modo che il testo sia scritto in modo semplice e leggibile,
  • scrivi in modo empatico, che aiuta a creare fiducia,
  • considera il tono di voce,
  • cura la leggibilità del testo, organizza in paragrafi, nel caso inserisci elenchi puntati,
  • inserisci immagini di qualità, meglio se personalizzate,
  • fai attenzione alla grafica, che deve essere in armonia con quella del tuo sito web e del tuo brand.

Ho scritto alcuni articoli su come scrivere contenuti per il web, te ne segnalo tre:

Per quanto riguarda le tematiche da proporre ricorda che è necessario studiare i contenuti in modo che siano rilevanti e di interesse per il lettore.

Puoi ad esempio studiare i competitor, informarti parlando con i tuoi clienti tramite magari creando appositi sondaggi, analizzare i contenuti di maggiore successo sul tuo sito web.

La creazione di una newsletter non dev’essere un’entità a sé stante, ma fa parte sempre più dell’immagine coordinata di un’azienda. 

Devi fare in modo che quando il lettore apra la newsletter non si senta disorientato, anzi, deve sentirsi all’interno della tua azienda.

Come impostare una strategia di email marketing efficace

Grazie ai moderni strumenti disponibili online anche gratuitamente, all’apparenza sembra molto facile creare una newsletter.

È sufficiente aprire un account gratuito, impostare i propri dati, compilare un template standard messo a disposizione dalla piattaforma prescelta, scrivere qualche riga ed effettuare l’invio. 

Spesso però ci si accorge che queste newsletter non portano i risultati sperati. Come mai? 

Spesso manca una strategia di creazione, ossia una programmazione ragionata di contenuti rilevanti.

Vediamo insieme le caratteristiche di una strategia di email marketing efficace.

Email Marketing elementi chiave

1. Assumi il punto di vista del cliente

Le email inviate ai propri contatti (potenziali clienti o clienti acquisiti) devono apportare valore per l’utente, rispondendo ai bisogni specifici di quelle persone. 

L’email è efficace se è orientata al cliente.

In pratica, chi si è iscritto alla newsletter vuole ricevere email che soddisfano i suoi interessi. 

E noi dobbiamo fare in modo che questo avvenga. Nel momento in cui una persona si iscrive a una newsletter, ha già superato gli stadi di Attract e Convert e diventa un lead a tutti gli effetti.

Lo scopo dell’email marketing è quello di creare una relazione con il cliente e trasformare con il tempo un lead (contatto) in un cliente attraverso un processo che viene definito lead nurturing, nutrimento del contatto.

Come sostiene D. McLaughlin di KISSmetrics, piattaforma di analisi dati:

“Quando sai chi sono i tuoi visitatori e quale è la loro intenzione, puoi personalizzare il contenuto del tuo sito in modo da riflettere i loro interessi. Questo si tradurrà in tassi di conversione più elevati e un maggior ritorno sull’investimento.”

Conoscere i clienti e personalizzare i contenuti in base ai loro interessi: questo è il punto da cui partire.

2. Definisci l’obiettivo della campagna

Bisogna poi definire l’obiettivo o gli obiettivi per il quale un’azienda vuole impostare delle campagne di email marketing.

Questa è la base per avere controllo sulla campagna e per determinare poi se i risultati sono soddisfacenti.

La definizione dell’obiettivo consente cioè di sapere se la campagna è efficace e costituisce il presupposto sul quale valutare l’implementazione delle diverse strategie e tecniche.

In base all’obiettivo è possibile poi comprendere lo status quo del progetto e modificare le tecniche che stiamo mettendo in atto se non siamo soddisfatti.

Possiamo confrontare strade e opzioni diverse e cambiare direzione. 

Esempio: l’obiettivo è quello di attirare nuovi clienti, o voglio mantenere quelli attuali? Voglio aumentare la popolarità del mio brand, fidelizzare nuovi clienti o la campagna è finalizzata alla vendita di un prodotto o un servizio? 

Le risposte a queste domande sono di vitale importanza per far sì che una campagna di email marketing abbia successo. 

3. Scegli la piattaforma giusta

Il mio consiglio è quello di scegliere un software professionale. 

Questo ti garantisce certezza di invio, sicurezza dei dati, disponibilità di sistemi antispam e una serie di funzionalità aggiuntive, come la possibilità di fare dei test o la segmentazione del pubblico.

Le piattaforme più usate per la creazione di campagne di email marketing sono Mailchimp, ActiveCampaign e l’italiana Kloudymail.

4. Crea la tua lista contatti

Abbiamo già parlato della mailing list come elemento fondante della strategia di email marketing.

Per aumentare gli iscritti ti consiglio di inserire nel tuo sito un form per l’iscrizione alla newsletter e di promuoverla anche nei social media che utilizzi.

Cerca di sottolineare i vantaggi che l’iscrizione comporta, come ad esempio offerte speciali, news, anteprime di prodotti, accesso a contenuti extra, inviti ad eventi esclusivi o altro.

Una buona pratica è quella di inviare una sorta di regalo in cambio dell’iscrizione.

5. Non sottovalutare la fase di controllo: l’utilità del KPI

Gli indicatori chiave di prestazione (Key Performance indicator, KPI) costituiscono una parte importante delle informazioni necessarie per capire se stai progredendo verso i tuoi obiettivi di business e marketing.

Grazie al KPI, a seconda degli obiettivi che hai determinato, puoi valutare l’andamento delle campagne di email marketing ed eventualmente modificare la strategia

Alcuni indicatori utili sono:

  • Tasso di apertura delle email, calcolato rispetto al numero di email inviate.
  • Percentuale di click rispetto al numero di email lette.
  • Numero di disiscrizioni dalla mailing list.
  • Numero di Hard Bounce (si riferisce a un messaggio di errore rispedito sui server e indica il numero di persone che non hanno ricevuto la tua email perché l’indirizzo non è valido o non esiste più).
  • Segnalazioni di Spam.
  • Numero di conversioni dirette.
  • Numero di conversioni indirette.

Ricapitolando, per ottenere risultati con l’email marketing, è necessario: progettare, individuare l’obiettivo che si vuole ottenere dalla campagna, il saper scrivere una buona newsletter e il saper leggere i risultati. Tutto chiaro?

Se hai bisogno di alcuni consigli scrivimi, sarò felice di aiutarti.

* Fonte dati Marketers.it

Sara Soliman

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Tu lo conosci Twitch? Il social viola spopola tra i GenZ

Tu lo conosci Twitch? Il social viola spopola tra i GenZ

Da social di nicchia a nuovo fenomeno globale: ecco cosa devi sapere su Twitch

Se siete nati prima della metà degli anni Novanta, forse Twitch è una parola che non vi è familiare.

Twitch infatti spopola tra la generazione Z, ovvero i nati dal 1995 al 2010. Scopriamo insieme cos’è Twitch, quali sono i suoi vantaggi e perché può servire al tuo business.

Che cos’è Twitch?

Twitch è una piattaforma di live streaming nata nel 2011 come spin-off di Justin.tv. Acquistata nel 2014 da Amazon, ha avuto una costante crescita, soprattutto nell’ultima fase di lockdown.

I suoi utenti sono principalmente ragazzi tra i tra i 18 e i 34 anni. Principalmente è dedicata al mondo del video gaming, ma si sta rapidamente espandendo al mondo dello sport e dell’intrattenimento in generale.

Twitch è il luogo del gaming

Come funziona Twitch?

La piattaforma è popolata da streamers, ovvero creator che fanno delle dirette (le «live») in cui giocano in modo condiviso o semplicemente chiacchierano con gli utenti.

Si configura come una piazza virtuale, dove il rapporto con la community e le interazioni sono facilitati dalla chat sempre presente.

Seguire le live è gratuito, ma è possibile abbonarsi ad un «canale» (ovvero il profilo di uno streamer) per sostenerlo, ottenendo diversi tipi di vantaggi, come contenuti premium, emote personalizzate, accesso a canali telegram riservati, ecc.

Quali sono i suoi punti di forza?

Gli streamer, e la loro capacità di intrattenere il pubblico, sono il vero punto di forza della piattaforma: sono infatti in grado di instaurare un vero rapporto personale, creando community estremamente affiatate.

La possibilità di essere sostenuti a livello economico dai propri followers in modo diretto, come una sorta di mecenatismo, rappresenta inoltre un grande richiamo per i creators. Sono infatti sempre di più gli youtuber che decidono di aprire un canale Twitch.

Inoltre, è possibile guadagnare anche attraverso bit, una moneta virtuale che gli utenti acquistano e possono donare, e tramite programmi di affiliazione.

Questo porterà, nel tempo, a popolare la piattaforma di contenuti sempre più di qualità, che attireranno sempre nuovi utenti, in un circolo virtuoso che vale la pena tenere d’occhio.

Twitch ha successo tra i creators di contenuti

Per quali business può essere utile Twitch?

Al momento, Twitch è perfetta per i brand che fanno parte del mondo gaming, ma anche della tecnologia e dello sport.

Il pubblico presente su Twitch – come emerge da un recente studio dell’OIES (Osservatorio Italiano ESports) – ha in maggioranza interesse per la tecnologia, per gli animali e un’attenzione particolare ai temi quali sostenibilità ambientale, diritti della comunità LGTB ed uguaglianza.

Questo apre la possibilità a diversi altri brand, che condividono questi valori ma che non si occupano di videogiochi come, ad esempio, l’abbigliamento sostenibile.

Ora che sai come funziona Twitch e quali sono le sue potenzialità, può essere utile per il tuo business?

Se hai bisogno di supporto, contattami, e ti fornirò una consulenza su misura.

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Anna Girardi

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5 step per far decollare la tua pagina aziendale LinkedIn

5 step per far decollare la tua pagina aziendale LinkedIn

Ottieni il meglio seguendo 5 semplici consigli

Stai cercando il modo di far decollare la tua pagina aziendale LinkedIn? La tua pagina aziendale non riceve la visibilità che vorresti? Cerchi il modo per avere più visualizzazioni, più commenti e più traffico? Ecco qui 5 consigli per ottenerli:

1 Completa tutti i campi informativi

Una pagina aziendale dev’essere ottimizzata, perché ogni campo è un’informazione che LinkedIn può utilizzare per posizionarti al meglio.

Completa quindi il “chi siamo”, il settore, la descrizione dell’attività, le informazioni di contatto, la geolocalizzazione e i servizi offerti.

Scorri tutti i campi che la piattaforma ti offre.

Far decollare la pagina aziendale LinkedIn

2 Coinvolgi i collaboratori

I profili personali vengono premiati dalla piattaforma, essendo LinkedIn un social basato sulle risorse umane, quindi coinvolgere di più i tuoi collaboratori è decisamente uno step importante.

Come puoi farlo? Esistono diversi modi, eccone alcuni

  1. Incoraggia le risorse a inserire la tua azienda tra le “esperienze lavorative”;
  2. utilizza le notifiche di pubblicazione per i contenuti più rilevanti nelle pagina aziendale;
  3. provvedi a realizzare uno shooting fotografico che il tuo team potrà utilizzare come foto profilo (con i colori brandizzati);
  4. stimola i collaboratori a interagire con i contenuti della pagina, anche attraverso post dedicati al team.
    Puoi trovare molti spunti in questo articolo di Social Media Examiner.

Crea un hashtag brandizzato

3 Crea un hashtag brandizzato per il tuo team

Un ulteriore modo molto efficace di coinvolgere i collaboratori è creare un hashtag con il nome della tua azienda che faccia da etichetta e raccoglitore per i contenuti originali del team.
Qualcosa come «NomedellatuaAziendaTeam» o «VitadaNomedellatuaAzienda».

Oltre a dare visibilità al brand, questo hashtag rappresenta una fonte di contenuti che potrai ricondividere sulla tua pagina aziendale.

Consiglio PRO: inserisci poi questo hashtag personalizzato nella colonna laterale della tua pagina LinkedIn.

4 Pubblica con costanza contenuti rilevanti per il tuo network

Ciò che l’algoritmo di LinkedIn premia sono i contenuti che trasmettono valore e aiutano a metterti in contatto con professionisti del tuo settore. Il motto di LinkedIn è

“People You Know, Talking About Things You Care About.”
“Persone che conosci, che parlano di cose che ti interessano”

Quindi, una volta che hai costruito la tua rete, pubblica contenuti che questa rete possa ritenere coinvolgenti e con i quali voglia interagire.

Interagisci con pagine e profili

4 Entra in contatto con pagine e profili del tuo settore

I social sono fatti di relazioni, quindi se vuoi ottenere più engagement, tu stesso devi essere il primo ad alimentare queste relazioni interagendo con altre pagine e profili.

Dedicare una mezz’ora, 2/3 volte a settimana, a commentare e consigliare post di altri avrà un effetto positivo sulla crescita della tua pagina aziendale.

Ora che sai cosa fare, non ti resta che metterti all’opera e vedere la tua pagina aziendale LinkedIn sempre più attiva e performante.

E se hai bisogno di una consulenza personalizzata, contattami, metterò a frutto tutta la mia esperienza per migliorare la tua presenza online.

Se ti è piaciuto questo articolo, leggi anche La mappa del tesoro dei tuoi social: Il piano editoriale

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Scrivere con leggerezza: una lezione da Italo Calvino per il copywriter

Scrivere con leggerezza: una lezione da Italo Calvino per il copywriter

Italo Calvino ci lascia una lezione di stile senza tempo, che è anche gioia per mente e cuore 

Riordinando la libreria, qualche giorno fa mi sono ritrovata a sfogliare il noto testo di Italo Calvino “Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio”, libro che ho letto e riletto e che contiene importanti lezioni per il copywriter.

Il libro raccoglie i manoscritti preparatori delle sei lezioni che Calvino avrebbe dovuto tenere alla Harvard University, in occasione delle Charles Eliot Norton Poetry Lectures dell’anno accademico 1985-1986.

Purtroppo se ne andò prima di salire sulla prestigiosa cattedra e dobbiamo ringraziare la moglie Esther se possiamo leggere oggi il dattiloscritto originale, dove sono presenti però solo 5 delle 6 lezioni programmate: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità e Molteplicità.

Dell’ultima lezione sappiamo solo che avrebbe dovuto intitolarsi Coerenza.

Sei lezioni che fanno capo ad altrettanti concetti cardine della buona scrittura. Sei lezioni di stile senza tempo, che sono gioia per mente e cuore.

Parliamo allora della leggerezza, prima lezione e primo capitolo del libro, che ho sottolineato quasi per intero, tanti sono gli spunti di riflessione che hanno arricchito la mia sensibilità di lettrice prima e di copywriter poi.

Seguimi e vediamo insieme qualche consiglio su come “scrivere con leggerezza”.

La leggerezza per Italo Calvino: il valore della buona scrittura

Nel 1985 Calvino ci spiega  “perché sono stato portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto”.

Questo significa che trent’anni fa la sottrazione di peso (o meglio, pesantezza delle parole) non era per nulla amata in letteratura e che Calvino era abbastanza avanti da capire l’assurdità di una tale visione ristretta e intrisa di pregiudizi.

Non che oggi le cose siano cambiate molto, dal momento che la leggerezza in letteratura viene spesso additata come superficialità, pressapochismo e, soprattutto, incompetenza.

Ma cosa intendeva Calvino per leggerezza?

Leggendo le prime pagine colpiscono le riflessioni e le citazioni di alcuni tra i più grandi scrittori di tutti i tempi quali esempi di “leggerezza”: da Ovidio a Montale, da Kundera a Dante.

Più avanti leggiamo:

“Spero innanzitutto d’aver dimostrato che esiste una leggerezza della pensosità, così come tutti sappiamo che esiste una leggerezza della frivolezza.”

Anzi, la leggerezza pensosa può far apparire la frivolezza come pesante e opaca, le cui parole, per Calvino:

“si attaccano subìto alla scrittura, se non si trova il modo di sfuggirle.”

Insomma, lo scrittore sembra volerci dire: il peso non è un nemico da combattere, la pesantezza lo è.

La pesantezza si forma con l’uso di parole aspecifiche e generalistiche. Sono quelle parole che non aggiungono nulla al testo e anzi, lo rendono pesante.

Sono parole pesanti (o opache) le parole parole astratte, che uccidono la vivezza del testo e che spesso possono essere eliminate senza cambiare il significato alla frase (alcuni esempi: contestualizzazione, approccio, carattere, sul piano, ecc.)

Possiamo trovare la pesantezza anche nei tecnicismi, facilmente sostituibili con parole di più facile comprensione per il lettore.

Scrivere con leggerezza: parole precise e punteggiatura

La leggerezza a cui aspiriamo mentre scriviamo non sarà mai sinonimo di frivolezza, sottolinea Calvino.

Cercare di scrivere “con leggerezza” vuol dire molte cose: scrivere con precisione e determinazione, mescolare malinconia e humor, ma anche allontanarsi dalla vaghezza (parole che indicano vaghezza: come, quasi, pressoché, e via dicendo) della scrittura generalista.

E poi vuol dire anche alleggerire il linguaggio con un’astrazione del ragionamento e con la costruzione di immagini evocative e simboliche perché, come mi piace ricordare, mentre noi scriviamo chi legge vede immagini.

Scrivere con leggerezza significa utilizzare parole che informano, che descrivono, che sussurrano, che trasmettono emozioni.

Anche curare la punteggiatura ci aiuta a rendere i testi più leggeri: oltre a conferire ritmo al testo, la punteggiatura ci permette infatti di fare respirare il testo.

Niente di facile, è vero, ma si tratta sicuramente di un vero passo in avanti per la qualità della buona scrittura.

In fin dei conti, come abbiamo visto, la leggerezza ha radici profonde.

Paul Valéry ha scritto:

“Il faut être léger comme l’oiseau, et non comme la plume”.

Hai letto anche tu il libro “Lezioni Americane” di Italo Calvino?
Mi piacerebbe sapere se condividi il suo pensiero sulla leggerezza della buona scrittura.

Se vuoi lasciami un messaggio nel box qui sotto!

 

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Foto di copertina: Coley Christine per Unsplash

Sara Soliman

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La mappa del tesoro dei tuoi social: il Piano Editoriale

La mappa del tesoro dei tuoi social: il Piano Editoriale

Cos’è un piano editoriale social, perché ti serve e come realizzarlo

Il tuo piano editoriale social è come la mappa per l’isola del tesoro: è un percorso che ti permette di raggiungere i tuoi obiettivi social e di rendere migliore la tua presenza online.

Potresti arrivare al «tesoro» lo stesso? Certo, ma devi scavare tutta la spiaggia!

Vediamo in dettaglio che cos’è un piano editoriale social, perché è così importante e come puoi crearlo.

cos'è il piano editoriale social

Che cos’ è il piano editoriale social?

Innanzitutto, la parole piano editoriale non ti saranno sconosciute, infatti, è un termine che è stato preso in prestito dalle pubblicazioni cartacee. Il piano editoriale contiene l’insieme di tutti gli argomenti, o rubriche, che andranno a comporre poi il prodotto finale.

Per quanto riguarda i social, nel piano editoriale trovi tutti i contenuti di cui parlerai nei tuoi post, che siano su Facebook, instagram o LinkedIn. In più, c’è sempre un parte di analisi della tua identità social e del contesto in cui operi, la definizione del tuo tono di voce e indicazioni extra come gli hashtags raccomandati.

La parte più consistente di un piano editoriale sono però i «content pillars» ovvero i pilastri, i macroargomenti che verranno poi declinati nelle diverse rubriche.

Perché mi serve un piano editoriale social?

Ti serve un piano editoriale social per lo stesso motivo per cui ti serve una mappa per arrivare in un posto che non conosci.

Se usi i social per business, avrai degli obiettivi che ti sei prefissato, come vendere di più, farti conoscere o migliorare il tuo personal branding.
Per raggiungere questi obiettivi, non puoi andare per tentativi, ti serve un piano. Il piano editoriale, appunto.

Sapendo da dove parti e dove vuoi arrivare, con la creazione del piano editoriale strutturi tutti quei passi intermedi che ti porteranno – con la costanza e la professionalità – a raggiungere la meta.

Come realizzare un piano editoriale social

Come realizzo un piano editoriale?

Per realizzare il tuo piano editoriale, procedi in questo modo:

  1. Prepara da 3 a 7 content pillars, i macroargomenti di cui vuoi parlare. Potrebbero essere, ad esempio, «team» , «tutorial», «prodotto» e «storia del brand». Pensa all’identità dell’azienda e al tuo target.
  2. Per ogni content pillar fai brainstorming di idee che possono diventare rubriche. In questa fase puoi essere fantasioso e scrivere tutto ciò che ti viene in mente.
  3. Riprendi le idee e analizzale. Scarta quelle che non danno valore al tuo pubblico, non offrono una soluzione, non soddisfano un bisogno o non regalano emozioni.
  4. A questo punto avrai le tue rubriche. Da queste partirai per creare il calendario editoriale, con i singoli post che andrai a pubblicare nel corso del mese.

Per tenere traccia di tutti questi step e condividere le mansioni con i tuoi collaboratori, puoi usare Trello: un software ( anche in versione app) che ti aiuta a organizzare le attività in to-do lists.

Calendario editoriale

 

Hai trovato utili queste indicazioni?

Se ti è piaciuto questo articolo, puoi leggere anche Il momento migliore per pubblicare sui social? Il nuovo report di Sprout

E se hai bisogno di aiuto per i tuoi social, contattami e troveremo insieme la soluzione personalizzata giusta per te.

Anna Girardi

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Esercizi di Stile di Raymond Queneau: come arrivare al lettore con il giusto stile. Una lezione per il copywriter

Esercizi di Stile di Raymond Queneau: come arrivare al lettore con il giusto stile. Una lezione per il copywriter

Un testo, quello di Queneau, che ci dimostra l’importanza della fantasia e dello stile. E che non può mancare nella biblioteca del copywriter

Gli Esercizi di stile di Queneau, pur essendo uno scritto un po’ datato (è del 1947) resta ancora oggi una lettura obbligata per chiunque ami la scrittura e per chiunque si occupi di scrittura professionale e di copywriting.

Nel testo un singolo episodio viene descritto in ben 99 versioni linguisticamente e stilisticamente diverse, mostrandoci le infinite possibilità del linguaggio.

Un libro così atipico, e da tutti lodato, non poteva che incuriosirmi.

La storia è semplice (banale, scriverà in nota lo stesso Queneau): il narratore nota sull’autobus un giovane, dal collo lungo e dal cappello decorato con una specie di treccia di corda al posto del nastro.

Il giovane ha prima un battibecco con un altro passeggero e poi va a sedersi in un posto che si è liberato.

Più tardi, il narratore incontra nuovamente il ragazzo, ora in compagnia di un amico, il quale gli consiglia di fare aggiungere un bottone al soprabito.

Per raccontare novantanove volte questo episodio di vita quotidiana lo scrittore utilizza figure retoriche, generi letterari diversi (dall’epico al drammatico, dal racconto gotico alla lirica giapponese, dal discorso volgare a quello ingiurioso, dal sonetto all’ode), giocando con il lessico e con la sintassi.

Il risultato: novantanove versioni dello stesso banale racconto ma all’insegna dell‘umorismo, del virtuosismo linguistico, della fantasia, della creatività.

Una sorta di caleidoscopio di punti di vista, a dimostrazione delle infinite possibilità della lingua e dei diversi risultati che comportano l’uso di stili differenti.

Oltre ad ammirare il gioco di bravura del matematico Queneau, cosa dobbiamo apprendere noi web writer?

Citazione Queneau

Giocare con le parole, aggiungere un velo di mistero e rendere il testo brillante: questo sembra voler dire Raymond Queneau

Esercizi di stile: umorismo, interstualità e co-testualità

Non nascondo che quando ho comprato il libro di Queneau pensavo che, forse, mi sarei annoiata. E invece leggendolo ho sorriso, mi sono spesso sorpresa dell’uso talvolta azzardato delle parole e dell’umorismo intrinseco a ogni racconto.

Gli Exercices giocano sull’intertestualità, essendo parodie di altri discorsi, e sulla co-testualità.

Il racconto banale diventa la base su cui tessere le molte varianti retoriche, linguistiche, sintattiche e percettive che il linguaggio offre.

Alle figure vere e proprie – come la Metafora o le Sinchisi – si affiancano declinazioni giocate sulla dimensione idiomatica, come gli inglesismi, fino alla scomposizione della sintassi.

Gli stili giocano anche sul cambio di prospettiva o sull’ambiguità del punto di vista tra io-narrante, protagonista e antagonista, come nel caso delle Contro verità o dell’Aspetto soggettivo. 

Fino a spingersi al confine del puro visibile dove – in Arcobaleno, Onomatopee, Interiezioni – il verbale diviene solo lo strumento per creare sensazioni, suoni ed emozioni.

Se vuoi approfondire il tema dell’utilizzo delle figure retoriche leggi anche l’articolo Copywriting: guida all’utilizzo delle principali figure retoriche

 

Umberto Eco: traduzione o riscrittura?

In Italia il testo di Queneau è stato tradotto con successo da Umberto Eco, che ha intuito (come afferma lui stesso nell’introduzione) la necessità, per niente facile, di intendere cosa significasse tradurre con fedeltà un libro così particolare.

Scrive Eco:

“In breve nessun esercizio di questo libro è puramente linguisitco, e nessuno è del tutto estraneo alla lingua. In quanto non è solo linguistico, ciascuno è legato all’intertestualità e alla storia.
In quanto legato a una lingua è tributario del genio della lingua francese.
In entrambi i casi bisogna, più che tradurre, ricreare in un’altra lingua ed in riferimento ad altri testi, a un’altra società, e un altro tempo storico”.

Non si tratta, infatti, di una traduzione letterale, bensì di una sorta di riscrittura che mette in gioco le capacità autoriali di chi si cimenta in una tale “impresa”.

E aggiunge:

“Fedeltà significava capire le regole del gioco, rispettarle, e poi giocare una nuova partita in un’altra lingua e con lo stesso numero di mosse”.

Che Queneau fosse un genio credo sia indubbio, ma lo scrittore francese vuole dirci che il linguaggio è un’arma potente e che basta solo un po’ di fantasia per ottenere risultati incredibili.

Esercizi di Stile Queneau

Raymond Queneau, Esercizi di stile, Einaudi Editore

 

Gli Esercizi di stile e il copywriter

Cosa possiamo imparare noi copywriter del web da un testo così fantasioso?

Una cosa è certa: scrivere assecondando Google non deve far passare in secondo piano lo scrivere per il lettore.

E allora liberiamo la fantasia e giochiamo con il linguaggio, pur guardando alle parole chiave.

Non sono una SEO, ci tengo sempre a precisarlo, ma da quando mi occupo di ottimizzazione dei testi per il web una cosa l’ho imparata:

Google e l’utente cercano la stessa cosa.

Non dobbiamo scrivere contenuti pensando che “accontentare” Google sia la soluzione e che saremo premiati. Se il nostro scritto non sarà interessante e fruibile per l’utente, Google non ci farà apparire nelle prime posizioni della serp. Provare per credere.

E allora non ci sono scuse: chi ha talento e la volontà di sperimentare il linguaggio in tutte le sue forme non annoierà mai il proprio lettore. A patto di ricordare che l’utente finale è lui e non Google.

Soffermandoci poi sui diversi stili usati da Queneau nei suoi esercizi notiamo quanto l’uso dell’uno o dell’altro comportino un risultato finale molto diverso.

Da qui l’importanza di scegliere il giusto stile, timbro e ritmo. In una parola il tone of voice.

E tu, sei pronto a cimentarti in questo gioco linguistico?

Potrebbe interessarti anche:

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per un migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

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Il momento migliore per pubblicare sui social? Il nuovo report di Sprout

Il momento migliore per pubblicare sui social? Il nuovo report di Sprout

Ciò che ti serve sapere per pubblicare i contenuti social al momento giusto

Quante volte ti sei chiesto “qual è il momento  migliore per pubblicare su Facebook?” o “a che ora devo fare i post su Instagram?

La risposta a queste domande è un po’ come cercare la quadratura del cerchio. Tuttavia, avendo a disposizione dati da analizzare, come quelli del nuovo report Sprout, e considerando gli aspetti di cui ti parlerò, potrai trovare la tua soluzione.

Il Report 2021 di Sprout Social

Il Report 2021 di Sprout Social è realizzato partendo da aziende con una base di più di 20mila clienti.

Il Report considera non tanto i dati di insights interni ai social, che valutano quando gli utenti sono attivi, bensì i tassi di visualizzazione e di engagement dei diversi contenuti. Risulta essere quindi molto più accurato.

Quando postare su Facebook?

Quando pubblicare su Facebook secondo Sprout Social

Secondo questa analisi, i momenti migliori per pubblicare su Facebook sono il martedì, il mercoledì e il giovedì, tra le 9 e le 13.

I weekend, invece, risultano il periodo peggiori per pubblicare. In effetti è sensato, perchè nel weekend le persone tendono a svolgere attività fuori casa e passare meno tempo sul social blu.

Quando postare su Instagram?

Quando postare su Instagram secondo Sprout Social

Invece, i giorni migliori per pubblicare su Instagram risultano il giovedì tra le 11 e le 14 e, più in generale, dal lunedì al venerdì tra le 11 e le 16. Anche in questo caso, i weekend sarebbero sconsigliati.

Quando pubblicare su LinkedIn?

Quando pubblicare su LinkedIn secondo Sprout Social

Per pubblicare contenuti su LinkedIn, gli slot con più engagement vanno dal martedì al giovedì, tra le 9 e le 12.

Anche in questo caso è plausibile, dato che LinkedIn è un social professionale, utilizzato per restare aggiornati sul proprio settore, e molti imprenditori possono consultarlo in orario di ufficio.

Altri 3 fatti da considerare

Quindi, adesso devi modificare tutta la tua strategia in base a questi dati?

Puoi certamente considerare queste indicazioni, ma ci sono almeno altri 3 elementi su cui riflettere.

  1. Il tuo target: crea le tue buyer personas e analizza i loro comportamenti.
    Il tuo cliente ideale è un artigiano? Ti leggerà la mattina prima di lavorare e alla sera quando si rilassa.
    Il tuo target sono le casalinghe? Hai più possibilità di catturare la loro attenzione la sera, quando non sono impegnate nelle attività quotidiane, e così via.

  2. Il tuo prodotto/servizio: considera in che modo racconti ciò che vendi e cosa fai.
    Se hai un negozio di abbigliamento, ad esempio, meglio pubblicare durante il giorno ed evitare la sera, perchè a quell’ora le persone non possono venire a trovarti (a meno che tu non abbia un’ecommerce).
    Hai un ristorante o una gastronomia? Poco prima le ore dei pasti è perfetto per stimolare l’appetito con le tue proposte e invogliare all’acquisto.
  3. Le tue risorse: è vero che puoi programmare i post con tanti strumenti, ma gestire i social significa anche interagire con la community, rispondere ai commenti, stimolare domande… Quindi meglio pubblicare quando anche tu hai il modo di essere attivo.
    Non c’è cosa peggiore che vedere domande di potenziali clienti sotto ai post senza risposta, abbandonate a loro stesse.

Incrociando questi dati, con quelli del report citato, avrai la risposta perfetta alla domanda “quando pubblicare sui social?

Perfetta perché sarà personalizzata sul tuo business, sul tuo target e sui tuoi obiettivi.

E se hai difficoltà a individuare i 3 punti di cui ti ho parlato qui sopra, contattami e metterò a frutto tutte le mie competenze per aiutarti.

 

Fonte:  Report 2021 Sprout Social

Anna Girardi

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Copywriting: guida alle parole e alle tecniche di scrittura che convincono (anche per i social)

Copywriting: guida alle parole e alle tecniche di scrittura che convincono (anche per i social)

Per scrivere testi efficaci è necessario prestare attenzione alle parole che si utilizzano: alcune aiutano ad entrare in empatia con il lettore, altre sono potenti leve di tipo psicologico

L’efficacia di un contenuto dipende da come lo si scrive. E per arrivare al lettore il copywriter deve saper scrivere in modo accattivante e convincente.

Che sia una pubblicità, una newsletter, un articolo per un blog aziendale o il testo per un post social, per catturare l’attenzione dell’utente e accompagnarlo a compiere un’azione è necessario conoscere le tecniche del copywriting persuasivo.

Le parole generano o stimolano emozioni che, come ben sai, ci conducono all’azione. Questo funziona anche con gli acquisti e spesso solo in un secondo momento giustifichiamo e motiviamo la nostra scelta ragionando.

Oltre alle tecniche, o modelli di copywriting persuasivo, esistono anche alcune parole che, proprio per il loro effetto sul lettore, spingono verso un’azione: sono definite parole persuasive.

Tecniche di copywriting persuasivo

Prima di parlare delle tecniche di scrittura che aiutano a impostare contenuti convincenti, ti ricordo che è necessario conoscere il target di riferimento, il pubblico a cui ti riferisci, che ti permette di decidere quale tono di voce adottare.

Tecnica del problema

Il concetto è quello mettere in evidenza un problema e collocarlo in un contesto in cui il lettore si identifica per fornirgli poi la soluzione a quel problema, che può essere il nostro prodotto o servizio.

Ad esempio: “Soffri di dolori alla schiena per le troppe ore alla scrivania? Puoi risolvere il tuo problema facendo attenzione alla postura e seguendo una serie di accorgimenti che riguardano l’ergonomia in ufficio come una sedia ergonomica e un supporto per monitor.”

Tecnica del beneficio

Per generare beneficio è necessario creare l’oppurtunità ed entrare in empatia con il lettore.

Mentre il lettore legge il tuo post pensa “sembra scritto proprio per me” e dunque non può che continuare a leggere per sperare di trovare una risposta.

Questa tecnica funziona solo se si sa esattamente cosa il lettore sta cercando quel determinato contenuto.

Il beneficio è il raggiungimento del suo scopo, che otterrà dopo aver letto i tuoi consigli.

Tecnica il mio problema-i tuoi vantaggi

In questa terza tecnica comunichi al lettore, che vuole cambiare qualcosa nella sua vita, che tu ci sei già passato e hai ottenuto dei buoni risultati.

In sostanza questa tecnica riprende il racconto di una storia, la tua storia, e pone l’accento sul punto di svolta che ti ha permesso di ottenere quel cambiamento (che è lo stesso che il lettore desidera).

Ad esempio: “Anch’io volevo approfondire le tecniche di copywriting e ho seguito vari corsi, ma solo con questo corso (quello che vuoi vendere) ho raggiunto dei buoni risultati.”

Tecnica della concretezza

Questa tecnica sfrutta la capacità di persuasione delle domande dirette, in modo da entrare subito in contatto con il lettore. Mettendo in luce una specifica opportunità, così da creare empatia.

A questo punto esponi i benefici dei tuoi prodotti o servizi, sottolineando come quella è una soluzione reale, semplice e ottimale.

Ad esempio: “Sei alla ricerca di uno zaino bello, robusto ed ergonomico per il tuo bambino? Prova lo zaino xy…”

Tecnica della scarsità

Tecnica utilizzata da tempo anche nel commercio al dettaglio utilizza frasi come “sono gli ultimi pezzi” ,”lo sconto avrà una durata limitata” o “solo i primi 100 che si iscriveranno” e  fa leva sul timore di non riuscire ad avere tempo per l’acquisto desiderato, spingendo così e verso un acquisto d’impulso.

Tecniche e Parole persuasive

La scrittura persuasiva si basa su alcune tecniche e su parole che fanno leva sull’aspetto psicologico del lettore

Aspetto emotivo e decisioni d’acquisto: parole persuasive

Alcune parole catturano e convincono più di altre. Pensa per esempio al tuo stesso comportamento quando decidi di acquistare qualcosa.

Accade che ti lasci trasportare da toni e parole autorevoli se l’acquisto riguarda dei manuali, da toni e parole amichevoli se il tuo acquisto riguarda un capo d’abbigliamento e da toni e parole che trasmettono sensazionalismo ed entusiasmo se prenoti, ad esempio, una vacanza in un posto nuovo.

L’aspetto emotivo è dunque centrale in ogni decisione d’acquisto.

Per questo motivo parole come Tu, gratis, perché, subito e nuovo sono considerate le migliori parole per vendere e convertire, soprattutto se inserite in una call to action o nell’oggetto della newsletter.

Sono parole dunque utili nei richiami all’azione immediati.

L’efficacia del Tu è ormai consolidata (o del nome proprio se si tratta di una newsletter): esprime fiducia e fa sentire coinvolti, quasi come si stesse parlando ad un amico.

Il successo della parola gratis (o gratuito) deriva dal fatto che ognuno di noi ama ricevere qualcosa in regalo (anche quando non ne abbiamo bisogno).

La parola perché è utile all’utente che è alla ricerca di una giustificazione della sua azione. Vuole cioè capire il motivo per cui dovrebbe fare ciò che consigli.

Immediatamente (o subito) è una parola che attiva una parte del nostro cervello e lo spinge a un’azione. È utile in un contesto in cui proponiamo un beneficio o un’offerta a scadenza dove vi è il rischio di perdere l’opportunità.

La parola nuovo ha potere persuasivo in quanto viene inconsciamente accostata a qualcosa di vecchio che ha sicuramente qualcosa in meno di ciò che di nuovo proponi.

Nuovo, utilizzata per beni di consumo, consente di far leva sul fatto che in un acquisto siamo sempre ben disposti verso le novità.

Parole che creano fiducia

Oltre alle parole persuasive, che hanno una “funzione calamita”, il copywriting persuasivo utilizza le parole che creano una connessione causa-effetto.

Sono parole che aiutano a spiegare i motivi delle azioni, legando l’azione stessa a degli obiettivi. Sono:

  • Perché
  • Quindi
  • Come risultato
  • Per questa ragione
  • Di conseguenza
  • A causa di…

Funzionano perché è importante creare un rapporto di fiducia con chi legge e dare una motivazione o una conseguenza a ciò che affermi.

In questa maniera si diventa più convincenti nel motivare l’acquisto di un prodotto o di un servizio.

Alcune parole facilitano la conversione più di altre, sono:

  • Segreto
  • Testato
  • Garantito
  • Esclusivo
  • Risultati

Non dimenticare che i tuoi testi, anche se scritti con tutti gli accorgimenti necessari per farti notare da Google (Tecniche di SeoCopywriting) sono sempre rivolti a delle persone e che, come tali, agiscono in base ai sentimenti, emozioni e necessità.

6 Consigli per scrivere testi che convertono

Riporto di seguito alcuni consigli di scrittura efficaci per ogni tipo di testo, proprio perché puntano sull’aspetto emotivo e sono finalizzati a trasmettere fiducia.

Ricorda di scrivere sempre in modo semplice e di utilizzare frasi brevi.

  1. Parla dei vantaggi che avrà il tuo cliente se sceglie la tua proposta o acquista il tuo prodotto.
  2. Ripeti i concetti chiave del tuo messaggio, come i punti di forza del tuo prodotto. Puoi farlo anche con degli esempi.
  3. Inserisci testimonianze, tabelle, fonti autorevoli e tutto ciò che ti aiuta a trasmettere fiducia e concretezza.
  4. Punta sull’emotività e sul potere persuasivo di alcune parole.
  5. Crea empatia: usa il tu, scrivi in modo semplice e diretto, crea un ambiente amichevole in cui il lettore possa sentirsi compreso.
  6. Utilizza le call to action: il richiamo all’azione accompagna il lettore nella scelta e incentiva la conversione.


