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Come scrivere la pagina Chi sono/Chi Siamo del tuo sito web

Come scrivere la pagina Chi sono/Chi Siamo del tuo sito web

La pagina Chi Siamo è una pagina di vendita e va impostata pensando a ciò che il lettore sta cercando. Cambia prospettiva: chiediti cosa tu puoi fare per lui e scrivilo

Costruire una pagina Chi Siamo efficace è fondamentale per presentare la tua azienda, il team o il tuo progetto nel tuo sito web in modo chiaro e coinvolgente.

È una pagina molto più visitata di quanto si creda, e il  motivo è semplice da comprendere: un utente arriva sul tuo sito, trova interesse per un tuo prodotto o servizio, pensa di approfondire e decide di contattarti per un preventivo. A questo punto va a vedere chi sei.

È la tua occasione. Per non sbagliare ricorda che nella pagina Chi Siamo qualsiasi contenuto tu scriva deve essere sempre utile e interessante per il tuo lettore, non per te.

Evita di raccontare quanto bravo, valido e onesto tu sia, il web è saturo di aziende che si autocelebrano come leader o professionisti di settore senza esserlo.

Definisciti “leader di mercato” solo se hai numeri e l’esperienza che ti rende tale, se sei il produttore o la marca che detiene la più alta quota di mercato in un dato settore di riferimento.

Cosa dovresti scrivere di te stesso e della tua azienda

Prima di tutto convinciti che la pagina Chi Siamo non riguarda necessariamente te e la tua azienda, o comunque non solo. Ai tuoi lettori interessa fino a un certo punto.

Vogliono sapere piuttosto cosa puoi fare per loro. 

Prima di scrivere il testo per la pagina Chi siamo prova a chiederti come puoi aiutare i tuoi clienti, come puoi renderli più felici o più produttivi, se puoi risolvere un loro problema.

Quando scrivi la tua pagina Chi Siamo, dimenticati di te stesso per un momento e chiediti quale azione vorresti che il tuo lettore intraprendesse.

Vorresti che ti inviasse una email per chiedere un preventivo? Invitalo a farlo.

Ragiona sul fatto che la tua pagina Chi Siamo (anche detta Su di noi o L’Azienda) è anch’essa una pagina di vendita e la vendita inizia con la comprensione di ciò che il lettore sta cercando.

Spiegagli allora cosa puoi fare per lui. Spiegagli perché dovrebbe sceglierti e cosa ti differenzia dai tuoi competitor.

E poi incoraggiarlo ad agire e a contattarti.

Cambio di prospettiva

Molte aziende danno per scontata la pagina Chi Siamo e la lasciano inalterata per anni, o riutilizzano lo stesso testo creato per il vecchio sito, preoccupandosi solo di aggiornare i contenuti che presentano prodotti e i servizi.

Cambia prospettiva, cambia impostazione.

Nella stragrande maggioranza dei casi, i tuoi prodotti e i servizi sono simili a quelli che vendono anche i tuoi concorrenti, ciò che ti differenzia dalla concorrenza sei tu e la tua azienda.

E poi ricorda che i clienti comprano dalle persone, non dalle aziende.

Usa allora il Chi siamo per distinguerti dai tuoi concorrenti.

Nel Web sono tanti i brand che si raccontano in modo banale e autoreferenziale. Questo perché probabilmente nemmeno si chiedono cosa, di tutto questo, interessa davvero al loro cliente.

Sei sicuro che alle persone interessi cosa fai o la storia della tua azienda?

Alle persone non interessa cosa fai, ma cosa puoi fare per loro, e molto spesso come puoi aiutarli a risolvere un loro problema o desiderio. 

Data di nascita, organigramma aziendale, l’esperienza, i partner e …ma no! Se credi che redigere una buona pagina Chi Siamo sia scrivere qualcosa del genere sei sulla strada sbagliata.

O meglio, presenta pure te e la tua azienda, ma dedica poche righe all’aspetto storico, ai dati e ai partner.

Sottolinea piuttosto, quando parli della tua esperienza come questa può tornare utile a risolvere un problema o un desiderio del lettore.

Ti porto un esempio: L’agenzia di web marketing XXX è nata nel 2015 con l’obiettivo di offrire ai suoi clienti una comunicazione mirata al target. Oggi è leader nel suo settore, grazie ai lunghi anni di esperienza e a un’approccio sempre innovativo.

Questo profilo aziendale non racconta nulla di utile ai suoi clienti. Per quale motivo le persone dovrebbero scegliere questa agenzia? Perché dice di essere leader nel mercato? Tutte le aziende raccontano di esserlo (anche se non dovrebbero essere loro stesse a dirlo).

Questa descrizione fa inoltre un uso eccessivo di espressioni generaliste, di parole che comunicano ben poco di utile dell’azienda o che spingano a sceglierla.

Te lo ripeto: il punto essenziale nella costruzione della pagina Chi Siamo è cosa l’azienda può fare per i suoi clienti.

Un brand, per farsi conoscere e per conquistare, deve essere utile alle persone e migliorare loro la vita, deve generare un cambiamento, deve pensare agli altri e non a se stesso.

Pagina Chi Sono/ Chi Siamo: come scriverla

10 consigli pratici per scrivere la pagina Chi Siamo

Torniamo ora al fulcro del l’articolo: come scrivere la pagina Chi Siamo in modo convincente e accattivante? 

Ecco 10 consigli che ti aiuteranno ad adottare la giusta prospettiva per scrivere un profilo aziendale efficace.

Non devi seguire tutti i consigli. Scegli quelli che più si addicono a te e alla tua azienda.

1. Fai una breve Introduzione su chi sei e cosa fai

Inizia dicendo alle persone chi sei e cosa fai. Descrivi brevemente il tuo percorso di lavoro e i tuoi obiettivi.

Quando descrivi quello che fai, evita parole come autorità ed esperto. Non sei tu a doverti lodare, ricordalo.

Cerca invece di spiegare come puoi aiutare il tuo lettore a raggiungere i suoi obiettivi, in cosa sei particolarmente capace.

2. Racconta una storia 

Potresti pensare di dover raccontare ai visitatori del web tutta la tua storia: perché la tua azienda è stata fondata, come si è sviluppata e com’è ora.

Non temi di annoiare i tuoi lettori? Riduci il tutto a tre righe e pensa piuttosto a cosa vuoi ottenere con la tua storia. 

E chiediti cosa vorresti che i lettori ricordassero di te.

Racconta cosa ti ha fatto scegliere di fare il tuo lavoro, le difficoltà che hai dovuto superare i sogni che ti hanno spinto ad andare avanti. In questo modo il lettore entrerà molto prima in sintonia con te.

Ricorda che la pagina Chi Siamo del tuo sito web non è una vetrina per elogiarti e raccontarti in modo referenziale.

È piuttosto l’occasione per stabilire un legame umano con le persone. 

3. Parla del tuo obiettivo

La tua storia deve raccontare come sei riuscito a raggiungere i tuoi obiettivi e come aiuterai i tuoi clienti a raggiungere i loro.

Se un cliente visita il tuo sito, vuole capire se è nel posto giusto per trovare la soluzione al suo problema. 

Parti quindi parlando della soluzione che gli prometti e del problema che gli risolvi: solo in questo modo puoi catturare la sua attenzione.

4. Scrivi in modo semplice e usa l’empatia

Quando scrivi il Chi Siamo usa parole semplici. No a termini tecnici o ampollosi e al linguaggio aulico e impersonale: scegli un linguaggio semplice e diretto, che parli alle persone.

Ricorda di usare frasi brevi e periodi facilmente comprensibili.

Scrivi dando del tu all’utente: rivolgerti direttamente al lettore ti aiuta ad instaurare una comunicazione diretta ed empatica, l’unica comunicazione veramente efficace anche in campo lavorativo.

5. Assicurati che la pagina Chi Siamo rispecchi te e la tua azienda

A tale scopo non usare foto e/o contenuti che non rispecchiano in pieno te e la tua azienda.

Nel Chi Siamo sii coerente con la realtà della tua azienda: se la tua azienda è piccola non presentarla come una multinazionale: chi diventa tuo cliente prima o poi entrerà in contatto con te e scoprirà la verità.

In quel momento non deve avere l’impressione di essere capitato nel posto sbagliato, ma al contrario di trovarsi in un posto familiare e di conoscerti già.

5. Condividi un video

Se te la senti fai un video in cui parli tu, ci metti la tua faccia per spiegare il tuo Chi Siamo: potrai scegliere in che modo raccontare la tua storia e quali sono i problemi che risolvi ai tuoi clienti.

Un suggerimento: pubblica nella stessa pagina anche la trascrizione testuale del video. Qualcuno potrebbe non riuscire a visualizzarlo o non poter ascoltarne l’audio: se c’è anche il testo almeno può leggere.

A questo proposito potresti leggere il mio ultimo articolo: Il video è davvero per tutti? Consigli per registrare video brevi e di qualità

6. Condividi un’immagine di te

Nella pagina “Chi Siamo” pubblica la tua foto e magari anche quella dei tuoi collaboratori, con nome e cognome.

Mostrare già dal sito il volto delle persone che stanno dietro all’azienda accorcia le distanze tra te e il tuo potenziale cliente e rende più umana la tua azienda.

Usa un’immagine professionale (non una foto delle vacanze) con lo sguardo diretto al lettore. No agli occhiali da sole: il tuo scopo è quello di abbassare le barriere per entrare in contatto col tuo lettore, di farlo sentire a suo agio. Immagino che tu non voglia allontanarlo.

E allora mostra il tuo viso, i tuoi occhi e magari accenna un sorriso. Cerca di essere accogliente.

7. Inserisci testimonianze su come lavori

Inserire nella pagina Chi siamo le testimonianze dei tuoi clienti soddisfatti è molto utile.

Le testimonianze dei clienti spiegheranno all’utente come il tuo prodotto o servizio hanno migliorato e risolto una loro problematica.

Queste informazioni, raccontate da un “esterno” alla tua azienda, sono una leva di convincimento molto forte. 

È importante però che le testimonianze siano riconducibili a chi le ha rilasciate.

A tale scopo vanno benissimo le testimonianze video, quelle inserite nei social network o anche quelle scritte e rilasciate via email.

Fatti autorizzare a inserire i riferimenti personali del cliente, perché mostrare una testimonianza anonima sembra finta.

8. Scrivi il “Chi Non Siamo”

Anche scrivere il Chi Non Siamo può essere una strategia molto efficace. E sicuramente diversa dal solito.

Ad esempio, se sei una piccola azienda potresti scrivere: “Non siamo una multinazionale, seguiamo i nostri clienti dalla progettazione e costruiamo macchinari personalizzati”.

9. Includi la call too action

Dopo aver raccontato la tua storia e spiegato come puoi essere utili al lettore incoraggia i visitatori a compiere un’azione, come contattarti, dove trovarti o iscriversi alla newsletter.

10. Design e UX

Assicurati che la pagina sia chiara, leggibile e ben strutturata. Usa un layout pulito, con sezioni facilmente identificabili.
Utilizza un design che rifletta l’immagine e il tono della tua azienda: formale o informale, moderno o tradizionale.

Questi sono 10 consigli che sento di darti per scrivere la pagina Chi Sono/Chi Siamo in modo efficace, ossia che invita il contatto.

Dopo aver letto quest’articolo vai sul tuo sito, rileggi il Chi Siamo e, se non ci troverai niente di interessante, mettiti al lavoro per migliorare quella pagina al più presto possibile.

Se ti serve aiuto sono a tua disposizione, mi farebbe piacere aiutarti.

Contattami!


Articolo scritto il 19.05.2021, rivisto e aggiornato il 15.04.2025

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Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

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Novità su Google Business Profile: la local strategy per la tua attività

Novità su Google Business Profile: la local strategy per la tua attività

La presenza della tua attività su Google è determinante per la visibilità locale. Diversi sono gli aspetti da considerare per ottenere quell’evidenza necessaria ed essere scelti nel mare magnum dell’offerta commerciale online

L’utilizzo della pagina di Google, il Google Business Profile dedicato alle attività commerciali, è un elemento di comunicazione oramai indispensabile.

Che tu sia un hotel, un B&B, una pizzeria o ristorante, un bar o un concessionario d’auto, l’implementazione della pagina è la seconda cosa che devi fare dopo la messa online del sito web.

Devi sapere che Google è il motore di ricerca più usato al mondo (circa 40 milioni di utilizzatori giornalieri solo in Italia), secondo a Google Immagini. Altri motori di ricerca hanno percentuali minime a confronto con il colosso di Mountain View.

Inserire le tue coordinate su Google è determinante per la localizzazione e per mostrare una serie di dettagli (immagini, recensioni, orari e numero di telefono).

Il tutto è finalizzato a migliorare la Local strategy dell’attività e presentarsi nel momento in cui l’utente è alla ricerca di un determinato servizio/oggetto.

Le ricerche di mercato dimostrano che il 76% delle persone prima cercano (poche ore prima o il giorno precedente l’acquisto) e il 28% acquista successivamente.

È il concetto di ricerca Near me now.

Quindi è meglio farsi trovare in questo momento che lasciare ai concorrenti lo spazio di visibilità.

Cos’è Google Business Profile (ex Google My Business)

Google Business Profile è un servizio messo a disposizione da Google alle aziende locali.

Parliamo di un sevizio gratuito che rende visibile la tua attività o professione con una casella di geolocalizzazione.

Questo è l’esempio di come si presenta la pagina se digito il nome dello Studio AEsse Communication:

 

Come funziona Google Business Profile

Google ti offre l’opportunità di mettere in evidenza la tua attività.

Così facendo, quando gli utenti cercano un servizio o prodotto che anche tu offri, il tuo sito web compare nei risultati di ricerca.

La struttura della pagina comprende:

  1. Un elenco dei servizi;
  2. Una sezione dedicata ai Post;
  3. Una sezione per domande e risposte;
  4. Una serie di foto/video del luogo di lavoro;
  5. Recensioni sulla tua attività scritte dai clienti;
  6. WhatsApp nella scheda.

Ma non solo. Puoi ampliare il tuo Schema Markup (l’insieme di metadati che vengono aggiunti al tuo sito per dare ai motori di ricerca maggiori informazioni) a WordPress.

Con questa aggiunta all’HTML interno delle pagine del tuo sito, vengono visualizzate ulteriori informazioni che riguardano il contesto in cui lavori: informazioni che riguardano un’organizzazione, una persona, un luogo o altro.

Ciò rende più probabile che le tue pagine vengano trovate nei risultati di ricerca di Google.

 

geolocalizzazione

La geolocalizzazione di Google è l’elemento che può fare la differenza nella scelta dell’utente. Per approfondire puoi leggere anche SEO Local: cos’è e perché è fondamentale per il tuo negozio

Metodo di verifica dell’attività

In questi ultimi mesi Google chiede al nuovo utente che apre la pagina dell’attività di registrare un breve video che deve contenere le seguenti informazioni:

  • mostrare la sede dell’attività magari riprendendo la via e il numero civico,
  • la ripresa deve durare almeno 30 secondi e deve mostrare l’esterno (con l’insegna del locale) e l’interno (con le attrezzature o elementi di arredo),
  • mostrare dei documenti che provino l’esistenza dell’attività come bollette telefoniche, fatture di utenze varie o copia della visura camerale.