Come vedi, per ottenere buoni risultati sul web non bisogna improvvisare. E per scrivere in modo da raggiungere degli
obiettivi è necessario conoscere il target e pianificare contenuti studiati ad hoc.

Se vuoi formulare i tuoi testi in modo più efficace per raggiungere il tuo pubblico scrivimi: possiamo cercare insieme la soluzione che fa al caso tuo.

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Imparerai come gestire un blog, come creare un calendario editoriale e come costruire un post.

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Resilienza: quell’insieme di risorse da coltivare e rafforzare per affrontare la vita con grinta

Resilienza: quell’insieme di risorse da coltivare e rafforzare per affrontare la vita con grinta

Imparare a coltivare un pensiero resiliente è un impegno quotidiano che ci permetterà di diventare persone capaci di reagire e rialzarci di fronte alle avversità

Negli ultimi mesi, la parola resilienza è stata molto cercata nel web, a dimostrazione di quanto se ne parli ma anche di quanto poco la si conosca nel suo significato più profondo.

“Be resilient”, essere resilienti, sembra essere l’imperativo grazie al quale l’Italia potrà rialzarsi dopo la pandemia e che tutti noi dovremo seguire per ricostruire o reinventarci nella nostra vita lavorativa.

Sappiamo bene però che rialzarsi non è questione di sola volontà, come non è una decisione che porta a risultati immediati.

La resilienza ci aiuta a guarire dai traumi, a superare ostacoli e avversità e a perseverare nei nostri obiettivi.

Ma cos’è la resilienza? E come si diventa resilienti?

Certo non da un giorno all’altro. La resilienza è una forza, a patto di riuscire a costruirla dentro noi stessi, con pazienza e umiltà.

Siamo tutti preoccupati per il futuro. Quando le nostre esigenze non vengono soddisfatte siamo feriti e frustrati.

Chi non ha mai provato almeno uno di questi sentimenti?

Ma come possiamo trasformare le nostre paure in una forza propositiva? In resilienza?

Ho letto di recente dei testi interessanti sull’argomento e spero, con questo articolo, di poterti dare dei buoni suggerimenti su come sviluppare la tua resilienza.

Cerchiamo allora di andare in profondità e di capire prima di tutto da cosa è costituita questa sorprendente “abilità” e quali sono i suoi punti di forza.

Resilienza: bisogni umani e punti di forza

Ogni essere umano ha tre bisogni fondamentali: sicurezza, gratificazione e socialità. 

Questi tre bisogni sono stati messi duramente alla prova in questo ultimo anno avendo la pandemia limitato i quattro sistemi essenziali che abbiamo per soddisfarli. 

I quattro sistemi sono: 

  1. La comprensione della realtà
  2. L’acquisizione delle risorse
  3. La regolazione dei comportamenti e dei pensieri
  4. L’instaurazione di rapporti efficaci con gli altri e con il mondo esterno.

È proprio l’applicazione di questi quattro sistemi ai nostri tre bisogni primari ci permette di individuare i 12 punti forza della resilienza.

Sono 12 risorse interiori fondamentali e su cui lavorare per rafforzare la nostra resilienza.

Resilienza

Dalla comprensione di ciò che avviene intorno a noi dipendono: 

  • Compassione
  • Mindfulness
  • Apprendimento

Dalle risorse che abbiamo a disposizione dipendono:

  • Grinta 
  • Gratitudine
  • Sicurezza

Dalla nostra capacità di regolazione:

  • Calma
  • Motivazione
  • Intimità

Dai rapporti che abbiamo con l’altro dipendono:

  • Coraggio 
  • Aspirazioni
  • Generosità

Sviluppare queste risorse psicologiche ci porterà a sentirci meno ansiosi e meno irritabili, più fiduciosi e generosi, in grado di affrontare gli assalti della vita con la pace e il coraggio che si forma dentro di noi.

I 12 punti di forza si sostengono l’un l’altro come i nodi di una rete. 

Alcuni aspetti possono riguardarci più di altri ma per iniziare il cammino per diventare resilienti il consiglio è quello di iniziare da compassione, mindfulness e apprendimento: colonne portanti sulle quali si basano anche le altre risorse.

Questo perché:

Già il fatto di arrivare al cuore dei problemi è un buon inizio per contribuire a risolverli.

Cerchiamo allora di approfondire questi tre aspetti con i consigli di Rick Hanson, che sul tema della resilienza ha scritto La forza della resilienza. 12 segreti per essere felici, appagati e calmi, Giunti Edizioni 2020.

È un libro che ho acquistato durante la prima fase di lockdown (marzo 2020) e che torno spesso a consultare proprio per la forza che sa infondere.

Comprensione: compassione, mindfulness e apprendimento

Impariamo la compassione verso noi stessi

Il primo passo per superare una sofferenza è accettarla. Non è affatto facile ma è un atteggiamento mentale che possiamo raggiungere grazie alla compassione.

La stessa compassione che proveremmo per un’amica in difficoltà dobbiamo imparare a rivolgerla anche a noi stessi.

Provate a chiedervi come sarebbe la vostra vita di ogni giorno se imparaste a trattarvi bene, a volervi bene, ad accettarvi per come siete, se vi trattate con cura.

Sicuramente diversa, perché sono tutti condizioni da ciò che gli altri si aspettano da noi, anche a scapito di ciò che desideriamo davvero.

Inoltre, trattarsi bene aiuta anche a coltivare buoni rapporti perché le persone appagate sono più positive e pazienti, più premurose e collaborative.

Accettare la realtà non significa arrendersi o smettere di impegnarci per cambiarla.

Significa invece affrontarla evitando lo spreco di energia che resistenza e stress ci causano.

Avere compassione per sé vuol dire allora prendersi cura di sé e del proprio dolore cercando di riconoscere ciò che ci aiuta a sentirci meglio.

I momenti quotidiani di piacere arricchiscono la vita e ci aiutano a combattere lo stress: impariamo a cercarli nelle piccole cose che ci mettono in sintonia con noi stessi e con gli altri.

Ed è proprio grazie alle esperienze piacevoli ripetute che riusciremo a cambiare il nostro cervello, trasformando le esperienze in risorse.

I piccoli modi di trarre piacere dalla vita sono la conferma di una lezione importante: i grandi risultati derivano quasi sempre da un accumulo di elementi minuscoli.

La Mindfulness e la ricerca di un rifugio

Secondo un vecchio detto “siamo ciò che mangiamo”, ma possiamo parafrasarlo anche per la mente:

Siamo ciò a cui prestiamo attenzione.

Sei d’accordo?

Per rispondere prova a pensare a cosa presti attenzione durante la giornata o, meglio, riesci a identificare e concentrarti sui momenti utili e piacevoli o ti lasci sopraffare dall’ansia e dall’autocritica permettendole di diventare parte di te?

Noi ansiosi lo sappiamo bene come anche ritmi accellerati, lo stress o i troppi stimoli che caratterizzano la quotidianità interferiscano nella nostra concentrazione.

Grazie alla Mindfulness possiamo avere consapevolezza del presente: è una sorta di risveglio che permette di vivere ogni momento con la giusta attenzione e concentrazione.

Cos’è e come funziona la Mindfulness?

Possiamo immaginare la mindfulness come una sorta di muscolo mentale, che si rafforza con l’esercizio quotidiano. Con il tempo, l’abitudine a un allenamento costante infonderà la consapevolezza di un presente stabile, non sopraffatto da ansia e insicurezze.

La mindfulness è essenziale per regolare l’attenzione in modo da trarre il massimo dalle esperienze positive e limitare l’impatto di quelle negative o dannose.

Ci permette di richiamare l’attenzione e indirizzarla dove è più utile.

Per abituarci a praticare la mindfulness è importante concentrarsi sulla respirazione: mentre parliamo, mentre facciamo il nostro lavoro. È un’abitudine che aiuta a conservare l’equilibrio interiore e a radicarsi nel presente.

Durante la pausa pranzo, ad esempio, mi sono abituata a ritagliarmi qualche minuto per riordinare i pensieri e fare il punto della situazione.

E ho scoperto quanto sia benefico “radicarmi nel presente” dando il giusto peso a persone e situazioni.

La mindfulness ci dà accesso alle parti più profonde di noi: spesso è un’esperienza gratificante, ma a volte è come aprire una porta di una stanza piena di insidie dalle quali siamo fino ad ora sfuggite.

Per affrontarle dobbiamo sentirci al sicuro.

Nasce così il concetto di rifugio, che possiamo definire come:

Qualsiasi luogo o cosa ti faccia sentire protetto, al sicuro e ti risollevi l’umore.

Ognuno di noi ha il proprio rifugio: ognuno di noi ha un luogo, una cosa, una persona o un’attività che ci aiuta a trovare conforto e riparo durante le esperienze dolorose della vita.

Potrebbe essere anche il cane di casa, quella panca in fondo al giardino in cui vi sedete a pensare, suonare la chitarra, fare running: qualsiasi cosa vi faccia sentire bene.

Ecco, il rifugio è il posto migliore per prendere coscienza di ciò che proviamo e per cercare quel senso di distensione e sollievo.

Concentriamoci su quella sensazione di benessere e serenità e portiamola con noi per rievocarla nei momenti bui, in modo che il rifugio diventi una risorsa sempre disponibile quando ne abbiamo bisogno.

Accettazione, distacco e apprendimento

Sono tanti i libri o i corsi che offrono tecniche per diventare persone più felici, equilibrate e sagge. E tutti, per raggiungere questo scopo, aiutano ad affrontare questi tre aspetti:

  1. Accettare la realtà
  2. Ridurre la negatività
  3. Incrementare il positivo

In poche parole, la capacità di affrontare gli ostacoli e raggiungere la serenità (diventare resilienti) consiste nell’allenarsi in questi tre attività cruciali: è questo l’unico modo per formare il pensiero resiliente.

Pensiero Resiliente

 

Accettare la realtà significa prendere coscienza delle nostre emozioni e delle nostre esperienze così come sono, accogliendo anche il dolore. Ciò che conta è osservarlo e comprenderlo.

Per ridurre la negatività è necessario interrompere, smorzare, imparare a prevenire ciò che per noi è dannoso o doloroso.

I metodi sono molti: sfogarsi con un amico, allentare la tensione, allontanarsi dalle persone negative.

Allontanarsi dal circolo vizioso dei pensieri negativi è infatti fondamentale per ritrovare il senso delle proporzioni e guardare alla realtà in modo realistico.

Per incrementare il positivo, in modo opposto, è necessario sviluppare e perseverare in tutto ciò che è piacevole e benefico, insomma, tutto ciò che ci fa sentire bene.

Ma anche il pensiero positivo è fondamentale: e allora alimentiamo i ricordi piacevoli e gli obiettivi che ci siamo posti, allo scopo di abituarci a pensare in modo propositivo.

Mi piace pensare alla mente come a un giardino.

Per averne cura dobbiamo osservarlo, eliminare le erbacce e seminare fiori.

Resilienza: l’importanza dell’Apprendimento

La buona notizia è che mantenendo un pensiero resiliente modifichiamo il nostro cervello, che viene plasmato dalle nostre esperienze, che a loro volta dipendono da ciò a cui prestiamo attenzione.

Ho letto di recente che solo un terzo delle nostre caratteristiche è determinato dal DNA, il restante due terzi sono appresi. Ciò vuol dire che abbiamo a disposizione un ampio margine operativo per decidere che persona vogliamo essere.

L’apprendimento di esperienze è un processo di consolidamento neuronale che avviene con la comprensione degli effetti dell’esperienza positiva vissuta. E con il prolungamento della stessa.

È forse più complesso scriverne che viverla. Pensiamo ai nostri tre bisogni primari: sicurezza, gratificazione e socialità; collegati ad esse ci sono un’infinità di risorse mentali.

La gratificazione può essere soddisfatta ad esempio con il senso di adeguatezza, con l’entusiasmo e la gratitudine; la sicurezza con il sentirsi spalleggiati, la calma e la sensazione di pace interiore.

La socialità con la compassione di sé e degli altri, con l’empatia, con il perdono e la generosità.

Sono le esperienze che più ci fanno bene che dobbiamo impegnarci a prolungare e ad assimilare.

Le esperienze di quiete e di distensione, ad esempio, sono un antidoto naturale all’ansia e al nervosismo.

Nel contempo, quando avvertiamo un senso di soddisfazione è essenziale rallentare e assimilarlo per farlo sedimentare nel nostro sistema nervoso.

Inoltre, acquisire quel senso profondo di realizzazione personale ci aiuterà a tollerare critiche e a dipendere meno dal giudizio altrui.

Pensa sempre che si può imparare ad apprendere:

“L’apprendimento è la risorsa interiore che permette il potenziamento delle altre.”

Spero tanto che in questo scritto tu possa trovare qualche spunto per rafforzare la tua resilienza: è un argomento a cui tengo molto e una pratica in cui anch’io mi impegno per migliorare.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi e se anche tu credi che possiamo fare molto per coltivare un pensiero resiliente.

Scrivimi nel box qui sotto!

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Reinventarsi con la coltivazione della lavanda: il racconto di Emanuela che, dopo 25 anni di bilanci e scadenze fiscali, sceglie il lavoro all’aria aperta

Reinventarsi con la coltivazione della lavanda: il racconto di Emanuela che, dopo 25 anni di bilanci e scadenze fiscali, sceglie il lavoro all’aria aperta

Sono in numero crescente i giovani che, dopo anni di lavoro in ufficio, vuoi per necessità o per dare una svolta alla loro vita, scelgono di lavorare a contatto con la natura.

Ho rivisto dopo qualche anno Emanuela, l’amica con la quale ho condiviso tutta la mia adolescenza, la compagna di banco quando il nostro destino sembrava chiaro e ci iscrivemmo a Ragioneria. 

Diplomate con ottimi risultati, mentre io scelsi da subito un’altra strada, lei divenne a breve ragioniere commercialista e iniziò a lavorare in un ufficio di commercialisti. Ed è rimasta per ben venticinque anni.

Poi la svolta. 

A 45 anni Emanuela, che vive in campagna con marito e figli, circondata da cavalli, cani, gatti, conigli (una piccola fattoria) decide che è ora di cambiare. 

Ho voluto cercare di capire (anche se in cuor mio ho sempre pensato che la vita d’ufficio non era il lavoro adatto a lei, appassionata di stelle e di poesia) e, parlandone, è nata l’idea di un’intervista.

Ti invito a leggerla fino in fondo!

olio essenziale biologico di lavanda

Coltivazione della lavanda per la produzione di olio essenziale biologico nell’Azienda Agricola Biologica Meneghelli Nicola a Bosco di Zevio (Verona). Foto di Emanuela Meneghelli


Parlami un po’ di te, come mai questa decisione professionale?

È stata una decisione sofferta, meditata e maturata nel corso degli ultimi 10 anni.

Determinanti sono state anche alcune difficoltà vissute in famiglia. Quando ci trova impotenti di fronte alla sofferenza di chi si ama, ci si mette in gioco totalmente.

Così, per poter avere più tempo a disposizione per i miei figli adottivi e in particolare per la piccola che soffriva nel vedermi andare via da casa per 8 ore e rimanere sola con papà e il fratello, ho cercato assieme a mio marito di capire quale fosse la soluzione più utile per tutti.

Non è stato facile ribaltare la mia vita e quella della mia famiglia e per di più all’età di 45 anni!

Tu hai sempre amato la natura. In questo modo la vivi in modo più concreto. Giusto?

Si, oltre alle necessità familiari, c’era infatti anche un altro motivo che mi spingeva al cambiamento: l’esigenza di dare al mio spirito lo spazio necessario per potersi librare, per immergersi e poi riemergere ricolmato di forza e pronto ancora a dare.

E la natura offriva e offre un habitat meraviglioso per la rinascita interiore.

Sono nata in campagna e sin da piccola ho sempre amato salire sulla punta del mio cedro altissimo e farmi cullare per ore dal vento leggero. Dà lì sono partiti i miei sogni, i miei progetti sul futuro e la passione per conoscere le piante e anche gli animali. 

olio biologico di lavanda

Campo coltivato a lavanda dell’Azienda  Agricola Biologica di Meneghelli Nicola per la produzione di olio biologico di lavandino a Bosco di Zevio (Verona). Foto di Emanuela Meneghelli

Insomma, una sorta di risveglio interiore.

Sì, guardando a ritroso la mia vita, vedo il prezioso ricamo intessuto fino ad ora dall’amore con cui ho sempre cercato di guidare la mia esistenza.

Mi piace pensarlo come una spirale dorata, simile ad una galassia o alla conchiglia del Nautilus, alla disposizione dei petali di una rosa o dei semi di un girasole; c’è infatti una perfezione racchiusa nella natura che mi chiama a vivere un risveglio interiore.

Tanta è la bellezza e l’armonia che scorgo nella natura, mentre cammino o lavoro nei campi! Vedo correre una lepre, danzare un fagiano, volteggiare un falco. Sento gracchiare un corvo e la ghiandaia, fischiettare il merlo, ridere un picchio…tutto questo mi inebria il cuore.

Considero ora la mia vita come una sorta di viaggio inverso, introspettivo, e trovo bellezza nel carpire il significato intimo e recondito che ogni vicenda assume nell’ambito del cuore.

Ho compreso che nulla di ciò che accade nella nostra vita è insensato.

Perché hai scelto la coltivazione della lavanda?

La lavanda è stata una scelta un po’ ragionata e un po’ dettata dal sogno. Da anni mi dilettavo nello studio delle erbe officinali e ne coltivavo molte di diversa specie sia nell’orto che in grandi vasi. 

La lavanda mi è sempre piaciuta, soprattutto la sua fragranza. E’ stato spontaneo e scontato decidere che fosse questa la prima pianta che avrei provato a coltivare.

Dopo aver ricercato tra le varie cultivar  (in orticoltura, nome con cui si indicano le varietà agrarie di una specie botanica) ho capito che per la tipologia di terreno a disposizione, quella che si adattava meglio di altre era un ibrido di lavanda, chiamato “Lavanda per Intermedia Grosso” o più comunemente Lavandino.

Per essere più sicura di questa scelta, e per non cadere vittima della moda del momento, ho visitato alcune piccole aziende in provincia di Trento e Brescia, per rendermi conto della fattibilità dell’idea.

Appurato che il progetto era realizzabile, abbiamo acquistato 600 piante all’inizio della primavera del 2018. La mia non è infatti una coltivazione intensiva, né mai diventerà tale.

Olio essenziale biologico di lavanda

Olio essenziale di lavanda appena distillato. Foto di Emanuela Meneghelli

È una coltivazione di tipo biologico?

Come preventivato, la produzione di olio essenziale, incrementata di anno in anno, supera ogni aspettativa e conferma la bontà della scelta.

Le piante sono rigogliose, forti, non necessitano di alcun trattamento chimico, né di grandi quantità di acqua.

Il loro profumo è inebriante, la fioritura cattura lo sguardo e lo sazia. La presenza di farfalle multicolori, api, bombi, coccinelle e tanti altri insetti satura l’aria di vita.

E poi c’è la ricchezza che la pianta racchiude in sé e dona: è simbolo di abbondanza.

L’essenza della lavanda dona pace. È distensiva e rilassante. Ma più di tutto mi ha colpito un semplice pensiero, elaborato in questi anni di osservazioni.

Quando la lavanda fiorisce, è tutto un brulicare di insetti. Avvicinarsi vuol dire mettere in preventivo di esser punti da una vespa o da un’ape. Tuttavia la lavanda stessa, quasi a volersi “scusare” per quello che noi pensiamo sia un inconveniente, offre in sé il rimedio per mitigare il fastidio delle punture. 

Quasi una funzione riparatoria, collaborativa e corresponsabile.

Questa mia interpretazione non vuole essere offensiva per la scienza, né tantomeno razionale, ma intende offrire uno squarcio sul legame che ritengo si possa instaurare con una pianta e riporta l’attenzione sulla necessità per l’uomo di riaffiancarsi alla natura, senza possederla.

Quali difficoltà hai incontrato per avviare l’attività?

In realtà, l’avvio dell’attività, dal punto di vista burocratico, non è stato difficile.

La scelta di lasciare il lavoro d’ufficio e di tornare alla campagna si è concretizzata nel diventare collaboratrice agricola dell’azienda biologica di produzione di mele e pere di mio fratello, che ha accolto la mia richiesta con la sua usuale bontà d’animo e disponibilità, appoggiando il mio piccolo progetto con interesse, considerandolo un passo avanti nella sua lotta a tutela della biodiversità.

Così è bastato comunicare agli enti preposti le necessarie variazioni.

Tuttavia, la difficoltà più grande è riuscire a far capire alle persone che, ad una produzione come la mia, dove tutto è fatto manualmente, bisogna saper dare il giusto valore.

Tutto è fatto con le mani, dall’estirpazione delle erbacce, alla raccolta dei fiori con le forbici, dalla distillazione in corrente di vapore con un distillatore di certo non industriale, al confezionamento del prodotto.

La necessità di trovare quindi un equilibrio tra competitività del prodotto e adeguato guadagno passa anche attraverso un messaggio di tipo diverso.

Chi è disponibile ad acquistare un olio essenziale così, è di solito attento anche ad altri aspetti: preferisce i prodotti biologici, è amante della natura, capace di scelte radicali su alimentazione e stile di vita.

La grande sfida è quindi riuscire a creare una rete di vendita consolidata, ma di nicchia, che ancora ci manca. 

Come vendete il vostro olio?

Fino ad ora, abbiamo promosso la vendita dell’olio e degli altri prodotti con il passaparola, grazie anche all’aiuto concreto degli amici. Abbiamo raccolto molte soddisfazioni, ma di certo non ci possiamo fermare qui.

Il difficile momento storico che tutti siamo costretti a vivere e che è segnato da questa pandemia non aiuta di certo: i mercatini sono preclusi e sembra che l’unica via possibile sia portare avanti un piccolo e-commerce.

Sono scelte divenute oramai improrogabili e che richiedono un ulteriore atto di coraggio.

Cosa produci oltre all’olio essenziale?

Quest’anno è stato un anno molto intenso. La produzione di olio essenziale di lavanda è stata abbondante e la qualità molto buona. 

All’olio essenziale abbiamo così deciso di affiancare dei sacchettini di lavanda essicata profuma biancheria con i fiori di lavanda messi ad essiccare e l’acqua floreale profumata o idrolato di lavandino.

Inoltre, appoggiando l’idea di una nostra cara amica, Paola, abbiamo fatto preparare delle saponette profumate alla lavanda da un saponificio artigianale, utilizzando il nostro olio essenziale.

Tutti questi prodotti sono stati molto apprezzati come confezioni regalo del periodo natalizio.

 
Nell'immagine i prodotti naturali che Emanuela vende: Olio essenziale biologico alla lavanda, idrolato di lavanda e sacchetti di lavanda essiccata. Contatta Emanuela (cell. 349 790 2782) per scegliere ciò che desideri.
Nell’immagine i prodotti naturali che Emanuela vende: Olio essenziale biologico alla lavanda, idrolato di lavanda e sacchetti di lavanda essiccata.
Contatta Emanuela (cell. 349 790 2782) per scegliere ciò che desideri o visita il sito web www.lavandabiomeneghelli.it

 

Hai intenzione di ampliare la tua attività ad altri prodotti?

L’intenzione è certamente quella di ampliare e produrre altre essenze. In questo 2021 vorrei provare a distillare menta, melissa e rosmarino.

Mi piacerebbe provare anche qualche tisana, magari utilizzando biancospino, sambuco e camomilla, che crescono liberamente per tutta la campagna.

I sacchettini di fiori profumati di lavanda, accolti da tutti con grande entusiasmo, hanno portato anche l’idea di un nuovo progetto.

Per sgranare le spighe essiccate abbiamo coinvolto, su richiesta di un’altra nostra amica, delle persone diversamente abili che ci hanno aiutato con molta disponibilità, donandoci due pomeriggi di grande divertimento.

Questa sinergia, sperimentata con molta consapevolezza, mi ha aperto la strada per portare avanti il progetto di “fattoria sociale”, già accarezzato un paio di anni fa, ma rimasto ancora sulla carta, un po’ per le difficoltà burocratiche, un po’per l’arrivo del Covid.

Spero di riuscire a concretizzare anche questa idea, che si allinea con l’apertura alla condivisione che da sempre io e mio marito Maurizio cerchiamo di vivere.

Ultima domanda, la più importante, sei felice?

Sto vivendo una rinascita. Si può chiamare felicità, ma anche crescente consapevolezza.

Per me ogni giorno è un salire un gradino in più e la difficoltà della salita è mitigata dalla sensazione di libertà.

La fatica di reinventarmi la vita a 45 anni è attenuata dalla serenità finalmente raggiunta.

Mi sono dovuta abituare al nuovo stile di vita, dove prevale il lavoro fisico su quello intellettualee.

E a dire il vero, la mia mente in questo periodo ha preso letteralmente il volo!

Sono in effetti immersa in questa co-crescita con tutto ciò che mi circonda, non esposta alla solitudine perché disposta ad interagire con ogni vivente, e non solo appartenente al genere umano.

Come raccontavo all’inizio, ho sempre amato contemplare l’intreccio dei rami offerto dal Deodara, cedro dell’Himalaya, posto nel giardino della casa dove ho vissuto la mia infanzia e che poi ho ripiantato in ogni casa da me abitata.

La forza trasmessa da questo albero, mi ritorna spesso alla mente e ne placa la tensione: l’angoscia offerta dalla sofferenza e la pace raggiunta nell’amore sono indissolubili, si intrecciano come quei rami: così mi sembra di poter guardare oggi alla mia vita.

Mio padre, nella sua giovinezza, ha scritto una breve poesia sulla felicità:

“Sul far della notte è l’ultima stella che guardi di scorcio, solo a voltarti riprende il suo giro.”

Mi piace pensare che c’è ben di più che essere felici, in questa vita.

Mi piace pensare che per afferrare con lo sguardo quell’ultima stella, è necessario coltivare la consapevolezza della sua possibile esistenza.

Grazie Emanuela, grazie per la tua disponibilità e soprattutto per il tuo insegnamento!

 

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per un migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

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Scrivimi, organizzeremo insieme le domande e ci accorderemo su come farti conoscere e su come promuovere la tua professione, per ottenere visibilità sul web.

Proprio come ha fatto Emanuela!

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Le sei cose che ho imparato grazie al mio cane

Le sei cose che ho imparato grazie al mio cane

Un cane è per sempre. E quante cose ci può insegnare, se solo impariamo ad “ascoltarlo”

Il nostro cane Romeo (chi mi segue su Instagram lo noterà spesso nelle foto) è un componente di rilievo in famiglia.

Si è unito a noi circa quatto anni fa, quando era un cucciolone di cinque mesi.

Non ha dei trascorsi felici (proviene da un paesino della Sicilia dove l’abbandono degli animali è frequente) ma credo non abbia subito prepotenze di alcun tipo in quanto è stato raccolto da Vincenza, una volontaria che si è presa cura di lui e della sua sorellina sin da piccolo.

Grazie alla “staffetta” Romeo è arrivato in auto prima a Milano e poi, grazie a un’amica, nella nostra casa a Verona.

Il cane è un essere meraviglioso!

È l’amico della vita, a patto di prendersene cura e crescere insieme, qualsiasi età si abbia.

Oggi Romeo è un bel “ragazzone”, giocherellone e abbastanza educato, dico abbastanza perché è anche molto esuberante e spesso si avventa nelle cose (nei giochi) ma anche sulle persone (e non tutti gradiscono, come è normale che sia).

Quando è arrivato è stato un subbuglio generale nelle abitudini e nei ritmi di casa, ma sicuramente ne è valsa la pena.

Ieri sera, mentre guardavamo la tv insieme dal divano, ho pensato ad alcune cose che ora voglio dirvi.

Ho pensato a come sono cambiata in questi anni e a quanto un cane può insegnare.

Romeo non è il mio primo cane, prima di lui c’è stata Trudy, una graziosa cagnolina accolta quando ero ragazza: aveva pochi mesi e ci ha lasciati la scorsa estate. Quando un cane ti lascia una parte della tua vita se ne va con lui.

Come dicevo, Romeo non è il primo cane che vive con noi, è però il primo che è entrato nella mia vita da quando scrivo sul mio blog.

Un blog in cui parlo sì di tecniche di scrittura e di comunicazione, ma in cui racconto anche di me e di quello che la vita mi insegna.

Il blog è per sua natura condivisione, e allora eccomi qui a raccontare cos’ho imparato da questo cucciolone che ha il carattere del Jack Russell e la vivacità e la voglia di correre del Segugio.

Cosa mi ha insegnato il mio cane Romeo

1. La pazienza

Non sono mai stata una persona paziente nel vero senso del termine. Il fatto che ami il silenzio e la tranquillità non vuol dire essere paziente, ne sono consapevole.

Romeo mi ha insegnato la pazienza dell’attesa. Anche i cani hanno bisogno di tempo per apprendere e per imparare ad ascoltarti.

Un po’ come per i bambini, anche le mamme imparano a diventare pazienti quando il bimbo è troppo piccolo per capire. Ci vuole tempo.

Tutte le cose che contano richiedono tempo per maturare.

2. Essere attenta

I cani son come i bambini: finché sono piccoli hanno sempre voglia di giocare e per loro ogni cosa è interessante, soprattutto se nuova. Sgridarli o punirli è sbagliato, bisogna solo fare attenzione.

Soprattutto finché sono cuccioli masticano qualsiasi cosa e dunque è necessario far in modo che nulla sia alla loro portata. Non serve che dica cosa è accaduto agli occhiali da sole di mio marito “dimenticati” su un tavolino. O alle mie dispense lasciate sul divano.

3. Cercare il lato positivo, sempre

I cuccioli sono come una lavagna pulita. Hanno bisogno di apprendere, e siamo noi a dovergli insegnare quali dei loro comportamenti naturali vanno bene e quali sono invece da correggere.

Ma se coltivi il loro lato positivo possono davvero diventare il tuo migliore amico, nella consapevolezza che sono esseri portati ad apprendere.

4. Organizzarmi

Io e mio marito amiamo molto andare in montagna anche solo per qualche giorno. Ovviamente se dovessi pensare ogni volta a tutto quello che devo mettere nello zaino per Romeo (oltre che per noi) finirei per dimenticare qualcosa.

Ho pensato così di aver sempre pronto uno zaino tutto suo con la sua ciotola da viaggio, la pallina, le sue crocchette, il suo libretto delle vaccinazioni – che non si sa mai – e tanto altro.

E, naturalmente, cerco di avere il mio smartphone a portata di mano per catturare il suo sguardo ingenuo quando deve fare qualcosa che non capisce (come fermarsi quando camminiamo, lui procederebbe per ore e ore senza soste) o quando si scatena nelle sue corse nei prati!

5. Le priorità

Organizzare la propria vita in base alle priorità è qualcosa che si impara crescendo.

Anche se spesso vorrei giocare molto di più con Romeo, in realtà devo dare la priorità ad alcune cose che sono essenziali per la mia attività (sono una copywriter) e rispettare impegni e scadenze.

Lavorando da casa è facile distrarsi e molto spesso un attimo diventa mezz’ora.

6. Fermarmi e godermi le piccole cose

C’è così tanto di cui divertirsi con un cane che vive con te!

Quando corre verso di te felice con la pallina in bocca. O quando ci sediamo sul divano e insieme guardiamo gli uccellini che, sul davanzale, mangiano le briciole. Quando rientri dal supermercato (e magari sei uscito per mezz’ora) e lui è così felice che non sta nella pelle.

La felicità delle piccole grandi cose, già.

Come un piccolo grande cane.

Amico cane

Amare e difendere gli animali non significa essere dei fanatici o, peggio, odiare gli esseri umani. Amare gli animali significa semplicemente prendere le difese di chi non può farlo da solo, avere quel pezzettino di sensibilità in più che ti permette di cogliere quanto sono speciali e innervosirsi quando vedi tanta cattiveria gratuita nei loro confronti

 

Distanziamento e Pet-therapy

Ho letto un’articolo qualche mese fa in cui si raccontava come durante questi lunghi mesi di pandemia il numero dei pet-lover sia esploso.

Comprensibile. In questi tempi monotoni di distanziamento la presenza di un animale è davvero salvifica: ci godiamo la loro innata gioia, il loro calore corporeo, l’incontenibile fisicità, mugolii e snasate.

La vicinanza di un animale reale, caldo, consolatorio e affettuoso ci aiuta a superare tutti i traumi che stiamo sperimentando, dalla vulnerabilità alla solitudine fino alla morte.

E poi, con un animale accanto, il dolore è sempre un po’ meno terribile.

Come scrisse Ildegarda di Bingen:

Date all’uomo un cane e la sua anima sarà guarita.


Se vuoi leggere qualche libro sul
rapporto tra uomo e cane ti consiglio:
  • Guido Guerzoni, Pets. Come gli animali domestici hanno invaso le nostre case e i nostri cuori, Feltrinelli Edizioni
  • Tom Ryan, Con te in cima al mondo, Sperling & Kupfer Editori
  • Janine Adams, Parlando con gli animali, Paco Editori
  • Graeme Sims, L’uomo che sussurra ai cani, De Agostini Editore
  • Graeme Sims, Il linguaggio segreto dei cani, Sperling & Kupfer Editori
  • Les Krantz, Il tuo cane è un genio, Mondadori Editore
Sara Soliman

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Il Manifesto della Comunicazione non Ostile di Parole O_Stili compie 4 anni

Il Manifesto della Comunicazione non Ostile di Parole O_Stili compie 4 anni

Il 17 febbraio 2021 il Manifesto della comunicazione non ostile di Parole O_Stili compie 4 anni.

Nell’anno che si è da poco concluso abbiamo capito, con ancora più convinzione, quanto importanti siano le parole: queste possono terrorizzarci o caricarci di ansia ma possono anche unirci in una comunità solidale e inclusiva.

Qualche settimana fa ho firmato anch’io il Manifesto della Comunicazione non ostile di Parole o_Stili e mi impegno a promuoverne i princìpi e a diffonderli in rete.

Dopo aver approfondito il tema della comunicazione, parlando di netiquette, di comunicazione etica e di comunicazione empatica, parliamo oggi di questo progetto nato 4 anni fa a Trieste e che “ha l’ambizione di ridefinire lo stile con cui stare in rete e diffondere il virus positivo dello scelgo le parole con cura”.

Cos’è il Manifesto della Comunicazione Non Ostile di Parole O_Stili

Il Manifesto è un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole, un progetto che, tramite webinar e lezioni nelle scuole e nelle aziende, diffonde la cultura della scelta responsabile delle parole.

È una carta che elenca dieci princìpi di stile utili a migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in Rete con lo scopo di favorire comportamenti rispettosi e civili affinché il web diventi un luogo di crescita e confronto, non di scontro continuo.

Il Manifesto della comunicazione non ostile è un impegno di responsabilità che va condivisa, un impegno che tutti dovremmo assumere.

Basterebbe forse seguire il primo dei dieci principi per fare del web un luogo migliore:

Virtuale è Reale.
Dico o scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.

 

Manifesto comunicazione non ostile

 

La community di Parole O_Stili è sostenuta da decine di migliaia di persone, scuole e aziende che credono che le parole abbiano un peso e un valore.

Il progetto sottolinea il potere delle parole, che possono unire e commuovere ma anche ferire e allontanare.

“Le parole sono un ponte.”

Le parole che scegliamo dovrebbero avvicinarci agli altri, aiutarci a comprendere. La mia parola ponte è spiegami. E la tua?

In rete e nei social domina l’aggressività ed è sbagliato pensare che siano luoghi virtuali e per questo lontani dalla nostra realtà.

Sui social incontriamo persone reali, e le conseguenze delle nostre parole sono reali.

Per questo oggi, soprattutto sui social, dobbiamo stare attenti a come usiamo le parole.

Parole O_Stili ha l’ambizione di ridefinire lo stile con cui le persone stanno in Rete, vuole diffondere l’attitudine positiva a scegliere le parole con cura e la consapevolezza che le parole sono importanti.

Il Manifesto è stato poi declinato per diversi ambiti: per la politica, per la pubblica amministrazione, per le aziende, per l’infanzia, per lo sport, per la scienza e per l’inclusione.

Sul sito web puoi scaricare il Manifesto per ognuno di questi ambiti e condividerlo, affinché si generi un’abitudine ad agire e a scrivere pensando alle conseguenze.

La speranza è che il Manifesto che Parole O_ Stili ha creato e si impegna a diffondere e promuovere in tante iniziative, aiuti il web (e quindi i social) a diventare un luogo migliore, dove il rispetto reciproco sia alla base di ogni conversazione e ognuno abbia consapevolezza della portata delle proprie azioni.

Il Manifesto della Comunicazione non ostile per le aziende

Il Manifesto della Comunicazione non ostile per le aziende elenca 10 principi per un dialogo trasparente e sincero fra aziende, lavoratori, clienti e stakeholder.

I 10 principi a cui le imprese possono ispirarsi per gestire al meglio il dialogo sui social media e i rapporti online è stato realizzato dall’Associazione Parole O_Stili sotto la guida di Annamaria Testa e grazie alla collaborazione di numerose aziende, sensibili all’utilizzo di un linguaggio non ostile in rete e nella nostra quotidianità.

Consapevolezza, responsabilità, ascolto, rispetto, cura: sono solo alcune delle parole chiave che emergono nel Manifesto della comunicazione non ostile per le aziende.

Comunicazione Non Ostile per Aziende

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Netiquette: le regole della casa. Scopri come costruire valore aggiunto con la pagina social della tua attività

Netiquette: le regole della casa. Scopri come costruire valore aggiunto con la pagina social della tua attività

Creare una Netiquette per la pagina social della propria attività è un passaggio fondamentale ma spesso sottovalutato. Permette di instaurare con i propri utenti un rapporto costruttivo, interattivo e avere un profilo pulito.

Nel momento in cui ci troviamo ad interagire con altre persone, sia nella vita reale che nel mondo dei social media, è indispensabile tener presente alcune regole di buona educazione.

Sto parlando della netiquette.

Altrettanto importante, dall’altro lato, è il ruolo di chi gestisce una pagina o un gruppo sui social network.

Per avere sotto controllo tutte le interazioni sulla nostra pagina social è fondamentale costruire una netiquette ben strutturata, semplice e chiara.

La netiquette è un insieme di regole che mirano a disciplinare e a favorire un rapporto sano e costruttivo tra gli utenti della propria pagina/gruppo sui social.

La maggior parte delle pagine di aziende, di personaggi pubblici e di DMO (Destination Management Organization) non hanno una netiquette pubblicata sulle pagine social, prova a fare una rapida ricerca e vedrai che non mi sbaglio!

Questo porta a diverse conseguenze spiacevoli: parole fuori luogo, utenti che insultano e fanno spam (con l’invio di messaggi pubblicitari o autopromozione), come se tutto rientrasse nella normalità. Ma non lo è.

Ricordati che la pagina Facebook rappresenta chi la gestisce: brand, DMO, personaggio pubblico che sia. E ne deriva anche una buona o cattiva reputazione del brand di riferimento.

Non cadere nello stesso errore di moltie scopri insieme a me come costruire una netiquette efficace per la tua pagina.

Troverai anche alcuni esempi che ti possono essere utili.

Che cos’è la Netiquette

Con il termine “netiquette” si fa riferimento all’insieme delle regole che disciplinano il comportamento dell’utente all’interno dello spazio social della tua attività, che sia una pagina o un gruppo.

Netiquette è una parola che deriva dall’unione di network, in inglese (rete), e étiquette in francese (buona educazione).

In modo ancora più semplice possiamo chiamarla “le regole della casa”.

È stata anche redatta la RFC 1855 Netiquette Guidelines, che racchiude al suo interno alcune delle norme base per una buona convivenza sul web.

Leggila, potrebbe esserti utile per capirne la struttura e l’importanza.

Con il documento della netiquette spieghi ai tuoi utenti cosa è possibile fare e ciò che invece è vietato nel tuo canale social, mettendo inoltre nero su bianco cosa accade nel momento in cui non si rispettano le regole.

Non esiste un modello universale e quindi puoi costruire le tue “regole della casa” secondo le linee guida della tua attività e in base a ciò che tu ritieni corretto o meno.

Dopotutto, il tuo profilo social rappresenta il luogo dove vive la tua attività, quindi creare una netiquette sarà un elemento di qualità che andrà a tuo favore.

La Netiquette non è una policy social

L’obiettivo della policy social di un brand è quello di:

  • Fornire ai propri clienti indicazioni precise e non confondibili per consentire così agli operatori coinvolti di adottare il comportamento corretto sui social media, sia quando parlano del tuo brand in “casa tua”, sia in qualità di tuoi rappresentanti;
  • Essere una risorsa utile per la gestione corretta e tempestiva degli eventi che coinvolgono le properties (proprietà) dell’azienda.

A livello giuridico è un regolamento interno ad un’azienda che, dal momento in cui viene firmato, vale come tutte le altre regole aziendali, e ci troviamo quindi nell’ambito più specifico del contratto che disciplina il comportamento dei dipendenti e dei collaboratori.

Quindi la netiquette non è una policy, ma è il comportamento che tu chiedi di tenere ai tuoi ospiti social.

La netiquette si affida in principio alla buona educazione e al buon senso degli utenti che navigano sui canali social della tua attività.

Serve per comunicare ai tuoi utenti i criteri di moderazione, pubblicazione e il tone of voice della tua attività. Deve essere pubblica e sempre visibile.

 

Netiquette

Netiquette: come si costruisce

Puoi creare la tua netiquette con un documento di testo attraverso una nota, oppure può essere elaborata con un contenuto creativo aggiungendo una tab.

La via più semplice e accessibile a tutti è però il documento testuale.

Vediamo insieme le 4 fasi con le quali costruire una netiquette efficace:

  1. Introduzione;
  2. Regole;
  3. Conseguenze;
  4. Conclusioni.

Introduzione

Attraverso un breve testo dai il benvenuto al tuo utente che sta dedicando del tempo per leggere il tuo documento.

“Benvenuto nella mia pagina/gruppo + nome della pagina”

Avvisa l’utente che in questo spazio troverà le regole della tua community che sono da seguire per lo sviluppo di buone conversazioni e per una buona convivenza tra gli utenti.

Ricorda loro che gli argomenti trattati nel tuo gruppo/pagina sono monitorati in modo costante e vengono moderati.

Regole

Attraverso l’uso di frasi semplici, chiare e precise stila il comportamento ideale del tuo utente perfetto e poi elenchi ciò che non è ammesso.

“In questa pagina/gruppo vorrei vedere”:

  • Critiche costruttive;
  • Richieste di informazioni strutturate;
  • Commenti di valore, non frettolosi;
  • Persone che si aiutano tra loro.

“In questa pagina/gruppo non saranno ammessi”:

  • Post o commenti che utilizzano un linguaggio offensivo;
  • Messaggi spam;
  • Post o commenti a scopo politico;
  • Link condivisi solo a scopo promozionale;
  • Argomenti off topic.

Questo è solo un esempio di cosa potresti inserire nella tua netiquette.

Conseguenze

Nel momento in cui hai introdotto la tua pagina e elencato le regole che i tuoi utenti devono seguire, è bene che specifichi quali saranno le conseguenze per chi non rispetta le regole.

L’utente che viola la netiquette della pagina/gruppo subirà le conseguenze stabilite dai moderatori. Ci riserviamo di rimuovere commenti o post che non seguono e rispettano le regole elencate in precedenza.”

Conclusioni

Come ultimo step puoi aiutare i tuoi utenti ad interagire tra di loro nel migliore dei modi.

Per esempio, se sei proprietario di una cantina e organizzi tour enoturistici e i tuoi utenti/clienti hanno delle domande da porti:

“Se hai delle domande: utilizza sempre l’hashtag #Domanda. In base alla tua richiesta potrai ottenere una risposta dai moderatori.”

Ricordati di inserire anche entro che ora la tua attività risponderà alle domande e che i messaggi ricevuti fuori orario riceveranno risposta quanto prima. L’orario cambierà in base al settore in cui lavori.

Perché è importante creare la Netiquette per la pagina social della tua attività

Ti starai chiedendo qual è il vantaggio di pubblicare la netiquette sulla tua pagina social.

In primis la netiquette, e quindi stabilire delle regole, è fondamentale per prevenire qualsiasi tipo di comportamento da parte dei tuoi utenti.

Non importa se tu abbia un’attività o sia un personaggio pubblico, creare una netiquette è un plus, un valore aggiunto che è sinonimo di qualità.

D’altronde, senza regole nei tuoi social regnerebbe il caos più totale. Di certo non è conveniente per la tua attività.

Con la netiquette puoi moderare gli utenti che non rispettano le regole che hai stabilito. Moderare non vuol dire censurare ma gestire in modo responsabile un comportamento ritenuto sbagliato.

Se ad esempio la tua netiquette vieta di pubblicare post o commenti con finalità politiche e un tuo utente pubblica un commento “politico”, tu puoi intervenire nascondendo o eliminando il commento.

In seguito, scrivi in privato all’utente “colpevole” e gli spieghi che ha violato la tua netiquette (sempre visibile) e quindi il suo commento è stato rimosso.

Ciò porta ad avere una pagina o un gruppo pulito e l’utente ha ricevuto una comunicazione chiara, diretta ed educativa.

Esempi e consigli

Prima di iniziare a costruire la tua netiquette voglio darti consigli:

  1. Scegli un linguaggio semplice e chiaro. L’essere diretto aiuterà il tuo utente a capire in pochi secondi quali siano le regole da seguire e i comportamenti da non attuare. Informa subito quali sono le conseguenze di un comportamento “sbagliato”;
  2. Avvisa i tuoi utenti di non utilizzare mai il maiuscolo. Utilizzarlo in rete equivale ad urlare ed è quindi considerato una forma di scortesia;
  3. Prendi ispirazione dagli esempi di grandi brand. Ce ne sono di diversi tipi, chi è più creativo e chi più formale, dipende dall’identità del marchio;
  4. Stai attento all’ortografia, la sintassi e la grammatica. Il tone of voice e la sintassi devono essere coerenti con il contesto, curati e controllati.

Vediamo insieme l’esempio positivo di due netiquette presenti sui social, possono esserti utili per prendere quale spunto: Banca Mediolanum e Ceres.

Netiquette di Banca Mediolanum

Netiquette di Banca Mediolanum

 

Netiquette di Ceres

Netiquette di Ceres

Come puoi vedere entrambe le netiquette spiegano quali sono le regole della casa e quali sono le conseguenze nel caso in cui un utente compia un comportamento ritenuto “sbagliato”.

Banca Mediolanum specifica anche perché il brand è presente su Facebook e quali sono gli obiettivi della pagina.

Entrambi i brand specificano come vengono gestite le varie attività: commenti, post, messaggi, richieste di informazioni.

Legato al brand cambia in modo naturale il tone of voice della netiquette, quello di Ceres è più informale e alla mano, anche perché ha un target di riferimento diverso da quello di Banca Mediolanum che invece utilizza un linguaggio più formale, ufficiale.

Quindi, creare la netiquette legata alla tua attività è un passaggio necessario per rendere i tuoi utenti più consapevoli di quello che fanno e ti facilita la vita nel gestire la pagina stessa.

Se ti serve qualche consiglio o hai bisogno di aiuto per creare la netiquette per la pagina social della tua attività contattami pure nel team di AEsse Communication, sarò felice di aiutarti.

Se ti interessa il mondo dei social segui i nostri consigli sulla sezione Social Media Marketing.

Potresti leggere:

 

Articolo a cura di Giorgia Bozzetti
AEsse Communication
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Cosa ho imparato dal mio lavoro di copywriter in questo difficile 2020

Cosa ho imparato dal mio lavoro di copywriter in questo difficile 2020

In questi ultimi giorni dell’anno siamo soliti parlare di propositi per l’anno nuovo.

Ho scelto invece di scrivere qui di ciò che ho capito e ho imparato in questo lungo e difficile anno.

Il 2020 è stato un anno complesso per tutti noi, in famiglia e con il lavoro. Abbiamo dovuto adattarci, metterci in gioco, reinventarci con speranza.

Nel mio piccolo ho dovuto cambiare prospettiva e fare delle scelte, riscoprendo alcuni lati di me e mettendo a frutto coraggio e perseveranza.

Il mio lavoro, la scrittura e la lettura mi hanno aiutata molto a superare i momenti di sconforto in cui inevitabilmente si cade quando le cose non vanno come vorresti o quando certe porte si chiudono.

Ecco quello che ho imparato dal mio lavoro in questo 2020:

1. Conta il cosa ma anche il come

Noi che ci occupiamo di scrivere contenuti per il web diciamo più o meno tutti le stesse cose, la differenza sta nel come le diciamo.

E le persone che ci seguono ci apprezzano tanto per le informazioni che trasferiamo quanto per il modo con cui le diamo.

Qualche giorno fa sono stata contattata telefonicamente da una signora che, dopo aver letto un mio articolo, mi ha chiesto una consulenza dicendomi che le era piaciuto proprio come l’articolo era stato scritto.

Per trasmettere competenza è necessario condividere informazioni utili con un linguaggio semplice, con una buona dose di empatia.

2. L’empatia non si può fingere

Ho parlato spesso di empatia nei miei articoli ma ho capito anche che non si può fingere di essere empatici.

L’empatia non è qualcosa che puoi far scattare per renderti avvicinabile e raggiungere il cliente. Nulla di più falso.

Empatici si è, ed è una grande qualità, perché permette di creare relazioni autentiche e di fiducia.

Ma empatici si può diventare, come ho spiegato in un recente articolo: bisogna imparare a mettersi nei panni dell’altro con umiltà.

3. Il potere dell’umiltà

L’umiltà, questa sconosciuta! La gentilezza e l’umiltà sono le basi della grandezza.

Anche se sei un punto di riferimento nel tuo mercato e persone meno esperte si rivolgono a te per un consiglio, rimani umile: ognuno di noi merita rispetto e ci eleviamo elevando gli altri, non demolendoli.

Ho chiuso rapporti con persone che sfoggiavano competenze e grandezza: con il tempo si impara a valutare le persone e alla base di ogni rapporto umano e lavorativo ci deve essere la fiducia, che nasce dall’affidabilità e dall’empatia.

4. C’è posto anche per te nel mercato

I clienti che ti contattano hanno sì bisogno del tuoi aiuto pratico ma scelgono te non solo per ciò che fai, ma anche per ciò che sei, per ciò che sai trasmettere loro.

L’affinità gioca un ruolo importante, hai solo bisogno di trovare chi apprezza chi sei.

5. Riposizionarsi sui social network

I social network sono come Giano Bifronte: se da un lato sono un ottimo strumento di autopromozione, dall’altro sono una melma fangosa da cui troppo spesso se ne esce pieni di rabbia.

In questo ultimo anno è cambiato il loro peso nella mia vita: il numero di follower e di like sono obiettivi effimeri.

La felicità si raggiunge con la gentilezza e lavorando per raggiungere i propri obiettivi, e non donando e ricevendo like.

6. La potenza di una risata

Quest’anno mi ha insegnato la pazienza. E la consapevolezza della potenza di una risata.

Qualcuno ha scritto che la risata è una frizzante santità: ci aiuta a respirare e ci restituisce fiducia in noi stessi, anche quando siamo spaventati o demoralizzati.

Ralph W.Emerson ha scritto che la persona più felice al mondo è quella che impara dalla natura le lezioni della preghiera.

Quindi uscite all’aperto, guardate in alto, guardate il cielo.
E camminate nel bosco, vi trasmetterà pace e sicurezza.
Provare per credere: è la potenza della natura.

Eccoci qui dunque, al 30 dicembre 2020. Si conclude un anno che spero abbia insegnato qualcosa a ognuno di noi.

Nella speranza di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati e con l’augurio di lavorare con passione e con gentilezza, vi abbraccio e vi aspetto nel mio blog anche l’anno prossimo!

 

Sara Soliman
AEsse Communication

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Assiomi della Comunicazione: le proprietà della comunicazione che hanno fondamentali implicazioni interpersonali

Assiomi della Comunicazione: le proprietà della comunicazione che hanno fondamentali implicazioni interpersonali

Per chi si occupa di comunicazione gli assiomi di Watzlawick rimangono un modello di riferimento per capire le dinamiche comunicative, anche nel lavoro

Comunicare con gli altri è una parte importante in ogni tipo di lavoro. Avere una comunicazione efficace permette di essere compresi e di raggiungere gli obiettivi che ci prefissiamo con l’atto comunicativo.

Per comunicare in modo efficace occorre innanzitutto ricordare che esistono regole comunicative universalmente prefissate. 

È inoltre importante saper ascoltare in modo attivo i propri interlocutori, prestando attenzione alle loro modalità espressive verbo-gestuali.

Tieni presente che ascoltare è cosa diversa da sentire. Senza ascolto non c’è comunicazione, perché diventa impossibile creare interazione tra le persone coinvolte.

Inoltre, anche ascoltando con attenzione potresti interpretare in modo non corretto il significato di ciò che ti stanno dicendo.

A tale scopo vediamo le implicazioni dei 5 Assiomi della Comunicazione di Paul Watzlawick, Janet H. Beavin e Don D. Jackson.

Assiomi della Comunicazione umana

Pragmatica della Comunicazione Umana, Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Casa Editrice Astrolabio, Ubaldini Editore Roma, 2008. Disponibile su Amazon

Cosa significa comunicare?

Il termine comunicazione deriva dal latino com, cioè con, e munire, cioè legare e indica il trasferimento di informazioni. 

Nel suo significato originale, comunicare significa mettere in comune, cioè condividere pensieri, opinioni, esperienze, sensazioni e sentimenti con gli altri.

Parliamo cioè di comunicazione interpersonale, quel tipo di comunicazione che vede come protagonisti due o più individui e che si basa su una relazione in cui gli interlocutori si influenzano reciprocamente, anche se spesso senza rendersene conto. 

Tipi di Comunicazione

È possibile distinguere tre diversi tipi di comunicazione:

1. Comunicazione verbale

Riguarda la scelta delle parole e la costruzione logica delle frasi, secondo le strutture grammaticali e sintattiche della propria lingua.

La comunicazione verbale (CV) utilizza un codice digitale fatto di segni arbitrari, cioè di simboli utilizzati convenzionalmente per designare una determinata parola.

È il livello che indica ciò che si dice o, nel caso della comunicazione scritta, ciò che si scrive.

2.  Comunicazione non verbale

Riguarda tutto quello che si trasmette attraverso la propria postura e i propri movimenti o attraverso la posizione che si occupa nello spazio.

Comprende inoltre mimiche facciali, sguardi, gesti e posture. Ma anche andature e abbigliamento. È il cosiddetto linguaggio del corpo.

La comunicazione non verbale (CNV) utilizza un codice analogico, riproducendo per immagini ciò a cui fa riferimento. 

3.  Comunicazione paraverbale

Essa riguarda la voce (tono, volume, ritmo), ma anche le pause, le risate, il silenzio ed altre espressioni sonore, come ad esempio tamburellare sul tavolo o emettere suoni. 

Riguarda il modo in cui la comunicazione viene espressa.

Nel messaggio scritto la comunicazione paraverbale riguarda l’uso della punteggiatura, che ha lo scopo di inserire il ritmo della frase.

Sia il non verbale che il paraverbale inviano messaggi spesso inconsapevoli e di tipo emotivo.

Scuola di Palo Alto: i 5 Assiomi della Comunicazione Umana di Paul Watzlawick

Nel 1967, lo psicologo Paul Watzlawick e altri importanti esponenti della Scuola di Palo Alto pubblicarono l’esito delle loro importanti ricerche in Pragmatica della comunicazione umana*, volume che tuttora rappresenta il principale punto di riferimento nel mondo della comunicazione interpersonale.

Secondo gli autori gli esseri umani comunicano tutti i giorni, attraverso parole o gesti, più o meno consapevolmente, per descrivere fatti ed eventi e per intraprendere relazioni sociali.

Gli assiomi, nel linguaggio filosofico e matematico, sono delle verità evidenti e indiscutibili alla base di numerose dimostrazioni e teoremi.

Paul Watzlawick, J. H.Beavin e D. D. Jackson definiscono gli assiomi della comunicazione come:

“alcune proprietà semplici della comunicazione che hanno fondamentali implicazioni interpersonali”.

Comunicazione Assiomi

I 5 Assiomi della Comunicazione individuati da Watzlawick, Beavin e Jackson  

I tre studiosi ne hanno individuati cinque. Vediamoli brevemente e cerchiamo di capire le loro influenze sulla comunicazione.

1°Assioma: non si può non comunicare

La non-comunicazione è impossibile, perché qualsiasi comportamento comunica qualcosa di noi ed è impossibile avere un non-comportamento. 

Il comportamento ha dunque valore di messaggio.

Anche una persona passiva e silenziosa trasmette la volontà di non comunicare e sta comunque inviando un messaggio. Comunica di non voler comunicare. 

“L’attività,le parole o il silenzio hanno tutti valore di messaggio: influenzano gli altri, e gli altri, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni e in tal modo comunicano anche loro”.

La comunicazione può essere dunque involontaria, non intenzionale, non conscia e anche inefficace, ma avviene comunque.

2°Assioma: all’interno di ogni comunicazione si possono individuare due livelli

“Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione”.

Watzlawick afferma che esistono due livelli di comunicazione.

Il primo è quello del contenuto, e indica cosa stai comunicando, il secondo è quello della relazione, e indica il tipo di relazione che vuoi instaurare con la persona a cui ti rivolgi. 

I messaggi che gli esseri umani si scambiano tra loro non possono essere considerati semplici trasmissioni di informazioni. 

Oltre al contenuto oggettivo del linguaggio, ossia i dati che esso trasmette in superficie, c’è anche un aspetto che definisce la relazione stessa dei soggetti interessati.

In sostanza, conta “che cosa diciamo” e anche “come lo diciamo”. 

Ogni comunicazione comporta di fatto un aspetto di metacomunicazione che determina la relazione tra i comunicanti. 

“La capacità di metacomunicare in modo adeguato non solo è conditio sine qua non della comunicazione efficace, ma è anche strettamente collegata al problema della consapevolezza di sé e degli altri”.

Ad esempio, un individuo che proferisce un ordine, oltre al contenuto (cioè la volontà che il destinatario del messaggio compia l’azione indicata), esprime anche il tipo di relazione che intercorre tra chi comunica e il suo destinatario, in questo caso quella di superiore/subordinato.

3°Assioma: la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura della sequenza degli eventi

La comunicazione comprende diverse versioni della realtà, che si creano e modificano durante l’interazione tra più individui. 

Queste diverse interpretazioni dipendono dalla punteggiatura della sequenza degli eventi, ossia dal modo in cui ognuno tende a credere che l’unica versione possibile dei fatti sia la propria. 

Nella vita di coppia, per esempio, il rischio è quello di osservare la situazione esclusivamente dal proprio punto di vista, usando cioè la propria punteggiatura e non riuscendo a cogliere quella dell’altro. 

La punteggiatura (o, semplicemente, il punto di vista) determina i comportamenti ed è quindi alla radice dei conflitti di relazione.

4°Assioma: la comunicazione avviene attraverso i canali verbali e non verbali. Il primo utilizza modalità digitali, il secondo criteri definiti analogici

La comunicazione digitale riguarda l’uso delle parole, cioè dei segni convenzionali usati per designare qualcosa. 

Ciò che caratterizza questo tipo di comunicazione è l’arbitrarietà tra le parole e ciò che rappresentano. Cioè, nel linguaggio verbale la cosa matita corrisponde al nome matita. 

La comunicazione analogica (ad esempio un’immagine) si basa invece sulla somiglianza (detta appunto analogia) tra la comunicazione in essere e l’oggetto stesso della comunicazione.

Cos’è dunque la comunicazione analogica? È ogni comunicazione non verbale, che però va valutata considerando il contesto in cui ha luogo l’interazione (come l’espressione del viso o la cadenza delle parole).

È bene ricordare che la comunicazione analogica ha le sue radici in periodi arcaici dell’evoluzione e la sua validità è quindi molto più generale del modulo numerico della comunicazione verbale, più astratto e relativamente recente.

L’uomo è il solo organismo che si conosca (ma anche delfini e balene) che usi moduli di comunicazione sia analogici che numerici.

Questo fatto è molto importante perché tale tipo di linguaggio, scrive Watzlawick:

“serve a scambiare informazioni sugli oggetti, oltre ad aver la funzione di trasmettere la conoscenza di epoca in epoca”.

I due sistemi sono congruenti tra loro, ed è questo un elemento a cui facciamo riferimento nel corso delle nostre interazioni con gli altri. 

Se una persona afferma di essere interessata a ciò che stiamo dicendo ma guarda altrove, si verifica una discrepanza tra il contenuto e la forma che mina l’esito della conversazione stessa.

5°Assioma: gli scambi comunicativi sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza

Si ha un’interazione simmetrica quando gli interlocutori si considerano sullo stesso piano, e quindi di pari livello.

In questo caso i soggetti tendono a rispecchiare uno il comportamento dell’altro, arrivando spesso ad accesi scontri, considerandosi sullo stesso piano.

L’interazione complementare, al contrario, si verifica quando gli interlocutori non si considerano sullo stesso piano.

Ciò emerge chiaramente dai loro scambi, che pongono uno dei due in una posizione di superiorità e l’altro in una posizione subordinata.

Ne sono un classico esempio le interazioni tra dipendenti e datori di lavoro.

Concludendo, l’impossibilità di non comunicare rende comunicative tutte le situazioni interpersonali che coinvolgono due o più persone.

L’ambiguità, spesso inevitabile, si forma proprio nei problemi di traduzione da un modulo all’altro che il trasmettitore e il ricevitore devono affrontare.

La conoscenza dei 5 Assiomi della comunicazione è molto importante per chi si occupa di comunicazione, giornalismo o web-marketing perché consente di comprendere e di gestire situazioni di conflitto che si formano, inevitabilmente, nelle interazioni.

Potresti leggere anche:

Testo di riferimento:
*Pragmatica della Comunicazione Umana, Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Casa Editrice Astrolabio. Lo trovi su Amazon

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

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Pinterest: 5 motivi per cui ti consiglio di utilizzarlo per la tua attività

Pinterest: 5 motivi per cui ti consiglio di utilizzarlo per la tua attività

Pinterest, il social della creatività, è la bacheca virtuale dove fare marketing in modo efficace

Pinterest è un social network interessante per le aziende che vogliono incrementare la propria visibilità e i propri affari.

D’altronde sono tanti i settori, dall’abbigliamento ai viaggi, dalla cura della persona all’hobbistica in cui le immagini sono importanti per rappresentare i prodotti.

Se anche la tua attività può essere rappresentata visivamente, Pinterest è un ottimo strumento di marketing, poiché consente di promuovere in modo veloce e innovativo i prodotti, raggiungendo utenti in cerca di ispirazione.

 

Pinterest

Perché consiglio di utilizzare Pinterest

In Italia le potenzialità di Pinterest non sono ancora comprese completamente: non si tratta solamente di un social network da utilizzare nel tempo libero, Pinterest è molto di più.

È un social dove fare marketing in modo davvero efficace. Per questo ne consiglio l’utilizzo all’interno del piano di social media marketing. 

Vediamo insieme perché Pinterest è indicato per promuoversi e creare engagement.

1. Sono oltre 300 milioni le persone che cercano ispirazione e idee su Pinterest

Le aziende su Pinterest sono fonte di ispirazione per chi naviga.

I contenuti inseriti possono trovare l’interesse dell’utente e aiutarlo nel prendere una decisione di acquisto.

2. I Pin portano le tue idee e i tuoi prodotti dritti alle persone

Pinterest è il luogo più adatto per raggiungere i consumatori mentre stanno cercando ciò che vogliono acquistare.

Ogni Pin contiene un’immagine o un video e il link collegato al tuo negozio o sito web. 

Considera che 1 persona su 3 tra gli utenti italiani di Pinterest ha deciso di fare un acquisto dopo aver visto i contenuti dei brand e l’83% degli utenti settimanali di Pinterest effettua un acquisto dopo aver visto un pin pubblicato da un’azienda.

3. Gli annunci su Pinterest sono adatti a ogni tipo di attività, grande o piccola che sia, che operi a livello mondiale o locale

Grazie alla varietà di prodotti pubblicitari su Pinterest, l’azienda può presentare le sue idee e i suoi prodotti alle persone giuste e al momento giusto, intercettando la domanda di acquisto.

Inoltre, più del 97% delle parole più cercate su Pinterest non contiene riferimenti a brand e lascia quindi ampio spazio alla presenza sulla piattaforma di aziende di qualsiasi dimensione e tipologia.

4. Doppia indicizzazione significa doppia visibilità

L’indicizzazione su Google dei contenuti pubblicati su Pinterest avviene sia a livello testuale che di immagine con Google Immagini.

In questo modo la tua visibilità si amplifica.

Una nota importante: le foto devono essere nominate con le parole chiave dell’argomento o dell’articolo a cui fanno riferimento.

5. La longevità dei contenuti

La vita media di un pin (il post con l’immagine o il video del prodotto) si aggira sui 100 giorni, che è davvero molto tempo rispetto ad altri social media.

Considera che su Facebook un post ha vita media di 14 ore e 42 minuti e su Instagram una foto ha una durata media di vita di 21 ore 36 minuti.

In questi 100 giorni ogni ricerca dell’utente che riguarda il tuo prodotto richiamerà il tuo pin.

La cosa interessante, inoltre, è che permette di collegare un link cliccabile alla pagina del sito o dell’e-shop che si intende promuovere indipendentemente dal numero di followers (cosa che non accade su Instagram, ad esempio).

Per ottenere il massimo da Pinterest il primo passo che l’azienda deve compiere è quello di avere un account business sulla piattaforma.

Attraverso questo account l’azienda ha accesso a dati analitici più approfonditi e può iniziare a lanciare anche annunci pubblicitari, che ti permettono di aumentare maggiormente la visibilità.

Leggi anche:

 

Come creare un pin efficace

Per utilizzare Pinterest in modo efficace e invogliare l’utente a cliccare sul link è necessario creare i pin con app. di grafica.

Canva, ad esempio, è molto semplice da utilizzare e propone i layout adatti a ogni tipo di progetto tu voglia fare.

In ogni caso:

  • Scegli immagini verticali di qualità (meglio utilizzare il formato 2:3);
  • Utilizza colori e caratteri che si rifanno al marchio;
  • Scrivi una descrizione completa di ciò che proponi;
  • Inserisci sempre una call to action;
  • Includi il link del sito web dell’azienda;
  • Aggiungere hashtag pertinenti per aiutare le persone a trovare i propri contenuti. Funzionano come termini di ricerca che gli utenti usano per la ricerca;
  • Usa keywords nella descrizione.


Anche noi di
Studio AEsse Communication abbiamo un account Pinterest business e stiamo implementando la bacheca con pin sull’attività di copywriter e consulenza in ambito web marketing.

E lo utilizziamo con buoni risultati anche per promuovere l’attività di alcuni clienti.

Pinterest

Alcuni esempi di Pin per Pinterest creati con Canva

Pinterest è un ottimo strumento per portare traffico al tuo blog e al tuo e-shop ma, come tutti i social media, richiede tempo e dedizione.

Cosa condividere?

Immagini e infografiche accompagnate da contenuti ben scritti e utili sia per le persone che per i motori di ricerca.

Non ti resta che iniziare con il crearti l’account su Pinterest e condividere i tuoi progetti.

Se hai bisogno di qualche consiglio contattami, sarò felice di aiutarti.

Sul funzionamento di Pinterest, passo dopo passo, leggi Pinterest: cos’è e come utilizzarlo per il tuo business. Scopri i vantaggi del social più interessante dell’ultimo anno.

 

Articolo a cura di Sara Soliman
AEsse Communication

Foto di copertina: pinterest.it

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Come costruire una Landing Page che soddisfi la domanda dell’utente e che converta

Come costruire una Landing Page che soddisfi la domanda dell’utente e che converta

Per ideare una Landing Page è indispensabile mettersi nei panni del lettore, che cerca una risposta al suo problema. Deve contenere una risposta esaustiva, con immagini e grafica di qualità

 

Il termine landing page significa letteralmente “pagina di atterraggio” e identifica una pagina web alla quale gli utenti giungono dopo aver digitato un link nella serp di Google.

L’obiettivo di una landing page ottimale è indurre il lettore a rimanere sul sito e generare un risultato.

Per tale motivo la landing page va pensata e creata con accuratezza in ogni dettaglio, dal titolo al testo alle immagini e ai colori.

A seconda della tua strategia lo scopo della landing page può essere quello di ottenere le informazioni di contatto, trasformare i leads (contatti) in prospect (utenti realmente interessati al tuo prodotto) o trasformare i prospect in clienti, se punti a vendere un prodotto.

Nel caso dell’utente ci contatti possiamo parlare di marketing a risposta diretta, in quanto l’utente agisce e compie un’azione in base allo stimolo ricevuto.

Nota che questo è un tipo di marketing scientifico in quanto puoi misurare i passaggi di ogni singola azione tramite il tracciamento dei permalink del sito.

Con una landing page strutturata ci dotiamo di uno strumento pratico in cui si concretizzano le tecniche di comunicazione basate su messaggi diretti, semplici e senza giri di parole.

Solo in questo modo si riesce a portare all’azione il lettore.

Gli elementi che devono essere sempre presenti in una landing page sono questi:

  • Problema
  • Attrazione
  • Interesse
  • Fiducia
  • Desiderio
  • Azione
  • Soddisfazione

Sono sette elementi che, se ben distribuiti, possono fare la differenza e, se hai notato, sono tutti rivolti all’utente.

“Questo perché non si parte dalla promozione della soluzione ma dal problema dell’utente”.

Il concetto di landing page può essere applicato alla Home page ma anche a più pagine del tuo sito, dipende dal tuo obiettivo.

Come intercettare le persone interessate?

Gli utenti che scorrono le pagine del web, molto spesso, devono risolvere un loro problema, un bisogno o un dubbio.

Quindi la tua pagina di atterraggio deve offrire loro la migliore soluzione di quel problema, cercando di esaudire al meglio tutte le possibili obiezioni.

Se si riesce a soddisfare in pieno la loro richiesta allora l’azione successiva dell’utente sarà quella di entrare in contatto con te, tramite email o telefono oppure iscriversi alla tua newsletter.

Un altro modo è quello di intercettare le persone interessate a un argomento specifico e offrire loro delle informazioni (con articoli, e-book o video) chiedendo in cambio l’indirizzo email.

Stiamo parlando dell’email marketing, che deve rientrare nell’insieme delle attività legate al modo di fare business.

In questo modo si ha la possibilità di creare un gruppo di lettori appassionati che, con il tempo, si possono trasformare in clienti poiché interessati ai servizi presenti sulla pagina.

Landing page: struttura ed elementi principali

Ideare una landing page vincente è l’obiettivo di ogni sito web rivolto alla vendita.

Gli elementi da considerare sono quelli che seguono.

1) Titolo e sottotitolo
Scegli le parole giuste per il titolo del tuo sito web per catturare l’attenzione dell’utente.
Comunica subito al lettore e in modo chiaro i servizi o prodotti presenti nel sito. Questo lo si deve fare con solo 3/5 secondi, che è il tempo che l’utente impiega per decidere se proseguire con la navigazione o abbandonare il tuo sito.

Il titolo deve essere anche:

  • incisivo,
  • informativo,
  • specifico.

Il sottotitolo deve invece:

  • spiegare brevemente l’offerta,
  • contenere le parole chiave legate alla tua attività.

2) Immagini

Le foto scelte per la landing page devono essere di qualità e in linea con la tua attività.
Solo così potrai attrarre l’attenzione dell’utente che trova degli elementi coinvolgenti e interessanti finalizzati alla sua ricerca.

Eventuali video sono da valutare in quanto potrebbero rallentare il caricamento della landing page.

3) Sezione centrale informativa

Informare l’utente che approda al tuo sito è essenziale. Aggiungi pertanto una descrizione specifica, chiara ed esaustiva senza dilungarti troppo e senza troppi tecnincismi.

Una descrizione sintetica, ben dosata e calibrata che illustri il tuo servizio o prodotto è l’opportunità per presentarti ai tuoi potenziali clienti.

4) Sezione dedicata ai benefits

Metti in evidenza, magari nel corpo centrale della landing page, un benefit che puoi offrire ai tuoi visitatori.

Potrebbe essere un Pdf con approfondimenti su alcune tematiche o una consulenza gratuita, che sono un vantaggio da usufruire per l’utente e nel contempo ottiene un esempio concreto della tua attività o professione.

5) Call To Action

L’invito a compiere una determinata azione, come per esempio scaricare un Pdf o guardare una pagine di un prodotto o servizio, deve essere ben posizionata e in evidenza, con dei colori differenti dal colore di fondo della pagina.

Il testo deve essere breve e chiaro per far capire esattamente cosa offri e non lasciare indeciso l’utente.

6) Modulo contatti

Le informazioni ai tuoi contatti sono indispensabili. Sede legale, telefono, indirizzo email, social network sono da indircare sempre.

Gli elementi principali di una Landing page

Landing Page che converte

L’obiettivo primario del processo di vendita è quello di soddisfare le richieste di chi è vicino all’acquisto, così da ottenere contatti e vendite nell’immediato.

Ecco la necessità di creare una pagina in grado di convincere gli utenti, che hanno bisogno del prodotto o servizio disponibile nel sito, all’azione specifica.

Questo processo è chiamato conversione.

Il processo di vendita si consolida prima sulla creazione di un rapporto di fiducia. Le conversioni diventano così una conseguenza naturale del rapporto che si instaura.

Solo in questo caso possiamo parlare di landing page efficace.

La landing page (pagina di atterraggio) è diversa dalla landing page efficace (pagina di atterraggio ottimizzata).

Una landing page è rivolta a motivare l’utente a compiere una specifica azione chiamata conversione. Deve prima fornire la risposta al bisogno di una persona con un rapporto di fiducia e vantaggio reciproco.

Come impostare la comunicazione sulla Landing Page

Nel web il momento più delicato è la fase di atterraggio, cioè il primo momento in cui il lettore vede la pagina.

Il rischio è che l’utente se ne vada per un semplice motivo: si è creato un divario tra le sue aspettative e le risposte al suo bisogno che trova nella parte superiore della Landing page.

Tutta la comunicazione deve essere il più possibile naturale e familiare in modo da far agire subito il lettore senza rimandare la decisione.

E ricorda: ogni volta che presentiamo al lettore un contenuto stiamo chiedendo un piccolo prestito di attenzione. Quindi massima deve essere la cura nella stesura dei testi e del linguaggio usati.

Landing page

Un esempio di Landing page di hootsuite.com

Google: davvero bisogna comparire tra i primi della prima pagina?

Certo, un obiettivo che molti clienti chiedono è quello di “essere nelle prime posizioni della prima pagina di Google”.

La richiesta è tra le più gettonate ma, nel contempo, nessuno specifica:

  1. per quale parola chiave (Key word) vuole essere trovato,
  2. per quale motivo vuole essere primo.

In questo modo si investono risorse economiche per far arrivare un messaggio inefficace.

Il motivo di questo atteggiamento è da individuare in una distorsione cognitiva che Daniel Kahneman (Thinking Fast and Slow, Penguin, 2012) identificava nell’acronimo WYSIATI cioè “What You See Is All That Is” (quello che vedi è tutto ciò che è).

In questo senso siamo portati a considerare determinanti, per il buon fine di un progetto, solo quelle variabili che conosciamo e non considerando altri fattori, magari più importanti.

L’esempio di come Google agisce è utile per una valutazione.

Il suo successo deriva dal fatto che è il motore di ricerca con la migliore risposta alla domanda dell’utente.

Pertanto la creazione di una landing page ottimale risponde ai seguenti requisiti:

  1. il contenuto è una delle migliori risposte al bisogno di informazione,
  2. il tema è trattato in modo verticale, cioè tocca tutti i possibili aspetti,
  3. la pagina è ottimizzata dal punto di vista della velocità del caricamento, della qualità delle immagini e della grafica.

Landing Page: conclusione

La landing page di un sito web si diversifica da una Home page tradizionale.

La prima impressione sulla pagina è data dall’aspetto generale della pagina e quindi deve essere chiara, leggibile e con delle immagini di qualità.

Superata la prima impressione, che si forma nell’utente in 17-50 millisecondi, ci sono solo altri 5 secondi per far capire se il tuo sito è la soluzione al problema dell’utente.

È qui che si cela la differenza tra una Home page tradizionale e una landing page.

Fai capire all’utente che è sul sito giusto per risolvere il suo problema.

Pertanto, intercettare il bisogno/problema dell’utente e ridurre al minimo il gap tra l’aspettativa prima del click e il contenuto su cui arriva, deve essere l’obiettivo da raggiungere. Sei d’accordo?

Potresti leggere anche:

Landing Page: perché sceglierla nella strategia vincente del tuo sito

I vantaggi del sito web per la piccola attività

 

Nicola Albi

Consulente Marketing

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Le Community: cosa sono e come si gestiscono. Scopri perché sono fondamentali per il successo del tuo brand

Le Community: cosa sono e come si gestiscono. Scopri perché sono fondamentali per il successo del tuo brand

Con le Community si creano le basi per una comunicazione più autorevole e coinvolgente.
Gestirle richiede tempo, cura e capacità di ascolto.

Oggi le Community sono sempre più diffuse e rappresentano un elemento fondamentale all’interno della costruzione di un piano di social media marketing.

Al di là del web, le community sono sempre esistite. Faccio riferimento a un gruppo in cui le persone sono legate da interessi comuni e su questi interessi si scambiano opinioni e parlano delle loro esperienze.

Basta pensare alle nostre mamme, che quando ci aspettavano fuori da scuola e tra di loro chiacchieravano e si scambiavano idee, opinioni ed esperienze su di noi bambini.

Ma anche su alcuni settimanali si trovano le community, rubriche tematiche dove un moderatore raccoglie lettere alle quali può rispondere ogni iscritta/o

Come sono oggi le community nel mondo del web? Per cosa si caratterizzano? Come nascono?

Scopriamo insieme i diversi elementi che compongono la social community e il perché sono così importanti per il tuo business online.

Cosa sono le social community

Quando si parla di social community si fa riferimento ad un insieme di individui che interagiscono attorno ad uno scopo, un obiettivo condiviso, un interesse comune e dove le interazioni sono supportate dalla tecnologia dei social media.