Queste informazioni sono necessarie per dimostrare l’esistenza dell’attività.

Dopo un massimo di 5 giorni lavorativi, necessari a Google per effettuare la verifica, la pagina diventa visibile e geolocalizzabile.

Ricorda: più l’utente rimane soddisfatto della ricerca e più hai la possibilità di essere contattato.

Possiamo aiutarti?

 

Perché utilizzare Google Business Profile?

Google è il dominatore delle ricerche online.

Secondo gs.statcounter.com, una società di analisi che tiene traccia della percentuale di utilizzo delle tecnologie web, oltre il 94% delle ricerche avviene su Google.

Google in Italia è il motore di ricerca più usato. Ecco le statistiche da nov.2022 a nov.2023 (fonte: gs.statcounter.com)

 

Ai possibili clienti online piace confrontare più marchi prima di procedere con l’acquisto di un prodotto.

E la maggior parte di loro predilige Google Search per la ricerca dell’azienda produttrice di quel bene o servizio.

Inoltre:

  • il 49% degli annunti di Google Business Profile ottiene più di 1000 ricerce ogni mese;
  • il 96% degli annunci viene visto almeno 25 volte al mese.

Sai cosa succede quando la tua azienda compare su Google Business Profile?

Le statistiche mostrano che:

  • il 56% degli utenti che vedono la tua casella cliccheranno sul sito web;
  • almeno il 24% chiama la tua azienda.

Oltre a questi dati la presenza su Google Business Profile garantisce la visibilità su Google Maps e Google Search e permette di mantenere quei fattori di ranking locale tanto funzionali a Google (fonte moz.com).

 

Goolge my business

Google Maps e Google Search aiutano a mantenere quei fattori di ranking locale tanto funzionali a Google (fonte moz.com)

 

Google Business Profile: 4 suggerimenti per ottimizzare l’annuncio

Ricapitolando, ormai dovresti aver fatto quanto segue:

• Impostato l’elenco Google Business Profile
• Aggiunto i dati aziendali
• Verificato l’annuncio

Tutte le operazioni da seguire le trovi sul sito ufficiale di Google Business Profile.

E adesso?

Beh, è il momento di ottimizzare l’annuncio!

Vai sul pannello di gestione di Google Business Profile, clicca sul tuo annuncio e seleziona “Info”. Poi scegli una sezione da completare o aggiornare.

Ricorda che uno dei modi migliori per ottimizzare il tuo annuncio su Google Business Profile è mantenerlo aggiornato.

Come minimo, assicurati che quanto segue sia sempre corretto:

  • Nome
  • Indirizzo
  • Numero di telefono
  • Sito web
  • Descrizione
  • Categoria
  • Attributi
  • Foto

Il tuo annuncio di Google Business Profile è perfetto per mostrare i tuoi prodotti e servizi aggiungendo immagini, video e tour virtuali.

Puoi caricare immagini accattivanti dei prodotti e servizi o magari offrire ai visitatori la possibilità di dare un’occhiata alla sede della tua attività.

Ecco le migliori dimensioni delle immagini:

  • Immagine del profilo – 250 x 250 pixel
  • Foto di copertina – 1080 x 608 pixel
  • Immagini condivise – 497 x 373 pixel

1. Aggiungi informazioni sui prodotti/servizi

Una delle cose migliori che si possono fare per promuovere la propria attività è mostrare ciò che si fa.

Puoi personalizzare la pagina Google Business Profile della vostra azienda citando chiaramente i servizi che offri e i prodotti che vendi. Ad esempio, i ristoranti possono aggiungere dei link ai loro menu e indicare la posizione del ristorante.

Le compagnie di assicurazione, le agenzie di marketing, gli artigiani, le agenzie di viaggio, gli agenti immobiliari, gli studi di assistenza legale, possono allestire diverse sezioni per i servizi che forniscono e offrire la possibilità di prenotare direttamente dalla pagina.

2. Rispondi alle domande

Sapevi che il profilo Google Business Profile è dotato di uno strumento integrato di FAQ (le domande poste frequentemente)?

Anticipa e chiarisci eventuali dubbi che l’utente potrebbe avere sulla tua attività.

Crea una sezione di FAQ online per facilitare i tuoi clienti. Ad esempio, un potenziale cliente potrebbe voler conoscere le dimensioni o la fascia d’età per cui è adatto un certo prodotto.

Certo, è un lavoro che impegna ma che contribuisce a rendere efficace l’immagine dell’attività.

Come Studio AEsse Communication siamo disponibili per una consulenza che risponda a ciò di cui hai bisogno.

Entriamo in contatto?

3. Pubblica i Post di Google

Vuoi rendere visibile online quello che fai? Approfitta di Google Posts.

Google Posts è una grande opportunità per connettersi direttamente con i propri potenziali clienti catturando la loro attenzione.

Questi post cointribuiscono alla tua strategia SEO locale per generare più clic organici. Puoi aggiungere pulsanti CTA (Call To Action) nei post per incoraggiare gli utenti ad agire.

4. Segui le recensioni dei clienti

I clienti sono la linfa vitale della tua attività. Assicurati quindi di valutare i loro commenti e le loro recensioni di feedback rispondendo velocemente.

Google Business Profile fa sì che i clienti possano facilmente aggiungere recensioni sulla tua azienda al tuo profilo in modo che possano essere letti da clienti potenziali.

Le recensioni sono un’opportunità per coinvolgere un maggior numero di clienti fornendo maggiori informazioni sui tuoi prodotti o servizi.

Ricordati solo di rispondere a qualsiasi recensione, anche se negativa.

Può sembrare strano (potresti voler nascondere le recensioni negative sotto il tappeto), ma prendersi il tempo di rispondere alle recensioni negative può in realtà essere più efficace che ignorarle.

Altro consiglio: ottieni più recensioni possibili e sempre recenti perché Google premia le nuove recensioni posizionando la tua attività in testa alla lista locale.

Ultimo suggerimento: pubblica testi, foto e video di qualità

Dimostra che la tua pagina è aggiornata con nuove foto/video, post, recensioni o nuovi progetti della tua attività.

E questo è un aspetto da tenere sempre presente.

Implementare e migliorare il tuo profilo su Google Business Profile è oramai fondamentale per generare contatti.

Essere visibili sul primo motore di ricerca al mondo permette di comunicare il tuo profilo professionale e gestire le informazioni, testuali e fotografiche, indispensabili per diffondere l’immagine della tua attività.

E questo si può fare senza alcun costo sulla piattaforma di proprietà di Google.

Pertanto, finché non cambiano le condizioni, il consiglio è quello di utilizzare Google Business Profile per farsi trovare sulla Rete.

Esserci è meglio che non esserci.

Cosa ne pensi?

Se hai qualche domanda su questo tema scrivimi pure. Sarà un piacere consigliarti al meglio.

Ulteriori approfondimenti:


Articolo scritto nel mese di agosto 2020 e aggiornato in aprile 2025

Mi piace muovermi tra comunicazione, tecnica e relazione.

Ogni contenuto richiede un suo modo per essere divulgato.

Per questo mi ritrovo nei testi e tra le righe dei codici.

Nicola Albi

Consulente Marketing

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Come promuovere un evento sul web e sui social

Come promuovere un evento sul web e sui social

Scopri in che modo, dove e quando iniziare a promuovere un evento nel web per intercettare il pubblico interessato

Per presentare e promuovere un evento sul web è fondamentale prima di tutto conoscere il target di riferimento e quali piattaforme social il tuo pubblico è solito presidiare.  

Secondo passo è stabilire gli obiettivi che si vogliono raggiungere e conoscere il budget a disposizione.

Più azioni integrate metti in pratica e migliore sarà la tua visibilità e la possibilità di successo.

Facebook è il social più diffuso e potresti pensare di ottenere facilmente il successo sperato. Ma non è detto.

Se, per esempio, intendi promuovere un evento come un convegno o un seminario di settore, Facebook non è l’unica soluzione. Faresti sicuramente meglio a dedicarti a LinkedIn, dove sarà più facile raggiungere i professionisti o le aziende interessate.

Se ti rivolgi a un pubblico giovane la scelta migliore è invece quella di sponsorizzare il tuo evento anche su Instagram e TikTok.

La creazione di un articolo sul blog aziendale è sicuramente un ottimo modo per dare tutte le informazioni necessarie. Utilizzando le parole chiave puoi raggiungere le persone interessate a vantaggio anche del sito stesso, che aumenta in visibilità.

Se la portata dell’evento è molto ampia, come ad esempio un convegno su un tema attuale e con invitati da altre province, potresti pensare alla creazione di una landing page, una pagina web informativa e ottimizzata per ottenere il maggior numero possibile di conversioni.

Ricapitolando, stabiliti target e obiettivi puoi decidere di:

  • Creare un articolo nel Blog aziendale/Magazine sul tuo sito web;
  • Sponsorizzare l’evento sui social media (social media marketing);
  • Costruire una landing page. 

Una strada non elimina l’altra, anzi, quando parlavo di azioni integrate mi riferivo proprio a questo. Maggiori sono i media utilizzati (blog, social, landing page specifica) maggiore è la visibilità che otterrai sul web. 

La tempistica della promozione di un evento

Qual è il momento giusto per iniziare a promuovere l’evento online?

Iniziare la promozione dell’evento troppo presto (intendo mesi prima) si rivela impegnativo, soprattutto se devi continuare a pubblicare fino alla data di inizio dell’evento.

Hai tempo e budget sufficienti? 

Inoltre, gli interessati potrebbero non appassionarsi all’evento perché troppo lontano nel tempo. 

D’altra parte, dedicarsi alla promozione troppo tardi potrebbe rivelarsi una scelta azzardata: il tempo rimasto a disposizione del pubblico, per scegliere l’evento, potrebbe essere limitato.

In linea di massima due mesi prima potrebbero essere un periodo ideale per promuovere online il tuo evento.

Articolo del blog aziendale

Se il tuo sito web presenta un blog aziendale un buon metodo per sponsorizzare l’evento è quello della redazione di un articolo o, meglio ancora, di una serie di articoli collegati fra loro.

Un articolo di informazione e uno di approfondimento, da far uscire sul blog e poi sui social fino a pochi giorni prima dell’evento, sono la scelta migliore.

Considera anche la possibilità di investire un budget sui social, per aumentare la visibilità.

Come deve essere l’articolo?

Descrivi l’evento in modo chiaro con tutte le informazioni necessarie: sono elementi chiave per convincere le persone a partecipare.

In particolare l’articolo dovrà contenere:

  • un titolo pertinente e accattivante;
  • data, ora e luogo dell’evento;
  • descrizione esaustiva dell’evento;
  • immagini della passata edizione e di qualità;
  • costi e metodi di pagamento;
  • recapiti e contatti per ulteriori informazioni.

Per approfondire l’argomento puoi leggere l’articolo Copywriting e scrittura user-Friendly: 8 consigli per farsi leggere on-line

Riporto qui sotto un esempio di articolo creato dalla redazione de veronasera.it. L’impostazione è chiara e vengono date tutte le informazioni necessarie.

Promozione evento con articolo

Promuovere un evento su Facebook

Su Facebook creare un’evento è questione di pochi click. La piattaforma stessa ha messo a disposizione una sorta di modulo molto semplice e una serie di informazioni utili.

Quando crei e condividi un evento ti consiglio di non invitare tutti i tuoi contatti personali in modo indiscriminato e di selezionare invece quelli che sai essere in target con il tuo evento.

Se ti sembrano pochi puoi condividere l’evento sul tuo profilo e coinvolgere altri organizzatori nella condivisione, in modo da creare una diffusione maggiore.

Ricorda però di non abbandonare l’evento che hai creato su Facebook dopo averlo pubblicato: continua a pubblicare e a stimolare la curiosità con qualche anticipazione, svelando il dietro alle quinte, aggiornandolo con news e sviluppi.

Puoi anche preparare una serie di immagini professionali (che andrai a declinare nei formati richiesti dai diversi social) con una linea grafica creata apposta per l’evento e pubblicare brevi video.

Potresti sponsorizzare il tuo post sulla pagina personale Facebook in modo da divulgare l’evento e raggiungere il target giusto di pubblico.

Un’altra buona idea è collegare all’evento Facebook la vendita diretta dei biglietti con Eventbrite, in modo da impegnare subito il pubblico interessato alla partecipazione.

Se vuoi imparare a scrivere testii efficaci per i social puoi leggere: Copywriting per Social Media: la guida completa per i testi ai tuoi post

Fai attenzione al testo

Ricordati di:

  1. Scegliere il giusto tone of voice: usa l’io/noi se parli parli per un’azienda rivolgendoti al singolo, usa io/tu se parli per un professionista o un freelance, usa il voi se il target non si presta a un linguaggio informale o se ti rivolgi a una community affiatata.
    In ogni caso la scelta deve essere coerente con il tone of voice utilizzato sul sito web.
  1. Mostrare il vantaggio: rendi la tua offerta/proposta irresistibile e per farlo devi mostrare qualche vantaggio che hai solo tu (in questo caso il tuo evento). È uno dei principi del buon copywriting.
  1. Scrivere in modo sintetico: brevità, semplicità e no all’uso di parole poco conosciute (tecnicismi) o frasi complesse. Less is better, soprattutto sui social media. 
  1. Utilizzare i dati (persuasive copy): il numero è un segnale semplice e immediato e attira sempre l’attenzione. I numeri sono una potente leva psicologica di copywriting persuasivo.
    Esempio: se vendi biglietti per un corso puoi puntare sulla scarsità con “Solo 6 posti disponibili”.
    I numeri possono essere usati come riprova sociale: le persone si fidano del fatto che un prodotto/servizio è stato scelto da un certo numero di persone. Cita però solo numeri reali.
  2. Inserire la call-to-action: ricorda che “Il modo migliore per ottenere qualcosa da un pubblico è chiedere”.
    Le chiamate all’azione sono delle frasi imperative che invitano il lettore a fare qualcosa e permettono, allo stesso tempo, di ottenere un vantaggio. Nel caso di un evento il vantaggio potrebbe essere uno sconto per la prenotazione immediata.

Nell’immagine qui sotto ho riportato un evento creato da Bike Experience di Fabio Boeti, un’agenzia di bike tourism di Valeggio sul Mincio (Verona) per il giorno della Festa della donna.

C’è tutto quello che serve: informazioni, motivazione, giusto tone of voice.

Social Media Marketing per eventi

Come promuovere un evento su Instagram

Anche su Instagram il testo ha la sua importanza se il tuo scopo è quello di promuovere un evento.

Ricordati di:

1. Scegliere il giusto tone of voice; 

2. Crea un #hashtag unico che aiuti le persone a raccogliere le informazioni sull’evento e a contribuirne la promozione diffondendo immagini o domande.