Gli utenti che fanno parte del tuo gruppo devono rispecchiare e condividere i valori e la mission della tua attività.

Per dirlo con parole semplici si tratta di creare un rapporto più stretto, un legame più duraturo e confidenziale con le persone che ti seguono.

 

caratteristiche di una community

I diversi fattori che caratterizzano una community

 

La social community si caratterizza per:

  1. Strategia: è da qui che nasce una community. Se la strategia è ben elaborata consente di selezionare i giusti canali ed elaborare contenuti utili e pertinenti per gli utenti che ne fanno parte;
  2. Interazione tra gli utenti che ne fanno parte;
  3. Interesse comune: è l’elemento che tiene insieme le persone che fanno parte della community;
  4. Comunicazione: gli utenti devono poter comunicare con il gestore, tra di loro e con i vari gruppi;
  5. Condivisione dei valori che stanno alla base dell’attività online;
  6. Condivisione della mission del business.

Il valore aggiunto della social community è rappresentato dal senso di appartenenza che innesca.

La community risponde alla necessità di sentirsi meno isolati all’interno di un mondo virtuale dove si rischia di perdersi

Gli utenti che fanno parte di una community hanno diverse caratteristiche in comune, caratteristiche molto utili per individuare un target di riferimento.

L’interesse in comune può riguardare:

  • Lavoro;
  • Fidelizzazione per un brand;
  • Interesse o passione per lo sport, la cucina, i viaggi, il design etc.;
  • Interesse per uno specifico influencer o vip;
  • Il luogo dove si vive o si lavora;
  • Tipologia di vita legata a condizioni specifiche (mamma, freelance).

Per saperne di più sul concetto di Target potresti leggere: Per farti trovare dai tuoi potenziali clienti devi conoscere il tuo target di riferimento: le Buyer Personas

Community blog

Molti blogger si limitano a pubblicare contenuti sul proprio blog e ignorano l’importanza di creare una community intorno ai propri contenuti.

Quella fetta di pubblico fedele, attenta e partecipativa è fondamentale per il successo del tuo blog.

Per creare una community intorno al tuo blog ti consiglio di:

  • rispondere ai commenti, a tutte le persone che ti chiedono un parere o il supporto per risolvere un problema. Rispondi anche ai lettori che lasciano la loro idea o opinione;
  • chiedi il parere dei tuoi lettori, basta che lasci a fine dell’articolo una call to action per smuovere l’attenzione. Questo li farà sentire più coinvolti e saranno più partecipativi;
  • coinvolgi chi partecipa, coinvolgili in modo attivo nei tuoi articoli. Alcuni commenti possono essere un trampolino di lancio per i tuoi prossimi articoli o darti un’idea valida.

D’altronde il successo del tuo blog è legato alla presenza di persone che si rispecchiano in te, persone attente e che hanno voglia di leggere il tuo blog.

Come nascono e si gestiscono

Prima di aprire una community online è importante fissare alcuni punti essenziali:

  1. Definisci gli obiettivi
  2. Definisci la sua natura
  3. Sviluppa una strategia
  4. Individua il canale giusto

Costruire, lanciare e mantenere una web community non è affatto semplice.

La prima domanda da porsi riguarda sempre quale possa essere lo scopo che può tenere insieme i membri.

 

Puoi creare un gruppo privato su Facebook o su Telegram o creare un profilo privato su Instagram.

L’importante è che riunisci le persone in un “luogo” dove solo le persone realmente interessate entrano e fruiscono dei tuoi contenuti.

Un luogo protetto in cui interagisci in modo diverso rispetto al tuo profilo o al tuo blog pubblico.

 

cosa serve per creare una community

Fattori determinanti per creare e gestire una community: tempo, costanza, ascolto e cura

 

5 consigli per gestire la tua Community

All’interno della tua community puoi:

  • essere più informale;
  • condividere diversi aspetti di te;
  • creare una vera e propria relazione con i tuoi utenti.

Per gestirla al meglio:

  1. Fissa delle regole per definire ciò che gli utenti possono o non possono fare.
    L’insieme delle regole sulla Rete si chiama netiquette e deve essere accessibile per la visione a tutti i membri;
  2. Stabilisci un piano editoriale che tenga in considerazione la necessità di coinvolgere la tua community attorno al tuo business, senza risultare troppo invasivo;
  3. Inserisci post promozionali, sessioni di Q&A con esperti, immagini, meme, grafici informativi e video;
  4. Ascolta i tuoi utenti e rispondi ai loro commenti;
  5. Fai sentire i tuoi utenti parte di un gruppo. In questo modo si sentiranno liberi di interagire fra di loro e di scambiarsi opinioni e consigli legati al tuo business.

 

Il ruolo delle community nel marketing

La community è uno strumento che, se usato in modo efficace, permette di creare valore per il tuo business grazie al ricorso di attività e strumenti di comunicazione volti a fidelizzare l’utente e ad aumentare la competitività del tuo business sul mercato.

La community, per esempio, può essere integrata con campagne online o on site. Oppure può partecipare ad un evento in cui incontrare il proprio influencer preferito.

Analizzarne i dati può essere molto utili per comprendere al meglio il proprio target di riferimento.

Infatti, il community marketing elimina le barriere e collega il tuo business con i tuoi utenti per trasformarli in alleati, partner alla pari.

Inoltre, i social media sono le piattaforme su cui il community marketing dà il meglio.

Questo perché si dispone di un bacino d’utenza più grande rispetto al blog e l’engagement risulta più veloce.

Chi è e cosa fa il Community Manager

Il Community Manager è colui che gestisce la vita quotidiana della community, modera il dialogo e favorisce una conversazione positiva intorno al tuo business.

community manager

Il Community Manager intercetta, condivide e monitora

 

Il Community Manager:

  • Intercetta la tua community online e individua i canali migliori per la tua attività;
  • Condivide i contenuti più interessanti per gli utenti;
  • Monitora la community e la aggiorna in modo costante su tutti gli avvenimenti più importanti e rilevanti;
  • Aumenta il traffico e le vendite online;
  • Si occupa del customer care che incide a sua volta sulla brand reputation. Il 42% degli utenti si aspetta una risposta entro un’ora dalla richiesta e il 71% dei consumatori che ricevono una risposta rapida e che li soddisfa sono molto più propensi ad acquistare e a consigliare il prodotto.

La qualità del lavoro del community manager non si valuta solo in base al numero di “like” della pagina Facebook, il vero obiettivo è la conversazione, il coinvolgimento, le interazioni.

I vantaggi per il tuo business

Avere una community legata al tuo business può portarti diversi vantaggi:

  1. Rappresenta un canale diretto con le persone che ti seguono, è un canale più ravvicinato rispetto ad un semplice profilo;
  2. Risulta più semplice proporre nuovi prodotti e servizi;
  3. Puoi coinvolgere la tua community anche in altri progetti (canale YouTube, partecipazione ad un evento; pubblicazione di un libro);
  4. Puoi ampliare il tuo pubblico;
  5. Riesci a fidelizzare il tuo pubblico;
  6. Migliora la SEO in modo naturale;
  7. Migliora il traffico verso il tuo sito/business;
  8. Ottieni visibilità;
  9. Puoi estrarre e analizzare dati;
  10. Migliori la tua reputation;
  11. Sarai un referente di settore.

Spero che il mio post possa esserti stato d’aiuto per capire l’utilità della community per il tuo business on-line: ricorda che i rapporto umano, anche se virtuale, avvicina le persone al brand.

Se hai bisogno di un consiglio non esitare a contattarmi nel team di AEsse Communication.

Potrebbe interessarti anche: Customer Care: cos’è, vantaggi ed errori da evitare

 

Articolo a cura di Giorgia Bozzetti
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Cybersecurity: quando l’attenzione deve rimanere alta anche con WordPress

Cybersecurity: quando l’attenzione deve rimanere alta anche con WordPress

La percezione della sicurezza informatica è spesso bassa. Quando il tuo sito web è violato dagli hacker, però, ti accorgi che è meglio essere protetti. Mantenere aggiornato il tuo CMS è il primo consiglio

 

La sicurezza informatica è un aspetto che ritorna in auge quando meno la si aspetti.

In questi mesi di lockdown, dove il commercio su Internet si è ampliato a dismisura, l’incubo principale è l’intrusione nel sistema informatico da parte di hacker.

Stiamo parlando di data breach: breach, una “breccia”, una falla di sicurezza sul sistema che provoca la fuoriuscita di dati.

Dati che dovrebbero essere custoditi con cura e grande attenzione.

Il Garante per la Privacy chiama questa situazione “violazione dati”.

Oggi l’utilizzo dei big data è divenuta una realtà amplificata ma le misure di sicurezza a tutela dei dati memorizzati, molto spesso sono quelle di dieci anni fa.

La sicurezza è sottovalutata

Chi raccoglie grandi quantitativi di dati dovrebbe incorporare la sicurezza nei suoi progetti ancor prima di presentare il progetto stesso.

Incorporarla nei server. Nelle app. Negli strumenti che saranno usati. Nei siti web che dialogano con gli utenti.

Come se l’idea di sicurezza dovesse essere nello scheletro stesso del progetto.

Prima ancora di iniziare a raccogliere i dati, si dovrebbe creare un ambiente sicuro.

Questo, purtroppo, nella maggior parte dei casi non avviene.

La fretta di andare sul mercato, l’improvvisazione, il risparmio sui costi o, semplicemente, incompetenza e dilettantismo portano sovente a trovare online dei sistemi vulnerabili ancor prima di essere operativi.

In altre parole: i nostri dati finiscono spesso, sin dall’inizio, in ambienti che non sono sicuri.

Il mondo digitale: un luogo da capire

La società è colma di miliardi di dispositivi connessi: videocamere, automobili, frigoriferi, termostati, acquari, irrigatori, cancelli, braccialetti fitness, assistenti vocali.

Sono tutti prodotti che devono essere venduti a prezzi concorrenziali: di conseguenza, l’investimento per la sicurezza informatica di questi dispositivi è minimo.

Il fatto, poi, che molti dispositivi non abbiano un display porta a prendere sotto gamba il problema. L’utente medio non comprende che questi dispositivi possono essere oggetto di un’intrusione hacker.

I dati personali usati come merce in vendita

Non c’è mai stata una esposizione così diffusa, come avviene oggi, dei nostri dati sensibili o “particolari”, ossia di quei dati che possono essere usati per discriminare o ricattare una persona: salute, sesso, opinioni politiche.

Oggi i dati delle persone fanno più gola dei numeri della carta di credito.

I dati di un neonato possono essere usati per truffe e rimanere sicuri per anni e anni. Si partla di una “clean credit history”, quando i dati della giovane vittima possono essere usati per aprire conti o linee di credito fino a quando il bambino non diventa adolescente e inizia a usare i suoi dati, facendo così scoprire la truffa.

I dati intimi delle persone girano ormai ovunque: app per il fitness, siti di dating e appuntamenti, assicurazioni, banche, enti pubblici, ospedali e cliniche, piattaforme per la consultazione dei cittadini.

E tutti sono luoghi che si sono dimostrati vulnerabili.

Quando l’utente si fida a comunicare i propri dati

Il problema è che, spesso, non ci possiamo fare nulla. I nostri dati li diamo a soggetti che, pensiamo, siano ben più sicuri del nostro piccolo computer o telefono.

Ma questa garanzia, in realtà, ce la forniscono sempre meno. Sono centinaia i siti web che ogni anno subiscono attacchi e data breach.

E, spesso, i gestori non ci avvertono del breach e della improvvisa circolazione dei nostri dati.

Investire in sicurezza è la strada da percorrere

Con l’attuazione del Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati (GDPR art.93) aveva portato maggiore attenzione all’adeguamento.

Ma ora, con la crisi, la sicurezza informatica (e i costi relativi) sarà probabilmente messa da parte per risolvere contingenze economiche (spesso di vera e propria sopravvivenza sul mercato) percepite come ben più importanti.

Siamo in presenza, pertanto, di un piccolo-grande cortocircuito: vi è la corsa all’accumulo dei dati senza, però, blindarli.

Sono proprio queste vulnerabilità del sistema dovute a incuria, a fretta nella programmazione o progettazione del sito e dei servizi, a improvvisazione che rendono insicura la Rete.

WordPress: il livello di sicurezza?

La prima domanda che probabilmente vi state facendo è questa: WordPress è sicuro?

Nella maggior parte dei casi, sì.

 

Vulnerabilita wordpress

Vulnerabilità ad alta gravità nel 2019, in parte a causa dell’aumento degli attacchi mirati all’uso improprio della funzione update_option () di WordPress (fonte securi.net)

 

Tuttavia, WordPress spesso ha fama di essere vulnerabile sotto l’aspetto della sicurezza e di non essere è una piattaforma sicura per l’utilizzo aziendale.

Ma il più delle volte questo è dovuto al fatto che gli utenti seguono quelle che si sono dimostrate le peggiori pratiche per quello che riguarda la sicurezza.

Sono l’utilizzo di software WordPress obsoleto e di plugin annullati o datati, di una cattiva gestione delle credenziali e della mancanza delle necessarie conoscenze sul Web e sulla

sicurezza tra gli utenti non tecnici di WordPress a dare agli hacker il controllo del loro gioco cyber-criminale.

Per esempio il sito della testata giornalistica Reuters è stato violato perché utilizzava una versione obsoleta di WordPress.

I siti web sono attaccati dagli hacker per la scarsa protezione informatica (analisi da fonte sucuri.net)

Secondo le analisi di Sucuri, un’azienda specializzata nella sicurezza multipiattaforma, WordPress continua a guidare la classifica dei siti web infetti (83% nel 2018).

Si partiva dal 74% del 2016.

Il software vulnerabile è una delle principali cause di infezioni del sito Web e il numero di exploit immediatamente disponibili per gli hacker è vasto.

Gli script automatizzati rendono estremamente facile la scansione dei siti Web alla ricerca di vulnerabilità note.

Il team di Sucuri ha riscontrato una vulnerabilità ad alta gravità nel 2019, in parte a causa dell’aumento degli attacchi mirati all’uso improprio della funzione update_option () di WordPress.

Cosa fare per essere sicuri

Per mitigare il rischio che script automatici individuino e infettino un sito web sfruttando una vulnerabilità nota, è imperativo che i proprietari del sito web mantengano tutto il software del sito web aggiornato con le ultime patch di sicurezza.

Il team di Studio AEsse Communication collabora con professionisti di data protection per garantire un servizio di assistenza che tuteli l’utente e, in primis, il proprietario del sito web.

Se hai qualche domanda da fare su questo tema scrivimi pure.

Leggi anche:

 

Articolo a cura di Nicola Albi
AEsse Communication

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Foto di copertina: rawpixel.com

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TikTok: il social più popolare per i video di breve durata. Scopri come può essere un vantaggio per la tua attività sul web

TikTok: il social più popolare per i video di breve durata. Scopri come può essere un vantaggio per la tua attività sul web

TikTok è la piattaforma che veicola più traffico di qualunque altro social, soprattutto per la Generazione Z, accaniti consumatori di video.
Per le aziende il team di Tik Tok ha pensato a delle soluzioni interessanti

 

 

TikTok è la piattaforma social più utilizzata dalla “Generazione Z”, coloro che sono nati dal 1995 al 2010.

L’App, che permette di creare brevi video della durata tra i 15 e i 60 secondi con musica ed effetti, oggi sta cercando di allargare la propria community, indirizzandosi anche verso utenti più grandi d’età.

Nel 2019 l’app di TikTok si è diffusa in tutto il mondo, raggiungendo 63 milioni di installazioni nel mese di agosto e ad oggi ha superato i 40 milioni di utenti attivi giornalieri a livello globale (dati LearnBonds, società di analisi finanziarie e trading online di Londra).

In Italia l’applicazione viene utilizzata per la maggior parte dei casi dai nativi digitali ma nell’ultimo periodo viene utilizzata anche da influencer di fama mondiale come Chiara Ferragni.

Tu conosci già TiKTok?

Hai già inserito la piattaforma nel piano di social media marketing della tua attività?

Scopri insieme a me TikTok, come si utilizza e quali possono essere i vantaggi del suo utilizzo per la tua attività nel mondo del web.

 

Tit Tok: cos’è e come funziona

È una piattaforma che appartiene alla società cinese Bytedance e che nel 2017 ha fuso TikTok e Musical.ly. (app di sincronizzazione video-audio).

È presente in 150 mercati, in 75 lingue e conta più di 500 milioni di installazioni totali su Google Play.

TikTok è la destinazione leader per i video brevi da dispositivi mobili e la sua mission è quella di ispirare la creatività dei suoi utenti e di portare allegria, è insomma un social legato all’intrattenimento.

C’è una varietà di filtri, effetti e un importante lavoro di editing da parte dei creator digitali. L’app consente infatti ai propri utenti di sintonizzare e personalizzare i propri contenuti con risultati comici, coinvolgenti e brillanti.

Offre una varietà di contenuti video in formato corto verticale a schermo intero che porta ad un’esperienza video immersiva.

Tutti colgono l’occasione per condividere video in cui mostrano il loto talento, dai ballerini ai make-up artist ai cantanti.

L’applicazione social utilizza l’intelligenza artificiale (AI) per analizzare gli interessi e le preferenze manifestate dagli utenti dell’applicazione, così da poter personalizzare i contenuti da proporre agli utenti stessi.

Permette agli utenti di:

  • Accelerare, rallentare o modificare mediante un filtro il suono o la musica di sottofondo;
  • Possiede una vasta gamma di generi musicali;
  • È possibile registrare audio e video della propria reazione mentre la clip viene visualizzata sullo smartphone;
  • L’opzione “duo” permette di condividere le videoripresa di due terminali mobili in un unico video.

 

TikTok For Business

I brand sono una componente importante dell’esperienza su TikTok. Lanciano trend, connettono community e sensibilizzano su iniziative di servizio pubblico di grande rilevanza.

Così TikTok presenta TikTok For Business, il marchio che identifica la piattaforma globale che ospita le soluzioni di marketing attuali e future per i brand.

Le soluzioni di TikTok For Business sono pensate per offrire ai brand e alle loro direzioni marketing gli strumenti per creare storytelling creativi, in modo da riuscire ad attirare, coinvolgere e fidelizzare la community di TikTok con il loro messaggio.

Il reparto marketing può attingere a opportunità uniche, che si trovano solo su TikTok:

  • Crescita e creatività;
  • Vista, suono e movimento;
  • Una community inclusiva e partecipe;
  • Conoscenza e cultura per tutti;
  • Soluzioni semplici e senza intoppo.

Con il lancio di TikTok For Business il team vuole coniugare la creatività e la positività della sua community attraverso soluzioni pensate per le aziende.

Come far crescere la tua attività su TikTok

La piattaforma di TikTok mette a disposizione diverse soluzioni di marca per far crescere la tua attività:

  1. Vista dall’alto. Un formato video che presenta al tuo marchio il posizionamento migliore e imperdibile di TikTok.
    Cattura la piena attenzione dell’utente attraverso la vista, il suono e la linea narrativa;
  2. Brand takeover. Attira in modo immediato l’attenzione dell’utente con il display statico o dinamico a schermo intero, offri così un forte impatto visivo per il tuo marchio;
  3. Inserzioni in-feed. Racconta la storia del tuo brand come creator di TikTok integrando il contenuto visivo nel feed “Per te” degli utenti;
  4. Hashtag challenge sponsorizzate. Un formato di coinvolgimento unico nel suo genere che fa leva sulla passione degli utenti per la creazione e l’espressione.
    Consolidi la riconoscibilità del tuo brand con un livello di attività che va al di là di un semplice clic;
  5. Effetti sponsorizzati. Metti in moto il divertimento con filtri, effetti speciali e sticker personalizzati.

 

Storie che ispirano: Amazon Prime Video Italia e Maybelline

Aiutare i marchi a raggiungere il successo nel marketing è uno degli obiettivi di TikTok.

Diverse sono le aziende che sono riuscite a “sfruttare” TikTok in vista degli obiettivi prefissati nel loro piano di social media marketing.

Vediamo insieme due esempi di realtà differenti che hanno fatto di TikTok una strategia vincente: Amazon Prime Video Italia e Maybelline.

Amazon Prime Video Italia

Amazon Prime Video Italia

La sfida hashtag di Amazon Prime Video Italia per la mini-serie Good Omens

Amazon Prime Video Italia, uno dei principali servizi di streaming del paese, si era prefissato l’obiettivo di creare buzz attorno all’ultima versione di “Good Omens”, uno spettacolo basato sul libro di Terry Pratchett e la sua interpretazione della nascita del figlio di Satana.

Così, in vista del lancio della mini-serie, Amazon Prime Video Italia voleva:

  • Sensibilizzare lo spettacolo;
  • Raggiungere un pubblico più giovane di Generazione Z.

La soluzione è stata quella di lanciare una sfida Hashtag su TikTok Italia, #beneVSmale, che ha invitato gli utenti a mostrare i loro lati angelici e demoniaci nei modi più creativi che potevano immaginare.

Inoltre, per raggiungere al meglio il loro pubblico di riferimento, Amazon Prime Video Italia ha lavorato con numerosi creatori italiani famosi per produrre contenuti basati sull’hashtag.

I risultati sono stati soddisfacenti:

  • Più di 68 milioni di visualizzazioni registrate da 51.000 video;
  • Oltre 9,4 milioni di interazioni;
  • Il banner e la pagina sponsorizzati di Hashtag Challenge hanno ricevuto 36 milioni di impressioni;
  • 22.000 utenti di TikTok hanno accettato la sfida e hanno pubblicato i propri video “#beneVSmale”.

Per Amazon Prime Video Italia la campagna ha superato le aspettative, superando i valori di riferimento ed esponendo Good Omens e il suo tema a un grande numero di destinatari.

Maybelline

Maybelline e TikTok

La campagna di Maybelline su TikTok con l’influencer Reiko

Nel 2017 Maybelline ha lanciato il mascara Maybelline New York e il target di riferimento principale erano donne forti, sofisticate e mature.

In questo caso Maybelline voleva espandere il suo pubblico di destinazione per conquistare i cuori delle nuove generazioni e l’Express Hyper Curl Mascara è stato scelto come prodotto-vetrina per migliorare la preferenza del marchio tra le consumatrici native digitali.

Rimanendo fedeli al loro obiettivo, Maybelline ha invitato un influencer popolare di nome Reiko a girare un video a tema “Mascara Boyfrined” trasmettendo il concetto di sentirsi amate e carina a quelle ragazze che hanno elevate esigenze di ciglia “curly”.

Il video è stato promosso su TikTok come annuncio in-feed e con il meccanismo di raccomandazione dei contenuti il video è diventato subito virale e ha attirato enorme consapevolezza e coinvolgimento.

Attraverso questa campagna Maybelline ha ampliato con successo il pubblico target di un prodotto classico, vediamo insieme i dati:

  • 700 i mi piace;
  • 907 i commenti;
  • 709 le condivisioni in 1 giorno;
  • Consapevolezza del marchio aumentata dell’80%
  • Preferenza del marchio aumentata del 47,9%.

 

Perché la tua attività dovrebbe utilizzare TikTok

Vediamo insieme quali possono essere i vantaggi per la tua attività nell’utilizzare TikTok secondo una strategia di comunicazione social efficace:

  1. Puoi incontrare la prossima generazione. Con la maggior parte degli utenti di TikTok impegnati nella Generazione Z e nei Millennial con sede nelle principali città di tutto il mondo, puoi connetterti in modo istantaneo con la prossima generazione di contenuti;
  2. Ottieni un coinvolgimento unico. Che si tratti di un’idea, di uno strumento o della sfida dell’hashtag il tuo brand può convertire gli utenti in ambasciatori grazie al potere dell’esperienza condivisa sulla piattaforma;
  3. Promuovi la crescita esponenziale. L’intelligente processo di individuazione dei contenuti di TikTok consente agli utenti di scoprire nuovi contenuti in base alle loro preferenze e abitudini di visualizzazione, aiutando così la tua attività a raggiungere una crescita rapida e la massima visibilità;
  4. Puoi trovare utenti coinvolti e appassionati in linea con la tua attività.

 

Come hai potuto vedere dagli esempi di Amazon Prime Video Italia e Maybelline i vantaggi che puoi ottenere con l’utilizzo di Tik Tok possono andare oltre le aspettative.

Batti sul tempo i tuoi competitor e inserisci TikTok nel piano di social media marketing della tua attività.

Gestire un account su TikTok per la tua attività e i conseguenti progetti che coinvolgono gli influencer richiede molto impegno e creatività.

Se hai bisogno di aiuto o di qualche consiglio non esitare a contattarmi nel team di AEsse Communication.

Ricordati che il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica il successo!

 

Articolo a cura di Giorgia Bozzetti
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Immagine di copertina: Olivier Bergeron per unsplash.com

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WordPress 5.5 si presenta con 3 novità su velocità, sicurezza e ricerca

WordPress 5.5 si presenta con 3 novità su velocità, sicurezza e ricerca

“Eckstine”, la nuova major release di WordPress 5.5, si concentra sulla sicurezza e sulla velocità di caricamento delle pagine

Il mese di agosto si presenta con un aggiornamento di rilevo del CMS WordPress, il sistema di gestione dei contenuti più usato su scala mondiale nella costruzione di siti web.

Il team di WordPress.org ha reso disponibile la major release WordPress 5.5 “Eckstine”, in onore del cantante jazzista William Clarence Eckstine.

Con questa versione si intendono tutti gli aggiornamenti che prevedono il cambio del primo e/o il secondo numero della versione.

Migliorìe sul lato sicurezza, accessibilità e sulle prestazioni dell’editor a blocchi Gutenberg.

Ora andiamo a scoprire insieme cosa porta con sé WordPress 5.5.

WordPress 5.5: sicurezza

Con questo aggiornamento potrete decidere, attraverso l’area di amministrazione dei plugin e dei temi, se far partire l’aggiornamento automaticamente oppure no.

In questo modo il team impegnato nello sviluppo e il mantenimento del CMS WordPress cerca di aiutare chi a volte in modo sbadato lascia per settimane o mesi plugin e temi senza aggiornarli.

Grazie a questa funzionalità saprete sempre se il sito ha questi componenti aggiornati e se sta utilizzando l’ultima versione disponibile.

Attenzione, questa funzione si può attivare o disattivare per ogni plugin o tema che è stato installato.

Inoltre, in WordPress 5.5 è stata aggiornata anche la funzione caricamento file ZIP.

Questa funzionalità corre in aiuto di coloro che si sentono più sicuri nell’aggiornare a mano plugin e temi.

Infatti, da ora in poi, sarà ancora più semplice: vi basterà caricare un file in formato ZIP.

WordPress 5.5: velocità

Grazie ad un intervento mirato dei programmatori di WordPress.org gli articoli e le pagine si apriranno molto più velocemente, grazie al caricamento differito delle immagini.

Come sapete, la velocità di un sito viene influenzata dalla pesantezza delle foto e dei video caricati.

Per questo è indispensabile comprimerle prima di caricarle sul sito oppure attivare degli specifici plugin che riducono i pixel delle immagini automaticamente.

Nella nuova versione di WordPress le immagini attendono di essere caricate finché, durante lo scorrimento (scrolling), sono quasi sul punto di essere mostrate. Il termine tecnico è “caricamento differito” (“lazy loading“).

Sui dispositivi mobili il caricamento differito può anche impedire ai browser di caricare file destinati ad altri dispositivi.

WordPress 5.5: ricerca

Grazie alla nuova versione WordPress 5.5, da ora in poi per impostazione predefinita viene inclusa una mappa del sito in XML (sitemap XML).

Questo accorgimento aiuterà i motori di ricerca a scoprire le pagine più importanti sin dal primo minuto della loro pubblicazione.

Quindi non appena cliccate sul pulsante Pubblica, questo contenuto sarà inserito nella sitemap del vostro sito.

WordPress 5.5: accessibilità

Ogni aggiornamento di WordPress è rivolto a migliorare l’esperienza di pubblicazione.

Da ora poi potrete copiare con un pulsante i link nelle schermate dei media e delle finestre modali, invece di tentare di evidenziare una riga di testo.

WordPress 5.5 vi permette anche di spostare i riquadri meta attraverso la tastiera e modificare le immagini in WordPress, come potete verificare nelle istruzioni dell’editor delle immagini.

Major release WordPress 5.5 Eckstine - rilasciata il 12 agosto 2020 dagli sviluppatori di wordpress.org

WordPress 5.5: per gli sviluppatori

Come tutte le versioni di WordPress, anche la versione 5.5 introduce dei cambiamenti dedicati agli sviluppatori.

Blocchi registrati lato server nella REST API

L’aggiunta di endpoint ai tipi di blocchi significa che le app Javascript (come l’editor a blocchi) possono recuperare le definizioni per qualunque blocco registrato sul server.

Dashicons

La libreria Dashicons è stata aggiornata all’ultima versione con WordPress 5.5.
Sono state aggiunte 39 icone per l’editor a blocchi assieme ad altre 26.

Definire gli ambienti

Adesso WordPress ha un modo standardizzato per definire il tipo di ambiente di un sito (staging, produzione, ecc.). Recupera con wp_get_environment_type() ed eseguite solo il codice adatto.

Passare i dati ai file dei template

Le funzioni di caricamento dei template (get_header(), get_template_part(), ecc.) hanno un nuovo argomento $args. In questo modo puoi passare tutti i dati di un intero array a quei template.

Altri cambiamenti per gli sviluppatori

La libreria PHPMailer ha ricevuto un aggiornamento importante, la cui versione passa da 5.2.27 a 6.1.6.

Ora si ha un controllo più preciso di redirect_guess_404_permalink().

I siti che utilizzano OPcache di PHP vedranno, durante gli aggiornamenti (inclusi i plugin e i temi), un invalidamento della cache più affidabile, grazie alla nuova funzione wp_opcache_invalidate().

Gli articoli personalizzati, associati alla tassonomia di categoria, possono ora optare per il supporto del termine predefinito.

Ora è possibile specificare i termini predefiniti per le tassonomie personalizzate in register_taxonomy().

La REST API ora supporta ufficialmente la specifica dei valori predefiniti dei metadati tramite register_meta().

Sono state introdotte le versioni aggiornate di queste librerie: SimplePie, Twemoji, Masonry, imagesLoaded, getID3, Moment.js e clipboard.js.

Per saperne di più e imparare come far risaltare queste modifiche nei vostri siti, temi, plugin e altro, consultate la Guida di WordPress 5.5.

WordPress 5.5: novità per l’editor a blocchi Gutenberg

Da quando è stato introdotto il nuovo editor a blocchi Gutenberg, il team impegnato nello sviluppo di questa funzionalità cerca di aggiornarla con costanza apportando un sacco di novità interessanti.

I blocchi sono i componenti per aggiungere contenuti nell’editor di WordPress.

Esistono alcuni differenti tipi di blocchi:

  • blocchi comuni (paragrafo, titolo, immagine etc.),
  • formattazione (codice, tabella, HTML etc.),
  • elementi di layout (pulsanti, colonne, spazi etc.),
  • widget (categorie, shortcode, archivi etc.).

Il documento principale sull’editor di WordPress contiene informazioni su come aggiungere i blocchi.

Questa impostazione viene mantenuta anche per WordPress 5.5, che sviluppa nuove e interessanti caratteristiche per l’editor a blocchi.

Ecco alcuni esempi

1) Modelli di blocchi
I nuovi modelli di blocchi rendono semplice e divertente creare layout sofisticati e gradevoli, usando combinazioni di testo e media che puoi mettere insieme e adattare alla tua storia.

Troverete anche modelli di blocchi in un’ampia varietà di plugin e temi, a cui se ne aggiungono sempre di nuovi.

2) Modifica delle immagini in linea
Tagliate, ruotate e ingrandite le foto direttamente dal blocco Immagine.

Se impiegate un sacco di tempo sulle immagini, questa funzione può farvi risparmiare ore!

3) La nuova directory dei blocchi
Ora è più semplice che mai trovare i blocchi che vi servono. La nuova directory dei blocchi è integrata direttamente nell’editor a blocchi, così puoi installare nel vostro sito nuovi tipi di blocchi senza neanche uscire dall’editor.

La major release del nuovo WordPress 5.5 “Eckstine” riserva tante novità e, nel contempo, migliora l’editor Gutenberg.

Il consiglio è quello di procedere, senza timori, con l’aggiornamento del vostro sito web.

E per essere tranquilli, prima di procedere con il release, fate un backup del sito.

Lasciate, se volete, un parere sulla nuova versione 5.5 di WordPress.

Se avete qualche domanda da fare sul tema scrivetemi pure. Sarà un piacere consigliarvi al meglio.

Per approfondimenti:

 

Articolo a cura di Nicola Albi
AEsse Communication

**************************

Parte del testo tratta dall’articolo del 12/08/2020 di Flavius Florin Harabor
Blogger e Sviluppatore informatico di insidevcode.eu

Grazie alla community di WordPress.org. Visitate il forum.

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Pinterest supera i 400 milioni di utenti attivi mensili. I protagonisti sono la generazione Z e i millennial

Pinterest supera i 400 milioni di utenti attivi mensili. I protagonisti sono la generazione Z e i millennial

Pinterest supera i 400 milioni di utenti attivi al mese e diventa sempre più un interessante strumento di social media marketing

La notizia è reale ed ufficiale: Pinterest ha superato i 400 milioni di persone che in tutto il mondo ogni mese navigano sulla bacheca virtuale per eccellenza.

Ciò che rende più entusiasta e felice Andréa Mallard, Chief Marketing Officier di Pinterest, è sia la crescita del numero degli utenti, ma soprattutto la crescita dei segmenti di pubblico che naviga sulla piattaforma.

Il genere femminile è da sempre quello più presente su Pinterest, rappresenta più del 60% della piattaforma a livello globale.

Ma il superamento dei 400 milioni è stato opera dei ragazzi della generazione Z e dei millennial, con un aumento di quasi il 50% degli utenti di sesso maschile rispetto al 2019.

Chi sono i nuovi pinner?

Cosa cercano su Pinterest?

Scopriamo insieme le ricerche dei ragazzi della generazione Z e dei millennial su Pinterest!

I nuovi pinner

Pinterest e la generazione Z

Secondo i dati interni di Pinterest a livello globale, nel secondo trimestre, il numero di pinner con meno di 25 anni è cresciuto due volte più velocemente rispetto ai pinner di età superiore.

Infatti, il segmento che registra la crescita più rapida è quello dei ragazzi della generazione Z.

Cosa cercano i ragazzi della generazione Z su Pinterest?

Jakerya da Baltimora, per esempio, utilizza Pinterest per cercare ispirazione per l’abbigliamento, idee per l’arredamento d’interni e consigli per lo studio.

Considero Pinterest il mio life planner personale, è fonte di ispirazione per molti aspetti della mia vita.

ha affermato Jakerya.

La generazione Z interagisce con Pinterest in modo diverso rispetto alle altre piattaforme social: pianificano il loro futuro.

Non pensano solto al proprio futuro, si interessano anche di questioni sociali e movimenti che suscitano riflessioni*:

  • “parità di genere” +5volte
  • “cura della salute mentale” +5 volte;
  • “body positive” +9 volte;
  • “diario motivazione” +19 volte;
  • “abilità utili per la vita” + 5 volte;
  • “moda cottagecore” +80 volte;
  • “stanza indie” + 96 volte.

*Tendenze calcolate confrontando le ricerche normalizzate a livello globale nel segmento generazione Z (18-24 anni) nel periodo di quattro settimane, dal 22/06/2020 al 19/07/2020 con lo stesso periodo dell’anno precedente.

Potrebbe interessarti anche: TikTok, la piattaforma più utilizzata dalla generazione Z

I millennial e Pinterest

Anche il segmento dei millennial ha partecipato alla crescita di Pinterest, un aumento del 36% rispetto all’anno precedente.

Considera che, durante il periodo di quarantena, i millennial si sono rivolti a Pinterest per destreggiarsi tra i nuovi lavori part-time che si sono affiancati a quello a tempo pieno.

I millennial cercano su Pinterest*:

  • “progetti per case familiari” +10 volte;
  • “spazi con posti a sedere in cortile” +34 volte;
  • “schede di matematica prescolare” +28 volte;
  • “aree studio per bambini” +10 volte;
  • “gioielli in oro” +111 volte;
  • “mèche colorate” +58 volte.

Insomma, i millennial vogliono rendere le loro abitazioni più confortevoli e stanno pensando all’acquisto di oggetti unici per arredare.

Inoltre, hanno bisogno di nuove idee per la didattica a distanza e non rinunciano alla creatività in fatto di moda e make-up.

Per esempio, Laura, impiegata in una web agency di Berlino, ha da poco ricevuto le chiavi del suo nuovo appartamento e ha deciso di affidarsi a Pinterest per valorizzare gli interni di casa sua.

*Tendenze calcolate confrontando le ricerche normalizzate a livello globale del segmento millennial (25-44 anni) nel periodo di quattro settimane, dal 22/06/2020 al 19/07/2020 con lo stesso periodo dell’anno precedente.

Le funzionalità per guardare al futuro

Uno degli obiettivi principali di Pinterest è quello di ispirare i propri utenti a trasformare le idee in azioni concrete, iniziando dai creatori di contenuti.

Ed è per questo che Pinterest, nel secondo trimestre, ha lanciato la Scheda Oggi e Spotlight di Shopping.

Tutte e due le funzionalità sono simbolo di una svolta verso una proposta di stampo editoriale. Pinterest vuole assicurarsi che i pinner fruiscano contenuti più:

  1. Mirati;
  2. Selezionati;
  3. Stimolanti;
  4. Di qualità.

Scopriamo nel dettaglio a cosa servono queste due funzionalità che puoi trovare su Pinterest.

Scheda Oggi

Scheda Oggi

Scheda Oggi mostra le idee più popolari basate su ciò che sta accadendo nel mondo e sulle ricerche di tendenza

 

Scheda Oggi rappresenta una fonte di ispirazione quotidiana con argomenti selezionati e con i pin di tendenza che includono le ultime idee dei creatori.

Funzionalità che vuole andare a semplificare l’esplorazione di idee popolari e tempestive. Come si utilizza?

Basta fare clic su “Oggi” nella parte superiore del tuo feed: le raccomandazioni includono una serie di argomenti curati dal team di Pinterest e dagli editori ospiti.

La Scheda Oggi ti mostra le idee più popolari basate su ciò che sta accadendo nel mondo e sulle ricerche di tendenza.

Man mano che le persone di tutto il mondo navigano su Pinterest in cerca di ispirazione, emergono idee nella Scheda Oggi del paese in cui ti trovi.

Spotlight di Shopping

Spotlight Shopping

Spotlight Shopping mette in primo piano le tendenze fashion scelte da influencer e editori

Altra novità è Spotlight di Shopping, che raccoglie in primo piano le raccomandazioni degli esperti, di influenti produttori di moda e degli editori, direttamente a te.

Oltre alle scelte degli editori puoi acquistare in modo facile le idee curate sulla base delle tendenze attuali di Pinterest.

Avrai la sensazione di avere uno stilista personale a tua disposizione o di sfogliare una rivista editoriale dove poter acquistare le ultime tendenze e i prodotti scelti dagli influencer.