3. Usare altri #hashtag appropriati mescolando hashtag specifici (per il tipo di evento) e generici (possono essere riferiti alla città dove si svolge);

4. Inserisci la call-to-action; 

5. Condividi immagini o brevi video prima dell’evento. In ogni post puoi:

  • offrire delle anticipazioni sull’evento;
  • dare informazioni utili;
  • creare storie interessanti (su Instagram ma anche su Facebook);
  • creare una presentazione coinvolgente dell’evento;
  • presentare eventuali sponsor e relatori.

Durante l’evento puoi:

  • trasmettere video in diretta dell’evento (reel);
  • condividere immagini o video dei partecipanti che ti hanno taggato.

Qui sotto un esempio di promozione di un evento di danza su Instagram. In evidenza il vantaggio dei biglietti ridotti. Uso accurato degli Hashtag per intercettare il pubblico di riferimento.

Promozione-evento-su-Instagram

Quali #hashtag utilizzare

Per trovare gli hashtag giusti per il tuo settore e quelli usati dei tuoi potenziali utenti puoi usare i tool come Ritetag o Hashtagify, che permettono di individuare delle preziose parole chiave correlate da aggiungere al tag principale.

Instagram stesso ti suggerisce i tag più utilizzati quando inserisci la parola chiave preceduta da #.

Ricorda che usare hashtag popolari e che vengono maggiormente usati in quel momento aumenterà la copertura e la visibilità dei tuoi post.

Alcuni hashtag hanno dei numeri altissimi di condivisione e il loro vantaggio principale consiste nell’alta visibilità che riescono a dare fin da subito al post. Alcuni esempi: #bestoftheday, #food, #friends, #fun, #instagram, #love, #travel #instafoto #summer e via dicendo

Ma c’è un problema. Il loro ampio utilizzo (dopo il tuo post molti altri utenti faranno lo stesso) fa scomparire in poco tempo ciò che hai pubblicato.

Un approccio più mirato è quello di utilizzare degli hashtag specifici, che riguardano cioè una specifica attività, un certo prodotto o la zona/regione in cui ti trovi.

Ovviamente la visibilità sarà minore, ma i post avranno più probabilità di essere visualizzati dal tuo reale pubblico target perché rimarranno più a lungo tra i post proposti da Instagram agli utenti.

La strategia migliore è quella di pubblicare qualche hashtag popolare (ma attinente) e qualche hashtag specifico e mirato, in modo da raggiungere entrambi gli obiettivi.

Per approfondire puoi leggere: Il post perfetto per Instagram: immagine, gancio e didascalia

Quando creare una Landing Page

La landing page va costruita rispondendo alla ricerca di informazioni dell’utente del web che, in questo caso, cera sul web un evento a cui intende partecipare.

Solitamente, infatti, la landing page viene creata per eventi che si ripetono anno dopo anno e che attirano un grande numero di partecipanti.

Creare una landing page è un’ottima scelta se hai intenzione di raccogliere i contatti del pubblico o vendere direttamente i biglietti dell’evento attraverso il tuo sito.

Come puoi immaginare, la creazione della landing page va fatta da professionisti del settore, essendo una pagina web costruita su un dominio.

La landing page va costruita rispondendo alla ricerca di informazioni dell’utente del web che, in questo caso, cera sul web un evento a cui intende partecipare.

Buona cosa è condividerla su Facebbok o su Linkedin, proprio per dare modo al pubblico intercettato di ottenere informazioni e iscriversi all’evento.

Nell’immagine qui sotto un esempio di landing page creata per promuovere un evento di marketing.

In questo caso la pagina contiene anche un menù che rinvia alle varie pagine del sito web in cui è possibile trovare ulteriori informazioni, ma è possibile creare landing page più semplici e prive di menù di navigazione ma che contengono esse stesse ogni informazione necessaria.

Eventi promozione sul web

Per approfondire l’argomento puoi leggere:

Spero di averti dato una visione d’insieme dell’utilizzo e dell’utilità dei media nella comunicazione di un evento.

Sei alla ricerca di suggerimenti per promuovere il tuo evento online? Oppure hai altri consigli da dare?

Scrivimi le tue idee nel box qui sotto!

 

Articolo scritto a maggio 2021, rivisto e aggiornato a marzo 2025

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per un migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

 

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Editing del testo: tecniche e consigli per scovare gli errori

Editing del testo: tecniche e consigli per scovare gli errori

Quali sono le tecniche che usano i professionisti per scovare gli errori nella fase di editing? Leggi dalla fine, cerchia le maiuscole, controlla un solo tipo di errore per volta

Quando il tuo testo è quasi pronto per la pubblicazione manca un ultima fase: la revisione finale, che serve per eliminare gli errori di battitura, di grammatica, di punteggiatura e le frasi spezzate.

Parliamo cioè di editing, un momento chiave del processo di scrittura.

Editing e revisione del testo: conosci le differenze?

Mentre la revisione del testo si occupa di “cosa hai scritto” e comporta una modifica profonda del testo, l’editing si occupa di “come lo hai scritto”: è una sorta di pulizia finale e serve per eliminare errori di punteggiatura, di forma o di battitura.

Di solito non c’è una distinzione netta tra i due momenti di correzione del testo, la revisione e l’editing, se vuoi approfondire ne ho già parlato nell’articolo Editing: le regole da seguire per la revisione del testo

Vero è, però, che se sei arrivato alla fine del processo di scrittura significa che ritieni corrette le fasi precedenti e allora quando parliamo di correzioni del testo parliamo specificatamente di editing.

Poiché la revisione si occupa “di cosa hai scritto” può comportare una modifica profonda del testo: puoi modificare ad esempio il livello di formalità (scegliere di passare al tu dal voi), la chiarezza  o l’ordine delle informazioni.

Soffermiamoci oggi su come correggere il testo in modo efficace: scoprirai come migliorare il tuo lavoro e quali sono le tecniche per eliminare errori e incoerenze frequenti nella scrittura professionale.

A cosa serve l’editing

L’editing è un momento chiave del processo di scrittura e, anche se molti pensano che venga effettuato una sola volta alla fine del processo di scrittura, in realtà chi scrive in modo professionale rivede il teso sin dall’inizio e durante tutto il processo di scrittura, cercando di scovare gli errori strada facendo.

Per quanto il testo possa essere chiaro, efficace e comprensibile, la presenza di errori fa perdere credibilità al testo e allo scrivente perché è come dire al lettore: “non ho avuto tempo per rileggere e correggere perché avevo di meglio da fare”.

Tecniche per scovare gli errori

L’errore è sempre in agguato, per quanto si faccia attenzione. Come autore del testo devi prenderti la responsabilità di evitare di pubblicare il tuo scritto con degli errori. Ma come fare? Vediamo insieme alcune tecniche.

  1. Stampa il testo. Correggere da video è molto difficile. Meglio stampare il testo e fare le correzioni su carta. La correzione direttamente da PC è consigliabile solo per testi molto brevi;
  2. Prenditi del tempo. Le correzioni più efficaci sono quelle “del giorno dopo”: far passare del tempo aiuta a creare una distanza dal testo: quando lo rileggerai sarà come se lo leggessi per la prima volta e quindi lo vedrai con occhi più critici;
  3. Non correre. La ricerca degli errori è incompatibile con la fretta, prenditi tutto il tempo che ti serve ed elimina le distrazioni;
  4. Fai delle soste. Ogni quindici minuti fai delle soste di due o tre minuti: ti iuta a non stancare gli occhi e a mantenere la concentrazione;
  5. Chiedi a qualcun altro di leggere il testo. Non è necessario sia un professionista della lettura, l’importante è che sia una persona precisa e attenta. Non fidarti del correttore automatico, ha un dizionario ridotto e non riesce a distinguere il contesto della frase accettando una parola esistente anche se fuori contesto;
  6. Non fidarti di te stesso. Ognuno di noi tende a fare sempre gli stessi errori: invertiamo le lettere, dimentichiamo gli accenti, non siamo coerenti con l’uso della virgola.

Non fidarti dei tuoi occhi: l’effetto completamento

Quando leggiamo un testo, il nostro cervello percepisce le parole nel loro insieme, non come successione di singole lettere. È il cosiddetto effetto completamento: un meccanismo che ci fa risparmiare risorse cognitive ma che può essere molto pericoloso in fase di editing.

Per evitare l’effetto-completamento si possono usare diverse tecniche:

  • Crea la tua lista di controllo: se ti accorgi che fai sempre gli stessi errori crea la tua lista, un elenco in cui ti segni gli errori che commetti di frequente;
  • Leggi lentamente: in questo modo l’effetto-completamente è meno efficace;
  • Leggi una riga per volta: prendi un foglio bianco e copri tutta la pagina, lasciando visibile solo la riga che stai correggendo;
  • Leggi al contrario: è un modo molto efficace per evitare l’effetto completamento. Parti dall’ultima parola del testo e risali all’inizio: ti concentrerai così sulle singole parole;
  • Controlla un solo errore per volta: correggi ad esempio solo le virgole o solo i finali di parola;
  • Controlla date, numeri e simboli: verifica che siano scritti in modo uniforme in tutto il testo;
  • Cerchia ogni segno di punteggiatura: ti obbliga a rileggerli con attenzione e verificare se sono corretti e inseriti nel posto giusto;
  • Cerchia le maiuscole: per non lasciare frasi a metà cerchia le maiuscole a inizio frase e verifica che ogni parola scritta con la lettera maiuscola abbia la sua fine di fase;
  • Controlla sempre soggetti e verbi: il soggetto della frase (chi compie l’azione) deve concordare con il predicato verbale. Il soggetto singolare vuole un verbo singolare, un soggetto plurale un verbo plurale. Sembra scontato ma il problema spesso sta nell’individuare il soggetto principale della frase, specialmente se ci sono subordinate.

Siamo giunti alla fine. Se mi hai seguita fin qui significa che anche tu scrivi o hai testi da correggere.
Cosa ne pensi della mia scaletta di editing e della mia metodologia per scovare gli errori?
Prova a mettere in pratica questi consigli nella revisione del tuo prossimo testo e se hai bisogno di aiuto non esitare a contattarmi.

 Se ti occupi di scrittura potresti seguire la sezione Copywriting sul mio blog oppure leggere i seguenti articoli:

Ti consiglio un libro:

  • Alfonso Cannavacciuolo, Manuale di copywriting e scrittura per il web. Teoria, pratica e strumenti per scrivere meglio, Hoepli Editore, 2018

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Le 40 regole di scrittura di Umberto Eco per scrivere bene in italiano

Le 40 regole di scrittura di Umberto Eco per scrivere bene in italiano

Dalle Bustine di Minerva una lezione linguistica senza tempo per la letteratura, ma anche per scrivere sul web

Umberto Eco ha pubblicato, nella sua famosissima rubrica de l’Espresso “La bustina di Minerva”, le celebri 40 regole di scrittura, conosciute da tutti coloro che si occupano di scrittura e di letteratura.

Si tratta di 40 regole per scrivere bene in italiano: alcune riguardano la sintassi della frase, altre l’aspetto grammaticale e altre ancora l’utilizzo dei termini corretti; ma tutte vengono presentate in modo particolare poiché ogni regola viene spiegata infrangendo la regola stessa.

“La bustina di Minerva” è la rubrica che Eco iniziò a scrivere nel marzo del 1985 e che seguì con regolarità settimanale fino a marzo 1998 quando è diventata quindicinale, e poi fino alla sua morte (avvenuta nel 2016).

Proviamo a pensare a come scriviamo oggi nei blog e nei social: questa famosa lista ci torna utile per migliorare la nostra scrittura con l’obiettivo di scrivere in modo chiaro, comprensibile ma non banale o retorico.

Le 40 regole di scrittura di Umberto Eco

Veniamo alle famose 40 regole di Umberto Eco per scrivere bene in italiano. I termini di uso poco comune li trovi nel glossario a fine articolo.
Eccole:

1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.

2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.

3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.

4. Esprimiti siccome ti nutri.

5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.

6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.

7. Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.

8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.

9. Non generalizzare mai.

10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.

11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu. ”

12. I paragoni sono come le frasi fatte.

13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).

14. Solo gli stronzi usano parole volgari.

15. Sii sempre più o meno specifico.

16. La litote è la più straordinaria delle tecniche espressive.

17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.

18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.

19. Metti, le virgole, al posto giusto.

20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.

21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso el tacòn del buso.

22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.

23. C’è davvero bisogno di domande retoriche?

24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe – o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento – affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.

25. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.

26. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.

27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!

28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.

29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.

30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.

31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).

32. Cura puntiliosamente l’ortograffia.

33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.

34. Non andare troppo sovente a capo.
Almeno, non quando non serve.

35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.

36. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.

37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.

38. Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competenze cognitive del destinatario.

39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.

40. Una frase compiuta deve avere.

 

Regole di scrittura

Umberto Eco nella sua casa. Fonte dell’immagine: wikimedia.org

 

Sono divertenti, non trovi? Ma come utilizzare oggi queste regole di scrittura?

Il mio consiglio è quello di non prendere questi eufemismi come una lista da rispettare alla lettera, ma di conoscere queste regole e farle tue, riflettendo sul tuo modo di scrivere.

Sicuramente vanno considerate come un esperimento letterario ben riuscito, da cui prendere esempio di stile e ironia.

Trasgredire non è detto che sia un errore, anzi, come ha scritto Eco:

“Allenarsi a rischiare errori, con la speranza che alcuni siano fecondi. […] Certe volte temo che chi non scopre mai niente sia colui che parla solo quando è sicuro di aver ragione. È mica vero quel che ci raccomandavano i genitori: “Prima di parlare pensa!”. Pensa, certo, ma pensa anche ad altro. Le idee migliori vengono per caso. Per questo, se sono buone, non sono mai del tutto tue.”

 

La bustina di Minerva: libro e origini del titolo

Nel 2000 Bompiani, storico editore di Eco, raccolse alcune delle migliori “bustine” pubblicate fino ad allora sul settimanale e ne fece un libro intitolato, appunto, La bustina di Minerva.

Nel libro Eco spazia da riflessioni sul mondo contemporaneo alla società italiana, dalla stampa al destino del libro all’epoca di Internet, sino ad alcune caute previsioni sul terzo Millennio e a una serie di raccontini o “divertimenti”.

Nella prima delle sue “bustine” (pubblicata il 31 marzo del 1985) lo stesso Umberto Eco spiego che, anche se il nome Minerva porterebbe a pensare alla dea della sapienza, lui si ispirò invece, per il titolo della sua rubrica, alla confezione di cartone dei fiammiferi Minerva, sul cui lembo interno molti fumatori avevano l’abitudine di prendere note e appunti.

Eco stesso infatti ricorda che:

“Valentino Bompiani scriveva (e forse scrive ancora) le idee che gli passavano per la testa sul retro delle scatole di raffinatissime sigarette turche. Credo conservi migliaia di ritagli di scatole nei suoi archivi, e molte delle sue iniziative editoriali sono cominciate così. Dal numero delle schede accumulate felicemente, direi che il fumo non fa male.”