Il lancio è avvenuto con figure e redattori di spicco tra cui l’ex Teen Vogue EIC, la giornalista e autrice Elaine Welteroth, la fashion blogger Blair Eadie e l’interior designer Sarah Sherman Samuel che hanno condiviso tutti i loro trend e prodotti preferiti.

Spotlight Shopping ti appare nella scheda di ricerca con articoli che descrivono i pin prodotto e che si collegano in modo diretto al rivenditore dove puoi effettuare l’acquisto.

Leggi anche: Con Pinterest puoi vendere di più. Scopri la collaborazione con Shopify e gli strumenti per lo shopping

Il sesso maschile su Pinterest

Il numero degli utenti di sesso maschile è cresciuto di quasi del 50% rispetto al 2019.

Cosa cercano gli uomini su Pinterest?

Cercano ispirazione per oggetti e attività collegati all’ambiente domestico, idee per rinnovare la cucina o per migliorare il proprio look.

Vediamo insieme alcuni dati*:

  • “cucina modulare” +12 volte;
  • “organiser cucina” +7 volte;
  • “ricette per il pane artigianale” +5,5 volte;
  • “moda uomo streetwear” +6 volte;
  • “prodotti salutari per la cura della pelle” +9 volte;
  • “look makeup creativi” +7 volte.

Mukeh, consulente di gestione aziendale che vive a Londra, utilizza Pinterest come sbocco creativo per raccogliere idee di moda e design.

Considera Pinterest un punto di riferimento online dove potersi concentrare su se stesso senza essere giudicato.

*Tendenze calcolate confrontando le ricerche normalizzate degli utenti di sesso maschile nel periodo di quattro settimane, dal 22/06/2020 al 19/07/2020 con lo stesso periodo dell’anno precedente.

 

Pinterest ha raggiunto un grande traguardo, ha superato i 400 milioni di utenti attivi al mese. È una piattaforma che continua a crescere e che può essere un ottima carta da giocare nel proprio piano di social media marketing.

Se vuoi conoscere meglio Pinterest e e sfruttarla al meglio per la tua attività, contattami nel team di AEsse Communication, sarò felice di aiutarti.

Oppure fammi sapere cosa ne pensi, lascia un commento nel box qui sotto.

 

Articolo a cura di Giorgia Bozzetti
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LinkedIn: 4 motivi per utilizzare il social e ampliare la tua community professionale

LinkedIn: 4 motivi per utilizzare il social e ampliare la tua community professionale

LinkedIn è un social dove proporsi professionalmente, pubblicare articoli e condividere approfondimenti. Con la costanza e la specificità dei tuoi contenuti puoi raggiungere l’obiettivo di entrare in relazione con i componenti della tua community.

LinkedIn dovrebbe sicuramente far parte del mix di social media marketing della tua professione e della tua azienda.

Il social, nato nel 2003 con lo slogan Relationships Matter, le relazioni contano, offre un’opportunità preziosa per entrare in contatto con leader aziendali, opinionisti e professionisti del tuo settore di competenza.

LinkedIn serve, inoltre, al tuo potenziale cliente per capire cosa puoi fare per lui in base alle competenze elencate nel curriculum vitae online della piattaforma.

Un altro aspetto utile a chi si iscrive è la presenza del Blog, dove puoi pubblicare articoli inerenti agli aspetti della tua professione o condividere scritti di altri colleghi.

Ciò rende LinkedIn un’interessante trampolino di lancio per farsi conoscere.

È una rete composta da profili personali dove chi si iscrive ha l’obiettivo di scambiare punti di vista e far sentire così la propria “voce”.

Ecco perché le Company page (profili aziendali) trovano più difficoltà ad ampliarsi su LinkedIn: il social stesso è nato per trattare con le persone. Il brand, pertanto, riscuote seguito con più difficoltà.

Il rapporto di seguito tra profilo personale e pagina aziendale è 90 a 10. Un bel divario.

Elementi essenziali di LinkedIn

In questo canale risultano essenziali 3 elementi:

  • centralità del profilo;
  • il blog;
  • creare un fattore differenziante.

Il passo fondamentale, pero’, è quello di convicere l’utente che ti segue a iscriversi alla tua newletter, scaricare un e-book o, meglio ancora, riuscire a fissare un appuntamento telefonico o una Skipe-call conoscitiva.

La relazione inizia dal social media ma si deve concretizzare fuori dal social, con l’incontro e il confronto diretto.

Vediamo ora quattro consigli su come usare al meglio LinkedIn.

1. Utilizzare LinkedIn come strumento di rete

LinkedIn è uno straordinario strumento di rete.

Per sfruttare appieno le funzionalità di rete di LinkedIn, ti consiglio di fare tre cose:

  • Crea un profilo ben strutturato (foto, nome e cognome, head line sono gli elementi visti per primi);
  • Interagisci con gli altri;
  • Connettiti con il tuo target di riferimento.

Entra in contatto con colleghi e amici che conosci, insieme ad altre persone che non conosci.

Ma ricorda che devi porti con il seguente concetto: dove c’è un problema devi cercare una soluzione che sia vantaggiosa per l’utente che ti segue.

Al tuo lettore interessa trovare una soluzione alla sua necessità che in quel momento deve essere risolta: solo così lui si ricorderà di te.

Segui il blog di qualcuno o un magazine online? Connettiti sul profilo o sulla pagina di LinkedIn.

Hai una società per cui vorresti lavorare? Inizia a connetterti e interagire con persone di quella società.

Cerchi nuove opportunità di lavoro o desideri generare contatti? Accetta tutte le nuove richieste di connessione.

Mantieni il tuo profilo impostato come pubblico e sii sempre aperto alla connessione: non sai mai quali opportunità puo’ generare la tua rete di LinkedIn.

Crea un profilo personale e/o una pagina aziendale

Non è sufficiente solo connettersi.

Dovresti anche investire tempo nel tuo profilo personale e/o della tua pagina aziendale.

In pratica, ciò significa:

  • Scrivi un’introduzione precisa ma breve e priva di tecnicismi che distingue te o il tuo business.
  • Usa una foto dall’aspetto professionale per il profilo personale e un logo leggibile per la pagina aziendale.
  • Se usi una foto di intestazione, mantienila nelle dimensioni corrette e le immagini pulite.
  • Compila tutti i campi presenti.
  • Allega file multimediali, inclusi post di blog, video, infografiche che siano interessanti e coinvolgenti.

Crea un profilo solido che offra ai lettori una chiara comprensione di chi sei, completo di informazioni di contatto e passaggi successivi (per es. come condurre il lettore al tuo sito Web).

Interagisci con i contenuti di altre persone

Utilizzare LinkedIn come una sola piattaforma di pubblicazione non è sufficiente: è essenziale interagire con gli altri e creare connessioni significative se si desidera sfruttare appieno il potenziale di rete di LinkedIn.

Oltre a condividere i tuoi contenuti, commenta attentamente i contenuti di altre persone. Quando pubblichi i tuoi contenuti, assicurati di rispondere ai commenti.

Poni domande e scatena discussioni.

Partecipa a gruppi di LinkedIn pertinenti alla tua attività.

LinkedIn il social dei professionisti

2. Utilizzare LinkedIn come piattaforma di pubblicazione

LinkedIn è una risorsa eccellente per i creatori di contenuti.

Non solo puoi pubblicare aggiornamenti di stato e link ai contenuti del tuo sito, ma puoi anche utilizzare LinkedIn come piattaforma di pubblicazione nativa e creare contenuti esclusivi per il tuo pubblico di LinkedIn.

LinkedIn è l’unica rete di social media che puoi utilizzare come piattaforma di pubblicazione per articoli.

Ti starai chiedendo: perché pubblicare su LinkedIn invece di pubblicare direttamente sul mio blog o sito Web?

Buona domanda.

La pubblicazione di un articolo su LinkedIn riguarda il coinvolgimento social su LinkedIn e la creazione di consapevolezza del marchio, piuttosto che indirizzare il traffico sul tuo sito in particolare.

Ogni volta che pubblichi un articolo su LinkedIn, tutte le tue connessioni vengono avvisate e questo è un enorme vantaggio.

LinkedIn fornisce anche analisi per tutti gli articoli che crei, quindi è facile determinare quali articoli ottengono più visibilità.

3. Utilizzare LinkedIn per la gestione della reputazione online

La prima regola della gestione della reputazione online è quella di avere il controllo su tutti i risultati che arrivano sulla prima pagina dei risultati di ricerca di Google quando qualcuno cerca il nome della tua attività.

Ovviamente vuoi classificare i contenuti del tuo sito, ma è anche consigliabile rivendicare tutti i profili social che gestisci nel nome della tua attività, anche se non prevedi di essere estremamente attivo su di essi.

Questo perché i profili dei social media, incluso un profilo LinkedIn, vengono quasi sempre visualizzati nella prima pagina dei risultati dei motori di ricerca per il nome di un’azienda (o di una persona).

A tal fine, assicurati di creare una pagina aziendale per la tua azienda, se non altro per rivendicare quel posto prezioso sulla SERP.

In questo modo, se dovessi avere cattiva pubblicità, il tuo sito Web e i profili dei social media spingeranno qualsiasi cosa negativa nella seconda pagina.

4. Generare lead, generare conversioni

Sia che la tua attività sia B2B o B2C, puoi generare lead e generare conversioni su LinkedIn.

Considera quanto segue:

  • Gli utenti di LinkedIn hanno potere d’acquisto: il 44% guadagna più di $ 75.000 in un anno.
  • Se hai un prodotto da vendere, troverai persone che possono acquistare su LinkedIn.
  • Puoi trovare nuovi clienti tramite LinkedIn: 40 milioni di utenti di LinkedIn sono in posizioni decisionali di rilievo e potrebbero essere interessati al tuo prodotto.

Che tu stia cercando di far crescere la tua rete, gestire la tua reputazione online, indirizzare il prezioso traffico social sul tuo sito o trovare e coltivare lead, LinkedIn è uno strumento estremamente utile per la tua attività.

Anche se investi più tempo in altri social network, dovresti creare una pagina LinkedIn per la tua attività e iniziare a esplorare queste opportunità.

Il pubblico di ogni azienda è unico e potresti scoprire di avere un enorme coinvolgimento grazie a LinkedIn.

L’unico modo per scoprirlo è iniziare a investirci più tempo.

Un tuo progetto è pur sempre un momento di crescita e l’aspetto digital è oramai una parte integrante della nostra realtà quotidiana.

Buon lavoro e, se ti serve un consiglio, scrivimi pure. Il confronto genera energia positiva.

Leggi anche:

 

Articolo a cura di Nicola Albi
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Influencer marketing e turismo: un legame vincente per la strategia marketing della tua destinazione turistica

Influencer marketing e turismo: un legame vincente per la strategia marketing della tua destinazione turistica

L’influencer marketing legato al mondo del turismo può essere un ottimo strumento per migliorare la brand awareness e per aumentare l’engagement.

Oggi ci troviamo in quella che viene definita l’economia delle “raccomandazioni” e il fatto che i turisti in modo spontaneo promuovano una destinazione turistica è di sicuro un vantaggio.

Non si pensi al concetto di “raccomandazione” all’italiana, ma piuttosto al corrispettivo americano: si tratta di “dare consigli mettendoci la faccia”.

Saper sfruttare il processo di influencer marketing significa fare in modo che gli influencer mettano al servizio della tua attività turistica la loro immagine e la loro credibilità.

È quindi importante che la DMO, ovvero la gestione coordinata di tutti gli elementi che compongono una destinazione, utilizzi le “raccomandazioni” degli influencer come strumento per il marketing del passaparola da inserire nel proprio piano di Destination marketing.

Gli influencer possono giocare un ruolo rilevante per la tua attività perché hanno la capacità di influire sulla decisione di acquisto delle persone, di programmazione turistica da parte dei propri follower.

D’altronde i consigli personali sono considerati la pubblicità più potente!

La tua attività sfrutta già le potenzialità dell’influencer marketing?

Sai già come scegliere l’influencer giusto per la tua destinazione?

Scopri insieme a me cos’è l’influencer marketing e come sfruttarlo per la tua attività, troverai anche due esempi di influencer marketing vincente.

 

Cos’è l’influencer marketing

L’influencer marketing è una strategia di marketing incentrata sulla promozione e sulla comunicazione della destinazione turistica attraverso la figura dell’influencer.

In base alle diverse tipologie di influencer, i tipi di collaborazione sono diversi, così come le tattiche e gli obiettivi.

Per prima cosa devi definire gli obiettivi che vuoi raggiungere:

  • Brand awareness se vuoi far conoscere la tua struttura/attività a chi ancora non sa che esiste;
  • Promozione turistica di una destinazione o di una/più strutture. Lo strumento del blogtour è un’ottima pubblicità per una località, perché venga conosciuta, ricordata e scelta;
  • Community engagement per aumentare la tua comunità sui social e creare un bacino di utenti che ti conoscano e vogliano venire a trovarti.

Dopo aver deciso gli obiettivi che vuoi raggiungere, dovrai scegliere l’influencer più adatto alla tua attività e ai tuoi clienti di riferimento che parleranno della tua struttura e dei tuoi servizi.

Viene “sfruttata” la riconoscibilità e l’autorevolezza dell’influencer in modo da raggiungere un’audience maggiore.

Quando un influencer parla sui propri social di contenuti specifici su una destinazione, questa acquisisce maggiore visibilità e una sorta di garanzia e certificazione.

Se ci pensi, si tratta di una trasposizione online delle tradizionali relazioni pubbliche.

Come scegliere gli influencer per la propria attività

Un passaggio fondamentale per una destinazione sta nell’identificare gli influencer più interessanti e più idonei.

Sfruttare la loro autorevolezza e credibilità può servire per migliorare o modificare l’opinione del mercato e creare un’opinione positiva (awareness) della tua attività.

Inoltre, è funzionale per diversificare l’audience, incrementando il mercato potenziale o per incidere su determinati mercati o segmenti di nicchia.

Prima di cercare e contattare gli influencer domandati che cosa essi possono fare per la tua destinazione e ricordati che non sempre coloro che hanno un maggiore numero di fan sono quelli che interessano di più, devi considerare la loro specializzazione di settore.

Potrai scegliere tra:

  • Travel blogger, ovvero blogger che si occupano di turismo, che raccontano il loro viaggio sul proprio blog e sui social con foto e video originali;
  • Food blogger, che scrivono di alimentazione e raccontano sul blog e sui social la loro esperienza culinaria;
  • Fotografi ufficiali, un bravo fotografo che crei del materiale relativo al blogtour e delle immagini del territorio e della tua struttura che puoi utilizzare in qualsiasi momento;
  • Videomaker, che può utilizzare gli spunti del blogtour per creare dei video inediti.

Il piano operativo di influencer marketing

Il piano operativo

Piano operativo di influencer marketing: identifica, classifica, contatta e gestisci gli influencer

Nel momento in cui metti in atto una strategia di Destination marketing in collaborazione con gli influencer devi attuare un piano operativo di marketing che prevede tre momenti in sequenza:

  1. Identifica gli influencer più adatti per la tua attività;
  2. Classifica e contatta gli influencer che hai scelto;
  3. Gestisci gli influencer.

Identificazione

In generale, gli influencer si trovano laddove possono condividere la propria passione o interesse.

Ma come identificarli?

Chi si occupa della DMO (la gestione degli elementi che compongono una destinazione) può applicare una tattica di ascolto e osservazione o può visitare le diverse community e forum, intervenendo e cercando di individuare quali sono gli influencer più ascoltati.

Osserva pertanto a quali eventi partecipano, in quali reti social sono presenti, le menzioni che ricevono dagli utenti e ricordati che nella ricerca degli influencer l’attinenza agli argomenti è fondamentale.

Classificazione e contatto

Di norma le destinazioni hanno diversi prodotti e servizi e quindi è importante stabilire, in linea con la strategia di contenuti della DMO, una ripartizione degli influencer in base alle diverse tipologie di turismo presenti.

Questo ti permette di definire con più precisione le modalità di rapporto da sviluppare in relazione a ognuno di loro.

Gestione

Per gestire gli influencer è necessario effettuare un’ulteriore classificazione in base a tre fattori:

  1. Il reach. Il numero di utenti unici che visitano quel profilo;
  2. La rilevanza. Quanto l’offerta proposta incontra i bisogni e desideri dell’utente;
  3. La risonanza. La Brand/influencer che diventa parte dell’identità di una persona.
Puoi suddividere gli influencer in diverse tipologie:
  • Le “celebrità” sono persone note che possono essere utilizzate come testimonial.
    Hanno un reach (numero di individui o account unici che hanno visto il contenuto, magari da più dispositivi) elevato, una risonanza medio-alta e una rilevanza media. Bisogna ingaggiarli attraverso incentivi economici;
  • Gli “esperti” sono considerati autorità in quanto conoscitori della materia che trattano.
    Il reach, la risonanza e la rilevanza di questi influencer sono alti in virtù della loro capacità di trasmettere valore aggiunto. Devi fornire loro elementi di valore da condividere con la propria audience;
  • I “connector” hanno buone conoscenze e una buona capacità di conversare online. La loro risonanza è alta, mentre la loro rilevanza è bassa. A loro bisogna offrire amici e connessioni;
  • Gli “uomini-brand” sono soggetti interessati ad accrescere la propria immagini personale e la propria notorietà in rete.
    Il reach, la rilevanza e la risonanza sono alti.
    Bisogna identificare fattori specifici che possono indurli a collaborare nella promozione della destinazione;
  • Gli “analisti” sono interessati alle informazioni e al loro approfondimento. Il classico esperto che valuta prodotti e servizi tecnici;
  • Gli “attivisti” sono specializzati in temi concreti e specifici. Hanno una certa rilevanza e per attirarli bisogna ascoltarli, leggerli e dialogare con loro nei loro canali;
  • Gli “agitatori” amano il dibattito e cercano sempre nuovi spunti da condividere e da rielaborare.
    Con loro si deve fornire informazioni da re-inoltrare e rielaborare per avviare nuove conversazioni;
  • I “giornalisti online” hanno un reach alto ma una risonanza e rilevanza più contenute.

Il blogtour

Cosa fa di solito un blogger durante un blogtour?

Il blogger deve essere messo in condizione di raccontare la realtà della struttura e del territorio così come la vivrebbe un ospite qualunque.

Una volta arrivati alla destinazione i blogger iniziano a:

  • Raccontare in diretta con un live su Twitter;
  • Raccontare in diretta video su Instagram tramite le stories;
  • Raccontare con immagini e piccoli video sui social tutto ciò che andranno a conoscere durante il viaggio;
  • Raccogliere e creare materiali originali che serviranno poi per descrivere la destinazione e la struttura su uno o più articoli da pubblicare sul blog.

Considera che non sempre ha senso presidiare tutti i social, anzi, bisogna decidere prima i più adatti al proprio pubblico di riferimento.

Organizzare un blogtour è utile perché gli influencer validi hanno una reputazione, sono sinceri, affidabili e indipendenti da testate giornalistiche che spesso dettano le linee guida.

Hanno una visibilità duratura sul web e i loro contenuti sono virali e generano condivisioni sui social, rendendo la struttura inserita più conosciuta ai loro follower.

Due esempi vincenti: Artist Residence e Human Safari

Se fai parte di un’agenzia turistica, di un hotel o B&B di sicuro pubblichi contenuti di qualità sui social per migliorare la tua reputazione e per aumentare l’engagement.

Questa operazione non basta in quanto la maggior parte dei turisti, quando sta organizzando un viaggio, cerca opinioni sui social da parte degli influencer.

Vediamo insieme due esempi diversi e interessanti: Artist Residence e Human Safari.

Artist Residence

Artist Residence

Artist Residence: boutique hotel britannico

Nel settore del turismo, la campagna di influencer marketing da parte di Artist Residence è stata promossa dalla catena di hotel britannica.

Campagna diretta ad un tipo di viaggiatore specifico: il turista di lusso.

È stata così presentata la moda di lusso “Chromo-Influencer”, in cui hanno partecipato blogger e stelle di Instagram, quali:

La campagna è stata adattata nei minimi dettagli ai followers di questi profili. Prima del soggiorno nell’hotel britannico il brand ha inviato i Chromo Influencer al Bicester Village.

Così facendo è stato attirato l’interesse del pubblico di riferimento e l’area dell’Oxfordshire è stata identificata come una destinazione per giovani professionisti legati al mondo della moda.

Il tutto era legato alla produzione e pubblicazione di contenuti di alta qualità su Instagram e YouTube in modo da far conoscere sempre di più il nome della catena di hotel Artist Residence.

Human Safari

Human Safari

Human Safari: travel blogger e youtuber

Human Safari, all’anagrafe Nicolò Balini, è un fotografo e videomaker molto conosciuto nel mondo del tubo..

Nel 2012 ha aperto il suo canale Human Safari dove crea video e contenuti web per raccontare le sue avventure in giro per il mondo a tutti coloro che lo seguono

Con gli anni è diventato un punto di riferimento per il settore travel di YouTube. Pensa che ad oggi conta 846k di iscritti.

Collabora con enti del turismo, compagnie aeree e realtà legate al mondo travel ed ha anche aperto un tour operator attraverso il quale propone viaggi organizzati con i suoi iscritti.

Da dove arriva la sua passione per il mondo travel?

Sin da piccolo ha avuto la fortuna di viaggiare e prima di intraprendere il suo percorso online ha lavorato anche come agente di viaggio.

Questa esperienza precedente gli ha permesso di dare il meglio in veste di accompagnatore per tour organizzati con i suoi follower in Giappone, Lapponia, Norvegia, Islanda, Egitto, Kenya, Giordania, Hawaii e tante altre mete in arrivo.

Quello che alimenta la passione per il mondo dei viaggi di Human Safari è la sua voglia di esplorare ed imparare immergendosi in ogni diversa cultura che incontra.

Da non sottovalutare il fatto che in qualità di fotografo e videomaker, collabora con le più grandi aziende produttrici di macchine fotografiche e fotocamere e quindi la qualità del contenuto finale è sempre la sua priorità.

Nicolò è stato vincitore “Miglior Travel Blogger” MIA 2017 e 2018 e Tedoforo ufficiale alle Olimpiadi di PyeongChang nel 2018.

Per scoprire ancora di più come lavora Human Safari ti consiglio il suo libro “Istantanee intorno al mondo” edito da Mondadori nel 2018.

Perché fare influencer marketing nel turismo

Ti starai chiedendo se sia necessario inserire nel tuo piano di destination marketing anche gli influencer. Vediamo insieme i vantaggi che ne potresti trarre:

  1. Ti aiutano ad attirare nuovi potenziali turisti;
  2. Possono essere un canale attraverso il quale ottenere nuovi follower;
  3. Possono incrementare la reputazione della tua destinazione;
  4. Possono creare contenuti ad hoc per la tua destinazione turistica;
  5. Le loro opinioni si possono trasformare in vendite;
  6. Condividono le esperienze che possono fare nella tua destinazione, molto più importanti della pubblicità.

Come hai potuto leggere, l’influencer marketing legato al mondo del turismo può essere una carta vincente per la tua attività.

Devi stare attento ad organizzare e a gestire la collaborazione con l’influencer facendo le dovute ricerche e supervisionando il tutto.

Se non sai bene come muoverti con gli influencer o hai bisogno di qualche consiglio su come impostare la collaborazione non esitare a contattarmi nel team di AEsse Communication, sarò felice di aiutarti.

 

Articolo a cura di Giorgia Bozzetti
AEsse Communication
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Costruire un Sito Web: il template DIVI di Elegant Themes

Costruire un Sito Web: il template DIVI di Elegant Themes

Scegliere un tema per un sito web è il punto di partenza per impostare la tua immagine. Qui puoi trovare alcuni dettagli su DIVI. Nuove funzionalità e agilità nell’uso dei formati sono aspetti da considerare.

L’idea di costruirsi e progettare un sito web è il primo passo per entrare in contatto con il mondo digitale.

Se ti piace scrivere, articoli di letteratura o critica cinematografica, se vuoi condividere una tua passione, uno sport, un forum di fotografia o presentare la tua attività professionale, in questo articolo puoi trovare delle utili indicazioni.

Oramai online ci sono a disposizione svariati temi (template) con diversi aspetti grafici adattabili per ogni tipo di attività, dal classico format del Blog al negozio di e-commerce e alla vetrina.

Il template scelto come esempio, e con il quale ho già implementato diversi siti web, si chiama DIVI di Elegant Themes.

Il mondo di WordPress

Il CMS (Content Management System) usato per implementare il tema di DIVI è quello di WordPress.

Lo stesso WordPress, si divide in:

  • WordPress.org: è una community dove gli utenti lavorano sul software WP open source e viene messo a disposizione gratuitamente. Questo software necessita di un server web affinché funzioni con dei temi e plugin che ne completino il funzionamento.
  • WordPress.com: è progettato dalla società Automattic fondata da Matt Mullenweg (cofondatore con Mike Little, nel 2003, di WordPress.org ora gestito dalla WordPress Foundation) e fornisce direttamente un’ampia gamma di piani di hosting (servizio di rete composto da un server sul quale collocare un sito web rendendolo così accessibile alla Rete) con temi e plugin.

“La libertà di costruire. La libertà di cambiare. La libertà di condividere.”

cit. WordPress.org community

Con l’introduzione di un nuovo strumento, chiamato Visual page builder, il tema WordPress si è evoluto.

Uno dei Visual page builder più usati e amati dagli utenti è inserito nel template di DIVI, della software house californiana Elegant Themes che opera nel settore da più di 11 anni.

DIVI è un tema multifunzione ben strutturato che si adatta a qualunque tipo di esigenza ed è usato da più di 600.000 utenti in tutto il mondo.

Rimane comunque essenziale conoscere le basi per agire su testo-grafica-immagini del sito. Font, proporzioni grafiche da adattare ai formati del desktop, tablet e smartphone e ottimizzazioni dei fotogrammi sono aspetti che si presentano in ogni parte del sito da implementare.

Cos’è il tema DIVI

In ambito WordPress il tema DIVI è uno dei temi multiuso più venduti. Con l’acquisto della licenza si possono scegliere tra più di 86 layout diversi da adattare a seconda del tipo di attività svolta.

Tra le sue caratteristiche più apprezzate c’è il page builder “Drag and drop” (backend), chiamato Divi Builder.

Divi Builder include 38 moduli di base personalizzabili, che possono essere combinati e organizzati in modi diversi per creare virtualmente qualsiasi tipo di sito web.

Gli elementi a disposizione sono vari: dai pulsanti social agli slider foto o video, dal modulo di contatto alle tabelle.

Divi Moduli personalizzabili

I moduli presenti all’interno del programma DIVI sono utili per strutturare il tuo sito web

A cosa servono i visual page builder?

Grazie ai page builder (front end) puoi inserire degli elementi pre-costruiti (sotto forma di sezioni contraddistinte da colori diversi) nelle pagine, spostarli e vedere subito come vengono visualizzati.

I page builder visuali sono stati introdotti pochi anni fa.

Un tempo con WordPress, chi non sapeva scrivere il codice, non aveva vita facile e doveva rivolgersi a degli sviluppatori anche per lanciare un semplice sito vetrina, una landing page, oppure per modificare una pagina esistente.

Con la successiva introduzione degli shortcode, il processo di sviluppo si è accorciato, permettendo anche a chi non conosceva bene l’HTML (HyperText Markup Language, il linguaggio a marcatori per ipertesti) di modificare il proprio sito.

Tuttavia rimane essenziale la figura dello sviluppatore, soprattutto nelle fasi di progettazione e di realizzazione del prodotto digitale per la conoscenze dell’aspetto semantico con la gestione del linguaggio HTML e successivo, l’HTML5.

Come scegliere un page builder

Come abbiamo visto, i page builder sono strumenti utili: permettono agli utenti di trascinare elementi nelle pagine, in modo da aggiungere caroselli, video, immagini, colonne, portfolio e gallerie di prodotti.

Il consiglio è quello di scegliere temi a pagamento poiché hanno tutte quelle funzionalità che ti permettono di personalizzare al massimo il tuo sito.

3 fattori principali da considerare quando scegli il tema da implementare:

  1. I moduli a disposizione: valuta la presenza di più elementi possibile da utilizzare per il tuo progetto.
  2. Prova a vedere l’interfaccia:  verifica se l’accesso con le parti del programma sono accessibili.
  3. Altre opzioni: la scelta migliore è quella dove il tema è personalizzabile, il più possibile.

 

Cosiderazioni

L’interfaccia di DIVI Builder si trova all’interno dell’editor degli articoli o delle sezioni ed è chiara da usare.

Per modificare la pagina, dovrai semplicemente trascinare e rilasciare righe, colonne e sezioni nella pagina per poi inserire gli elementi di contenuto.

Interessante è la libreria di DIVI che comprende molti layout da usare sul sito da costruire e dentro la quale si possono salvare dei modelli che sono replicabili in altre parti del sito.

Vantaggi

  • Tutti gli elementi supportano un CSS personalizzato.
  • Il design dei moduli, dei template e dei plugin è molto curato.
  • L’editor funziona sia per il front end che per il back end.
  • La casa madre di Elegant Themes, se acquisti il pacchetto lifetime, ti mette a disposizione 86 temi e 3 plugin ad un prezzo contenuto.

Svantaggi

  • DIVI Builder usa molti shortcode e questo rende difficile passare a un altro tema in futuro.
  • È un page builder avanzato poco immediato da usare. Devi avere pazienza e provare.
  • La scelta è limitata ai moduli disponibili su Divi.

 

Gli aggiornamenti

Gli aggiornamenti sono uno degli aspetti più importanti di WordPress e di DIVI.

Il CMS invia una notifica ogni volta che i vari plug-in e gli up-grade del template devono essere aggiornati.

Questo è un aspetto fondamentale da tenere sempre sotto controllo in quanto ne vale la sicurezza e la stabilità del tuo sito o e-commerce.

Sia il tema che i plugin (applicativi in esso contenuti) per funzionare a pieno regime devono richiamare sempre la versione più aggiornata.

Nel caso contrario il sito risulta lento, con malfunzionamenti, non compatibile con i diversi browser e, soprattutto, non sicuro.

Ricorda che aspetti quali la sicurezza, la non compatibilità con i programmi più vecchi e la velocità sono parametri che Google prende in considerazione con i suoi algoritmi.

Inoltre aggiornare con regolarità il proprio sito è di sicuro più facile ed economico rispetto a riparare i danni creati da un attacco haker o di un up-grade del codice sorgente Php rimasto a versioni troppo vecchie.

In alcuni casi si deve, purtroppo, rifare il sito con perdita di contenuti, tempo e denaro.

Queste sono solo alcune delle informazioni utili se il tuo pensiero è quello di impegnarti con la costruzione del tuo sito web.

Un tuo progetto è pur sempre un momento di crescita e l’aspetto digital è oramai una parte integrante della nostra realtà quotidiana.

Buon lavoro e, se ti serve un consiglio, scrivimi pure.

Il confronto genera energia positiva!

 

Il video ufficiale di Elegant Themes di presentazione di DIVI. Sul sito www.elegantthemesdemo.com puoi testare come funziona il Theme Divi Builder con l’ultima versione, la 4.0

Leggi anche:

 

Articolo a cura di Nicola Albi
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Brand Awareness: identità, riconoscibilità e fiducia. 7 consigli per farsi amare dal proprio target

Brand Awareness: identità, riconoscibilità e fiducia. 7 consigli per farsi amare dal proprio target

Brand identity, brand awareness e brand reputation sono tre concetti collegati come tasselli di un puzzle. Lavorare su di essi è un investimento a lungo termine.

Con il termine brand awareness si definisce la notorietà di un marchio rispetto a un determinato target, gruppo di potenziali clienti ai quali un’azienda vuole vendere i propri prodotti o servizi. 

Indica cioè come si posiziona un brand all’interno del pubblico di riferimento.

Il concetto di brand awareness è molto importante, in quanto contribuisce ad aumentare il senso di familiarità e fiducia nei confronti dei prodotti.

Vediamo più in dettaglio da cosa dipende, alcune tecniche per migliorarla e quali sono gli indicatori per la sua misurazione.

Brand Identity

Consapevolezza del Brand: il concetto di brand awareness è collegato a quello di brand identity

 

Cos’è la Brand Awareness: significato

In parole semplici, la brand awareness è:

  • il grado di conoscenza di un marchio;
  • la capacità di ricordarlo (brand recall);
  • la capacità di collegarlo ai suoi prodotti o servizi (brand recognition).

Il concetto di brand awarness è collegato all’autorevolezza che un’azienda ottiene quando conquista una solida identità nel mercato.

Una forte brand awareness permette ai consumatori di riconoscere il brand anche solo dal logo e dai suoi colori.

Una brand awareness positiva costituisce dunque un indicatore del successo aziendale ed è per questo che uno degli obiettivi principali delle campagne di marketing è incrementarla, con lo scopo che l’identità aziendale si allinei a una determinata riconoscibilità. 

Il  concetto di brand awareness non riguarda solo la diffusione quantitativa nel target di riferimento, ma anche la capacità di trasferire valori, che si trasformano in emozioni e senso di appartenenza agli occhi del consumatore.

La Piramide di David Aaker

David Aaker, economista statunitense ed esperto di marketing, afferma che una marca è:

“Un set di attività collegate ad un segno distintivo (marchio, nome, logo) che si aggiungono al valore generato da un prodotto o servizio”.  

Aaker ha individuato 4 concetti collegati al riconoscimento dell’identità di un brand:

  • Brand come Prodotto: consiste nell’identificazione con il prodotto, attributi del prodotto, la qualità o il valore del prodotto, il suo utilizzo, gli utenti e il paese di origine.
  • Brand come Organizzazione: consiste nell’insieme degli elementi organizzativi e lavori locali contro certe attività complessive.
  • Brand come Personalità è rappresentato dal carattere del brand e dal modo in cui si relaziona con i clienti.
  • Brand come Simbolo: consiste nell’immaginario audio e visivo, simboli metaforici e l’insieme dei marchi che riunisce.

Per valutare come un’azienda sta diffondendo la propria immagine e i propri valori tra il pubblico, Aaker ha costruito una piramide, mettendo in luce i livelli di brand awareness che un’azienda può raggiungere.

Piramide di Aaker

Livelli di conoscenza di un brand secondo la Piramide di Aaker

 

Alla base troviamo l’assenza di conoscenza: è il momento in cui un’azienda è completamente sconosciuta a tutti i suoi potenziali clienti. 

Il primo livello rappresenta la conoscenza superficiale del marchio: il nome aziendale inizia a diffondersi dall’anonimato e nel target di riferimento c’è un livello di conoscenza superficiale.

Il secondo livello rappresenta la conoscenza forte: il marchio possiede un livello di conoscenza abbastanza forte, tale da essere collegato dal target di riferimento che cerca servizi o prodotti inerenti quel settore.

Apice della piramide: il brand raggiunge il Top of Mind. Il brand è cioè riconosciuto dalle persone e l’immagine di brand viene alla mente quando si cerca un prodotto o servizio inerente il campo aziendale.

 

Come aumentare la Brand Awareness

Come ho anticipato, il concetto di brand awareness è collegato a quello di brand identity, a sua volta costituita da vari fattori interconessi, come tasselli di un puzzle.

Per aumentare la conoscenza del tuo brand devi lavorare in modo proficuo su ognuno di essi.

1. Pensa alla tua Buyer Persona

Abbiamo già parlato dell’importanza del concetto di buyer persona affinché le iniziative di marketing abbiano successo.

Questo perché definire le Buyer Persona significa scoprire gli insight d’acquisto cioè quegli elementi che motivano la decisione d’acquisto in quanto spiegano cosa pensano e cosa fanno i potenziali clienti quando cercano una soluzione a un loro problema.

Ogni progettualità dovrebbe, inoltre, cominciare col verificare l’impressione che lascia il brand alle buyer persona, per comprendere se c’è un divario tra il messaggio che vogliamo inviare e quello che viene recepito.

2. Lavora sui contenuti e scegli bene dove posizionarli

Nell’inbound marketing, la brand awareness comincia quando un visitatore arriva per la prima volta sul tuo sito per leggere un contenuto informativo utile che ha trovato online.

L’inbound marketing mira ad attrarre i clienti con l’obiettivo di intercettare i bisogni delle persone per dare loro delle risposte che soddisfino le loro necessità.

Per aumentare la brand awareness è necessario dunque creare con costanza contenuti di qualità e in grado di aiutare il target che vuoi raggiungere.

Inoltre, nella prima fase di una strategia di brand awareness è utile individuare dove va il tuo pubblico per informarsi: piattaforme, siti web, pubblicazioni, social, recensioni o altro.

Poi, pianifica i contenuti sul blog aziendale del tuo sito web e sui social media in modo che il tuo pubblico trovi tutto ciò di cui ha bisogno per acquistare.

3. Usa i social per creare fiducia

Dare il giusto valore ai social media nella tua strategia di marketing online è fondamentale, perché è proprio grazie ai social (Facebook in Italia è il più usato, Instagram è in continua ascesa e Pinterest si rivela uno strumento utile per intercettare le persone in fase di acquisto) che il tuo pubblico target ha più opportunità di accedere al tuo sito.

Anche la creazione di un gruppo Facebook sul marchio consente di mettere in pratica un meccanismo di collaborazione efficace a vantaggio della brand awareness: gli utenti chiedono consigli e l’azienda fornisce tutte le risposte necessarie.

Leggi: Le Community: cosa sono e come si gestiscono

4. Stringi delle partnership o usa l’influencer marketing

Puoi affidarti a persone leader del tuo settore che possono avere interesse a collaborare, per aumentare la loro visibilità.

Se la tua attività è B2C, ti consiglio inoltre di curare le recensioni dei tuoi prodotti. Più ne hai e più sono positive, più i nuovi clienti si sentiranno al sicuro e ti sceglieranno.

Potresti anche lavorare con gli influencer e, se sai scegliere chi gode di autorevolezza e credibilità, potresti riuscire ad aumentare le vendite.

Se lavori nel settore del turismo leggi: Influencer marketing e turismo: un legame vincente per la strategia marketing della tua destinazione turistica

5. Comunica con lo Storytelling

Raccontarsi con lo storytelling ti permette di parlare della tua attività puntando alle emozioni dell’utente.

Creando uno schema narrativo in cui l’utente possa trovare qualcosa per riconoscersi o orientarsi lo avvicini al racconto e al prodotto. Lo storytelling sa coinvolgere il lettore come nessun’altra tecnica di comunicazione.

Questo perché utilizza modelli psicologici universali (ad esempio il padre di famiglia, l’avventuriero o altro) che facilitano la riconoscibilità e l’identificazione da parte della tua audience.

Ricorda:

Se vuoi farti capire hai bisogno della parola, ma se vuoi farti ricordare hai bisogno delle immagini.

Per fare storytelling visivo con Instagram leggi: Visual storytelling: come raccontare la storia del tuo brand con le immagini

6. Accompagna l’utente a iscriversi alla tua newsletter

La brand awareness ha i suoi tempi per affermarsi e ci possono volere mesi o anni per entrare nella testa dei tuoi potenziali clienti.

Per questo motivo il mio consiglio è quello di cercare di aumentare il tuo seguito e i tuoi contatti (lead generation).

Metti a loro disposizione un contenuto gratuito o un incentivo per invogliare i tuoi lettori a iscriversi alla newsletter o a lasciarti la loro email.