 

Origine delle 40 regole di scrittura

Sembra proprio che, anche se la stesura di questi quaranta consigli sia frutto dell’intelletto linguistico e dell’ironia di Umberto Eco, le regole in sé non siano frutto della sua penna. 

Si tratta di un elenco tratto da alcuni manuali di scrittura della tradizione anglosassone che, in questo modo, vengono un po’ presi in giro da Eco, rendendo le regole stesse un gioco umoristico e linguistico.

Dobbiamo sicuramente a Umberto Eco il fatto di averle riprese e diffuse con ironia nel nostro paese.


Glossario

Allitterazione: formulazione che consiste ripetizione, spontanea o ricercata (per finalità stilistiche o come aiuto mnemonico), di un suono o di una serie di suoni, acusticamente uguali o simili, all’inizio di due o più vocaboli successivi.

Lilote: figura retorica che si ottiene mediante la negazione del contrario (ad esempio: risultato non cattivo per dire buono).

Metafora: figura retorica che consiste nella sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una trasposizione simbolica di immagini (ad esempio: sei un leone).

Preterizioni: figura retorica che consiste nell’affermare di voler tacere qualcosa di cui tuttavia si parla o comunque si fa cenno (ad esempio: meglio non parlare di…)

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Rinnova così il linguaggio stereotipato del turismo

Rinnova così il linguaggio stereotipato del turismo

12 consigli ed esempi pratici per una comunicazione empatica, che ti differenzia e che ti permette di farti notare e ricordare

Il sito, insieme al blog, alle newsletter e ai social media, sono i mezzi che hai a disposizione per raccontare la tua attività al tuo pubblico e ai potenziali ospiti.

Rinnovare il linguaggio stereotipato del turismo è fondamentale per distinguersi in un mercato e per coinvolgere i viaggiatori in modo autentico ed emozionante. 

I cliché come “un’oasi di pace”, “camere dotate di tutti i confort”, o “un’esperienza indimenticabile” sono vuoti e poco originali. 

Ecco allora alcuni consigli su come utilizzare un linguaggio fresco che crea connessione emotiva e che si farà ricordare.

Copy per il turismo: idee, esempi e consigli

Quando ti rivolgi ai turisti, sia sul cartaceo, brochure o depliant, sia sul sito della tua struttura, nelle email e nelle newsletter, la cosa migliore è usare un linguaggio fatto di parole semplici, precise e concrete.

Abbandona gli stereotipi del linguaggio alberghese, comodo per gli addetti ai lavori e rassicurante, ma generico, che non racconta e non differenzia.

Di seguito alcuni consigli per una comunicazione che ti permette di connetterti al lettore, di farti ricordare e scegliere.

1. Punta sull’autenticità

Evita esagerazioni generiche e usa descrizioni che riflettano la vera essenza della destinazione o della struttura.

Lo stereotipo: “Un luogo magico per tutti.” puoi sostituirlo con “Scopri un borgo dove il tempo scorre al ritmo dei suoi abitanti.”

Oppure valorizza le esperienze reali: focalizzati su dettagli concreti e specifici che rendono unico il luogo.

Esempio: “Svegliati con il profumo di pane appena sfornato dal panificio della piazza.”

2. Racconta storie (Storytelling)

Descrivi la destinazione attraverso esperienze personali o racconti locali.

Esempio: “Camminando tra le vie acciottolate, ti racconto la storia della mia famiglia che vive qui da generazioni.”

Usa un linguaggio che coinvolga i sensi e le emozioni.

Esempio: “Ascolta il suono delle onde che si infrangono mentre ti godi un caffè sulla terrazza.”

3. Usa un tono inclusivo e moderno adatto al tuo target

Scegli un linguaggio che sposa i valori dei viaggiatori moderni, come sostenibilità, autenticità e diversità.

Lo stereotipo: “Il paradiso dei viaggiatori” puoi sostituirlo con “Una meta che parla di natura, cultura e incontri autentici.”

Evita frasi fatte: riscrivi i testi per renderli unici e distintivi.

Ad esempio: sostituisci “un’esperienza senza paragoni” con “un viaggio che ti farà vedere il mondo con occhi nuovi.”

Fai attenzione al maschile sovraesteso: sostituisci “Sei certo di..” con “Pensi davvero..”, “Benvenuto” con “Siamo felici di averti qui”.

Su questo argomento puoi leggere: Copywriting inclusivo: sul web e sui social usa un linguaggio che non discrimina

4. Focalizzati sul perché e non solo sul cosa

Invece di elencare le caratteristiche delle stanze, racconta perché sono significative.

Le “camere eleganti con vista mozzafiato” puoi descriverle meglio, ad esempio: “Rilassati in una stanza dove ogni finestra incornicia l’orizzonte del mare.”

5. Adotta un linguaggio visivo e sensoriale

Usa parole che evochino immagini, suoni, sapori e profumi per stimolare l’immaginazione.

Esempio: “Senti il calore della sabbia sotto i piedi mentre esplori le spiagge del litorale.”

Coinvolgi il lettore: scrivi in modo che il turista immagini già di essere lì.

Esempio: “Chiudi gli occhi e immagina di camminare tra uliveti secolari, accompagnato dal canto delle cicale.”

6. Valorizza la cultura locale evitando gli stereotipi

Usa termini locali integrando parole o frasi nella lingua del luogo per trasmettere autenticità.

Esempio: “Assaggia il pane carasau appena tostato, come vuole la tradizione sarda.”

Evita generalizzazioni e approfondisci la cultura senza stereotipi.

Lo stereotipo direbbe: “Il calore della gente del Sud.”, meglio scrivere: “Scopri una comunità che ti accoglie con un sorriso e un invito a tavola.”

7. Innovare il formato e lo stile

Usa frasi brevi e dinamiche: abbandona descrizioni prolisse per testi che catturino subito l’attenzione.

Preferisci le frasi affermative, elimina le parentesi, usa gli avverbi con moderazione, scrivi periodi brevi.

Esempio: “Tuffati. Esplora. Rilassati. Riparti con il cuore pieno.”

Sulla scrittura per il web leggi: Copywriting e scrittura user-Friendly: 8 consigli per farsi leggere on-line

8. Personalizza il messaggio

Scrivi per diverse tipologie di viaggiatori, ad esempio: “Per chi cerca avventure o anche per chi vuole solo fermarsi a guardare il tramonto.”

Coinvolgi il lettore direttamente: usa la seconda persona singolare o plurale per creare un dialogo.

Esempio: “La tua prossima avventura ti aspetta a pochi passi dal mare.”

9. Valorizza la semplicità

Descrivi la bellezza delle cose semplici: non tutto deve essere straordinario, spesso l’autenticità è ciò che conta.

Lo stereotipo: “Un’esperienza unica nel suo genere” non dice nulla. Potresti scrivere: “Un luogo dove il tempo rallenta e il profumo del pane fresco ti sveglia al mattino.”

10. Non usare verbi pomposi

Non usare verbi come rappresentare, costituire, vantare, rammaricarsi: sono pomposi e antiquati. 

Scrivi in modo più semplice e diretto.

Invece di: “Lo chef Giovanni rappresenta il fiore all’occhiello della nostra struttura.”

Scrivi semplicemente: “Lo chef Giovanni è il fiore all’occhiello della nostra struttura.”

11. Evita l’autocelebrazione

Frasi come “la nostra struttura è la prima a…”, oppure “vantiamo uno chef di prim’ordine” è autocelebrazione: può risultare pensante e creare distacco.

Racconta i traguardi o i riconoscimenti sottolineandone i vantaggi per il cliente. 

Ad esempio: “il nostro chef creerà per gli ospiti piatti della tradizione con un tocco di modernità”.

12. Usa gli inglesismi solo se sono necessari

La regola da adottare sarebbe quella di ammettere solo le parole straniere che non hanno una buona alternativa italiana.

Valutare se la parola straniera arricchisce il testo, se è più precisa di quella italiana e se il contesto è adeguato. 

Sei sicuro che chi ti sta leggendo conosca il significato di late check- out, all-inclusive o up-grade di camera? 

Non dare nulla per scontato: spiega in modo chiaro cosa è incluso nella tua offerta e cosa non lo è. 

Poi, invece di “Per vivere al meglio un break all’insegna della cultura nella nostra regione, ecco i luoghi e gli eventi irrinunciabili” puoi usare l’italiano e scrivere “Per vivere al meglio una vacanza culturale nella nostra regione, ecco i luoghi e gli eventi irrinunciabili.”

Se vuoi approfondire l’utilizzo delle parole straniere leggi: Parole straniere nei testi in italiano? Sì, ma con moderazione

accoppiate scontate

Evita le accoppiate scontate e sostituiscile con termini più descrittivi e meno inflazionati

 

Con questi consigli di scrittura, il linguaggio turistico può diventare più originale, coinvolgente e capace di riflettere davvero l’essenza del luogo e l’esperienza che offre.

E ciò che più conta ti permette di differenziarti e di farti notare.

Ora vai sul tuo sito web e verifica che non ci siano affermazioni di questo tipo:

  • Ambiente semplice e famigliare
  • Vi sentirete come a casa Vostra
  • Le nostre camere sono dotate di tutti i confort
  • Il nostro servizio a 360°
  • Ricco buffet
  • Il nostro hotel è situato a due passi dal mare

Non ti sembra siano luoghi comuni scontati e impersonali? E soprattutto non dicono nulla…

L’alberghese non funziona

I motivi sono tre:

  1. E comodo, rassicura, ma non ti permette di distinguerti
  2. È generico, quindi sfuocato e impersonale
  3. Riempie pagine di stereotipi, ma racconta poco

Chiediti sempre: quando scrivo queste parole cosa sto facendo vedere e provare a chi legge?

Sono riuscita a convincerti? Ora metti mano ai testi e rinnova la tua comunicazione! È il tuo biglietto da visita!

Se hai bisogno di qualche consiglio non esitare a contattarmi: studieremo insieme la comunicazione più adatta al tuo target.

Se ti interessa, puoi leggere anche:

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Il sito web della tua struttura non sta portando i risultati sperati?

Se il sito web della tua struttura non sta portando i risultati che speravi e vorresti ottenere maggiore visibilità e più conversioni la cosa migliore da fare è una revisione dei testi del tuo sito.

Il processo di revisione dei testi (editing) nell’ottica del marketing turistico prevede:

  • la scelta delle parole più adatte nella comunicazione alberghiera;
  • la correzione di eventuali errori di ortografia, grammatica, scelte lessicali non appropriate;
  • l’analisi e l’utilizzo delle keywords più usate nel mercato di riferimento;
  • l’applicazione delle tecniche di SEO copywriting allo scopo di ottenere testi ottimizzati alla ricerca e alla lettura che avviene sul web;
  • l’utilizzo di tecniche di scrittura di tipo persuasivo ed emozionale per aumentare le conversioni.

L’obiettivo è quello di migliorare quel linguaggio settoriale poco informativo e tutto uguale che ancora caratterizza molta comunicazione in ambito turistico.

Posso occuparmi anche di lettere di presentazione e fac-simile di preventivi: il tutto per migliorare l’approccio comunicativo al cliente.

Hai bisogno del mio aiuto?

Scrivimi, studierò il tipo di comunicazione e di linguaggio più adatto alla tua attività!

Inoltre, se pensi possa essere utile a te e al tuo team, ho messo a punto un nuovo corso per il web dedicato agli operatori per il turismo.
In 10 ore di lezione vedremo insieme:

  • le basi del copywriting turistico,
  • l’email marketing,
  • la gestione delle recensioni;
  • il social media marketing per iil turismo.

Per saperne di più visita la pagina del corso sul mio sito web.

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SEO Local: cos’è e perché è fondamentale per il tuo negozio

SEO Local: cos’è e perché è fondamentale per il tuo negozio

Aumenta la visibilità online del tuo negozio con la SEO locale e la pagina di Google Business Profile. Scopri alcuni utili suggerimenti

Oggi avere una presenza online è essenziale per qualsiasi attività, anche per chi gestisce un negozio fisico.
Una delle strategie più efficaci per attirare clienti locali è il cosiddetto SEO Local. Ma di cosa si tratta esattamente? E perché è così importante?

Cos’è il SEO Local

Il SEO Local, o ottimizzazione per i motori di ricerca locali, è un insieme di strategie pensate per migliorare la visibilità online di un’attività in un’area geografica specifica.

In altre parole, aiuta un negozio o un’impresa a comparire tra i primi risultati di ricerca quando una persona nelle vicinanze cerca prodotti o servizi simili.

Questa strategia si basa sull’utilizzo di parole chiave locali, ottimizzazioni della scheda Google Business Profile (ex Google My Business) e altre tecniche che mirano a intercettare un pubblico geograficamente vicino.

Perché il SEO Local è fondamentale

Secondo le statistiche, circa il 46% delle ricerche su Google ha un intento locale. Ciò significa che molte persone cercano ristoranti, negozi, servizi e attività vicino alla loro posizione.

Un negozio che utilizza il SEO Local in modo efficace ha più probabilità di essere trovato da potenziali clienti, soprattutto da chi utilizza dispositivi mobili.

Questo tipo di ottimizzazione non solo aumenta il traffico al sito web, ma porta anche più persone direttamente in negozio. Si tratta di un vantaggio competitivo fondamentale, soprattutto per chi opera in settori ad alta concorrenza.

Come funziona il SEO Local

Il SEO Local si basa su diversi fattori che i motori di ricerca considerano per classificare i risultati locali:

  • Parole chiave locali: includere nel sito web termini che combinano il servizio offerto con la località, ad esempio “pizzeria Milano”.
  • Google Business Profile: avere una scheda ottimizzata, con informazioni accurate come indirizzo, numero di telefono, orari e foto.
  • Recensioni online: le recensioni positive aumentano la fiducia e migliorano il posizionamento nei risultati di ricerca.
  • Backlink locali: ottenere link da siti web e directory della stessa area geografica.
  • Ottimizzazione mobile: assicurarsi che il sito sia facilmente navigabile da smartphone e tablet.

Esempi pratici di utilizzo

Un fioraio a Roma, ad esempio, può ottimizzare il proprio sito inserendo parole chiave come “fioraio Roma centro”.

Inoltre, pubblicare post su eventi locali o festività può attirare ulteriore attenzione.

Allo stesso modo, un ristorante può utilizzare il SEO Local per promuovere menù stagionali o offerte speciali, assicurandosi di essere visibile nelle ricerche effettuate da chi si trova nei dintorni.

L’importanza della gestione della Partita IVA per chi gestisce un negozio

Per chi possiede un negozio, la gestione della Partita IVA è un aspetto cruciale. Una corretta gestione fiscale non solo aiuta a rispettare le normative vigenti, ma contribuisce anche a mantenere la sostenibilità economica dell’attività.

In questo contesto, servizi come Fiscozen possono fare la differenza. Fiscozen offre strumenti e supporto per semplificare la gestione della Partita IVA, dall’emissione delle fatture alla dichiarazione dei redditi, aiutando i commercianti a risparmiare tempo e a evitare errori burocratici.

Come iniziare con il SEO Local

Per chi desidera implementare una strategia di SEO Local, i primi passi sono:

  1. Creare o ottimizzare la scheda Google Business Profile, includendo informazioni dettagliate e aggiornate.
  2. Aggiungere parole chiave locali nelle descrizioni del sito web e nei contenuti.
  3. Incoraggiare i clienti a lasciare recensioni positive su piattaforme come Google e Yelp.
  4. Collaborare con attività locali per ottenere backlink e migliorare la propria reputazione.
  5. Monitorare i risultati, utilizzando strumenti di analisi come Google Analytics o Google Search Console per verificare quali azioni funzionano meglio.

I vantaggi a lungo termine del SEO Local

Investire nel SEO Local significa costruire una presenza online solida e duratura. Anche se i risultati possono richiedere tempo, l’impatto è tangibile: più clienti nel negozio, maggiore visibilità e un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza.

In un mondo sempre più connesso, non basta avere un negozio fisico. È essenziale essere visibili anche online, soprattutto per intercettare chi cerca soluzioni immediate nella propria area.

Grazie al SEO Local, anche le piccole attività possono competere con i grandi brand, attirando clienti che altrimenti non avrebbero mai saputo della loro esistenza.

Il SEO Local rappresenta una strategia indispensabile per chiunque abbia un negozio o un’attività locale. Ottimizzando la propria presenza online è possibile raggiungere un pubblico mirato, aumentare le vendite e migliorare la reputazione.

Allo stesso tempo, non bisogna sottovalutare l’importanza della gestione fiscale. Per esempio, con servizi come Fiscozen è più semplice gestire la Partita IVA e concentrarsi sul successo del proprio negozio o attività presente sul web.

In un mercato competitivo ogni dettaglio conta, e il SEO Local è sicuramente un dettaglio che fa la differenza.

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

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Strategie di marketing per promuovere il business degli affitti brevi

Strategie di marketing per promuovere il business degli affitti brevi

Strategie di marketing, channel manager e gestione delle recensioni: così puoi differenziarti nel settore degli affitti turistici

 

Nel mercato competitivo degli affitti brevi, distinguersi è essenziale per attrarre ospiti e massimizzare i guadagni.

Con l’aumento della domanda di esperienze personalizzate e alloggi unici, è fondamentale adottare strategie di marketing mirate ed efficaci.

Ecco alcuni utili consigli per rendere la tua struttura più visibile sul Web ed intercettare i gusti e le tendenze del viaggiatore che intende passare una vacanza speciale.

Ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO)

Una presenza online ben ottimizzata è il primo passo per attirare nuovi ospiti.

Per migliorare la visibilità del tuo sito web, concentra i tuoi sforzi sulla ricerca delle parole chiave.

Identifica i termini rilevanti e più cercati per il tuo settore, come:

Inserisci queste parole chiave in modo naturale nei tuoi contenuti, per non appesantire troppo la lettura dei testi.

Crea contenuti di qualità: scrivi articoli per il blog utili per i tuoi potenziali clienti, come guide turistiche locali, consigli di viaggio o suggerimenti su come scegliere un alloggio ideale.

Ottimizza la SEO tecnica: assicurati che il tuo sito sia veloce, mobile-friendly e strutturato in modo chiaro per facilitare la navigazione.

Ricorda che un sito web ottimizzato è una risorsa indispensabile per convertire i visitatori in ospiti.

Utilizzo di piattaforme di prenotazione online

I portali come Airbnb, Booking.com e Vrbo sono fondamentali per raggiungere un vasto pubblico.

Tuttavia, per distinguerti, è importante:

  1. Curare le descrizioni degli annunci, evidenziando i punti di forza dell’alloggio.
  2. Caricare foto professionali e aggiornate che valorizzino gli spazi.
  3. Rispondere rapidamente alle richieste degli ospiti per migliorare la tua reputazione e aumentare le recensioni positive.

Channel Manager: un alleato indispensabile

Gestire la disponibilità e le prenotazioni su più piattaforme può diventare complesso.

L’utilizzo di un channel manager semplifica questo processo, sincronizzando automaticamente i calendari e riducendo il rischio di overbooking.

Questo strumento è particolarmente utile per chi gestisce più proprietà, permettendo di risparmiare tempo e ottimizzare le operazioni.

Channel manager per la gestione delle strutture turistiche

La gestione delle attività turistiche richiede una gestione delle prenotazioni con piattaforme specializzate

Social Media Marketing

I social media sono un potente mezzo per costruire una community e promuovere il tuo business di affitti brevi.

Ecco alcune strategie efficaci:

Instagram: Pubblica foto accattivanti dell’alloggio e delle attrazioni locali. Usa hashtag popolari come #TravelItaly o #VacationRentals per aumentare la visibilità.

Facebook: Crea una pagina dedicata al tuo business e interagisci con i follower, rispondendo alle domande e condividendo offerte speciali.

TikTok: Realizza brevi video creativi per mostrare gli aspetti più interessanti della tua proprietà.

Marketing: il valore delle recensioni

Invia un messaggio di ringraziamento dopo il soggiorno, chiedendo gentilmente una recensione.

Le recensioni positive sono fondamentali per guadagnare la fiducia dei potenziali ospiti.

Per questo è indispensabile incoraggiare gli ospiti a scrivere il loro parere sulla struttura, sui servizi e sull’accoglienza ricevuta.

Rispondi sempre alle recensioni, sia positive che negative, e mostrando professionalità e attenzione.

Nel contempo organizzati per offrire un servizio eccellente, andando oltre le aspettative.

turismo e channel manager

Per una struttura ricettiva è importante proporre servizi di qualità e ottenere recensioni utili per differenziarsi sul mercato

Email Marketing

L’email marketing è uno strumento efficace per mantenere il contatto con i clienti passati e attrarre nuovi ospiti.

Ecco alcune idee:

  • Invia newsletter mensili con offerte speciali, eventi locali e aggiornamenti sulle tue proprietà.
  • Personalizza i messaggi in base alle preferenze degli ospiti precedenti.
  • Offri sconti esclusivi per i clienti fedeli o per chi prenota direttamente dal tuo sito.

Collaborazioni con aziende locali

Crea sinergie con ristoranti, tour operator e altre attività locali per offrire pacchetti personalizzati.

Ad esempio, potresti includere una cena presso un ristorante tipico o un’escursione guidata.

Queste collaborazioni non solo arricchiscono l’esperienza degli ospiti, ma possono anche aiutarti a promuovere il tuo business attraverso il passaparola.

Investire in pubblicità online

Le campagne pubblicitarie mirate possono aumentare significativamente la visibilità del tuo business.

Alcuni strumenti utili includono:

  • Google Ads: Usa annunci pay-per-click per apparire in cima ai risultati di ricerca.
  • Social Media Ads: Crea campagne mirate su Facebook e Instagram per raggiungere il tuo pubblico ideale.
  • Retargeting: Mostra annunci personalizzati a chi ha già visitato il tuo sito, incoraggiandoli a completare la prenotazione.

Business analisi

Il tuo business richiede una attenta analisi delle performance del sito web e socialnetwork

Monitoraggio e analisi dei risultati

Infine è cruciale monitorare l’efficacia delle tue strategie di marketing.

Usa strumenti come Google Analytics per analizzare il traffico del tuo sito e capire quali canali generano più prenotazioni. Adatta le tue strategie in base ai dati raccolti per migliorare continuamente le performance.

Promuovere un business di affitti brevi richiede un mix di creatività, strategia e strumenti tecnologici.

Dall’ottimizzazione del tuo sito web all’utilizzo di un gestionale B&B, ogni passo è fondamentale per attirare nuovi ospiti e fidelizzare quelli esistenti.

Investire tempo ed energie in una strategia di marketing ben strutturata porterà risultati significativi, aiutandoti a distinguerti in un mercato sempre più competitivo.

Mi piace muovermi tra comunicazione, tecnica e relazione.

Ogni contenuto richiede un suo modo per essere divulgato.

Per questo mi ritrovo nei testi e tra le righe dei codici.

 

Nicola Albi

Consulente Marketing

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Tutti i vantaggi del Blog per il tuo Hotel o attività turistica

Tutti i vantaggi del Blog per il tuo Hotel o attività turistica

Visibilità, autorevolezza, promozione e trasparenza: grazie al blog puoi aumentare le prenotazioni e creare fiducia intorno al tuo hotel

Un hotel, un B&B o una destinazione turistica può trarre grandi benefici dall’avere un blog collegato al sito web per diversi motivi, soprattutto in termini di marketing, visibilità e rapporto con i clienti. 

Se sei il titolare di un hotel o lavori nel settore dell’ospitalità devi sapere che, in un’epoca in cui la presenza online è fondamentale, il blog può rivelarsi uno strumento potente per promuovere il tuo hotel e attirare ospiti.

Se desideri promuovere la tua struttura in modo efficace aumentando visibilità e prenotazioni seguimi in questo articolo, vediamo insieme i motivi per cui il tuo hotel dovrebbe avere un blog.

Hotel, destinazioni e blog: 8 motivi per cui la tua attività turistica dovrebbe avere un blog

Le motivazioni per aprire un blog sono molte, dal momento che il blog di una struttura turistica funziona da catalizzatore dell’interesse dei potenziali clienti verso il sito e la struttura, intercettando un bisogno del target che sta organizzando la sua vacanza.

Ecco una sintesi dei vantaggi principali:

1. Migliorare la visibilità online

Il blog consente di pubblicare contenuti ottimizzati per i motori di ricerca, migliorando il posizionamento del sito web dell’hotel su Google.

Non dimenticarti inoltre che Google ama i blog, hanno un peso maggiore dei siti web nel processo di indicizzazione.

I blog permettono di utilizzare parole chiave legate a destinazioni, esperienze o tendenze, favorendo la scoperta del sito da parte di utenti interessati nel momento in cui stanno progettando la loro vacanza.

È il concetto di Inbound marketing, i cui passaggi sono: attrai, converti, chiudi e delizia.

Sono 4 momenti fondamentali dell’esperienza utente che naviga sul web per progettare la vacanza:

  • attrai, grazie ai contenuti
  • converti, ossia stimola il lettore a contattarti per un preventivo
  • chiudi, ossia concludi grazie alle call-to action poste in modo ragionato
  • delizia, fai in modo che gli ospiti diventino i tuoi primi ambasciatori. Questo avviene grazie alle condivisioni social, a una bella recensione o al passaparola.

Se vuoi approfondire puoi leggere Utilità dell’Inbound Marketing per Agriturismi, B&B e strutture che si occupano di ospitalità.

2. Attrarre nuovi clienti

Pubblicare contenuti utili e interessanti (itinerari, consigli su cosa fare nella zona o esperienze uniche offerte dall’hotel) può attrarre potenziali ospiti che ancora non conoscono la struttura e spingerli a prenotare presso il tuo hotel.

Puoi scrivere articoli su argomenti correlati (attrazioni locali, eventi, guide di viaggio) e questo può aiutare ad attirare visitatori interessati alla destinazione, aumentando le probabilità che scelgano il tuo hotel.

Inoltre, raccontare storie uniche o promuovere i servizi speciali dell’hotel può differenziare la tua struttura dai concorrenti.

La prenotazione diretta potrebbe avvenire come conseguenza di un articolo ben fatto, chiaro e accattivante; perché non provare?

3. Rafforzare il rapporto con i clienti

Nel blog vanno pubblicati articoli che rispondano alle domande comuni dei viaggiatori, come ‘Cosa mettere in valigia per una vacanza in montagna’ o ‘Le migliori spiagge della zona’.

Fornire guide locali, consigli su ristoranti, escursioni o eventi posiziona l’hotel come un esperto della destinazione.

Questo valore aggiunto aumenta la probabilità che i viaggiatori prenotino presso l’hotel che offre informazioni utili.

Raccontare e suggerire esperienze nuove non solo ti consentirà di attrarre a te i futuri clienti ma ti permetterà anche di solleticare il ricordo dei visitatori che hanno già soggiornato nella tua struttura. 

Possiamo chiamarla ‘capacità retroattiva del blog’ ed è qualcosa di sottovalutato ma di funzionale ai tuoi obiettivi, specialmente se si considera il fatto che i clienti fidelizzati  conoscono i servizi offerti e sono disposti a spendere qualcosa in più.

4. Costruzione della reputazione e della fiducia

Impostare un blog con una struttura e con contenuti di qualità ti permette di costruire fiducia e di aumentare la brand awareness della tua attività legata al mondo del turismo.

Oltre a creare e mantenere con i tuoi ospiti un rapporto trasparentediretto e di fiducia.

Offrendo contenuti di qualità, un blog posiziona l’azienda come esperta e affidabile nel settore.

Inoltre, condividere esperienze di clienti reali rafforza la credibilità.

5. Promuovere offerte speciali ed eventi

Il blog può essere uno strumento per comunicare promozioni, pacchetti esclusivi o eventi organizzati dall’hotel.

Ad esempio, un articolo che descrive un ‘Pacchetto di San Valentino’ o ‘Eventi Natalizi in Hotel’ può motivare i clienti a prenotare.

Il sito ha bisogno di essere aggiornato. Non c’è modo migliore per farlo che pubblicare al suo interno contenuti nuovi, costanti e attuali.

Il sito è la tua vetrina e il blog è la tua importante fonte di accessi: promuoverne i contenuti significa posizionare in primo piano il tuo hotel, le sue offerte e i suoi servizi.

Ciò che scrivi nel blog rimane nel sito ed è sempre valido nel tempo: puoi riutilizzarlo, modificarlo, aggiornarlo, renderlo accattivante con nuove foto o novità.

6. Mostrare la personalità dell’hotel

Un blog consente di raccontare la storia dell’hotel, il suo staff, e le sue caratteristiche distintive.

Questo aiuta a umanizzare il marchio e a creare un legame emotivo con i potenziali ospiti, facendoli sentire parte della ‘famiglia’.

7. Incrementare il traffico e le conversioni

Ogni articolo pubblicato è un’opportunità per attirare visitatori al sito web.

Per questo motivo è importante che la call-to-action sia ben posizionate nel blog (es.“Prenota ora la tua camera per un soggiorno indimenticabile!”).

Questi microtesti hanno una funzione importantissima e vanno inserite nel posto giusto e al momento giusto: solo così è possibile indirizzare la scelta e trasformare i lettori in ospiti.

8. Rafforzare la presenza sui Social Media

Il blog può essere una vera e propria miniera d’oro: il post del blog va pubblicato sui social per essere promosso e portare traffico sul sito web. 

Ricordiamoci sempre che è sul sito che il cliente prenota, per cui portarlo qui è un primo passo verso la prenotazione.

Come hai visto, il blog ben curato non è solo uno strumento di marketing (di Inbound marketing, precisamente), ma anche un modo per costruire una comunità attorno al brand dell’hotel e per essere sempre più vicino ai bisogni dei clienti.

Ogni quanto pubblicare?