Se riesci a convertire i visitatori in contatti email, puoi inviare loro contenuti con cadenza regolare: in questo modo l’immagine della tua azienda verrà assorbita nella loro mente e ricordato.

Ci vuole tempo e impegno, lo so, ma non ci sono scorciatoie per farsi ricordare e poi scegliere dai potenziali clienti.

7. Cura la tua Brand Reputation

La brand reputation (o web reputation) rappresenta ciò che si dice del tuo brand sul web.

Costruire una buona reputazione è un investimento a lungo termine dove intervengono vari fattori: dalle aspettative create alla fiducia e al rapporto che si crea con le persone.

Avere una buona reputazione su internet significa dunque aumentare le opportunità di orientare una scelta in modo che la tua attività ne tragga vantaggio.

Per conoscere come si forma, cosa influisce sulla tua reputazione e quanto sia importante monitorarla leggi: Brand Reputation: come monitorare la propria reputazione nell’era dellerencensioni online.

 

Come misurare la Brand Awareness

La brand awareness è collegata ai concetti di:

  • brand recall, richiamo del marchio,
  • brand recognition, riconoscimento del brand.

Entrambi gli indicatori sono misurabili con dei test.

Con i test di brand recall si chiede ai partecipanti quali marche ricordano se pensano a una determinata categoria di prodotto o a un servizio. 

Il marchio che si posiziona al primo posto è detto top of mind (vedi Piramide di Aaker): identifica il marchio più facilmente ricordato e dunque con un livello di brand awareness alto e desiderabile.

Con i test di brand recognition si mostrano invece ai consumatori dei simboli distintivi del marchio come nome o logo e si traggono conclusioni dalla facilità con cui i partecipanti sono in grado di riconoscere la marca e collegarla al prodotto di riferimento.

Concludendo, secondo il mio parere, il contenuto rimane l’elemento fondamentale su cui puntare energie e budget.

“Content is king” dunque, per far crescere la propria attività e differenziarsi nel rumore della Rete.

Ma questo non basta: i progetti devono essere supportati dai social, con le tecniche del Social Media Marketing.

Creare una community rivolta ad aggregare il pubblico di riferimento e gestire una fase di Inbound marketing ovvero “l’arte di portare il contenuto dinanzi ai giusti lettori nel momento opportuno e nel posto opportuno” sono tecniche fondamentali oggi per creare un seguito.

Se hai qualche domanda per approfondire questo argomento o se ti serve aiuto per meglio gestire il blog del tuo sito web contattami.

Con piacere e senza impegno.

 

Articolo a cura di Sara Soliman
AEsse Communication

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per un migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

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Google annuncia i nuovi fattori di ranking: i Core Web Vitals

Google annuncia i nuovi fattori di ranking: i Core Web Vitals

Dal 2021 i Core Web Vitals diventano un fattore di ranking del motore di ricerca più usato dalla Rete. Usabilità, interattività e stabilità saranno al centro dell’esperienza dell’utente.

La data di partenza per l’applicazione dei nuovi parametri (Core Web Vitals) di Google è ufficiale. Il mese di maggio 2021 è il periodo entro il quale gli sviluppatori di casa Google procedono con l’introduzione di una serie di metriche legate alla user experience di un sito.

Parametri che risultano fondamentali per il posizionamento sulla SERP sulla quale comparirà uno specifico indicatore visivo che mette in rilievo il livello di usabilità di quella pagina (la Page Esperience).

Tutti i siti che rispetteranno tali parametri, inoltre, compariranno nella sezione Notizie in evidenza (Feautures Top Stories).

Il motore di ricerca Google ha annunciato che i Core Web Vitals rientreranno, a partire dal prossimo anno, tra i parametri di riferimento dell’algoritmo che determina il posizionamento dei siti.

L’obiettivo è quello di rendere più semplice e precisa l’usabilità delle piattaforme presenti da parte dell’utente che effettua le sue ricerche in Rete.

E questo è il punto di partenza per ottenere dei buoni risultati dal punto di vista del web marketing.

Cosa sono i Core Web Vitals

Nella misurazione dell’esperienza dell’utente ci sono vari aspetti da considerare.

Tra questi c’è anche il metodo di scrittura con la creazione di microtesti che hanno il compito di guidare l’utente nella navigazione all’interno di un sito o di una App.

Per approfondire questo aspetto leggi l’articolo: UX Writing e l’importanza dei microtesti nella user experience

Da un punto di vista più tecnico ci sono alcuni segnali, i Core Web Vitals, fondamentali per una usabilità ottimale e comune per tutte le esperienze web.

Queste esigenze primarie degli utenti comprendono il caricamento del sito (velocità), la stabilità visiva del contenuto della pagina e l’interattività.

Questi fattori sono la base del progetto “Core Web Vitals 2020”.

Teniamo sempre presente che il complesso meccanismo, con cui gli algoritmi di Google stabiliscono il posizionamento di un sito, conta oltre 200 fattori di ranking.

Fattori dei Core Web Vitals

I fattori Core Web Vitals sono tre:

  1.  Velocità di caricamento (loading) – Largest Contentful Paint: la velocità percepita che segna il punto nella sequenza temporale del caricamento della pagina. I siti dovrebbero essere visualizzati in un LCP entro i primi 2,5 secondi di caricamento della pagina.
  2.  Interattività della pagina (interctivity) – First Imput Delay: misura il tempo di reattività dell’utente che interagisce per la prima volta su quella pagina. I siti dovrebbero avere un feed FID inferiore a 100.
  3.  Stabilità visiva del caricamento (visual stability) – Cumulative Layout Shift: stabilisce lo spostamento imprevisto del layout del contenuto della pagina che si sta caricando. L’optimun sarebbe quello di ottenere il punteggio CLS inferiore a 0,1.

Google Core Web Vitals

I tre fattori di misurazione dei Core Web Vitals (infografica di Google.com)

Tutte queste metriche sono misurabili e dispongono di strumenti già presenti come il First Contentful Paint (FCP) e il Time to First Bite (TTFB), che rimangono fondamentali per il monitoraggio e il moglioramento del tuo sito web.

Operatività dei parametri

Gli sviluppatori di Google annunciano che queste modifiche entreranno in funzione dal prossimo anno. Il preavviso è comunque di almeno sei mesi in modo da permettere ai web master e ai proprietari dei siti di prepararsi al cambiamento.

I criteri di ranking di Google sono oggetto di variazioni e tengono sulle spine coloro che intendono ottenere un buon posizionamento online.

I Core Web Vitals si riferiscono a tutte le pagine web e, con queste modifiche alle metriche, avranno un notevole impatto.

Misurazione dei Core Web Vitals

Uno strumento da tenere sotto controllo è il Chrome UX Report.

Questo metodo di analisi consente ai proprietari di siti di valutare rapidamente le prestazioni del loro sito per ogni parametro.

Il set di dati presenti nella BigQuery dispone già di istogrammi accessibili al pubblico.

Pertanto rimane importante testare le prestazioni del proprio sito per essere sicuri di soddisfare le richieste del motore di ricerca.

La page experience

Google, con i suoi sviluppatori, ha già reso disponibile una pagina con il dettaglio dei criteri presi in esame per la valutazione di un sito.

Le metriche utilizzate dall’algoritmo sono utili per capire come un utente percepisce l’usabilità di una pagina web.

Indispensabili sono alcuni fattori di posizionamento che Google richiede:

  • caricamento, il più rapido possibile
  • ottimizzazione per i dispositivi mobili
  • il Page Speed Udate con la Google page speed per la misurazione della velocità secondo il Chrome UX report
  • sicurezza dei siti con HTTPS
  • gli annunci pubblicitari con gli interstitial (pagine pubblicitarie realizzate con JavaScript o Flash) ben strutturati

Google page experience

I fattori richiesti dagli sviluppatori per una usabilità e un’esperienza ottimale della ricerca su Google

Concetto del “User First” (prima l’utente)

Il successo del motore di ricerca più utilizzato (81% a livello mondiale da settembre 2018 ad agosto 2019, dati di NetMarkerShare), cioè Google, è dovuto all’attenzione per l’utente.

Vi siete mai chiesti perché usate, in modo prevalente, solo Google?

Google, con l’ottimizzazione dei fattori sopra descritti, rende il web più piacevole e, soprattutto, risponde in modo precis e in breve tempo alle richieste dell’utente.

In pratica soddisfa le aspettative degli utenti.

Un lavoro, quello di Google, che si focalizza sulla identificazione e sulla misurazione degli aspetti dell’esperienza sulla pagina (page experience).

Usabilità, interattività e stabilità del contenuto durante il caricamento sono quindi aspetti chiave dell’esperienza offerta all’utente.

Google continua nella richiesta di migliorare l’esperienza sulla pagine perché è da un coinvolgimento più profondo delle persone che trae il suo successo e seguito.

Leggi anche: Google aggiorna l’algoritmo: parte il May 2020 Core Update

Se vuoi rimanere aggiornato oppure hai qualche dubbio e vuoi fare qualche domanda sulla gestione del tuo sito web non esitare a contattarmi.

Sono disponibile per un confronto anche via Skype.

Articolo a cura di Nicola Albi
AEsse Communication

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Foto di copertina: Stephen Bergin su Unsplash (HQ di Google a Dublino)

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Il Marketing della Gratitudine: fiducia, empatia e servizio per consolidare le relazioni

Il Marketing della Gratitudine: fiducia, empatia e servizio per consolidare le relazioni

Oggi il marketing, per essere efficiente, deve essere più umano. E deve basarsi su empatia, servizio e onestà, come sottolinea Seth Godin.

Siamo sempre stati portati a pensare al marketing come a una funzione aziendale che cura il rapporto tra l’azienda e il mercato in ottica esclusivamente utilitaristica.

O, più precisamente, come a un insieme di strategie che mirano a soddisfare gli obiettivi aziendali.

Ma il marketing non è solo questo, o forse lo era.

Quel che è certo è che oggi non lo è più.

“Il marketing è l’atto generoso di aiutare le persone a risolvere un problema”.

Così scrive Seth Godin nel suo ultimo libro Questo è il marketing. Non puoi essere visto finché non impari a vedere, ROI Edizioni.

Al posto del marketing utilitaristico di massa, il marketing efficace si basa oggi sulla fiducia, sull’empatia e sul servizio.

Implica pazienza, onestà e rispetto.

Dobbiamo abituarci all’idea di un marketing più umano, che non vuol dire solo un marketing fatto per le persone, ma vuol dire fatto con umanità.

Hai mai sentito parlare del marketing della gratitudine? Gli americani lo chiamano gratitude marketing.

Oggi voglio parlarti proprio di questo: dell’atto di donare e di quanto possa fare bene a te e alla tua impresa.

Gratitudine Marketing: “Io ho quel che ho donato”

Era da tempo che desideravo scrivere su questo argomento, perché ci credo molto.

Tempo fa ho letto una bellissima frase scolpita sul muro di cinta del Vittoriale degli Italiani (la residenza di Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera, in provincia di Brescia):

“Io ho quel che ho donato”.

Fermiamoci a riflettere, è una frase che contiene il senso di quello che voglio dirti oggi.

Anche perché sembra proprio che dietro al successo di molte persone, oltre all’impegno e alla determinazione, vi siano vite intere dedicate al donare.

Io ho quel che ho donato

Vittoriale degli Italiani, residenza del poeta Gabriele D’Annunzio a Gardone Riveria (Brescia)

 

Cerchiamo di capire se ciò risponde al vero e come sia possibile applicare al marketing il tema del dono e della gratitudine.

Allontaniamoci da quell’ideologia calcolatrice e utilitaristica, che ha come metro di parametro nulla più del do ut des, e ipotizziamo la gratuità, il dono.

“A che pro? Quale è il tornaconto?” mi dirai.

Affermare che si ha quanto si ha donato potrebbe sembrare un paradosso, ma solo se ci poniamo in una prospettiva calcolatrice e lontana dal marketing umano che ci impegniamo a costruire.

In una visione di società empatica, il dono ha un suo senso ed una sua precisa ragione.

Donare è mettere in comune, condividere è offrire una parte della nostra vita o del nostro lavoro, perchè la nostra ricompensa è già nel nostro stesso gesto di dare agli altri.

 

Il Dono nel Marketing

Il saper donare è ciò che più di ogni altra attività ti consentirà di avere dei ritorni veramente importanti.

E non avrai dei ritorni solo dalle persone a cui tu stesso hai donato, bensì dalla vita stessa.

Il dono può far ottenere grandissimi risultati proprio a chi lo attua.

Certo, inserire il dono nel marketing è fatto nell’ottica di ottenere qualcosa in cambio, e così è, anche se non è detto che il ritorno sia immediato.

Anche aspettarsi qualcosa in cambio per un regalo fatto è un sentimento umano.

Ma c’è dell’altro. I sociologi spiegano che il dono è l’oggettivazione sociale più compiuta della relazione.

Il dono, attivando il circuito sociale del donare-ricevere-ricambiare rende funzionanti le reti relazionali in cui circola e mantiene viva la relazione.

 

Il Principio della Reciprocità 

Anche Robert Cialdini, nel suo libro “Le Armi della Persuasione” mette a fuoco un principio molto importante: il principio della reciprocità.

Il principio della reciprocità è un meccanismo spontaneo, uno dei 6 principi base della comunicazione persuasiva. Gli altri sono coerenza, riprova sociale, simpatia, autorità, scarsità.

Sono tutti principi che fanno parte della nostra vita senza che ce ne rendiamo conto ma che orientano quotidianamente i nostri comportamenti, in relazione anche a decisioni e scelte d’acquisto.

È un testo che ti suggerisco di leggere: è molto utile per migliorare la tua capacità di relazionarti, anche con i tuoi clienti.

Cialdini afferma che, quando ricevi un regalo di valore e inatteso, ti senti automaticamente in dovere di ricambiare.

Non è solo il risultato dell’educazione ricevuta, ma è anche un sentimento che tutte le persone provano, una sorta di concetto del ricambio.

Inoltre, scatta immediatamente il nostro senso di colpa che ci induce a donare qualcosa all’altro o a restituire in qualche modo il favore per riportare la situazione in parità e non essere più in debito.

 

La gratitudine nel marketing

Se contestualizziamo il tema della gratitudine nel marketing, scopriremmo che donare ed esprimere gratitudine, facendo leva sulla legge della reciprocità di cui ha parlato Robert Cialdini, ci porterà a implementare un’ottima strategia di marketing.

Prova a pensarci e applicalo alla tua quotidianità professionale.

Quali azioni di marketing della gratitudine potresti fare per far sì che anche i clienti sentano una spinta motivazionale tale da ricambiare quanto fatto per loro?

Sei un ristoratore?

Offri uno stuzzichino o un assaggio di un piatto qualsiasi: i tuoi ospiti saranno propensi a spendere di più. O a ordinare una bottiglia di vino.

Vendi vino e organizzi delle degustazioni nella tua cantina?

Accogli gli ospiti offrendo loro il primo calice e vedrai che le persone saranno disposte a comprare di più dal tuo wine-shop. E se non lo fanno subito conserveranno un ricordo di te molto positivo e parleranno bene di te, magari sui canali social.

Gestisci un B&B?

Regala un buono sconto di qualche negozio a te affiliato o sul noleggio di biciclette: è un bel modo per accogliere i turisti ed è il primo passo per creare una relazione di affiliazione.

Ricorda che donare fa bene a se stessi perché rilascia endorfine e fa felice chi riceve il dono perché si sente speciale.

E tu, non vuoi che i tuoi clienti si sentano speciali grazie a te?

In questo modo vedrai che il mondo, prima o poi, si accorgerà di te.

Sono modi di agire che fanno star bene te e che, nel medio o lungo periodo, ti possono far ottenere dei risultati interessanti.

Puoi anche cominciare a compiere delle azioni più personali, ad esempio ricordarti del compleanno di un ospite, magari mandando un biglietto o un e-mail personale.

A me arrivano gli auguri di buon compleanno dalle strutture in cui ho soggiornato in vacanza d’estate e, ti assicuro, ogni volta penso di tornarci.

Essere ricordati fa piacere.

È un gesto di marketing? Lo so, ma significa lavorare nella direzione giusta, e non lo fanno in molti.

Sono queste le cose che, anno dopo anno, consolidano la relazione.

E sono comportamenti che possono favorire, in qualche modo, la legge della reciprocità.

 

Gratitude Marketing

Gratitude Marketing

Spero che ciò che ho condiviso con te possa darti degli spunti per poter cominciare a mettere in atto tutte le azioni necessarie affinché il marketing della gratitudine inizi a darti dei risultati.

Una cosa è certa: strutturare una strategia che possa considerare il marketing della gratitudine è la migliore strada da perseguire per ottenere dei risultati.

È un modo di porti che ti dà una prospettiva nuova e, soprattutto, fa percepire il tuo valore ai tuoi clienti.

Se hai bisogno di qualche suggerimento per la tua attività non esitare a contattarmi e sarò felice di darti i consigli più appropriati.

 

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Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

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I marketer di viaggio sono pronti a ripartire. Scopri 5 modi per entrare in contatto con i viaggiatori su Pinterest

I marketer di viaggio sono pronti a ripartire. Scopri 5 modi per entrare in contatto con i viaggiatori su Pinterest

In questa fase di ripartenza il primo obiettivo dei marketer di viaggio è entrare in contatto con i potenziali viaggiatori. Pinterest, il social amato da chi viaggia, è la piattaforma ideale per promuoversi.

Passione, esplorazione, connessione e fonte d’ispirazione.

Queste sono le principali spinte emotive e ragioni che portano le persone ogni giorno a voler viaggiare in tutto il mondo.

Ed è proprio in questo momento che i marketer di viaggio devono cogliere in questa ripartenza una nuova opportunità per entrare in contatto con i viaggiatori in modo significativo, far crescere il proprio brand e guidare la domanda.

Se hai un blog che si occupa di viaggi o sei un marketer di viaggio Pinterest è la soluzione e la piattaforma giusta per te.

Su Pinterest le persone cercano ogni giorno ispirazione per l’organizzazione del loro viaggio: posti “nascosti” da vedere, ristoranti in cui mangiare, percorsi in bicicletta, alberghi in cui alloggiare.

Allora, scopri insieme a me come costruire una strategia efficace su Pinterest per la tua attività legata al mondo dei viaggi.

Ti darò dei consigli utili per emergere sulla piattaforma.

 

La passione per i viaggi resiste

Viaggiare

Nonostante la fase di stop forzato le persone continuano a pianificare e a prenotare il loro prossimo viaggio

 

Nel corso degli ultimi anni l’industria dei viaggi ha avuto un boom in termini di entrata e la maggior parte dei marketer di viaggio ha prosperato tra il 2009 e il 2017.

Le entrate delle compagnie aeree statunitensi sono aumentate del 43% a $ 222 miliardi, mentre le prenotazioni lorde negli hotel statunitensi sono aumentate del 59% a $ 185 miliardi.

Il boom ha portato i marketer di viaggio ad adottare strategie di marketing incentrate sull’attribuzione dell’ultimo clic come conversione, offerte basate sui prezzi e proliferazione di scelta.

Strategie che hanno funzionato in quegli anni, ma adesso stiamo entrando in una nuova era nel marketing di viaggio.

Nonostante il settore dei viaggi abbia subite ripercussioni del COVID-19, le persone amano viaggiare, il viaggio è resistente.

La domanda repressa si traduce in persone che pianificano e prenotano viaggi.

È in questa “nuova” fase decisionale che si deve inserire in modo efficace il marketer di viaggio.

 

I Pinners cercano ispirazione per i viaggi

Ispirarsi per un viaggio

Le ricerche dei pinners sui viaggi sono in continuo aumento in vista della prossima libertà di viaggiare

 

Nonostante il brusco calo delle ricerche sui viaggi durante il periodo della primavera 2020, i pinners sono ancora alla ricerca continua di ispirazione per i viaggi.

Come ha scritto la giornalista di viaggio Stephanie Rosenbloom per il New York Times:

“Il vantaggio di approfondire libri e foto pertinenti prima di un viaggio è che fornisce novità, come un antidoto alla routine quotidiana… Contrasta l’adattamento e aumenta la felicità”.

A marzo 2020, le ricerche per le vacanze estive sono aumentate di oltre il 100% rispetto al 2019.

Si accredita questa crescita ad una combinazione di:

  • Domanda repressa;
  • Tempo trascorso rinchiuso in casa;
  • Piani di ferie primaverili saltati.

È stato anche registrato da Pinterest un:

  1. Aumento del 59% nelle ricerche di “luoghi in cui viaggiare” nei mesi di marzo-aprile 2020, rispetto allo stesso periodo nel 2019;
  2. +78% delle ricerche di “luoghi meravigliosi” in aprile 2020:
  3. Incremento del 90% delle ricerche di “idee nella lista dei desideri”, nel momento in cui le persone hanno focalizzato le loro priorità su ciò che conta (aprile 2020).

La tendenza delle previsioni nell’ambito del settore dei viaggi vede quindi un aumento dei “viaggi responsabili” e un rimbalzo dei viaggi domestici prima che internazionali.

Questo proprio perché le persone, all’inizio, sceglieranno di stare più vicino a casa ed eviteranno di viaggiare all’estero.

Per saperne di più su ciò che il pinner sta pensando quando si tratta di viaggiare, controlla lo strumento di tendenze di Pinterest.

5 strategie chiave per ogni marketer di viaggio

Le persone utilizzano Pinterest per mappare l’intero viaggio, dalla scelta della destinazione dei sogni a quali sandali mettere in valigia.

Pinterest è il luogo ideale in cui i viaggiatori cercano idee utili e personalizzate. Il 69% dei travel pinner utilizza la piattaforma per scoprire i servizi di viaggio nel momento di decidere cosa prenotare.

Risulta quindi fondamentale riuscire a costruire una strategia efficace.

Vediamo insieme cinque strategie chiave per ogni operatore di viaggio nel 2020 e oltre:

  1. Aiuta i viaggiatori a immaginare il futuro.
    Visto che il nostro presente è stato messo in pausa, costringendo le persone a vivere nel futuro, aiuta i viaggiatori ad immaginare un futuro pieno di ottimismo ed esperienze di viaggio ideali;
  2. Rassicura la sicurezza e la fiducia.
    I viaggiatori cercheranno attività di cui si fidano e assicurandosi di essere al sicuro nel mondo fisico. Fornisci informazioni chiare e precise cosicché da creare un rapporto di fiducia con i tuoi potenziali clienti;
  3. Ispira a viaggiare per aumentare la domanda.
    Cogli l’occasione per riportare l’attenzione sul marketing nel processo decisionale, fino all’importante fase di ispirazione;
  4. Sposta i viaggiatori dal sogno alla prenotazione.
    Una volta che hai ispirato i viaggiatori, segui i contenuti che li guidano, fino alla prenotazione. Continua con messaggi personalizzati e creativi che aiutano i viaggiatori a visualizzare il viaggio dei loro sogni e stimolano l’impulso a renderlo realtà;
  5. Usa le passioni per personalizzare.
    Comprendere ciò che i viaggiatori desiderano e amano è fondamentale per personalizzare e influenzare la loro esperienza online.

Perché creare una campagna di viaggio su Pinterest

Secondo comScore (azienda che pianifica, gestisce e valuta le campagne mediatiche su diverse piattaforme), quasi la metà dei pinner di viaggio negli Stati Uniti si rivolge a Pinterest per iniziare a pianificare il loro prossimo viaggio.

I globetrotters (persone che viaggiano di continuo per il mondo a scopo turistico) in genere prenotano entro due mesi dall’inizio della loro ricerca.

Quindi, che tu sia un marchio alberghiero che organizza tour sulle Alpi o un’organizzazione di marketing di destinazione che fornisce un itinerario sul Lago di Garda, i tuoi contenuti possono svolgere un ruolo importante nel viaggio di una persona.

E con il 76% dei viaggiatori che effettua un acquisto dopo aver visto i contenuti di viaggio dei marchi su Pinterest, è una straordinaria opportunità per la tua attività di mostrare loro i tuoi contenuti.

Potrebbe interessarti anche: Agriturismi e Bed&Breakfast: perché è importante essere in rete con il tuo sito web e come aumentare le prenotazioni dirette

Le Pinterest Traveler Personas

I pinners

I buyer personas legate al mondo dei viaggi ti aiutano a comprendere meglio i loro atteggiamenti e comportamenti

Il team di Insights di Pinterest ha sviluppato cinque tipologie di buyer personas legate al mondo dei viaggi per aiutarti a comprendere meglio i loro atteggiamenti e comportamenti.

Tieni a mente queste persone mentre costruisci la tua strategia.

Ad esempio, puoi attirare il “personaggio dell’avventura” includendo immagini di montagne o percorsi di cicloturismo.

Vediamo insieme cinque tipologie di viaggiatori:

  1. Group vacationer: coloro che amano trascorre il tempo del viaggio insieme ad amici, familiari o compagni di viaggio;
  2. Culture chaser: ama scoprire e apprendere la cultura e la storia del luogo in cui sta viaggiando;
  3. Spa sojouner: ama il riposo e il relax;
  4. Adventure lover: ama fare attività all’aria aperta;
  5. Eating explorer: ama fare esperienze culinarie.

Pinterest 100

Per curare le tue campagne utilizza Pinterest 100, è pieno di tendenze di viaggio con informazioni utili per connetterti con le persone che pianificano i loro viaggi.

Scopriamo insieme alcuni consigli e dati relativi alle tendenze di viaggio:

  • Viaggio in autobus.
    Attira le persone che pianificano un weekend con rich pins per hotel o case vacanze lungo le linee degli autobus. Ricordati di includere fermate e orari;
  • Sorgenti termali.
    Cattura il fascino di una sorgente termale usando il video sponsorizzato;
  • Castelli abbandonati.
    Condividi la mistica bellezza di visitare un castello abbandonato usando più immagini in una giostra di immagini;
  • Isole meno percorse.
    Genera interesse ed eccitazione includendo immagini accattivanti di spiagge, cultura locale;
  • Tour in bicicletta.
    Fornisci percorsi e mappe per coloro che desiderano coprire più terreno su due ruote.
  • Destinazioni a sorpresa.
    Viaggi a sorpresa nei luoghi più animati o per promuovere destinazioni più pittoresche e tranquille;
  • Viaggi in piccole città.
    Aiuta le persone ad allontanarsi da tutto mostrando loro il fascino e il romanticismo delle fughe nelle piccole città;
  • Viaggio a rifiuti zero.
    Fornisci una lista di imballaggio a spreco zero per il loro prossimo viaggio ecologico;
  • Scenario autunnale.
    Prova a evidenziare i luoghi più ambiti in cui le persone possono godere di tutto lo splendore della natura nelle tue immagini e nei tuoi video;

L’esempio di Visit Wales

Visit Wales

Gli straordinari paesaggi naturali del Galles sono vivi di un’avventura leader a livello mondiale e di una cultura distintiva e contemporanea

Visit Wales, l’ente di promozione turistica del Galles, ha lanciato una campagna con immagini di grande effetto per far conoscere le leggendarie spiagge del paese, registrando un tasso di coinvolgimento superiore del 35% rispetto alle altre piattaforme digitali.

Lo scopo di Visit Wales è quello di suscitare emozioni nei potenziali visitatori. Come?

Ricorrendo a immagini mozzafiato, ricche di bellezza e poesia, per spingere le persone a considerare il Galles come una possibile meta per un viaggio di piacere o di lavoro.

In collaborazione con l’agenzia di marketing digitale iCrossing, Visit Wales ha preso in esame alcuni dati e tendenze per dare forma alla campagna.

Uno dei risultati più interessanti è che i viaggi figurano nella top 10 delle categorie di Pinterest.

Gli annunci su Pinterest hanno registrato un tasso di clickthrough dello 0,44% e un tasso di coinvolgimento dell’8,2%, superiore del 35% rispetto a tutte le altre piattaforme digitali sulle quali è stata lanciata la stessa identica campagna.

Rientrare in contatto con i viaggiatori dopo un periodo di stop è ad oggi il primo passo da compiere per un marketer di viaggio.

Integrare nelle propria strategia di marketing le nuove tendenze del momento.

In questo Pinterest, con la condivisione di contenuti di qualità, costanza e determinazione, può esserti d’aiuto.

I dati sono incoraggianti e in continua crescita, quindi non lasciarti sfuggire l’occasione di entrare a far parte delle bacheche virtuali dei tuoi pinners.

Se hai bisogno di qualche consiglio o aiuto per creare una strategia efficace su Pinterest per la tua attività legata al mondo dei viaggi non esitare a contattarmi nel team di AEsse Communitation.

 

Articolo a cura di Giorgia Bozzetti
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Visual storytelling: come raccontare la storia del tuo brand con le immagini

Visual storytelling: come raccontare la storia del tuo brand con le immagini

Storytelling, visual storytelling, corporate storytelling, transmedia storytelling. Sono tutte strategie di marketing che hanno come fulcro la narrazione e che fondano il loro successo sul riuscire a trasmettere emozioni.

Hai mai pensato di raccontare la tua storia?

Alle persone piacciono le storie. Amano ascoltarle, raccontarle e ne traggono insegnamenti. Se ci pensi, questo accade da sempre. 

L’uomo ha cominciato a comunicare prima in modo visivo (pensa ai disegni rupestri degli uomini primitivi) e solo in seguito ha inventato un alfabeto e un modo di esprimersi con il testo. In pratica facciamo Visual storytelling da molto tempo.

Le immagini hanno un potere molto forte sul nostro cervello: si ricordano più facilmente rispetto a un testo di sole parole ed è quindi comprensibile come molte strategie di marketing fondano la loro forza proprio sulle immagini. 

Luisa Carrada, ne Il Mestiere Di Scrivere, scrive: 

“Le storie sono le uniche che dalla notte dei tempi sanno unire informazioni, conoscenza, saggezza, emozioni, cura di sé e degli altri (…) Ci sono state civiltà che hanno ignorato la ruota, ma nessuna che non abbia conosciuto le storie”.

 

Storytelling

Lo Storytelling è oggi uno degli strumenti più potenti di Social Media e di Content Marketing

 

Che cos’è il Visual storytelling?

Il Visual storytelling è l’arte di raccontare una storia utilizzando principalmente immagini e video. E sfruttando i social media.

Alcuni studi hanno dimostrato come il cervello umano preferisca che le informazioni siano raccontate come storie: pensa che il 92% dei consumatori desidera che i brand sponsorizzino le proprie pubblicità come storie.

La storia diventa ancora più avvincente se arricchita con grafiche, voci, audio.

Lo sai perché gli elementi visivi vengono molto utilizzati nel marketing?

Perché le immagini vengono elaborate 60.000 volte più velocemente del testo dal nostro cervello. 

La comunicazione visiva è quindi più immediata ed è più semplice da comprendere.

Le immagini riescono a raccontare e spiegare e ciò che con le parole a volte si fatica a comunicare in modo immediato.

Però, come tutto ciò che riguarda il marketing, occorre avere una strategia ben pianificata per raggiungere un ampio pubblico.

Shloni Ron, CEO del Visual Storytelling Institute, ha scritto:

“Il visual storytelling è una strategia di marketing che sfrutta narrazioni avvincenti, mettendo il cliente al centro della storia, messo in scena con un’esperienza emotiva visiva e distribuita efficacemente lungo il percorso del compratore, al fine di potenziare la vita del cliente e generare risultati di business”.

Ciò significa che il pubblico ama sentirsi l’eroe della storia che stai raccontando e che prende le decisioni di acquisto in base a quanto ritiene che un prodotto possa offrirgli un’esperienza positiva.

Come si è evoluto il Visual storytelling

Mai come in questo momento storico le nuove tecnologie hanno permesso una diffusione di strumenti social basati su caratteristiche visual (Facebook, Linkedin, Pinterest, Instagram e tutte le app di gestione di immagini).

Se in passato lo storytelling era usato solo nella pubblicità televisiva, nei fumetti o nel teatro oggi è uno degli strumenti più potenti di Social Media Marketing.

Ogni azienda ha infatti la possibilità di narrare la propria storia utilizzando fotografie, immagini, micro-video e, grazie alla condivisione sui social o sul web, raggiungere un pubblico numeroso.

Ma come raccontarsi con le immagini? In modo accattivante ma convincente, creando curiosità ed empatia, coinvolgendo l’utente e trasmettendo emozioni. 

Instagram, Facebook, Pinterest e il Visual storytelling

Instagram ha fatto del Visual storytelling la sua colonna portante.

Il social è infatti il più amato dai brand e offre loro molte possibilità di comunicare, sia per quanto riguarda le immagini sia per il microblogging legato alle didascalie, che non va sottovalutato. Grazie alle Instagram Stories puoi creare raccolte di immagini visibili 24 ore e conservarle come album.

Se trovi il modo di essere originale e offri contenuti di qualità vedrai che lo Storytelling su Instagram funziona!

Anche su Facebook e Pinterest, grazie a contenuti di qualità, puoi creare un buon engagement.

Leggi in merito: Con Pinterest puoi vendere di più. Scopri la collaborazione con Shopify e gli strumenti per lo shopping

Se usi Instagram leggi: Instagram è dalla parte delle aziende. Scopri i nuovi stickers e gli strumenti a disposizione per la tua attività

I focus per creare un Visual storytelling di successo

Per raccontare una storia con le immagini è necessario conoscere il brand, la sua storia e i suoi valori. È necessario investire in immagini di qualità e trasmettere una storia in cui il tuo utente sappia riconoscersi.

Ma non è solo questo.

Vediamo insieme quali sono gli elementi con cui costruire un Visual storytelling di successo.

1. Conosci il tuo Brand

Conoscere il Brand è la base di ogni strategia di marketing. È necessario analizzare e definire con attenzione i valori del brand.

Che cosa ritiene più importante? Che cosa vuole trasmettere ai propri utenti?

2. Ascolta il tuo pubblico e trasmetti uno schema narrativo

Ascoltare il proprio pubblico vuol dire sapere a chi ti vuoi rivolgere, conoscere le tue buyer personas.

Cos’è uno schema narrativo?

Il principe incontra la principessa, che viene però rapita e chiusa in una torre da un drago. Il principe lo sfida, la salva, e vissero felici e contenti.

Questo è lo schema narrativo classico dei racconti per bimbi, ma il principio è valido anche nell’ambito del visual. 

C’è una situazione iniziale di equilibrio dell’eroe che viene rotto dall’antagonista (il cattivo), l’eroe deve affrontare mille peripezie finché non ritrova l’equilibrio.

Lo schema narrativo efficace è quello in cui l’utente ritrova qualcosa che conosce per riuscire ad orientarsi.

3. Punta sulla qualità

Investire nella qualità è fondamentale. Se ti è possibile utilizza contenuti originali, foto e video realizzati ad hoc.

il tuo scopo deve essere quello di generare curiosità, creare empatia e coinvolgere il più possibile gli utenti, fornendo contenuti che possano risvegliare le loro emozioni.

Anche le infografiche piacciono e sono molto intuitive.

Ricordiamoci che le persone tendono a ricordare l’80% di quello che vedono e il 20% di quello che leggono.

4. La parola d’ordine è emozionare

Puoi anche aver scelto il miglior video maker presente sul mercato ma se non susciti emozioni negli utenti il tuo progetto di Visual storytelling non creerà l’effetto sperato.

Perché sono le emozioni che guidano il cuore e la mente delle persone.

Oggi, forse a causa della quantità di informazioni con cui il cervello viene bombardato di continuo, il tempo medio di attenzione del cervello umano è calato a 8 secondi (ricerca di Microsoft citata da Teresa Masterson, giornalista freelance e ex web editor NBC Philadelphia). 

Come puoi intuire il tempo per fare in modo di farti ricordare è molto poco. 

visual storytelling

L’utente ricorda molto più facilmente ciò che vede ma la sua attenzione è molto breve. È quindi importante centrare l’obiettivo in pochissimo tempo.

 

Se proprio non hai sempre a disposizione immagini create ad hoc, scegli immagini o video che sembrino reali.

Ne puoi trovare sia sulle piattaforme a pagamento come IstockDepositphotos o Shutterstock, sia sugli archivi gratuiti, quali Unsplash ad esempio, o su Freepik e Pixabay.

5. Non essere autoreferenziale

Non postare sempre immagini dei tuoi prodotti, non suscita emozioni.

Lo so che il tuo scopo è quello di vendere, ma prova a differenziare: puoi mostrare ad esempio come il prodotto nasce. Oppure puoi far parlare le persone che lo utilizzano.

Cerca di stabilire un contatto con il tuo pubblico, coinvolgilo con contenuti utili o con dei consigli.

Leggi anche: Perché comunicare con Empatia è uno strumento vincente: dai valore agli altri, valorizzi te stesso e crei fiducia

Archetipo della struttura di narrazione

Ti ho spiegato perchè per fare storytellig devi creare uno schema narrativo in cui l’utente possa trovare qualcosa che conosce per riuscire ad orientarsi.

Si tratta di modelli psicologici universali che possono essere usati per le descrizioni dei personaggi all’interno del tuo racconto e che facilitano la riconoscibilità e l’identificazione da parte della tua audience.

Vediamo quali sono i principali archetipi che puoi utilizzare nella tua narrazione. Sono figure a cui puoi ispirarti, dipende dal messaggio che vuoi veicolare con la tua storia.

Potrai rifarti a diverse figure:

  • l’artista, se vuoi dare un tocco creativo alla tua storia;
  • il buon padre di famiglia, se vuoi far parlare un personaggio che si prende cura degli altri e che si propone come guida per risolvere problemi;
  • il condottiero, se desideri far parlare un personaggio forte che sappia guidare con saggezza il tuo pubblico;
  • lo scienziato, se parli di sviluppo e innovazione;
  • il guaritore è perfetto se vedi nel tuo racconto la necessità di trasformare positivamente le situazioni;
  • l’avventuriero, se vuoi invitare il tuo pubblico alla scoperta di nuovi mondi;
  • il ribelle, se avrai bisogno di un personaggio coraggioso che per raggiungere il suo scopo deve uscire dagli schemi.

 

Esempio di Visual Storytelling: video istituzionale di Confartigianato Verona

Come esempio di Visual storytelling ti porto il video istituzionale di Confartigianato Verona, realizzato da Baoblà di Simone Cunego di Illasi (Verona).

Il focus principale del video è incentrato sul racconto della manualità che i diversi artigiani utilizzano nelle loro attività.

La cadenza e la ritmicità delle immagini aiutano l’utente a concentrarsi sui movimenti specifici dei vari artigiani. In questo senso possiamo dire che sono immagini che parlano.

 

 

Tool utili per fare Visual storytelling

Ti consiglio alcuni strumenti molto utili con i quali puoi creare elementi grafici accattivanti, immagini, video e infografiche.

Cinamatic: è un’App per iPhone che consente di creare brevi video della durata massima di 15 secondi, permettendo di utilizzare anche una serie di filtri preimpostati per dare degli effetti particolari ai tuoi filmati. Con Cinamatic puoi condividere il tuo video su Instagram, Facebook o YouTube.

Shorthand: è uno strumento che vanta fra i suoi utilizzatori aziende del calibro della BBC, The Guardian, The Telegraph. Ti permette di creare vere e proprie pagine web ricche di video, immagini e testi. Sappi che, essendo uno strumento professionale, non è proprio economico.