Per portare traffico al sito e aumentare la visibilità nei motori di ricerca la frequenza di pubblicazione del blog dovrebbe prevedere almeno 2 articoli a settimana. Questo sarebbe l’optimun.

Ma puoi partire con un articolo a settimana, l’importante è la costanza e la qualità dei contenuti condivisi.

È per qualità intendo la condivisione di articoli che raggiungano l’interesse del tuo pubblico, ben approfonditi e che rispettino le regole della scrittura per il web con una buona leggibilità e una scrittura chiara. 

Per approfondire puoi leggere: Scrittura SEO-Friendly: 12 consigli per meglio posizionare i tuoi contenuti sul web

blog e hotel

Chi scrive nel blog?

Scrivere per ii web non è semplice e non è una cosa alla portata di tutti: se ti piace scrivere potresti fare un corso di copywriting e perfezionarti in modo da diventare autonomo e gestire il blog della tua attività.

Se la cosa ti interessa ho messo a punto un corso di scrittura per il web finalizzato al turismo.

È un corso che punta a fornire i metodi di scrittura per il web con la ricerca delle parole più adatte per un migliore approccio comunicativo con il cliente, cercando di evitare quella comunicazione settoriale poco informativa e tutta uguale che ancora caratterizza l’informazione in ambito turistico.

Il programma del corso di “Copywriting per il turismo” spazia dalle basi del copywriting alla scrittura ottimizzata per il web in ottica SEO, alla scelta delle parole migliori per promuovere la struttura alberghiera sui canali social.

Lo trovi qui: Corso Copywriting per il Turismo

In alternativa, affidati a un bravo copywriter o a un blogger esperto di creazione di contenuti, che conosce le regole della scrittura per il web e sa scrivere per il tuo target, e in grado di valorizzare i contenuti che ti interessa evidenziare. 

In questo modo riuscirai a trasmettere il valore della tua azienda. E otterrai credibilità e fiducia.

Gli obiettivi strategici di posizionamento richiedono tempo, perseveranza e fiducia su un’attività che restituisce risultati nel medio/lungo termine.

Considera che è necessario almeno un anno di lavoro per ottenere buoni risultati.

Per molti hotel il blog è diventato un vero e proprio punto di forza: credo molto nella potenza di questo strumento, che consiglio ogni volta che vedo un cliente interessato.

Non sottovalutare il potenziale di un blog ben gestito per far crescere la tua destinazione: inizia subito a informarti e trasforma il tuo sito-vetrina in un sito con blog ricco di contenuti interessanti e performanti. I vantaggi li conosci 🙂

Se vuoi approfondire puoi leggere questi libri:

  • Lavoro, dunque scrivo!, Luisa Carrada, Zanichelli Editore
  • Web marketing turistico, Michela Mazzotti, Hoepli Editore
  • Paroline e paroloni, Luisa Carrada, Zanichelli Editore

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

Web writing per il turismo

Vuoi conoscere le tecniche del copywriting turistico?

Ho messo a punto un nuovo corso per gli operatori del turismo e per chi si occupa di comunicazione nel settore dell’ospitalità.

Imparerai a scegliere le parole più adatte nella comunicazione alberghiera, dalle e-mail di offerta alle newsletter alla gestione di recensioni e ai testi per social media.

Scrivimi, possiamo organizzare le lezioni anche via Skype.

Se vuoi saperne di più visita la pagina sul corso di copywriting per il turismo sul sito web.

Il sito web della tua struttura non sta portando i risultati sperati?

Se il sito web della tua struttura non sta portando i risultati che speravi e vorresti ottenere maggiore visibilità e più conversioni la cosa migliore da fare è una revisione dei testi del tuo sito.

Il processo di revisione dei testi (editing) nell’ottica del marketing turistico prevede:

  • la scelta delle parole più adatte nella comunicazione alberghiera;
  • la correzione di eventuali errori di ortografia, grammatica, scelte lessicali non appropriate;
  • l’analisi e l’utilizzo delle keywords più usate nel mercato di riferimento;
  • l’applicazione delle tecniche di SEO copywriting allo scopo di ottenere testi ottimizzati alla ricerca e alla lettura che avviene sul web;
  • l’utilizzo di tecniche di scrittura di tipo persuasivo ed emozionale per aumentare le conversioni.

L’obiettivo è quello di migliorare quel linguaggio settoriale poco informativo e tutto uguale che ancora caratterizza molta comunicazione in ambito turistico.

Posso occuparmi anche di lettere di presentazione e fac-simile di preventivi: il tutto per migliorare l’approccio comunicativo al cliente.

Hai bisogno del mio aiuto?

Scrivimi, studierò il tipo di comunicazione e di linguaggio più adatto alla tua attività!

Inoltre, se pensi possa essere utile a te e al tuo team, ho messo a punto un nuovo corso per il web dedicato agli operatori per il turismo.
In 10 ore di lezione vedremo insieme:

  • le basi del copywriting turistico,
  • l’email marketing,
  • la gestione delle recensioni;
  • il social media marketing per iil turismo.

Per saperne di più visita la pagina del corso sul mio sito web.

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Copywriting inclusivo: sul web e sui social usa un linguaggio che non discrimina

Copywriting inclusivo: sul web e sui social usa un linguaggio che non discrimina

Per non alimentare stereotipi e pregiudizi scegli le parole giuste: ecco cosa devi sapere

Quando scriviamo sul web dobbiamo stare molto attenti a non offendere singole persone o intere categorie di persone e a non alimentare stereotipi e pregiudizi.

Anche se spesso si tratta di errori involontari e in buona fede, le conseguenze di un copy non attento alle persone possono essere terribili sulla reputazione di chi scrive e dell’azienda che rappresenta.

Chiunque abbia la responsabilità di scrivere e publicare a nome di un’azienda, sia esso un copywriter, un social media manager, un redattore o un giornalista dovrebbe conoscere a memoria le regole da seguire per scrivere in modo inclusivo e non cadere in questi spiacevoli errori.

Vediamo prima di tutto una definizione di linguaggio inclusivo, poi come funziona la nostra lingua e infine quali sono i temi che il linguaggio inclusivo si propone di trattare.

Linguaggio inclusivo: definizione

Il linguaggio inclusivo si basa sulla costruzione di forme di comunicazione prive di stereotipi, pregiudizi e atti discriminatori nei confronti di determinate categorie di persone.

Usare un linguaggio inclusivo significa dunque non utilizzare parole, frasi, immagini e toni che perpetrano stereotipi di genere o discriminazioni verso specifici gruppi di persone a causa del loro sesso, orientamento sessuale, identità di genere, età, etnia o aspetto fisico.

copywriting inclusivo

L’italiano è un linguaggio binario

L’italiano, per sua natura, non è una lingua neutra. Quando comunichiamo abbiamo a disposizione un linguaggio che grammaticalmente si declina in due modi: al femminile e al maschile.

E questo fatto non aiuta: se parliamo di linguaggio inclusivo va da sé che per definire moltitudini di persone tale binarismo non sia più sufficiente.

Se consideriamo che la lingua è un insieme di regole e significati in costante evoluzione e che siamo alle prese con qualcosa che cambia di giorno in giorno mi sembra doveroso provare a dettare delle regole e a mettersi in gioco per cambiare ciò che “è sempre stato così”, fosse solo per sensibilità o attenzione verso altre persone.

Attenzione al maschile sovraesteso

L’esempio più rappresentativo di discriminazione di genere è Il maschile sovraesteso (o maschile generico), una delle convenzioni più diffuse nella lingua italiana tanto da non farci ormai più caso.

Il maschile generico è quell’espediente linguistico che comporta l’uso del genere grammaticale maschile per includere sia gli uomini che le donne.

In italiano, ad esempio, si usa il termine “fratelli” per indicare sia i fratelli che le sorelle; e anche la forma al singolare è caratterizzata dall’uso del maschile (il sostantivo maschile “medico” indica sia professionisti uomini che professioniste donne).

Ad esempio, la frase declinata al plurale maschile:

“Gli studenti stanno svolgendo una prova pratica” potrebbe benissimo essere sostituita con la frase: “La classe è impegnata in una prova pratica”, comprendendo così il maschile e anche il femminile.

La nostra lingua è piena di costrutti come questo, che ricorrono al maschile sovraesteso.

In realtà, se riflettiamo, le alternative per adottare un linguaggio che includa anche le donne esistono.

La festa dei lavoratori, ad esempio, può diventare “La festa del lavoro”; per definire gli studenti possiamo utilizzare il collettivo “classe”; al posto di benvenuto potremmo utilizzare un più caloroso “Siamo felici di averti qui”.

Con un po’ di creatività possiamo costruire un discorso più inclusivo. Proviamo a cambiare il punto di vista nella frase, usiamo i nomi collettivi e astratti, i sinonimi.

Cerchiamo di non utilizzare sostantivi, pronomi e aggettivi che non siano neutri.

La nostra lingua ci offre tante soluzioni per aggirare il maschile sovraesteso, come quelle di utilizzare perifrasi, forme impersonali, o preferire i verbi ai participi.

Quando dobbiamo fare riferimento ai gruppi di persone andiamo alla ricerca dei sostantivi generici che definiscono le categorie.

Ad esempio, per i indicare “i medici” possiamo utilizzare anche “personale medico”; per “professori” e “docenti” usiamo “corpo docente”; sostituiamo “scienziati” con “comunità scientifica”.

Copywriting inclusivo: di cosa parliamo

Si parla di linguaggio inclusivo da sempre, ma negli ultimi anni la conversazione è quanto mai attuale e calda.

Il copywriting inclusivo fa riferimento a quei temi che toccano la sensibilità delle persone. I temi sono quelli di cui la società discute da sempre: il sesso, le disabilità, l’età, le malattie, la religione, l’etnia e la politica.

Vediamoli uno alla volta.

Quando scriviamo di sesso

Alcune persone si identificano con il sesso che hanno dalla nascita; altre, invece, hanno scoperto durante la vita di appartenere a un genere che non corrisponde al sesso di nascita. 

Bisogna evitare qualsiasi contenuto che ne parli come fosse una patologia o che ne sminuisca il genere.

È importante anche non usare un linguaggio che riduce le persone al loro sesso biologico dando per scontato l’identità di genere.

Per questo motivo non scrivere:
“Questo post è per tutti i maschi”
“Il prodotto x è per vere donne”

Usa il genere come aggettivo, non come sostantivo. E non usare la sessualità come condizione.

Non scrivere: “Un gay”
Scrivi: “Una persona gay”

Se devi parlare di famiglia considera di parlare a diverse forme di famiglia, non solo quella tradizionale.

Il mondo non è diviso in pecore e capre.
Non tutte le cose sono bianche o nere.
È fondamentale nella tassonomia che la natura raramente ha a che fare con categorie discrete.
Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte.
Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto.
Prima apprenderemo questo a proposito del comportamento sessuale umano, prima arriveremo a una profonda comprensione delle realtà del sesso.

Sono parole di Alfred Kinsey, biologo e sessuologo statunitense

linguaggio inclusivo

Quando parliamo di donne

Le donne non sono più solo mamme, mogli, casalinghe, cuoche o maestre. Quando parliamo di donne dobbiamo imparare a stare lontani da questo stereotipo, quest’idea che le ingabbia in un ruolo ormai superato, o almeno non sempre condiviso.

Non usare sempre “uomini e donne”, ma anche “donne e uomini” (se ti sembra che non suoni bene è perché non siamo abituati).

Fai attenzione al maschile sovraesteso: non usare “uomini” per indicare la razza umana.

Scrivi “diritti umani” e non “i diritti dell’uomo”.

Scrivi “bambini e bambine” e non solo “i bambini”.

Ministra, magistrata, sindaca: se ci suona strano non è per ragioni di tipo linguistico, ma culturale, come ha scritto l’Accademia della Crusca. 

Dunque l’utilizzo al femminile di questi e altri nomi storicamente maschili è non solo corretto, ma anche inclusivo.

Se parliamo di età

L’età è importante solo quando parliamo di vini, formaggi e prodotti alimentari che richiedono stagionatura, quando parli di persone non usare “giovane”, “vecchio”, “anziano”.

E non inserire l’età se non è indispensabile.

Non scrivere: “Sconto del 30% per tutti gli anziani dai 65 anni in su”.

Scrivi: “Sconto 30% per tutte le persone dai 65 anni in su”.

Se scriviamo di disabilità o di malattie

Quando si parla di disabilità e malattie il rischio più grande è quello di identificare la persona con la sua disabilità, cosa che accade quando chiamiamo qualcuno “disabile”.

Ecco alcuni modi corretti per parlare e scrivere le disabilità:

Non scrivere “disabile”, “handicappato”
Scrivi “persona con disabilità”, “persona con handicap”

Non scrivere “cieco”
Scrivi “persona cieca”

Non scrivere “bambino autistico”
Scrivi “bambino con autismo”

Cos’ha di sbagliato l’utilizzo di parole come “disabile”?
Sono termini totalizzanti e identificano la persona con la sua patologia o il suo problema.
Al contrario, l’espressione “persona con disabilità” lascia intendere che la persona possiede molteplici tratti e che la disabilità è solo uno di essi. 

Inoltre:

Non riferire una disabilità se non è indispensabile.

Non associare una persona con disabilità a termini che svalutano.

Questo vuol dire rispettare e valorizzare ogni persona indipendentemente dalle sue caratteristiche fisiche.

È importante anche non sottovalutare le malattie e il modo di parlarne. Termini come “dislessia”, “depressione” o “pazzia” non sono metafore adatte per indicare comportamenti di persone sane con qualche problema esistenziale: utilizzale nel contesto corretto.

È proprio necessario scrivere l’etnia?

L’etnia di qualcuno va scritta solo quando è indispensabile per la comprensione del testo (cosa che non avviene quasi mai se pensiamo per esempio alle notizie di incidenti).

Quando parliamo di etnia o razza dovremmo poi cercare di capire sempre come queste persone preferiscono essere definite.

Religione

Anche la religione di una persona va sottolineata se è indispensabile per la comprensione del testo.
Stessa cosa per quanto riguarda il credo di tipo politico.

Per comunicare senza escludere è necessario dunque:

  • comprendere quali significati si nascondono dietro determinate parole, 
  • essere consapevoli di come la collettività percepisce determinati discorsi,
  • capire come evolve la nostra lingua.

Saper comunicare utilizzando un linguaggio inclusivo non è qualcosa di definito, ma è un processo: la lingua, infatti, è in costante mutamento e risente fortemente del contesto sociale e dell’utilizzo che di essa fanno i parlanti. 

Per comunicare in modo inclusivo prepariamoci allora ad accogliere i cambiamenti e a rivedere le nostre abitudini linguistiche ogni qualvolta ce ne sarà bisogno. Io trovo sia un tema molto interessante e un esercizio doveroso, tu cosa ne pensi?

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*Gli esempi sono tratti dal libro “Manuale di copywriting e scrittura per i social” di Antonio Cannavacciuolo

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Customer Care: cos’è, vantaggi ed errori da evitare

Customer Care: cos’è, vantaggi ed errori da evitare

Fare un ottimo servizio di Customer Care è fondamentale per fidelizzare i tuoi clienti, migliorare la brand reputation e aumentare la brand awareness

I clienti sono il motore centrale di ogni attività online e soddisfarli appieno è uno degli obiettivi più importanti da perseguire giorno dopo giorno per chi ha un’attività.

Oggi i clienti sono sempre più esigenti e attenti e quindi chiedono il massimo da parte delle aziende.

Come riuscire a non deluderli?!

Attraverso un efficace ed efficiente customer care, in grado di supportare il cliente durante tutte le fasi di acquisto.

Bisogna costruire una strategia di assistenza integrata tra i diversi canali utilizzati dall’azienda, così da facilitare l’user experience del cliente.

La tua attività ha già una strategia di customer care?

Scopri insieme a me cos’è il customer care, quali sono i suoi vantaggi e soprattutto quali sono gli errori da evitare per non cadere in un dirupo difficile da risalire.

Cos’è il customer care

customer care

L’ascolto è uno degli elementi più importanti per fare customer care in modo efficace

Il customer care fa riferimento all’insieme di azioni/servizi che un’attività mette in atto per fornire assistenza ai propri clienti di riferimento.

Azioni che non hanno come scopo principale la vendita, ma vengono effettuate durante tutte le fasi del processo di acquisto di un prodotto/servizio da parte di un cliente.

In parole semplice, è una forma di assistenza a lungo termine.

Il cliente riceve assistenza dall’azienda per quanto riguarda chiarimenti, richiesta di informazioni, reclami e supporto.

Obiettivi principali del customer care sono la fidelizzazione dei clienti e l’aumento della customer satisfaction (soddisfazione da parte del cliente).

Essendo presente in tutte le fasi del processo di acquisto vediamo insieme come si declina in esse:

  1. Prima di acquistare. Il cliente ha bisogno di informazioni e dati sui quali basare la propria scelta d’acquisto. Tu devi essere lì a fornirglieli attraverso una perfetta descrizione dei tuoi prodotti/servizi, stando attento a non trascurare i dettagli e non dando nulla per scontato;
  2. Durante la fase di acquisto. Il tuo potenziale cliente può avere una serie di dubbi sui tuoi prodotti/servizi in quanto non ha una conoscenza approfondita su di essi. Tu sei lì per aiutarlo, rispondi alle sue domande e dimostrati disponibile e competente;
  3. Dopo aver acquistato. Non dimenticarti del tuo cliente, anzi, stupiscilo. Contattalo per chiedergli come si è trovato con i tuoi prodotti/servizi e cerca di capire, attraverso delle domande, il suo indice di gradimento.

Potrebbe interessarti: Inbound marketing: la conversione da visitatore a cliente

Customer care e customer service

Customer care e customer service non sono la stessa cosa. La loro differenza è racchiusa nell’approccio che da reattivo diventa proattivo.

Cosa vuol dire questo? Come avviene questo passaggio?

Si passa dal customer service al customer care nel momento in cui il cliente diventa per tutta l’azienda il bene più importante, le cui richieste devono essere evase nel minor tempo possibile e con grande soddisfazione da parte del cliente stesso.

Avviene il passaggio da una semplice attività di fornire un servizio (service) al cliente, all’averne cura (care).

Nell’approccio reattivo del customer service, l’azienda si aspetta che sia il cliente, dopo aver navigato il sito o effettuato un acquisto, a contattare il servizio di assistenza cliente.

È il cliente quindi che muove il primo passo verso l’azienda, che in questo caso svolge un ruolo passivo.

Mentre, nell’approccio proattivo del customer care, l’azienda mette in campo una serie di azioni che hanno come obiettivo quello di ridurre lo sforzo cognitivo del cliente e il tempo necessario per reperire le informazioni di cui ha bisogno.

 

Strumenti da utilizzare

Come fare Customer Care

Durante le diverse fasi di evoluzione del customer care sono stati utilizzati diversi strumenti per fornire assistenza ai clienti.

Il passaggio ad una fase successiva non implica la cancellazione dello strumento della fase precedente ma una sua integrazione e un suo miglioramento.

Vediamo insieme i principali strumenti utilizzati per fare customer care nel migliore dei modi.

Supporto telefonico

Il contatto telefonico è secondo solo all’assistenza vis-à-vis, è un pilastro di una buona assistenza clienti.

Rappresenta per il cliente un canale attraverso il quale rivolgersi in modo diretto all’azienda per ricevere aiuto immediato, rapido e personale.

Stai attento perché la rapidità di assistenza è un punto di forza ma anche di debolezza di questo strumento. Una scarsa rapidità nel fornire assistenza può portare ad una cattiva reputazione per la tua azienda.

FAQ (Frequently Asked Questions)

La sezione FAQ racchiude le domande poste più di frequente, i dubbi più comuni della community con le relative risposte da parte dell’assistenza clienti.

È uno strumento perfetto per chi vende dispositivi tecnologici in quanto spesso gli utenti presentano problemi simili tra loro e vogliono la risposta a un numero limitato di domande.

Nella sua realizzazione è importante prestare attenzione a come strutturarla, devi scriverla in modo chiaro e semplice e devi porre le domande nel modo più simile possibile a come sono state poste alla tua attività.

E-mail

L’e-mail è uno strumento molto utilizzato per fare customer care, ad esempio attraverso l’invio preventivo di e-mail con aggiornamenti su prodotti/servizi o che avvisano il clienti di un possibile disservizio.

L’ideale sarebbe avere sempre sott’occhio la casella di posta dalla quale fornisci assistenza in modo da riuscire a rispondere alle richieste dei tuoi clienti nel modo più tempestivo ed efficiente possibile.

Se non ti è possibile farlo, cerca di organizzare il tuo lavoro in modo regolare, dedica una parte della giornata alla risposta delle richieste di assistenza, così da garantire una copertura costante.

Può esserti utile: Come impostare una strategia di Email Marketing

Chatbot e live caring

I chatbot sono quei software che simulano la conversazione con un essere umano e che interagiscono con l’utente fornendo delle risposte automatiche.

Utile per la risoluzione di problemi semplici e richieste quotidiane, il suo vantaggio è quello di fornire assistenza immediata agli utenti senza far perdere loro tempo.

Nel caso di problematiche più complesse il live caring, ovvero l’assistenza via chat, è più adatto, considera che viene utilizzato dalla maggior parte delle persone che hanno uno smartphone.

Form

Il form è un modulo da inserire nel sito della tua azienda con vari campi che gli utenti completano per poi inoltrarti una richiesta di assistenza.

Facilitano il percorso che l’utente deve compiere per reperire un’informazione e il fatto di inserire dei campi ad hoc fa sì che la sua richiesta venga inviata al reparto giusto.

Uno strumento che si avvicina molto all’e-mail ma che permette una maggiore diversificazione attraverso la scelta dei moduli/categorie.

Social media

Le persone passano molto tempo della loro giornata sui social media, quindi la tua azienda non può essere assente su questo campo.

I canali social della tua azienda sono uno strumento importante per l’interazione con i tuoi clienti e attraverso il social media customer i clienti stessi possono entrare in contatto in modo diretto con la tua attività.

Sono utili per richieste riguardo dubbi e informazione e stanno andando a sostituire le community e i forum, permettendo così alle aziende di monitorare e accedere ad ulteriori informazioni sui clienti e su come migliorare il proprio brand.

Per evitare problemi che potrebbero ritorcersi contro  di te la regola principale è quella di essere sempre disponibili, rispondere in modo rapido, esaustivo e semplice.

Customer Care: errori da evitare

Quando si fa customer care spesso si fanno degli errori che possono portare ad una cattiva reputazione per la tua azienda.

Scopriamo insieme i principali errori che devi evitare:

  • Rimbalzare le richieste da un ufficio all’altro. Continui cambi di operatori e di uffici fanno sentire disorientato e poco considerato dalla tua attività;
  • Ignorare reclami e lamentele. Rapportati ad esse in modo pragmatico e disponibile, ascolta con attenzione e chiedi come puoi rimediare al problema;
  • Lasciare in sospeso. Definisci dei limiti e concludi sempre la conversazione con istruzioni e informazioni chiare e comprensibili;
  • Essere robotici e freddi con il cliente. Cerca di essere empatico, cordiale e gentile;
  • Far attendere troppo per dare una risposta;
  • Non dimenticare di scusarti in caso di errore. Scusati e cerca di rimediare, per esempio attraverso rimborsi, cambi, coupon.

Vantaggi per la tua attività

Il customer care, se fatto nel modo giusto, può portare una serie di vantaggi alla tua attività.

Scopriamoli insieme:

  1. Un miglioramento dei tuoi prodotti/servizi. Ascoltando gli eventuali problemi in riferimento a ciò che offri potrai capire cosa non funziona e cosa può essere migliorato e ciò che è il caso di eliminare dal mercato;
  2. Feedback positivi. Quando il tuo cliente commenta su uno dei tuoi profili aziendali sui social, il suo post è visibile a tutti e nel momento in cui aiuterai il tuo cliente anche questo sarà visibile agli utenti. Mostrerai che la tua azienda è attenta e vicina al cliente;
  3. Tono professionale e affidabile. Tramite un’assistenza clienti di qualità darai un tono di professionalità e affidabilità alla tua azienda. Ne trarranno vantaggio il brand, l’immagine e la reputazione;
  4. Fiducia nell’acquisto. Un contatto diretto e umano grazie al customer care può essere un buon mezzo per superare la diffidenza iniziale del cliente nell’acquistare online;
  5. Fidelizzazione. Un cliente soddisfatto è molto probabile che tornerà a comprare dalla tua azienda;
  6. Attività di up-selling/cross-selling. Nel momento in cui hai soddisfatto le richieste del cliente puoi proporre l’acquisto di ulteriori prodotti, per esempio prodotti in promozione o complementari a quelli acquistati;
  7. Lead generation. Avere un servizio di live caring e avere un buon form contatti ti permette di raggruppare un consistente numero di indirizzi e-mail di persone che sono interessate ai tuoi prodotti/servizi.

Come puoi vedere i vantaggi che puoi trarre da uno strategico customer care sono importanti per la tua attività.

In questo articolo ti ho fornito tutti gli elementi: strumenti, vantaggi ed errori da evitare.

Se hai bisogno di aiuto nel costruire un buon piano strategico di customer care o hai bisogno di qualche consiglio non esitare a contattarmi nel team di AEsse Communication.

 

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Articolo a cura di Giorgia Bozzetti
AEsse Communication
__________________

Articolo scritto nel mese di agosto 2020, rivisto e aggiornato a dicembre 2024

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Giorgia Bozzetti

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E-commerce Blog: come funziona e perché è la scelta giusta per il tuo sito web

E-commerce Blog: come funziona e perché è la scelta giusta per il tuo sito web

Gli e-commerce supportati da un blog sono in continuo aumento perché i vantaggi di questo strumento di marketing sono numerosi

Attivare un blog a sostegno del proprio e-commerce rimane il migliore strumento di web marketing, sia per fare conoscere un nuovo brand che per fare aumentare le vendite.

Il blog a supporto del proprio e-commerce è molto utile per vari motivi:

  • È un mezzo per attrarre nuovi visitatori al sito (e potenzialmente aumentare le vendite);
  • È un modo per costruire fiducia, credibilità e autorevolezza del marchio;
  • Consente di creare contenuti rilevanti per i propri clienti fornendo al contempo informazioni utili e approfondite;
  • Mettere a disposizione contenuti di valore ai motori di ricerca che così migliorano il posizionamento del sito;
  • Permette di programmare e condividere i contenuti sui social media e nelle newsletter aziendali.

Le aziende che utilizzano il blog ottengono il 68% in più di nuovi clienti rispetto alle aziende che hanno un sito privo di blog, ricevendo il 97% in più di link al loro sito web (ricerca di Hub Spot).

Vediamo in dettaglio come funziona il blog a supporto di un e-commerce e in cosa consiste la sua utilità.

E-commerce Blog: 4 ottimi motivi per attivarlo

Il Blog per e-commerce è un metodo di comunicazione oramai indispensabile per ottenere seguito e autorevolezza. Vediamo come.

1. È un mezzo per attrarre nuovi visitatori al sito

Avere uno spazio dedicato al blog collegato al proprio e-commerce, in cui vengono approfonditi argomenti che riguardato i prodotti in vendita, è un incentivo per il lettore a navigare, a comprare sull’e-shop e a diventare un cliente fidelizzato.

Proporre articoli approfonditi ed esaurienti, che rispondono a ogni potenziale domanda dei clienti porta sul blog chi cerca informazioni specifiche; e in più invoglia i lettori a tornare, per la sua utilità.

Vi porto un esempio. Come copywriter, curo da tempo il blog collegato a un e-commerce di articoli per l’ufficio.

Sono molti gli articoli di approfondimento che creo sull’argomento ergonomia sul posto di lavoro, che significa cercare di risolvere il problema o almeno dare consigli utili a chi soffre di patologie collegate alle troppe ore trascorse alla scrivania, quali dolori cervicali, dolori alla schiena o al polso a causa dell’uso intenso del mouse.

Il piano editoriale che ho messo a punto contiene articoli di tipo informativo, redatti nell’ottica problema-consiglio-soluzione, a cui affianco ulteriori articoli di tipo promozionale sui prodotti delle-commerce.

Questo perché il format più efficace è quello che mentre ti dà l’informazione ti invoglia all’acquisto, nella la logica dell’inbound marketing: farsi trovare nel momento in cui le persone hanno bisogno di te.

Il blog è perfetto per intercettare query informative. Un articolo è collegato all’altro tramite una strategia di link interni che fa sì che il lettore trovi velocemente ciò che cerca e, al contempo, trascorra più tempo sul blog.

2. Permette di costruire fiducia, credibilità e autorevolezza

Grazie al blog collegato al sito web (e questo vale non solo per un e-commerce ma per ogni attività che intende promuoversi in rete) si dimostra la propria competenza e si trasmettono i valori aziendali lavorando così sulla visibilità (brand awareness) e sulla reputazione (brand reputation).

Questo perché, anche se finalizzato alla vendita dei prodotti, l’obiettivo diretto di un blog non è la vendita, ma la costruzione della fiducia grazie ai contenuti di valore che condividi e che contribuiscono a dare autorevolezza al tuo brand.

Ricorda, il primo obiettivo della tua attività deve essere quello di creare fiducia e autorevolezza, le vendite arriveranno poi, grazie al passaparola di clienti soddisfatti.

Sarà proprio questa fiducia a produrre poi la conversione dei tuoi lettori, ossia il passaggio da utente a cliente.

Di qui l’importanza della creazione di contenuti utili e che rispondano alle domande (query) di chi cerca notizie, idee, soluzioni on-line.

3. Permette di creare contenuti rilevanti per i propri clienti e scalare la serp dei motori di ricerca

Un blog ben strutturato crea valore aggiunto.