Canva: è lo strumento che preferisco. È molto utile per realizzare velocemente contenuti grafici di impatto da condividere sui social, senza dover passare da software specifici come Photoshop. 

Consente di scegliere fra una serie di formati già impostati, ad esempio per i post di Facebook, e mette a disposizione una libreria di immagini, font e template gratuiti più altri a pagamento, consentendo di caricare anche le proprie immagini e di salvare i propri progetti.

Infogr.am: strumento con cui puoi realizzare grafici animati, aggiungere tooltip e informazioni utili quando si passa con il puntatore sui dati.

Thinglink: é un tool per la creazione di grafiche animate. Le possibilità e gli ambiti di applicazione spaziano dall’e-commerce alle mappe, dai blog alle infografiche.

In conclusione, se vuoi puntare su una strategia di storytelling e di visual storytelling la cosa migliore è affidarsi ad un bravo storyteller o a un copywriter che conosca l’arte di raccontare una storia come ti ho spiegato in questo articolo.

La storia creata va condivisa poi sui canali social che utilizzi, ma ricorda che lo strumento più importante per veicolare la tua narrazione è il Blog, che rappresenta il contenitore perfetto per comunicare, aumentare il coinvolgimento e fidelizzare il tuo pubblico.

Se hai bisogno di aiuto, hai qualche domanda o qualche dubbio sono a tua disposizione, scrivimi!

 

Articolo a cura di Sara Soliman
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Con Pinterest puoi vendere di più. Scopri la collaborazione con Shopify e gli strumenti per lo shopping

Con Pinterest puoi vendere di più. Scopri la collaborazione con Shopify e gli strumenti per lo shopping

Pinterest è un’ottima vetrina per esporre i prodotti di piccoli e grandi retailer e raggiungere così sempre più acquirenti nel momento in cui sono pronti ad acquistare.

Oggi stiamo assistendo a un cambiamento senza precedenti nella vendita al dettaglio “moderna” e l’e-commerce sta diventando sempre più importante sia per le attività che vogliono re-inventarsi sia per chi compra online.

I consumatori stanno sempre di più spostando le proprie spese sui canali online e sui social media.

Su Pinterest, in particolare, i brand dovrebbero ispirare i propri pinner e creare un’esperienza d’acquisto che assomigli il più possibile alla vita reale.

Considera i pinner come tuoi potenziali acquirenti che in questo momento sono alla ricerca di ispirazione soprattutto in settori come la casa, la cura di sé, nuove ricette da provare e nuovi capi d’abbigliamento da comprare.

I pinner possono essere quindi per la tua attività potenziali clienti da riuscire ad attirare e convertire poi in clienti fidelizzati.

La tua attività ha già un profilo su Pinterest?

Come può Pinterest aiutarti nelle vendite?

Come puoi riuscire a raggiungere nuovi acquirenti su questa piattaforma?

Sono domande che tutte le attività si pongono nell’approccio all’utilizzo di una piattaforma social per riuscire ad ottenere maggiori vendite.

Sono qui per rispondere ai tuoi principali dubbi sull’utilizzo di Pinterest come strumento per incrementare le vendite e per consigliarti alcuni strumenti e tecniche da adottare nella tua strategia social su Pinterest.

Come possono i retailer trovare successo su Pinterest

I retailer su Pinterest

Pinterest ha introdotto nuove funzionalità e strumenti per aiutare piccoli e grandi retailer

Lo shopping online è in continuo aumento e per aiutare un’attività, Pinterest ha introdotto nuove funzionalità in modo da essere trovati sulla piattaforma e distribuire i prodotti negli spazi in cui è più probabile che i pinner effettuino gli acquisti.

Vediamo insieme le novità che Pinterest ha introdotto per chi ha un account business.

Se non sai bene come muoverti nell’universo di Pinterest leggi anche: Pinterest: cos’è e come utilizzarlo per il tuo business. Scopri I segreti della bacheca virtuale definita “la sorpresa del 2019”

PROGRAMMA COMMERCIALE VERIFICATO

È stato lanciato il programma “Commerciante Verificato” con rivenditori quali Quay Australia, Ruggable, Filson, Coyuchi e Lotuff Leather.

Sono tutti rivenditori che rispettano i requisiti necessari a garantire un’elevata qualità dei servizi alla clientela, attraverso una revisione manuale.

Cosa fanno questi commercianti verificati? Mostrano un segno di spunta sui propri profili e possono beneficiare di una maggiore distribuzione nell’ambito di esperienze di acquisto e metriche ad alto intento, come i rapporti sulle conversioni.

Se sei interessato a registrarti al programma puoi trovare maggiori informazioni sul sito ufficiale.

INFORMAZIONI SULLE CONVERSIONI

D’ora in poi puoi accedere subito alle informazioni sulle tue conversioni, sia organiche che a pagamento, così da riuscire a misurare l’impatto che Pinterest ha sulle visite al tuo sito web, sui carrelli di spesa e sulle vendite, su più finestre di attribuzione.

Quando ti parlo di conversioni faccio riferimento alla realizzazione di un’azione da parte dell’utente, come un acquisto, l’iscrizione alla tua newsletter, la compilazione di un form.

AGGIORNAMENTO DEI CATALOGHI

Pinterest ha apportato importanti cambiamenti ai Cataloghi che riducono l’attesa tra i tempi dell’ingestione automatica di feed e la creazione del pin di prodotto.

Inoltre, ha aggiunto nuove metriche, inserimento di feed in tempo reale, supporto multi-feed, rafforzamento dell’esperienza cliente e la pianificazione dell’ingestione di feed.

RETARGETING DINAMICO

I pubblicitari nei mercati di tutto il mondo possono ora raggiungere gli utenti Pinterest che hanno in precedenza interagito con la loro attività online o che hanno nel proprio carrello oggetti non acquistati.

Possono riproporre prodotti uguali o simili a quelli che questi utenti hanno cercato e salvato su Pinterest.

Shopify: l’app dalla parte dei commercianti

Shopify

Shopify è l’app che permette ai commercianti di caricare in modo rapido i cataloghi su Pinterest

 

Pinterest ha ufficializzato la sua collaborazione con Shopify.

Shopify è un’app che offre a più di un milione di commercianti iscritti alla piattaforma di e-commerce la possibilità di caricare in modo rapido i propri cataloghi su Pinterest e di trasformare i prodotti in pin acquistabili.

L’app di Pinterest per Shopify racchiude le seguenti funzioni d’acquisto:

  • l’installazione del tag,
  • il trasferimento del catalogo,
  • l’aggiornamento automatico giornaliero dei prodotti,
  • un’interfaccia per l’acquisto di annunci accessibile in pochi semplici click.

I commercianti presenti su Shopify possono quindi configurare e gestire in modo semplice la distribuzione dei loro prodotti su tutta la piattaforma Pinterest, con contenuti organici o a pagamento, e ottimizzare la copertura utilizzando i report e la traccia dei risultati.

Shopify stabilisce una connessione tra i singoli commercianti e Pinterest, cosicché il retailer non debba modificare il codice del prodotto o investire ulteriori risorse.

Fornisce quindi un sistema scorrevole ed uniforme per attività di qualsiasi dimensione.

Tieni in considerazione che rispetto al 2019 il numero di utenti che hanno interagito con i pin prodotto acquistabili è aumentato del 44% e il traffico complessivo verso siti web dei commercianti è cresciuto di 2,3 volte.

Inoltre, grazie ai primi beta test con Shopify, i caricamenti dei feed del catalogo sono aumentati del 144% nel primo trimestre dell’anno.

Jeremy King, Senior Vicepresidente del reparto tecnologico di Pinterest ha dichiarato:

Con la nuova app di Pinterest su Shopify, in pochi click, i rivenditori potranno portare i prodotti dagli scaffali dei loro negozi virtuali ai suggerimenti che i pinner vedono mentre fanno shopping.

 

Come possono gli utenti scoprire piccoli e grandi retailer

Oggi sempre più persone scelgono i piccoli rivenditori per i propri acquisti online.

Per questo Pinterest sta cercando di rendere lo shopping ancora più comodo, agevolando la scoperta di aziende di ogni dimensione, specie nel campo della moda e della casa.

Pinterest si è reso conto che, se vuole aiutare gli utenti a trovare il prodotto giusto deve riuscire a facilitare la scoperta di nuovi business, convogliando il traffico verso siti di retailer di ogni dimensione.

D’altronde ben il 97% delle ricerche su Pinterest non riguarda un brand, questo vuol dire che le persone si rivolgono a Pinterest per acquistare in termini generici, livellando così il campo di gioco per le aziende da scoprire.

Pe l’utente ci sono tanti nuovi modi per fare i tuoi acquisti su Pinterest, scopriamoli insieme:

  • L’acquisto dalla ricerca. Nella ricerca è presente una nuova sezione dedicata allo shopping, quindi è molto più veloce trovare i prodotti disponibili all’acquisto da una vasta scelta di retailer;
  • L’acquisto da una bacheca. Sulle bacheche di moda e arredamento è presente anche una sezione Acquista che contiene prodotti analoghi o ispirati ai pin presenti nella bacheca stessa. In base ai contenuti che hai salvato, puoi scoprire tutti i prodotti disponibili all’acquisto;
  • L’acquisto dai pin. Grazie agli aggiornamenti alla ricerca visiva sono presenti più prodotti disponibili in pin. Basta che clicchi su “acquista simile” per vedere i prodotti in stock correlati per look e stanze;
  • Le guide di stile. Durante la ricerca le puoi consultare, sono approfondimenti dell’argomento che stai cercando con idee e tendenze. Portandoti alla scoperta degli stili più in voga, queste guide visive ti aiutano a capire cosa ti piace e cosa no, soprattutto quando non sai bene cosa stai cercando.

Una storia di successo: TiPTOE

Tiptoe azienda di arredamento

Tiptoe è un’azienda di arredamento francese presente su Pinterest

Tiptoe è una giovane azienda francese di arredamento nata nel 2015 i cui prodotti vengono venduti in oltre 40 paesi.

Nata da una campagna su Kickstarter, (sito web statunitense creato per fornire finanziamento collettivo per progetti creativi) Tiptoe ha sempre messo in primo piano i suoi clienti e sostenitori, creando una community con cui interagire ogni giorno attraverso i canali social, come Pinterest.

L’85% delle persone che acquistano articoli per l’arredamento d’interni naviga su Pinterest per cercare nuove idee.

Inoltre, un’indagine sulla clientela condotta da Tiptoe all’inizio del 2017 ha rilevato che Pinterest apportava solo il 2% del traffico referral, generando però il 10% degli ordini complessivi.

Con il lancio del nuovo sito, a gennaio 2018, Tiptoe ha:

  • Pubblicato un maggior numero di contenuti;
  • Investito risorse per rendere i testi e le immagini dei pin più vivaci e coinvolgenti;
  • Introdotto il pulsante Salva per permettere ai visitatori del sito di salvare i prodotti con facilità;
  • Iniziato ad usare i pin di prodotti per fornire maggiori informazioni sugli articoli, come prezzo, disponibilità e luogo;
  • Automatizzato la condivisione di contenuti dal sito web e da Instagram;
  • Creato bacheche tematiche condivise dove i follower e i “Pinfluencer” esterni potevano vedere e salvare le idee più interessanti;
  • Indirizzato la sua strategia verso persone che hanno dimostrato interesse nell’arredamento d’interni attraverso i salvataggi, le ricerche di parole chiave e le preferenze.

La nuova strategia di Tiptoe ha generato un aumento del 95% degli ordini organici nei primi otto mesi.

I numeri dimostrano come Pinterest ha contribuito a consolidare la brand awareness di Tiptoe in modo tempestivo, raggiungendo gli utenti attivi nell’acquisto di articoli di arredamento d’interni nel momento in cui stanno considerando di comprare qualcosa e generando un aumento significativo e immediato delle vendite.

Chi sono gli acquirenti ispirati di Pinterest

Gli acquirenti ispirati che puoi trovare su Pinterest sono gli utenti che possono fare la differenza per la tua azienda.

Visto che i consumatori stanno spostando una parte sempre maggiore della loro spesa sui canali online è fondamentale riuscire ad intercettare e attirare potenziali clienti che si rivolgono a Pinterest per nuove idee.

Tieni in considerazione che i pinner settimanali acquistano più frequentemente e sono disposti a provare nuovi marchi.

Inoltre, spendono di più, di media 1,6 volte di più rispetto alle persone che non usano Pinterest.

Gli acquirenti su Pinterest sono alla ricerca di nuove idee che possono rendere la loro vita più facile e più soddisfacente e le idee che incontrano durante la fase di scoperta, prima di decidere cosa compreranno, finiscono spesso nel loro carrello.

Infatti, i pinner settimanali hanno una probabilità 1,35 volte maggiore rispetto ai non pinner di affermare che la “fase di ispirazione” li aiuta a identificare i marchi da cui sono interessati ad acquistare.

Eccoti alcuni dati che ti possono aiutare a far capire quanto possa essere utile aprire un profilo della tua attività:

  • Il 49% delle famiglie ha un reddito superiore a $100K;
  • Puoi trovare il 76% di persone che hanno potere decisionale nella loro famiglia;
  • Il 40% sono uomini millennial;
  • I pinner settimanali hanno 3 volte di più la probabilità di fare clic al sito di un rivenditore dopo aver visitato Pinterest, che dopo aver visitato altri social media;
  • L’83% dei pinner settimanali hanno fatto un acquisto basato su pin pubblicati dai brand;
  • In media i pinner settimanali spendono 1,6 volte di più delle persone che non usano Pinterest;
  • I pinner settimanali hanno 1,25 volte di più probabilità di acquistare più articoli.

Inoltre, per raggiungere i tuoi acquirenti ispirati può esserti molto utile lo studio delle buyer personas così da riuscire ad attirare chi è realmente interessato alla tua attività.

 

5 modi per raggiungere gli acquirenti ispirati di Pinterest

Pinterest è un motore di scoperta visiva che ha lo scopo di ispirare i propri utenti e proprio su questa piattaforma le persone sono propense allo shopping.

Inoltre, le vendite incrementali di Pinterest costano il 57% in meno per gli inserzionisti al dettaglio rispetto ad altri social media.

Eccoti qui cinque azioni che possono esserti d’aiuto per approcciare la tua attività al mondo di Pinterest:

  1. Se non ne hai già uno, apri un account aziendale su Pinterest e accedi agli strumenti di analisi e all’analisi del tuo pubblico;
  2. Costruisci la fiducia con i tuoi consumatori e diventa idoneo per una maggiore distribuzione attraverso il programma Merchant verificato;
  3. Carica i tuoi prodotti su Pinterest tramite i cataloghi Pinterest;
  4. Usa Shopping Ads per promuovere i tuoi prodotti per raggiunger più pinner e ottimizza le prestazioni dopo aver impostato i gruppi di prodotti all’interno dei cataloghi;
  5. Approfitta del retargeting dinamico per raggiungere pinner che in precedenza hanno visitato il tuo sito, ma non hanno acquistato, poiché continuano a navigare nel tuo feed.

Come hai potuto vedere dai dati che ti ho fornito e dagli strumenti che Pinterest ti mette a disposizione, la presenza su Pinterest della tua attività può essere vantaggiosa sotto diversi aspetti.

Se hai bisogno di qualche consiglio nel costruire un profilo e una strategia efficace su Pinterest per la tua attività posso aiutarti, contattami pure nel team di AEsse Communication.

 

Articolo a cura di Giorgia Bozzetti
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Instagram è dalla parte delle aziende. Scopri i nuovi stickers e gli strumenti a disposizione per la tua attività

Instagram è dalla parte delle aziende. Scopri i nuovi stickers e gli strumenti a disposizione per la tua attività

Instagram è la piattaforma ideale per raggiungere i propri clienti e per attirarne di nuovi. Grazie a strumenti dinamici e accattivanti anche le piccole aziende hanno la possibilità di crescere e di emergere sul social di condivisione per eccellenza.

Le aziende presenti su Instagram, piccole o grandi che siano, utilizzano questa piattaforma social per connettersi con i propri utenti e cercare di instaurare con loro delle relazioni durature.

Instagram si è rivelato inoltre un social con il quale trovare i prodotti di un’azienda, di un ristorante, di un bar e di una cantina e acquistarli con estrema velocità.

Considera che ben 130 milioni di persone ogni mese usano lo smartphone per scoprire i tag dei prodotti nei post di shopping su Instagram.

In questo momento di difficoltà, in cui le aziende affrontano ogni giorno sfide enormi per riuscire a sopravvivere e per re-inventare le logiche della loro attività, Instagram ha presentato nuove modalità per il loro rilancio.

Scopriamo insieme in questo articolo come puoi riuscire ad organizzare, gestire e far emergere la tua attività su Instagram e come i tuoi utenti possono aiutarti in questo periodo di difficoltà.

 

Come sostenere le piccole aziende su Instagram

Le piccole imprese sono una parte importante della nostra comunità e, visto il periodo di difficoltà che molte attività stanno vivendo, Instagram ha presentato nuovi modi con cui le persone possono supportare le aziende che seguono, e quindi anche la tua.

Sono state introdotte nuove funzioni che possono essere uno strumento molto utile per la tua strategia di local marketing e di fidelizzazione del tuo pubblico di riferimento.

stickers di Instagram

Nuovi stickers presentati da Instagram per sostenere le piccole aziende: buoni regalo, ordini di cibo e compra a km 0

 

COMPRA A KM 0

Con il nuovo adesivoCompra a km 0” o “Support Small Business” in versione inglese, le persone possono mostrare il loro supporto alla tua attività all’interno delle loro storie di Instagram.

Le persone possono poi condividere e mostrare a loro volta il loro supporto menzionando in modo diretto nelle storie il nome della tua azienda in riferimento ai prodotti che hanno acquistato.

Ti spiego come l’utente può utilizzare lo sticker “Compra a km 0”:

  1. L’adesivo si trova nella sezione stickers delle storie;
  2. Una volta selezionato è possibile citare il nome dell’azienda da sostenere;
  3. Dopo aver digitato il nome, nella parte inferiore della schermata appare l’icona del profilo dell’azienda: si seleziona e si può scegliere tra due modalità di visualizzazione dello sticker: modalità “presentazione” con alcune fotografie dell’azienda in anteprima o modalità “semplice” con solo il nome dell’azienda.

Questo adesivo può aiutare le aziende a raggiungere nuovi clienti e a rimanere connesse alle persone a cui già offrono i loro servizi.

Può esserti d’aiuto: Per farti trovare dai tuoi potenziali clienti devi conoscere il tuo target di riferimento: le Buyer Personas

BUONI REGALO E ORDINI ALIMENTARI

Le aziende possono condividere nuove carte regalo e ordini alimentari sulle storie e sui loro profili.

Quando l’utente trova buoni regalo o ordini alimentari di un’azienda che segue e da cui vuole acquistare, deve toccare lo sticker per effettuare l’acquisto tramite il sito di riferimento dell’azienda stessa.

 

Gli strumenti di Instagram a disposizione delle aziende

Instragam business account

Instagram mette a disposizione del business account una serie di strumenti utili per gestire e migliorare l’efficacia del profilo aziendale

 

Sono molti gli strumenti messi a disposizione da Instagram che possono essere utili alla tua attività.

Vediamo insieme come utilizzarli:

  • Dati statistici sulla crescita: scopri quali post e storie stanno generando il maggior numero di follower. Questa funzione ti offrirà anche una visualizzazione aggregata delle modifiche relative ai follower in base al giorno o alla settimana;
  • Storie su di te: le storie che hanno menzionato l’account della tua attività nelle ultime 24 ore sono aggregate affinché tu possa visualizzarle come un’unica storia in alto nella tab Attività;
  • Visualizzazioni flessibili del profilo: puoi condividere le informazioni del tuo profilo che risultano più adatte alla tua azienda. Puoi anche nascondere le informazioni di contatto e l’etichetta della categoria aziendale sul tuo profilo;
  • Posta secondaria: assicurati che i messaggi più importanti per la tua azienda vengano letti. Organizza la tua posta in tab principale e generale e sposta i messaggi nelle due tab trascinandoli.

Lo scopo di Instagram è quello di connetterti con le persone attraverso i prodotti che amano di più.

Ti consiglio di sfruttare al meglio le funzioni del tuo account che Instagram ti mette a disposizione e, per rimanere aggiornato sui contenuti di Instagram, puoi dare un’occhiata a instagram for business.

Non sottovalutare l’importanza dei contenuti che condividi, ti può essere d’aiuto: Come cambia Instagram per le aziende: puntare sui contenuti visivi e testuali si rivela la scelta vincente

Miscusi: una storia di successo. Un esempio del buon uso di Instagram

Miscusi

Miscusi: primo “fast-food” di pasta fresca presente a Milano

 

Fondato nel 2016, Miscusi rappresenta un nuovo format ristorativo dedicato alla pasta fresca, preparata al momento nel pastificio a vista con ingredienti genuini.

Cinque mesi prima dell’inaugurazione del locale, Miscusi ha avviato una campagna pubblicitaria pre-lancio del nuovo brand su Instagram e Facebook per sondare le opinioni degli utenti e suscitare una curiosità irrefrenabile nei potenziali clienti.

Attraverso la pubblicazione di storie, video, post e inserzioni su Instagram/Facebook l’azienda raggiunge ogni mese circa 500.000 clienti, differenziando i messaggi rivolti ai target di pubblico dal potenziale più elevato.

Grazie alla strategia di marketing impostata su Instagram e Facebook, Miscusi ha raggiunto migliaia di persone ed è diventato il locale più famoso di Milano dove mangiare un piatto di pasta fresca.

Questi sono i risultati ottenuti dalla Miscusi family:

  • da 3.000 a 10.000 piattti venduti al mese in ogni punto vendita;
  • 95% del fatturato dell’azienda generato da Instagram e Facebook;
  • 33% di riduzione del CPM rispetto al altre piattaforme;
  • 500.000 persone in target raggiunte ogni mese.

Non ti sembra che valga la pena investire in Instagram e dedicargli una parte del tuo budget?

Alberto Cartasegna, CEO e co-founder di Miscusi, ha detto:

“Nel settore delle ristorazione, investire in Instagram e Facebook è il modo più veloce per creare una community online intorno al brand e la soluzione più efficace per portare i clienti nel ristorante”.

A questo proposito leggi anche: Le Community: cosa sono e come si gestiscono

 

Come far crescere il tuo marchio

Vediamo insieme alcuni dati che possono convincerti ad aprire un profilo su Instagram per la tua attività o a migliorarne le prestazioni:

  • Oltre 1 miliardo di account Instagram in tutto il mondo sono attivi ogni mese;
  • Il 90% degli account segue un’azienda su Instagram;
  • Il 60% delle persone afferma di scoprire nuovi prodotti su Instagram
  • Oltre 200 milioni di instagrammer visitano un profilo aziendale almeno una volta al giorno;
  • 1/3 delle storie più visualizzate proviene dalle aziende.

Per creare un account aziendale su Instagram visita il sito ufficiale di Instagram così da essere certo di eseguire tutti i passaggi in modo corretto e di conoscere tutte le funzioni e gli strumenti disponibili per il tuo profilo aziendale.

Consigli utili su come utilizzare Instagram per la tua attività

  1. Le immagini possono creare un’esperienza immersiva. Racconta la tua storia usando strumenti creativi, unici e formati che stimolano l’azione;
  2. L’esplorazione è il punto di partenza. Connettiti con clienti nuovi e rafforza le relazioni con quelli già esistenti;
  3. Offri al tuo pubblico un modo più semplice per fare acquisti. Tagga i tuoi prodotti in storie e post di foto o video, rendendo qualsiasi post un’opportunità per i tuoi clienti di fare acquisti;
  4. Monitora le metriche usando i dati statistici di Instagram per scoprire di più sui tuoi follower e capire quali foto e video sono importanti per la tua community;
  5. Individua le tendenze nei tuoi post e nelle tue storie. Cerca di individuare elementi ricorrenti che stanno ottenendo buoni risultati;
  6. Tieni presente i dati demografici del tuo pubblico mentre crei foto e video;
  7. Pubblica quando i tuoi follower sono attivi. Usa i dati statistici per vedere quando la maggior parte dei tuoi follower è su Instagram e scopri quando pubblicare contenuti;
  8. Trasforma i post più coinvolgenti in inserzioni e aggiorna i contenuti in base alle prestazioni.

Seguendo questi consigli sono certa che migliorerai le prestazioni del tuo business account su Instagram.

I dati delle aziende presenti su Instagram sono ogni giorno più incoraggianti, e con i nuovi stickers introdotti anche le piccole aziende possono riuscire ad emergere tra la folla di profili presenti sulla piattaforma.

Se non sai come muoverti su Instagram e vuoi aprire un profilo per la tua attività o vuoi migliorarlo e renderlo più efficace, contattami nel team di AEsse Communication.

 

Articolo a cura di Giorgia Bozzetti
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L’E-Commerce oggi, tra opportunità e consapevolezza

L’E-Commerce oggi, tra opportunità e consapevolezza

Districarsi tra le varie offerte di piattaforme di vendita online non è facile. Indispensabile è prima conoscere budget e tempistiche per posizionarsi su Google. Il motto rimane però: “content is king”

Anche i più scettici si sono accorti, in questo momento storico, che il presente premia chi segue le dinamiche di mercato. 

Il consumatore è sempre più digitale e probabilmente sarà così anche in futuro.

Il tuo sito è una vetrina, un biglietto da visita, un catalogo e un negozio in cui gli utenti possono acquistare i tuoi prodotti o servizi.

Se il tuo lavoro e la tua professionalità sono il tuo futuro allora il sito web è il canale ideale su cui promuoverti.

Il sito web è sufficiente per vendere?

Dipende. Per alcuni tipi di attività avere un e-shop è una soluzione. 

Sono molti gli strumenti con i quali puoi promuovere il tuo prodotto o servizio in vendita su un e-commerce. 

Anche i gestori dei social stanno promuovendo il concetto della vendita on-line, bypassando il sito web e sviando quello che è il principio della vendita: la costruzione di un rapporto di fiducia con l’utente e delle solide relazioni basate sulla condivisione di informazioni utili.

L’uso di un canale di vendita diverso dal sito web è sempre la conseguenza di un’analisi preliminare approfondita che mira a chiarire quali sono i tuoi obiettivi e le tue necessità.

La cosa migliore è integrare le opportunità che ti offre il tuo sito web con annesso blog aziendale con la visibilità che offrono i social media, in una strategia integrata di marketing.

Cos’è l’e-commerce Marketing

L’e-commerce Marketing è quel ramo del Digital Marketing che si occupa di studiare le tecniche necessarie a dare visibilità ai negozi online. 

In particolare l’e-commerce marketing sviluppa le tecniche di posizionamento sui motori di ricerca per intercettare le query di prodotti e categorie di prodotti appartenente al tuo negozio online. 

È su questo che bisogna lavorare affinché un e-commerce si posizioni sulle prime pagine dei motori di ricerca: aprire un e-commerce non significa automaticamente vendere.

Le attività di un e-commerce marketing sono comprese in una strategia formata da: 

  1. Inbound Marketing
  2. Ottimizzazione SEO
  3. Studio delle keywords
  4. ADV Google 
  5. Social Media Marketing
  6. Analisi di usabilità
  7. E-mail Marketing

Ecommerce Marketing

In una strategia di E-Commerce Marketing sono indispensabili alcune azioni mirate

1. Inbound marketing

L’approccio dell’Inbound marketing è finalizzato a creare delle relazioni significative con le persone e gli utenti. Le azioni da sviluppare tramite il supporto di un piano editoriale di un Blog aziendale sono le seguenti:

  1. attirare gli utenti con la redazione di contenuti che soddisfino le loro domande,
  2. intercettare le esigenze del navigatore online che desidera trovare soluzione ai suoi problemi o valide alternative alle sue ricerche,
  3. convertire in azioni di contatto o di acquisto da parte dell’utente, dopo aver soddisfatto le sue esigenze,
  4. analizzare le pagine o gli articoli che riscontrano più interesse per meglio focalizzare ulteriori proposte.

Per saperne di più leggi: Inbound marketing: da visitatore a cliente

2. Ottimizzazione SEO

Per farti trovare dai tuoi utenti devi essere presente sulle pagine dei motori di ricerca.

Per questo non puoi trascurare Google e altri motori di ricerca: sono l’ingresso principale a tutte le informazioni contenute online e sono usati quotidianamente dal 95% degli utenti italiani.

Se vuoi aumentare il traffico nel tuo sito e-commerce devi scalare la SERP (pagina dei risultati del motore di ricerca).

Come lo puoi fare?

Il tuo sito e il tuo e-commerce devono essere concepiti con una strategia SEO attenta ad ogni dettaglio.

Leggi anche: L’utilizzo della SEO nell’e-commerce è fondamentale per comparire nella prima pagina di Google

3. Studio delle Keywords 

Non esiste un unico fattore che determina il posizionamento del tuo sito web, ma esistono una serie di operazioni che possono migliorarlo e, con il tempo, puoi arrivare nelle prime posizioni.

Non credere a chi ti promette di farti arrivare sulla prima pagina in pochi giorni. 

Innanzitutto, un sito web si posiziona in base a determinate parole chiave, cioè quelle digitate dagli utenti nella barra di ricerca. Un sito è ben posizionato in relazione ad una parola chiave quando la ricerca di quella parola su Google lo propone nei primi risultati, cioè entro i primi 10. 

La prima cosa da fare è definire una rosa di parole chiave su cui concentrarsi per il posizionamento del sito. 

I termini vanno scelti con un’analisi che si basa su diversi elementi: concorrenza, bacino geografico e contenuti sono i fondamentali.

4. ADV in Google Adwords (Ads)

Gli annunci a pagamento su Google rimangono ancora oggi uno dei migliori strumenti di direct e-marketing, perché permettono di intercettare il bisogno espresso di un potenziale cliente, e quindi aumentare la possibilità di fare una conversione, ovvero trasformare l’utente in un tuo cliente. 

Certo la visibilità è immediata e assicurata. Dipende però da quanto sei disposto a investire.

L’optimun sarebbe bilanciare le sponsorizzazioni con una strutturata produzione di contenuti sul tuo Blog aziendale.

Ricorda sempe una cosa: sul tuo Blog sei a casa tua e ciò che condividi rimane online e, quando condiviso, amplifica la sua visibilità.

5. Social Media Marketing

I social media contribuiscono in modo importante al successo del tuo e-commerce. Pensa che solo nel 2017 i social referral (le segnalazioni o raccomandazioni di persone che suggeriscono un prodotto/servizio di un’ azienda) ai siti sono aumentati del 110%.

Una percentuale che è in continuo aumento se riferita al periodo del lockdown dovuto al Coronavirus.

Pertanto, se non sei social, è molto probabile che tu non esista!

Ecco dunque l’importanza di una strategia social all’interno della tua politica di social commerce.

I social media vanno usati in modo professionale e sono molto utili per la creazione di contatti e al mantenimento delle relazioni. Non sostituiscono il sito web, ma è importante aggiornare costantemente le pagine con nuovi contenuti.

Ricorda che sono anch’essi una vetrina.

Leggi: Gestire una pagina Facebook: 10 cose da sapere per ottenere risultati

6. Analisi di usabilità (user experience)

L’analisi di usabilità riguarda la disposizione degli elementi del sito, l’interfaccia delle pagine, la chiarezza dei contenuti e di ogni aspetto del tuo e-commerce.

Ogni parte deve essere studiata pensando all’utente, alla user experience. Il sito e l’e-commerce deve essere piacevole da navigare, semplice e intuitivo.

Ci devono essere, inoltre, gli inviti a compiere un’azione (le famose call to action), che devono essere posti in modo congeniale allo sviluppo testuale e grafico.

Per approfondire leggi anche: UX Writing: l’importanza dei microtesti nella user experience

7. Email Marketing

Un’e-mail inviata periodicamente può aiutarti a diventare il punto di riferimento per i tuoi utenti, che  hanno così l’occasione di tornare nel tuo negozio online, conoscere in anteprima sconti, promozioni e offerte limitate.

Questo tipo di informazione fa sentire i tuoi utenti “speciali” in quanto fornisci loro delle anticipazioni che altri non ricevono. È una modalità di fidelizzazione che porta da sempre buoni risultati.

Per saperne di più sull’Email Marketing leggi: Come scrivere una Newsletter efficace e impostare una strategia di Email Marketing

Il Blog Aziendale

Ci tengo a soffermarmi sull’importanza del Blog aziendale, tanto per un-ecommerce quanto per un sito vetrina.

Anche se finalizzato alla vendita dei tuoi prodotti, in realtà, l’obiettivo diretto di un blog non è la vendita, ma la costruzione della fiducia grazie ai contenuti di valore e alle informazioni che condividi.

Questi contenuti, condivisi online, contribuiscono a dare autorevolezza al tuo brand.

Oggi più che mai si rende necessario fornire un servizio informativo nei confronti di chi ti mostra fiducia, prima di passare all’aspetto commerciale.

In poche parole: per ottenere consenso devi prima dare.

Il blog aziendale ti serve proprio per creare fiducia e relazioni solide.

Sarà proprio questa fiducia a produrre, poi, la conversione dei tuoi lettori, ossia il passaggio da utente a cliente.

Se hai bisogno di altre informazioni non esitare a contattarmi.

Insieme possiamo cercare la soluzione che meglio si addice alla tua attività online!

Leggi anche: Utilità del Blog per siti web e per e-commerce

 

Articolo a cura di Sara Soliman
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Quando il libro è una cura per l’animo e per il corpo: Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno di Ella Bethoud e Susan Elderkin

Quando il libro è una cura per l’animo e per il corpo: Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno di Ella Bethoud e Susan Elderkin

Con la lettura possiamo capire la natura di emozioni e sentimenti, compreso il dolore. E conoscerlo e contestualizzarlo è il primo passo per raggiungere la guarigione

Ho iniziato a leggere Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno poco prima del periodo di isolamento da Coronavirus.

In questi mesi di silenzio e di rallentamento generale leggere per me è stata un’ancora e un motivo di scoperta di nuovi mondi senza viaggiare.

È proprio vero, la letteratura ti permette di viaggiare anche rimanendo fermo, ma anche di guardare dentro te stesso.

Mi piace riportare le parole di Umberto Galimberti (su D di Donna, inserto de La Repubblica del 21 marzo 2020):

“Dai libri si apprendono i sentimenti che, a differenza delle pulsioni e delle emozioni, non sono dati per natura, ma, dall’origine del mondo si acquisiscono per cultura, come ci insegnano i miti dei primitivi, la mitologia greca, dove ogni dio è espressione di un sentimento (…). 

Oggi non possiamo più ricorrere ai miti, ma abbiamo quel repertorio che è la letteratura, dove si impara cos’è il dolore in tutte le sue manifestazioni, l’amore in tutte le sue declinazioni, la gioia, l’angoscia, la speranza , la disperazione, la noia, l’entusiasmo, e via dicendo.

Perché, se uno conosce la natura dei sentimenti, quando sopraggiunge il dolore sa dargli un nome e ha una mappa per sapere come uscirne.

Mentre chi non ne dispone, cede all’impatto emotivo o addirittura a quello impulsivo con gesti dannosi, quando non pericolosi”.

 

La connessione tra lettura e consapevolezza è dunque ciò che rende i libri degli ottimi rimedi per ogni accadimento, dal malessere alla sventura.

Questa è la forza del libro e delle parole.

Penso che possiate essere d’accordo con me se dico che un libro, letto nel momento giusto, può cambiarci la vita.

Inoltre, dallo stesso libro letto in periodi diversi della nostra esistenza, possiamo cogliere e riflettere su aspetti precedentemente non colti.

 

Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno

Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno di Ella Berthoud e Susan Elderkin è una sorta di prontuario, una celebrazione del potere curativo della letteratura.

Nato come un piccolo esperimento ha trovato nei lettori e nei librai un grande entusiasmo, tanto che l’iniziativa di inviare un suggerimento per arricchire gli elenchi dei libri consigliati prosegue sul web (al sito www.sellerio.it).

Ella e Susan sono due ex studentesse di letteratura inglese dell’Università di Cambridge.

Nel 2008 hanno fondato un servizio di Biblioterapia con la School of Life di Londra e da allora hanno continuato a prescrivere libri, di persona o virtualmente, a pazienti di tutto il mondo.

Per scrivere Curarsi con i libri, le due autrici raccontano: “abbiamo spulciato duemila anni di letteratura in cerca delle menti più brillanti e delle letture più ricostituenti”.

Dai classici ai contemporanei, dai libri di culto ai romanzi famosi o meno, ogni consiglio di lettura è una ricetta per anima e corpo, scritta con autorevolezza e umorismo dalle due colte autrici inglesi.

A ogni malanno, rigorosamente in ordine alfabetico, seguono consigli di lettura appropriati. 

A mio parere è un libro utilissimo, che va sfogliato e sottolineato, letto in ordine o secondo le emozioni del momento. E tenuto a portata di mano.

C’è proprio tutto: dalla cura al cuore spezzato con Emily Brönte a quella dell’arroganza con Jane Austen e al mal di testa con Ernest Hemingway.

Ci si può concedere un massaggio con Haruki Marukami o scoprire il romanzo perfetto per alleviare la solitudine.

Dalla tristezza all’incapacità di cogliere le occasioni, dalle calvizie al desiderio di cambiar lavoro, dall’ipocondria all’indifferenza.

Per ogni atteggiamento sbagliato o situazione sfortunata c’è un libro (o più) pronto ad alleviare la nostra sofferenza.

Le autrici offrono inoltre i lori consigli su cosa leggere quando non si riesce a dormire, i migliori libri da leggere per ogni decennio di vita, i libri migliori per ogni rito di passaggio.

 

Consigli letterari

 

L’edizione italiana è curata da Fabio Stassi (alcuni suoi romanzi: La lettrice scomparsa del 2016, Ogni coincidenza ha un anima del 2018 e L’ultimo ballo di Charlot del 2012) e presenta un ulteriore arricchimento di trenta nuova ricette, oltre alle trenta aggiunge dalle due autrici per la nuova edizione (2019).

Ogni libro consigliato è una sorta di immunizzazione e, scrive Stassi:

“Agisce su di noi allo stesso modo delle campagne di prevenzioni contro il vaiolo o la poliomielite”.

Ugualmente, chi consiglia un libro a un amico per aiutarlo a uscire da un momento difficile ha già offerto un farmaco ed espresso una diagnosi.

Credo che questo sia successo a qualsiasi buon lettore. Di qui la connessione profonda tra lettura e malattia.

“Non è forse la biblioterapia un tentativo di vaccinazione al male di vivere?”

Curarsi con i libri esce per la prima volta nel 2013, ed è seguito nel 2017 (in Italia con Sellerio Editore) da Crescere con i libri. Rimedi letterari per mantenere i bambini sani, saggi e felici.

Le due autrici concludono così la loro introduzione:

“Vivere senza letteratura significa perdere l’occasione di vivere arricchendosi delle lezioni di coloro che hanno percorso questa via prima di noi.”

Non siete d’accordo anche voi?

 

Articolo a cura di Sara Soliman
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Inbound marketing: da visitatore a cliente. Scopri come distinguerti dalla concorrenza per ottenere attenzione e riconoscimento

Inbound marketing: da visitatore a cliente. Scopri come distinguerti dalla concorrenza per ottenere attenzione e riconoscimento

L’Inbound Marketing è un metodo incentrato sul farsi trovare dai potenziali clienti, attirarli verso il Brand e farli diventare prima contatti poi clienti e infine promotori.

La ricerca di prodotti e servizi sul web è la base su cui si basa il marketing di oggi.

Ed è su questo comportamento del consumatore che si fondano il content marketing e l’inbound marketing.

Le aziende devono essere presenti in rete in modo chiaro e mirato, con siti e portali da gestire in ottica di mercato.

È in questo scenario che nasce l’inbound marketing, che intende promuovere azioni per catturare l’attenzione dei potenziali clienti, facendo in modo che la tua azienda venga trovata in modo facile e veloce nell’universo della rete.

L’approccio dell’inbound marketing è quello mettere al centro la persona, creando delle relazioni significative e permanenti con i propri utenti/clienti.

Conosci già l’inbound marketing?

Lo utilizzi per la tua attività?

Sai come utilizzarlo al meglio per attirare nuovi clienti per il tuo business?

Se non sai bene come muoverti, stai muovendo i primi passi nel mondo dell’inbound marketing o vuoi approfondire l’argomento, scopri insieme a me cos’è e come funziona questa metodologia di fare marketing.

Cos’è l’Inbound Marketing

Nel 2009 Brian Halligan, co-fondatore e CEO di HubSpot, Dharmesh Shah e David Meernan Scott pubblicano un libro dal titolo “Inbound Marketing: Get Found Using Google, Social Media and Blogs”.

Il libro ha svolto il ruolo di grande campagna di pubbliche relazioni per far conoscere al mondo un nuovo modo di fare marketing, un metodo che ben presto venne adottato da numerose aziende.

 

Ciò rappresentò un fondamentale cambiamento rispetto al tradizionale modo di fare business.

Infatti, quando ti parlo di inbound marketing faccio riferimento proprio alla creazione di contenuti di qualità, educativi, interessanti e che attirano le persone verso la tua attività e i tuoi prodotti.

Andando ad allineare i contenuti che pubblichi con gli interessi e le caratteristiche del tuo buyer persona, sarà per te naturale attirare traffico in entrata che ti sarà poi possibile convertire, chiudere e deliziare nel tempo.

In questa metodologia di marketing è l’utente stesso che si avvicina alla tua azienda, attraverso i tuoi canali di accesso online, ossia il tuo sito web e i tuoi social media.

Potrai utilizzare sia contenuti creati dalla tua azienda (content generation) sia quelli inseriti dai tuoi utenti (user’s generated content).

Usando una metafora possiamo paragonare il tuo portale a una rete che ti permette di “pescare” i tuoi potenziali clienti nell’oceano di internet attraverso i contenuti che non sono altro che le esche che hai confezionato per attirarli.

Parlo di informazioni, idee, suggerimenti, declinati in formati diversi, che hanno l’obiettivo di richiamare l’attenzione e la partecipazione dei tuoi utenti.

Questo approccio favorisce l’adesione spontanea delle persone al messaggio della tua azienda, rendendole parti attive nel dialogo tra marketer e cliente.

Oggi, quindi, ogni tipologia di contenuto che crei e condividi non deve essere solo una vetrina, ma deve essere insieme indicizzato (ossia ottimizzato per i motori di ricerca) e performante, ossia soddisfare i bisogni e i desideri delle persone che ti leggono.

Potrebbe interessarti: Per farti trovare dai tuoi potenziali clienti devi conoscere il tuo target di riferimento: le Buyer Personas

Contenuto e contesto: i due elementi essenziali dell’Inbound Marketing

Nel progettare una strategia di inbound marketing devi prendere in considerazione due elementi fondamentali che caratterizzano questo approccio:

  • Il contenuto
  • Il contesto

 

contenuto e contesto nell'inbound marketing

Il contesto e il contenuto sono due elementi dell’inbound marketing


CONTENUTO

Il cuore dell’inbound marketing è il contenuto. Infatti, il modo migliore per attirare potenziali clienti e fare in modo che conoscano e apprezzino la tua azienda è quello di offrire contenuti creati ad hoc per loro.

Contenuti che rispondano alle loro domande, che soddisfino i loro bisogni reali e che possano aiutarli nel loro quotidiano.

Per fare questo devi prima di tutto creare e distribuire contenuti di valore, rivolti a un pubblico ben definito, con lo scopo ultimo di attrarlo verso la tua attività.

Per contenuti intendo la creazione di contenuti testuali o visuali da utilizzare nei tuoi diversi canali di comunicazione.

Devi anche ottimizzarli SEO in modo che i motori di ricerca li apprezzino e gli diano visibilità nella serp di Google.

Inoltre, ricordati che l’inbound marketing non è solo un mezzo tramite il quale promuovi la tua azienda, bensì una vera e propria metodologia che copre l’intero ciclo di vita del processo d’acquisto.

Questo perché le persone passano attraverso diverse fasi durante questo processo:

  1. Vengono a conoscenza della tua azienda;
  2. Interagiscono con essa;
  3. Acquistano;
  4. Tornano ad acquistare.


CONTESTO

I contenuti che crei dovrai allinearli al contesto in cui si trovano i tuoi utenti, ovvero pubblicare il contenuto giusto nei posti giusti (canali) e al momento giusto (fase del processo d’acquisto).

Solo in questo modo il lavoro che stai svolgendo sarà rilevante e utile per i tuoi utenti.

Puoi raggiungere questo obiettivo solo distribuendo i tuoi contenuti con appositi strumenti e su appositi canali (blog, social network, e-mail marketing) che Internet ti mette a disposizione.

Come funziona il funnel dell’Inbound Marketing

Funnel significa imbuto e sta ad indicare il percorso di conversione che consente di attrarre visitatori al tuoi sito web e di trasformarli poi in clienti fidelizzati.

Viene utilizzato proprio il termine funnel perché le persone coinvolte dalle tue iniziative promozionali all’inizio sono molte, ma col tempo diminuiscono di numero per rimanere poi solo i clienti fidelizzati e gli ambasciatori della tua attività.

Si tratta quindi di un percorso che ti permette di intercettare in modo esclusivo i clienti veramente interessati alla tua attività, per renderli poi ambasciatori del tuo messaggio con i loro amici, famigliari e conoscenti. Un passaparola che può diventare virale e proficuo per l’immagine e la reputazione del tuo business.

Il funnel dell’inbound marketing parte da un principio che regola tutto il processo: la condivisione di contenuti interessanti è la tua risorsa più preziosa e la tua strategia avrà successo se e solo se riuscirai a costruire il giusto messaggio e farlo giungere alle persone giuste, al luogo giusto e nel momento giusto.

Quindi per costruire un funnel efficace per la tua attività devi:

  • Conoscere il tuo target di riferimento, le sue esigenze, le sue abitudini, i suoi gusti e i suoi desideri;
  • Il tuo obiettivo da raggiungere deve essere SMART (specifico, misurabile, raggiungibile, realistico e definito nel tempo);
  • Utilizzare tools efficaci per attuare la tua strategia;
  • Attuare una precisa e ben studiata attività di content marketing.

Le quattro fasi della conversione da visitatori a clienti

Il percorso di conversione è composto da quattro fasi: attrarre, convertire, chiudere e deliziare. Vediamole insieme.

Inbound marketing funnel

Il funnel dell’inbound marketing prevede quattro fasi di conversione: attrarre, convertire, chiudere e deliziare

 

ATTRARRE

Nella fase di attrazione devi concentrarti sull’attirare nuovi potenziali clienti attraverso la creazione e la condivisione di contenuti utili e pertinenti.

Gli strumenti che puoi utilizzare in questa fase sono:

  1. La SEO e le keywords, con le quali puoi capire le abitudini e le modalità di ricerca del tuo target di riferimento e intercettarlo nel momento in cui esprime il suo bisogno;
  2. Il blog, che con i suoi contenuti studiati riesce ad intercettare le domande dei tuoi potenziali clienti e offrire loro le risposte giuste (precise, ben scritte, ricche di informazioni)
  3. I social media, che sono fondamentali per la promozione dei tuoi contenuti e per costruire una relazione duratura con il tuo pubblico;
  4. Il Content marketing.

Potrebbe interessarti anche: Cos’è il Content Marketing e come utilizzarlo per creare una strategia efficace per la tua azienda

CONVERTIRE

Convertire significa fare in modo che i visitatori del tuo sito web diventino contatti.

Lo scopo di questa fase è cercare di trasformare i visitatori del tuo sito in lead, potenziali clienti che, avendo già letto i tuoi contenuti, sono più propensi a fornirti le loro informazioni personali.

In queso modo puoi conoscerli, capirli, riuscire a conquistare la loro fiducia e riuscire a soddisfare i loro bisogni e desideri.

Per riuscirci dovrai offrire loro qualcosa in cambio, che può essere una promozione, uno sconto, qualcosa che sia per loro allettante e interessante.

Gli strumenti che puoi utilizzare sono:

  1. Call to actions. Le chiamate all’azione devono invogliare l’utente a compiere l’azione che tu vuoi che compia;
  2. Contacts forms. Devono essere studiati per chiedere le informazioni necessarie e nel giusto numero (non essere invadente);
  3. Landing pages. Le pagine di atterraggio devono essere studiate con lo scopo di offrire un regalo o di ricevere in cambio informazioni utili e preziose ai tuoi utenti.

 

CHIUDERE

Ora che i tuoi contatti sono nel tuo database devi fare in modo che diventino tuoi clienti.

Questa fase si gioca tutta sui contenuti, per dimostrare loro che la scelta che stanno pensando di compiere è quella giusta.

Gli strumenti che puoi utilizzare nella fase della chiusura sono:

  1. Customer  Relationship Management (CRM), ovvero le strategie e attività di gestione delle relazioni con i tuoi clienti potenziali e reali;
  2. E-mail marketing. Comunicazioni e contenuti pensati per conquistare in modo definitivo i tuoi clienti;
  3. Analisi dei dati e reportistica.Leggi anche: Come scrivere una Newsletter efficace e impostare una strategia di Email Marketing

DELIZIARE

Dopo che il tuo cliente ha acquistato un tuo prodotto o servizio non lo devi abbandonare, anzi, devi riuscire a mantenere un buon rapporto con lui.

Cerca di fidelizzare i tuoi clienti per trasformarli in promotori attivi del tuo business.

Strumenti da utilizzare:

  1. Call to action;
  2. Offerte personalizzate;
  3. E-mail marketing;
  4. Interviste;
  5. Social media;
  6. Form;
  7. Social monitoring;
  8. Eventi.

 

La regola SCOPE: 5 principi base

Per riuscire a collegare la metodologia dell’inbound marketing alla sua esecuzione il metodo migliore è seguire la regola SCOPE.

Sono delle linee guida per ogni fase di conversione:

  1. Standardizza. Le tue informazioni devono essere coerenti così da creare un rapporto di fiducia con i tuoi clienti;
  2. Contestualizza. Utilizza le informazioni di tutte le tue interazioni precedenti per riuscire a fornire la risposta più rilevante e il più veloce possibile. Questo ti evita conversazioni ripetitive e perdite di tempo;
  3. Ottimizza. Devi essere chiaro e quindi consapevole dei punti di forza e debolezza dei tuoi canali di comunicazione. Questo può aiutarti a determinare le interazioni e i contenuti migliori da offrire su ciascun canale;
  4. Personalizza. Utilizza le conoscenze che sono state condivise all’interno del tuo database di contatti così da riuscire a personalizzare ogni conversazione che hai con i tuoi utenti;
  5. Empatizza e adatta la tua offerta in modo da rispondere alle esigenze del tuo target di riferimento. Tieni sempre a mente che i tuoi clienti sono delle persone e quindi assicurati di instaurare con loro un rapporto stretto e confidenziale.

 

Scopri anche: Le Community: cosa sono e come si gestiscono. Scopri perché sono fondamentali per il successo del tuo business online

Potrebbe interessarti: Perché comunicare con Empatia è uno strumento vincente: dai valore agli altri, valorizzi te stesso e crei fiducia

 

I vantaggi dell’Inbound Marketing per la tua attività

Vediamo insieme cosa rende così efficace e vantaggioso l’utilizzo dell’inbound marketing per la tua attività:

  • Crea brand awareness;
  • Inquadra e classifica il tuo cliente in modo da prepararlo all’acquisto;
  • Ti permette di costruire relazioni con i tuoi clienti;
  • Attrae un numero maggiori di pubblico di qualità;
  • Ti facilita la riconversione del visitatore in cliente fidelizzato;
  • Potenzia e rende più incisiva la reputazione e l’immagine della tua azienda;
  • Ti fa guadagnare credibilità e fiducia;
  • Ti permette di creare un tuo canale di promozione;
  • Rende più agile e fluido il ciclo di acquisto per i tuoi clienti.

 

Quindi, l’inbound marketing può aiutare la tua azienda a distinguersi dalla concorrenza e ad ottenere un rapporto di attenzione e riconoscimento da parte dei tuoi clienti.

Se vuoi saperne di più su questo approccio al marketing, hai delle domande o hai bisogno di qualche consiglio per la tua attività non esitare a contattarmi nel team di AEsse Communication.

 

Articolo a cura di Giorgia Bozzetti
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L’informazione online e le ultime generazioni: il Digital News Report del Reuters Institute e il caso Reddit

L’informazione online e le ultime generazioni: il Digital News Report del Reuters Institute e il caso Reddit

Qual è il legame tra l’informazione e i Millenials? Uno studio dell’istituto inglese, collegato all’Università di Oxford, ci spiega cosa cercano e come si informano le nuove generazioni. Per i più impegnati c’è Reddit, il social news che resiste alle tendenze del momento

Oramai sono anni che il mondo dell’informazione si interroga sulle esigenze dei giovani e su come si rapportano con i media tradizionali.

Giornali, radio e televisione subiscono continui cali di audience, anche tra i giovani dai 18 ai 35 anni, le generazioni Z e i Millenials.

I giovani che si intrattengono con l’informazione sembrano delimitare un solco tra la voce di un “house organ” e i new media.

A volte il loro modo di interfacciarsi con i media tradizionali sembra sfuggente, titubante e quasi disinteressato.

Potrebbe essere la figura della struttura delle testate giornalistiche, che rispecchiano formalismi e dogmi di un tempo, il motivo distanziante nei ragazzi lettori?

Forse, ma sono anche le diverse necessità dei nuovi readers a staccarsi da una lettura dei media “vecchio stile”.

Di rilievo risulta essere la ricerca fatta nel Regno Unito dal Reuters Institute for the Study of Journalism, organizzazione che fa parte dell’Università di Oxford, con il “The Digital News Report 2019”.

Il Reuters Institute for the Study of Journalism con il Digital News Report 2019

Il Digital News Report è il più grande studio comparativo internazionale al mondo che monitora l’accesso e l’impegno delle notizie online in 38 paesi.

Come evidenziato sul sito dell’istituto inglese, il rapporto del 2019 si concentra su svariate questioni che riguardano le tendenze e le prospettive del pubblico sull’informazione:

dalla fiducia sulle fonti alla disinformazione, dalle mutevoli fortune delle piattaforme dei social media al modo in cui vengono utilizzate per le notizie e molto altro.

L’ottavo rapporto annuale sulle notizie digitali del Reuters Institute si basa su un sondaggio di 75.000 utenti di notizie in 38 paesi di tutto il mondo (tra cui Europa, Americhe, Asia-Pacifico e, per la prima volta, l’Africa).

La relazione sul 2019 si scontra con un contesto globale di populismo, instabilità politica ed economica e preoccupazione per il ruolo che hanno i giganti della tecnologia nella società.

Il sondaggio esamina, inoltre, come le notizie soddisfino le esigenze dei suoi consumatori in questo ambito.

Un’anticipazione della ricerca la troviamo nella dichiarazione introduttiva del report con i due ricercatori, Antonis Kalogeropoulos e Richard Fletcher: “I media si affidano al loro pubblico sia per la loro importanza pubblica che per la loro sostenibilità economica. Indipendentemente da quanto possano essere valide le segnalazioni, se le persone non le apprezzano, è improbabile che abbia un impatto significativo sull’opinione pubblica o sulla conoscenza pubblica.”

“Allo stesso modo – dichiarano Antonis e Richard – se le persone trovano le notizie deludenti, non importa quanto orgogliosi possano essere i giornalisti del loro lavoro, le persone potrebbero non essere disposte a pagare per questo come prodotto commerciale o come servizio pubblico. Potrebbero anche essere riluttanti a sostenere i media se i leader politici cercano di reprimersi o di intimidirli”.

Digital News Report 2019

Come i giovani passano il tempo sui loro smartphone e il ruolo delle notizie (fonte: digitalnewsreport.com)

 

Millenials e Generazione Z

Dal rapporto del Reuters Institute emerge che le generazioni Z e Y (Millenials) sono propense ad accedere alle notizie in modo “facile”, sia nella parte visuale e sia nel linguaggio, che deve essere chiaro ed esplicativo.

Soprattutto l’accesso alle news deve essere istantaneo, possibilmente dal mobile in quanto è il mezzo più usato per la fruizione dei contenuti.

Il dato che emerge è la richiesta di storie che trattano temi che li coinvolgano, quali la lotta agli stereotipi, il lifestyle o la diversità.

Dal report anglosassone si nota quanto sia determinante per i ragazzi leggere racconti divertenti e che siano “utili da sapere”.

Le notizie imposte dai giornali tradizionali sono lasciate in disparte e meno considerate.

La Generazione Z e i Millenials leggono, egoisticamente, ciò che desiderano sapere e ciò che stimola loro curiosità.

Altro fattore di allontanamento dai giornali tradizionali è il format usato. Come evidenziato nell’immagine sopra, i social vengono usati poco dalle agenzie di informazione.

Le piattaforme social come Instagram e Facebook sono le prime due App in ordine di comparsa sugli schermi degli under 35.

Modi e tempi per intercettare l’attenzione dei giovani

I giovani desiderano essere coinvolti e amano tutto ciò che è “tagliato su misura” per loro, l’informazione mirata e diretta ai loro interessi.

Ecco il successo delle Newsletter, che riscuotono la fiducia dei giovani in quanto arrivano direttamente nella casella email con una selezione di notizie pensata apposta per loro.

Anche i tempi di fruizione e di accesso alle news sono diversi. I ricercatori ne hanno individutato 4 tipologie:

  1. Dedicated, il tempo riservato all’informazione in cui l’attenzione e la concentrazione sono più alte.
  2. Updated, il tempo dedicato agli aggiornamenti.
  3. Time-filer, il tempo usato tra un’attività e l’altra.
  4. Intercepted, il tempo richiesto per leggere un messaggio o una notifica inaspettati.

Rapporto tra i giovani e l’informazione

Ecco allora che risultano evidenti tre aree da considerare:

  1. Il Tempo
  2. La Persona
  3. Il Mezzo

Ma attenzione che i ricercatori, a conclusione dello studio, sottolineano un altro fattore: la non convenzionalità del lettore giovane.

La sua scelta delle notizie dipende da un mix di curiosità, desiderio personale e divertimento. E qui risiede la capacità del redattore di muoversi su più livelli comunicativi.

 

Reuters Institute England

Il Digital News Report del Reuters Institute for the Study of Journalism dell’Università di Oxford (England), Foto di Reuters Institute – ph. Jeenah Moon)

I 5 punti suggeriti dal Reuters Institute per attrarre i Millenials

Il Reuters Institute for the Study of Journalism ha riassunto in cinque punti i consigli utili per i media ad attrarre Millenials e Generezione Z.

  1. Accesso facile a contenuti e temi. In primis l’uso di un linguaggio semplice e magari con una struttura di spiegazione del testo a step in modo da rendere più fruibile la lettura.
  2. Adattare il brand giornalistico alla piattaforma usata. Usare i social per reindirizzare il medium principale crea una distorsione nel lettore. Ogni storia dovrebbe essere adattata alla piattaforma usata, pur mantenendo la cifra stilistica del giornale. Questo aiuta a stabilire un legame più forte con i lettori.
  3. Costruire nuove abitudini. Oggi il lettore è collegato in ogni momento della giornata e quindi necessita di aggiornamenti continui. Una newsletter al mattino, un riassunto a metà giornata e uno dopo la pausa pranzo potrebbe essere una soluzione.
  4. La narrazione. Concentrarsi su racconti legati a temi caldi per le nuove generazioni, che siano stimolanti per la loro curiosità.
  5. Diversificare. L’opinione generalista espressa del singolo media è vista da Millenials e Generazione Z come una forzatura. Gli articoli d’opinione e gli editoriali devono offrire diversi punti di vista in modo da dare l’opportunità ai giovani di informarsi e formarsi un’idea, ma in maniera indipendente.

Il caso di Reddit: una piattaforma che resiste alle tendenze social

Tra Snapchat e Tik Tok c’è una piattaforma che resite alle mode social. È Reddit, che compie 15 anni a giugno (fondato il 23 giugno 2005 nel Massachusetts, Stati Uniti, da Steve Huffman e Alexis Ohanian) e in Italia molti ancora non lo conoscono.

Si tratta di un forum su cui leggere qualsiasi cosa e argomento senza filtri. Al suo interno è possibile creare e mantenere attive delle aree di interesse (chiamate subreddit) che trattano contenuti multidisciplinari.

Ogni utente è un redditor e cioè colui che legge (read) e scrive (edit).

L’utente carica o linka un contenuto sul sito, ma l’aspetto diversificante è che saranno gli altri utenti a decidere se renderlo rilevante in Homepage, anche con un voto ai commenti che seguono alla pubblicazione.

Per molti è un esempio di informazione e di giornalismo partecipativi. Viene definito un sito di social news con notizie che vengono condivise con una discussione.

Tra informazione e “filter bubble”

Negli Stati Uniti gli utenti tra i 18 e i 29 anni che utilizzano le piattaforme social almeno una volta al giorno sono oggetto di una ricerca (anno di riferimento il 2019) pubblicata su PEW Research Center (articolo di Andrew Perrin e Monica Anderson – 10 aprile 2019).

Nel caso di Reddit parliamo di una fonte informativa che la Generazione Z usa proprio perché sono gli utenti stessi che confermano il successo o meno di una news. Insomma una luogo virtuale dove stare al sicuro dai filtri dei giornali e dei social.

Era il 2011 quando Eli Parisier definisce con il nome di “filter bubble” la bolla in cui siamo rinchiusi dagli algoritmi dei social che studiano i nostri interessi.

Questo perché in base ai like rilevati dai social (con 300 like si riesce a definire la personalità di un utente meglio di un genitore) ci vengono proposti online prodotti e contenuti.

Su Reddit è l’utente che decide a quale community iscriversi (subreddit): all’interno delle singole comunità ci sono regole più o meno restrittive con dei moderatori.

Forse è una finta democratizzazione, ma in realtà è l’utente che aderisce al suo aggregatore di notizie in modo del tutto volontario.

All’estero Reddit ha iniziato a collaborare con alcune testate. Nel mondo il social news raggiunge mensilmente quasi 430 milioni di lettori e in Italia (il subreddit r/Italy) si ferma a 180mila lettori.

La parola ora passa ai lettori che valuteranno se il social news Reddit è più per nerd o si avvicina al modo di concepire l’informazione, scevra da controlli e imposizioni.

 

> Vedi il Digital News Report 2019

Articolo a cura di Nicola Albi
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Foto di copertina: Ph. Jezael Melgoza per unsplash.com

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Google aggiorna l’algoritmo: parte il May 2020 Core Update

Google aggiorna l’algoritmo: parte il May 2020 Core Update

Con l’annuncio di Google dell’aggiornamento di maggio 2020 molti temono ripercussioni sul posizionamento del proprio sito web.
Per ora è sufficiente monitorare il sito, con alcune accortezze.

Il Google May 2020 Core Update è stato dichiarato sul canale ufficiale di Twitter, alle 21.52 ora italiana, dal team dei programmatori di Google: “we are releasing a broad core algorithm update, as we do several times per year. It is called the May 2020 Core Update”.

Si tratta di un aggiornamento che si completerà tra circa due settimane.

Aggiornamento dell’algoritmo di Google

La compagnia, tramite l’account @searcliaison, con un tweet di Danny Sullivan, annuncia il rilascio dell’update con la struttura sintattica usata nel precedente update con il nome del mese, l’anno e la tipologia dell’aggiornamento.

Problemi di posizionamento dopo l’update?

La fonte ufficiale di Google, specifica in un articolo diretto a webmaster, web developer ed esperti SEO come rapportarsi con l’aggiornamento dell’algoritmo.

Se il sito gestito denota una perdita di posizioni questo è dovuto ad un rimescolamento generale delle classifiche che Google imputa con i nuovi modi di interpretazioni date alle query, a SERP e search intent.

Cosa fare allora?

Dopo la conclusione dell’update è indispensabile comprendere quali sono i parametri richiesti dal nuovo algoritmo e cioè:

  • capire i contenuti che Google individua come migliori,
  • studiare le nuove SERP (Search Engine Results Page significa: pagina dei risultati del motore di ricerca)

Scalare le pagine di Google

Monitorare il posizionamento del sito web in queste settimane di aggiornamento dell’algoritmo di Google

Il broad core update di Google: quali obiettivi

Il broad core update, l’aggiornamento che riguarda l’algoritmo generale della Ricerca di Google, è progettato per produrre effetti evidenti nei risultati di ricerca di tutti i Paesi e in tutte le lingue.

Questo significa che i siti web potrebbero subire forti scossoni nei posizionamenti, con cali o picchi di salite a seconda dei contesti e delle valutazioni.

Questi cambiamenti nelle classifiche di ricerca sono un riflesso della pertinenza dei contenuti alla luce delle nuove interpretazioni date ai vari parametri/fattori.

Pertanto se un contenuto acquisisce rilevanza beneficerà di una spinta in alto, oppure scenderà se per Google ha perso il focus rispetto al search intent (perché, appunto, saranno premiati siti concorrenti che mettono meglio a fuoco gli argomenti del tema trattato).

I contenuti, vecchi e nuovi, in base a questa valutazione devono essere rivalutati rispetto ai criteri precedenti.

Per questo motivo ci possono essere delle oscillazioni del sito sul ranking.

Google Update e Covid-19

Il May 2020 Core Update parte in un momento di estrema complessità in tutto il mondo a causa della pandemia.

Questa situazione risulta condizionare le ricerche organiche online di questo periodo.

COVID-19 ha cambiato ciò di cui le persone hanno bisogno dai risultati di ricerca di Google.

Sia che si stia cercando informazioni sul virus stesso o dove acquistare online prodotti tanto necessari.

Ci sono molte cose che guadagnano rilevanza che prima non erano così rilevanti per gli utenti.

Al contrario, le categorie che un tempo erano altamente rilevanti non vengono altrettanto ricercate.

Ad esempio: le ricerche relative a viaggi, turismo, spettacoli dal vivo ed eventi di persona sono meno ricercate.

Con l’aggiornamento principale di maggio 2020, Google si trova di fronte alla sfida unica di mettersi al passo con le ricerche del mondo.

Nel tempo, vedremo se le persone trovano più facile accedere alle informazioni di cui hanno bisogno tramite la Ricerca di Google.

Google update

I consigli per mantenere, dopo l’aggiornamento, la posizione ottenuta sulla pagina di Google

Aggiornamento di maggio 2020: cosa fare

Le indicazioni di Google relative a questo aggiornamento rimangono esattamente le stesse di tutti gli aggiornamenti di base in passato.

Storicamente, Google ha sempre detto che non c’è nulla da “correggere” se le classifiche scendono dopo un aggiornamento di base.

Piuttosto, i proprietari dei siti e coloro che si occupano della SEO sono regolarmente invitati a rendere il contenuto il migliore possibile.

Il significato è questo: “sforzati di rendere ogni contenuto la risorsa più completa possibile per soddisfare la ricerca dell’utente sul web”.

Esistono molte altre interpretazioni dei consigli di Google su come gestire l’impatto di un aggiornamento di base.

Il miglior consiglio su cosa fare dopo un aggiornamento “core”?

Continua a concentrarti su:

  1. Intenzione dell’utente.
  2. Contenuto di qualità.
  3. Architettura pulita.
  4. Linee guida di Google.

È molto probabile che questo aggiornamento dell’algoritmo non ti abbia “penalizzato” per qualcosa. Molto probabilmente ha appena premiato un altro sito per qualcos’altro.

Infine, non smettere di migliorare il tuo sito una volta raggiunta la prima pagina.

Sì, lo so, è la risposta che nessuno vuole sentirsi dire e sembra propaganda di Google.

È solo la realtà di cosa sia un aggiornamento. E questo Google May 2020 Core Update mantiene tutti i presupposti dei precedenti aggiornamenti: “stay tuned and work hard.”

Leggi anche: L’utilizzo della SEO nell’E-Commerce è fondamentale per comparire nella prima pagina di Google

Articolo a cura di Nicola Albi
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Foto di copertina: Mitchell Luo su unsplash.com

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Formazione, creatività ed empatia: come far amare ciò che scrivi e diventare un Copywriter professionista

Formazione, creatività ed empatia: come far amare ciò che scrivi e diventare un Copywriter professionista

La scrittura di testi per il web richiede fantasia, ma anche tecnica e capacità di scrivere guardando al risultato.
Il Copywriter è una figura professionale indispensabile per comunicare un brand con le parole giuste e fidelizzare il lettore

Il termine copywriter risale al XIX secolo e indicava chi si occupava di scrivere annunci all’interno di redazioni giornalistiche.

Con la diffusione dei mass media, il copywriter si è poi specializzato come pubblicitario, lavorando in agenzie di pubblicità o di comunicazione, spesso in coppia con il direttore artistico, ossia con chi cura la parte grafica delle pubblicità.

All’inizio il copywriter si occupava principalmente della creazione di tutte le parole della pubblicità, ossia di testi per affissioni, per la radio, slogan per la TV o per annunci stampa. Veniva infatti definito redattore pubblicitario.

Con l’avvento di Internet il ruolo del copywriter nel mondo della comunicazione si è specializzato, trovando spazio autonomo nel processo di Content Marketing.

Competenze del Copywriter

Occuparsi di copywriting vuol dire saper dire le cose nel modo giusto. Ciò conferisce serietà e professionalità al brand e offre nuove opportunità di contatto con i potenziali clienti

Copywriting e Copywriter oggi

Oggi il copywriting è un aspetto essenziale della comunicazione.

Con il marketing digitale le attività di copywriting sono passate a coprire i tanti aspetti testuali dei contenuti online: dall’advertising sui social media agli articoli per i blog aziendali, dai testi per siti aziendali all’email marketing alla creazione di landing page.

Quella del copywriter è una figura centrale del marketing moderno. 

È quel professionista  che sa utilizzare specifiche tecniche di scrittura per il web ed è in grado di comunicare il messaggio del brand attraverso le parole.

Oggi il copywriter è anche un abile comunicatore, un artista delle parole, colui che sa accompagnarti nella lettura del testo: è un po’ un architetto delle parole.

Deve però fare i conti anche con gli obiettivi da raggiungere, con la razionalità e con la strategia (richiesta di informazioni, acquisto, ricordo, ecc.)

Questo perché il copywriter ha il compito di indurre le persone a compiere un’azione ben specifica.

Il copywriter deve dunque saper scrivere testi o headline che tengano conto del brand di cui il testo si fa portavoce, dell’obiettivo concreto che deve raggiungere e del target di riferimento a cui dovrà comunicare il messaggio in maniera chiara e completa, ma anche emozionante e convincente. 

Il copywriter che scrive per il web deve tener conto anche delle esigenze di Google e di come scrivere testi che siano capaci di posizionarsi nelle SERP dei motori di ricerca.

Quest’attività è fondamentale affinché il brand per il quale il copy scrive possa intercettare le persone giuste al momento giusto.

Potresti leggere: Perché affidarsi al “copywriter” per creare l’immagine del brand sul web

Differenze tra Webwriter e Copywriter

Il copywriter, essendo per definizione un redattore pubblicitario, ha da sempre lavorato con parole e immagini.

Il webwriter invece crea articoli di qualunque genere seguendo le logiche della SEO e del Social Media Marketing. 

Il copywriter crea l’headline, si occupa del naming (scelta del nome dei prodotti/servizi) e dello slogan; il web writer invece lavora sul testo vero e proprio. 

Ma in molti casi queste differenze si annullano ed entrambi devono imparare a valutare e a scegliere parole e immagini. 

Sono due diverse professioni, o meglio, sono due esperienze della stessa professione che soddisfano due esigenze diverse, ma con la giusta preparazione è possibile svolgerle entrambe.

Come diventare Copywriter: la formazione

Per diventare copywriter occorre molto impegno e buona volontà. 

Il percorso da seguire non è univoco, certo che una laurea in materie umanistiche o almeno una formazione in questo ambito ti aiuterà a meglio comprendere le dinamiche della comunicazione.

La formazione è il pilastro cardine di cui hai bisogno, senza formazione è difficile diventare un professionista delle parole. 

La prima cosa che devi fare se vuoi diventare un copywriter professionista è studiare: acquista libri che approfondiscono l’argomento, leggi i blog di settore (guarda anche oltreoceano).

Leggi molto e analizza con attenzione quello che fanno i copywriter professionisti. Poi mettiti alla prova, scrivi e analizza i risultati. 

Online puoi trovare anche dei corsi di formazione validi: anche questa può essere un’alternativa.

copywriter

La formazione è indispensabile per diventare un bravo copywriter: studia, leggi, scrivi e fai esercizio

 

Per diventare copywriter devi possedere anche una buona dose di creatività, devi amare le parole e la scrittura ma devi essere orientato anche al raggiungimento dei risultati.

Una qualità molto importante per un copywriter è la capacità di ascoltare l’altro, di mettersi nei suoi panni, di comprenderne le ragioni, le emozioni, i bisogni, i timori: devi essere una persona sensibile ed empatica.

Insomma, avrai capito che per scrivere online non basta saper scrivere, quella semmai è una base da cui partire.

Requisiti del buon Copywriter

Ti elenco quelli che, secondo me, sono i requisiti indispensabili per diventare un buon copywriter.

1. Conoscere la scrittura per il web

Tutti sanno scrivere su Facebook e sul proprio blog, differente è fare della scrittura un lavoro che sappia portare dei rusultati.

2. Avere padronanza del linguaggio

Chi scrive per il web deve diventare padrone della propria lingua, conoscere più termini possibili.

Scrivere in modo semplice non significa non usare, e dunque conoscere, parole più complesse. In ogni caso dobbiamo conoscere il linguaggio del settore per cui scriviamo.

3. Conoscere bene la grammatica e la sintassi

Un refuso può accadere a chiunque ma un errore grammaticale (e mi riferisco anche all’apostrofo o all’accento) per un copywriter è inaccettabile. Un pessimo biglietto da visita.

4. Avere capacità di sintesi

Less is more è un mantra. Puoi anche scrivere testi lunghi, ma poi togli tutto quello che è in più e valorizza ciò che è essenziale.

5. Abituarsi alla revisione

Scrivere, rileggere e correggere più volte deve essere un’abitudine. 

6. Avere creatività e saperla dosare

L’abilità nell’uso della parola deve avvicinarsi a quello di un artista e lo stesso vale per la capacità di utilizzare figure retoriche o frasi ad effetto.

7. Usare il Tone of Voice appropriato

Il Tone of Voice può essere diverso per ogni cliente e ogni target di riferimento.

8. Non smettere mai di studiare

Anche la scrittura, come il web e i social, è in continua evoluzione. Leggi, leggi molto e resta aggiornato, anche su argomenti di attualità.

9. Avere competenze di scrittura in chiave SEO (Seo copywriting)

Ciò non significa essere degli esperti SEO. Parlo di conoscere le base dell’ottimizzazione di una pagina per i motori di ricerca.

10. Saper usare i vari sistemi di gestione dei contenuti (CMS)

11. Saper scrivere testi persuasivi

12. Conoscere la psicologia

Conoscere le dinamiche che sottostanno ai processi decisionali e ai comportamenti dell’essere umano ti aiuta a scrivere testi convincenti. Saper scrivere con empatia ti avvicinerà al lettore.

Leggi anche: Perché comunicare con Empatia è uno strumento vincente: dai valore agli altri, valorizzi te stesso e crei fiducia

Il SEO Copywriting

Il SEO copywriter conosce i principi della buona scrittura online e conosce il funzionamento della SEO, ma non deve essere un esperto dell’ottimizzazione.

Per questo c’è una figura specifica: il SEO, lo specialista che individua un obiettivo di posizionamento e impiega tutte le sue competenze per raggiungerlo. 

Il SEO copywriter ha però delle competenze specifiche perché sa bene che la forza di una pagina dipende molto dal buon uso della SEO. 

Che cosa dobbiamo sapere della SEO?

  • Cercare e individuare le parole chiave
  • Come scrivere i titoli: perché sono un elemento fondamentale per posizionare i nostri contenuti.
  • Come scrivere una description: perché persuade gli utenti a cliccare sul nostro sito fra i dieci risultati a disposizione della prima pagina.
  • Come scrivere un link: perché il “clicca qui” non comunica nulla.
  • Come dare forza al link: usare il title nei link non ha effetti sul posizionamento, ma sul comportamento dell’utente sì.
  • Come creare le categorie e i tag del blog.

Leggi anche: L’utilizzo della SEO é fondamentale per comparire nella prima pagina di Google

Vuoi lavorare come Copywriter?

Se vuoi fare del copywriting la tua professione puoi lavorare come dipendente in qualche agenzia di comunicazione o in qualche azienda.

Per le aziende infatti assumere un copywriter sta diventando sempre più essenziale perché saper dire le cose giuste nel modo giusto conferisce serietà e professionalità al brand oltre a offrire nuove opportunità di contatto con i potenziali clienti.

Se invece vuoi lavorare con partita IVA devi aprire un blog e iniziare pubblicare articoli capaci di intercettare i potenziali clienti. 

Questa è la logica Inbound marketing: creare contenuti, curare la SEO (che permette alle pagine web di farsi trovare dalle persone giuste nei motori di ricerca), diffondere i contenuti nei i social media per far arrivare i lettori sul tuo dominio.

Occorre insomma farsi conoscere tramite una piattaforma blog o sito personale, attraverso i quali, dopo tempo ed esperienza, proporre i propri servizi. 

Testi consigliati per diventare un buon Copywriter

Scoperte le tecniche di scrittura per il web, le tecniche di scrittura persuasiva, appreso il SEO copywriting e capite le opportunità di lavorare come copywriter, ti suggerisco una serie di libri sul copywriting che possono esserti utili:

  • La parola immaginata. Teoria, tecnica e pratica del lavoro del copywriter, Annamaria Testa, ilSaggiatore
  • UX Writing. Micro testi, macro impatto, Serena Giust, Hoepli
  • Il mestiere di scrivere. Le parole al lavoro tra carta e web, Luisa Carrada, Maggioli Editore
  • Struttura&Sintassi, Paroline&Paroloni, Guida di stile, Luisa Carrada, Zanichelli
  • Le armi della Persuasione, Robert B. Cialdini, Giunti Editore
  • How to Write Seductive Web Copy, kindle books, Henneke Duistermaak
  • Copywriter 101: Ebook gratuito scritto dagli autori del blog internazionale Copyblogger
  • Neuromarketing. Attività celebrale e comportamenti d’acquisto, Martin Lindstrom, Apogeo.

 

Articolo a cura di Sara Soliman
AEsse Communication

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