I contenuti di qualità, oltre a interessare il nostro pubblico e creare fidelizzazione, vengono riconosciuti da Google che ci premia posizionandoci, con il tempo, nella prima pagina di ricerca.

Il blog però richiede di essere aggiornato con costanza. Se puoi pubblicare anche un solo un articolo al mese va bene; purché il blog sia aggiornato con cadenza regolare.

4. Permette di avere a disposizione contenuti di qualità da utilizzare nei social e nelle newsletter

Un blog ben strutturato e aggiornato permette di avere a disposizione contenuti interessanti e di qualità da condividere sui social media: dalle immagini a parti di testo degli articoli del blog.

Favorisce inoltre la condivisione spontanea tra i contatti o gli amici dei nostri profili.

Gli stessi contenuti possono essere utilizzati anche nelle newsletter aziendali, nella strategia di e-mail marketing.

Vantaggi del blog per l'e-commerce

Come non deve essere un blog

Il blog non deve sembrare una presentazione di vendita e contenere solo le foto dei prodotti con una descrizione tecnica.

Certo, gli utenti visitano il sito per guardare i prodotti, ma se desiderano più informazioni su quel prodotto, visiteranno la pagina del prodotto sull’e-shop; se leggono l’articolo sul blog sicuramente sono alla ricerca di informazioni di tipo diverso. Ed è a questo che serve un blog.

I prodotti sul blog vanno raccontati con il punto di vista della loro utilità e con tecniche di racconto (lo storytelling); ciò non esclude che i post possano contenere link ai prodotti, anzi, il carrellino per invitare all’acquisto è sempre un ottimo gancio per indirizzare il cliente all’e-shop.

Ma ricorda: c’è solo un modo per creare connessione emotiva con il lettore: immagini e testo devono essere dosate in modo da creare un unicum. Ed è qui che torna utile la competenza di un copywriter esperto.

Altro aspetto importante: l’ordine e la coerenza.

Il blog non deve apparire disordinato o, peggio, incoerente. Pubblicare contenuti diversificati può aiutare ad attrarre lettori di varie tipologie; ma a patto che vi sia una certa coerenza, legata sia ai prodotti che alle esigenze del pubblico.

Conclusione

Avere un blog richiede impegno, per tre motivi principali:

  1. Richiede molti contenuti tra testi, foto e video (ricorda che le immagini devono essere di qualità e del formato richiesto dal tuo tema di WordPress, compresse e ottimizzate con Photoshop o un plugin prima di essere caricate);
  2. Richiede un piano editoriale ben strutturato con articoli di tipo informativo, redatti nell’ottica problema-consiglio-soluzione, a cui affiancare ulteriori articoli di tipo promozionale sui prodotti dell’e-commerce; 
  3. Deve essere seguito da qualcuno con competenza ed esperienza di scrittura per il web come un blogger o un copywriter, professionisti della scrittura per il web che rispettino le logiche SEO.

È però un investimento a lungo termine che premia se l’obiettivo di partenza è chiaro: ossia quello di puntare ad attrarre lettori dai motori di ricerca e dai social media, lavorando sulla propria reputazione e costruendo un rapporto di fiducia con loro, per poi generare eventuali vendite.

Attenzione però: solo i blog creati nel modo giusto e aggiornati in modo costante ottengono ottimi risultati.

Un blog che può fare affidamento su contenuti studiati, pianificati e ben scritti diventa dunque un ottimo strumento di vendita.

Ricorda che tutti i blog di successo hanno in comune un elemento, che è il segreto del loro seguito: mettono le esigenze del pubblico al primo posto.

Spero tu abbia capito quanto il blog possa essere prezioso per la tua attività.

Affidati a persone competenti in materia e otterrai, ne sono certa, dei buoni risultati.

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Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

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Max Del Rosso lancia “Quantum SEO” la suite completa di 30 strumenti per SEO, marketer e copywriter

Max Del Rosso lancia “Quantum SEO” la suite completa di 30 strumenti per SEO, marketer e copywriter

Max Del Rosso è un professionista SEO con anni di esperienza pratica e una solida reputazione nella link building e nella creazione di contenuti ottimizzati per i motori di ricerca.

Recentemente ha lanciato “Quantum SEO”, una suite di 30 strumenti che promette di trasformare l’approccio alla SEO.

In questa intervista, approfondiamo le caratteristiche uniche di Quantum SEO e scopriamo come l’esperienza e le competenze specifiche di Max siano alla base del successo della suite.

Max, Quantum SEO è una suite ampia e dettagliata, ma il mercato offre già numerosi strumenti SEO.

Qual è stata l’esigenza che ha dato vita a Quantum SEO e quali aspetti fondamentali del suo lavoro ritiene siano alla base di questo progetto?

“Quantum SEO nasce dall’esigenza di creare una suite che rispondesse realmente ai bisogni di chi lavora nella SEO. La mia esperienza pratica come consulente mi ha permesso di capire cosa serve concretamente per posizionare le pagine web nelle prime posizioni di Google e di identificare le vere difficoltà quotidiane dei professionisti SEO.

Con Quantum SEO, ho voluto realizzare un toolkit che non fosse solo completo, ma che fosse costruito da chi conosce profondamente il settore e le dinamiche del posizionamento organico.

Non si tratta solo di avere strumenti tecnici: è la mia esperienza e la capacità di progettare istruzioni precise per l’AI che fanno la vera differenza.”

Quantum SEO si avvale di molte funzionalità basate sull’intelligenza artificiale.

In che modo la sua competenza nel creare prompt efficaci contribuisce all’efficacia della suite?

“La mia competenza nel prompt engineering è fondamentale per il successo di Quantum SEO. L’AI è una tecnologia potente, ma la qualità dei risultati dipende da come viene guidata.

La mia “mano”, ovvero la capacità di scrivere istruzioni precise e performanti, permette all’AI di rispondere in modo mirato alle esigenze SEO. Questo è un aspetto cruciale che molti trascurano: non basta avere un buon tool di intelligenza artificiale, serve sapere come orientarlo verso i risultati migliori.

Ho progettato ogni prompt di Quantum SEO pensando alle reali esigenze di chi fa SEO, affinché l’AI possa rispondere con risultati di alta qualità, mirati e utili per chi lavora nel settore.”

SEO Copywriting

La suite di Max Del Rosso si presenta con un toolkit di 30 strumenti e una sezione con AI avanzata per i professionisti della SEO e del copywriting (foto del sito www.quantum.it)

 

Quantum SEO è quindi una suite creata da un SEO per altri SEO, a differenza di molte piattaforme sviluppate esclusivamente da team tecnici.

Quanto ritiene che questa differenza incida sull’efficacia degli strumenti?

“Direi che questa è la differenza essenziale. Quantum SEO non è stato sviluppato semplicemente per “fare SEO”, ma per risolvere problemi concreti che i professionisti SEO incontrano quotidianamente.

La mia esperienza mi ha permesso di progettare ogni strumento con in mente le necessità pratiche del settore: so cosa serve per posizionare i contenuti e come ottenere risultati tangibili.

Molte piattaforme sono realizzate da sviluppatori che conoscono la SEO solo teoricamente; io, invece, ho progettato Quantum SEO avendo una profonda conoscenza delle tecniche SEO e delle sfide reali del posizionamento.

Credo che questa esperienza diretta sia un vantaggio unico per gli utenti della suite.”

 

30 strumenti con AI

Con una serie di 30 strumenti supportati da AI, Quantum SEO si rivela un indispensabile kit per la SEO e analisi delle key word da posizionare nei motori di ricerca

 

La suite adotta un modello a consumo, quindi gli utenti pagano solo per gli strumenti che utilizzano.

Qual è stata la motivazione dietro questa scelta e quali benefici può offrire?

“Il modello a consumo è stato pensato per garantire massima flessibilità. Molti professionisti SEO hanno flussi di lavoro variabili, quindi un abbonamento fisso non sempre si adatta alle loro esigenze. Con il sistema a crediti, ogni utente può acquistare solo ciò di cui ha bisogno, utilizzando gli strumenti quando e come preferisce.

Inoltre, i crediti hanno validità di sei o dodici mesi, consentendo una gestione ottimale delle risorse senza sprechi. Il mio obiettivo era creare una suite che permettesse a chiunque, dai consulenti indipendenti alle agenzie, di avere il controllo totale del proprio budget e dei costi.”

Quantum SEO include strumenti per la creazione e l’ottimizzazione dei contenuti SEO, ma l’efficacia di un contenuto resta legata alla competenza di chi lo realizza.

Come descriverebbe il ruolo della suite rispetto all’abilità e all’esperienza del professionista?

“Quantum SEO è uno strumento di supporto che aiuta a migliorare e ottimizzare il lavoro SEO, ma il valore finale dipende sempre dalla competenza del professionista.

Gli strumenti come SEO Briefing PRO e Intent Analyzer forniscono suggerimenti e linee guida, ma non possono sostituire l’intuizione e l’esperienza di chi lavora nel settore.

La SEO richiede una profonda comprensione dell’intento di ricerca e delle dinamiche del posizionamento, e la suite offre i dati e il contesto necessari, ma è il professionista a fare la differenza.

Quantum SEO rende il lavoro più efficiente, ma il successo resta nelle mani di chi sa come utilizzare al meglio queste informazioni.”

Per chi desidera esplorare Quantum SEO, è disponibile una prova gratuita di 50 crediti.

Tutte le informazioni sulla suite e sull’offerta di lancio con sconto del 50% sono disponibili sul sito: quantumseo.it.

Quantum SEO di Max Del Rosso è destinato pertanto ad entrare a pieno titolo nella “cassetta degli attrezzi” del professionista SEO e del copywriter che deve misurarsi ogni giorno con la creazione e redazione di contenuti di valore.

Perché la qualità dei testi è ancora, e più che mai, la benzina che accende la tua visibilità in Rete.

Mi piace muovermi tra comunicazione, tecnica e relazione.

Ogni contenuto richiede un suo modo per essere divulgato.

Per questo mi ritrovo nei testi e tra le righe dei codici.

 

Nicola Albi

Consulente Marketing

Come scegliere le immagini per il blog, i social e le newsletter

Come scegliere le immagini per il blog, i social e le newsletter

Immagini di qualità, ottimizzazione per il web e criteri di scelta: così crei il tuo stile

Scegliere l’immagine da allegare ai nostri testi, che si tratti di un articolo per il blog, di un post sui social o di una newsletter, è un’operazione da eseguire con cura e facendo attenzione ad alcuni aspetti.

In questo articolo vedremo insieme quali criteri utilizzare nella scelta delle immagini, dove cercarle, quale formato scegliere e quali sono le procedure di ottimizzazione da eseguire prima di caricarle sul nostro blog.

Dove cercare le immagini giuste

L’immagine è un linguaggio molto potente e, se ben scelta, aiuta ad aumentare le visite e il traffico al tuo blog.

Il web mette a disposizione tanti siti di immagini utilizzabili senza copyright che offrono database di immagini gratuite o di immagini di stock per le quali viene chiesto un abbonamento. Alcuni tra i più utilizzati sono: pixabay.com, unsplash.com, freepic.com. Li vedremo tra un po’.

Sono siti che raccolgono foto ad alta risoluzione e che permettono di scaricare immagini fotografiche, vettoriali o anche illustrazioni. 

Per alcuni di essi l’attribuzione non è obbligatoria ma è gradita, ad esempio su unsplash.com.

Formato e dimensioni

Il formato giusto per scaricare immagini da caricare sul blog è jpeg, mentre per loghi o illustrazioni si consiglia PNG.

Per i vettoriali meglio utilizzare invece il formato SVG.

Sul blog si consiglia di caricare immagini di dimensione massima 1920 x 1280 pixel.

Database disponibili sulla Rete

Vediamo ora alcuni tra i principali siti di immagini, semplici da utilizzare e testati.

Pixabay

Sito molto popolare e utilizzato da un miliardo di persone in tutto il mondo. Nel suo archivio puoi accedere a oltre un milione di foto libere da copyright e che puoi utilizzare per blog, social e newsletter.

Unsplash

Uno dei più grandi e popolari siti web con oltre un milione di immagini gratuite e con licenza free.

Al progetto collaborano oltre 100 mila di fotografi di tutto il mondo. L’iscrizione, infatti, è aperta a tutti e chiunque può diventare collaboratore e contribuire alla libreria.

Puoi utilizzare gratuitamente le fotografie di Usplash sia per scopi commerciali che non commerciali.

Freepik

Freepik è un altro ottimo sito che offre immagini, foto, vettori, illustrazioni e grafiche di alta qualità.

Puoi utilizzare le immagini gratuitamente con il limite di 3 download al giorno. L’unica regola è quella di citare Freepik dove utilizzerai l’immagine, come ad esempio sul blog.

In alternativa, puoi comunque fare un piano a pagamento (9,99€ al mese) e non dovrai dare nessuna attribuzione alle immagini. Con questo piano, inoltre, puoi scaricare tutte le immagini che vuoi in modo illimitato e hai accesso a oltre 14 milioni di immagini premium.

Pic Jumbo

Nonostante sia meno conosciuto rispetto ad altri portali di foto, PicJumbo è uno dei maggiori siti di fotografie al mondo.

Tutte le immagini sono completamente gratuite e sono organizzate in molte categorie tra come animali, cibo e bevande, moda, tecnologia e così via. Mancano però le immagini vettoriali.

Scatter Jar

Scatter Jar è un oiti di foto stock in alta risoluzione esclusivamente dedicato al cibo e alle bevande. Se hai un sito di ricette o un food blog in questo sito puoi trovare tante immagini interessanti.

Tutte le fotografie sono disponibili gratuitamente sia per usi commerciali che non commerciali.

Altro sito da menzionare è sicuramente Adobe Stock, strumento a pagamento e che contiene tante immagini che non trovi altrove. Qui hai la possibilità di iscriverti gratuitamente per un mese e scaricare 10 immagini gratuite.

Come ottimizzare le immagini

Prima di caricare le immagini sul blog è molto importante ottimizzarle.

Prima di tutto è necessario comprimerle, ridurre cioè il loro peso. Io utilizzo short.pixels.com, semplice e gratuito. Ti allego qui sotto l’immagine della schermata della sua home page.

ottimizzazione immagine

Compressione immagine su short.pixels.com

 

Nella versione gratuita i file caricati devono avere una dimensione massima di 10 Mb.

Ricorda anche di nominare l’immagine con il topic, l’argomento di cui parli nel testo (importante ai fini SEO).

Quando poi caricherai l’immagine sul tuo blog ricordati di:

  • inserire l’ALT, testo alternativo o tag alt, fondamentale per spiegare il contenuto dell’immagine ai motori di ricerca;
  • inserire description, o meta-description è un elemento HTML che aiuta a riassumere e descrivere il contenuto della pagina in questione;
  • inserire didascalia, il breve testo che comparirà sotto all’immagine.

caricamento immagine

Sulla libreria del tuo blog, quando carichi l’immagine dopo averla compressa e nominata, inserisci ALT, descrizione e didascalia

 

Oltre alle immagini messe a disposizione dalle librerie si possono utilizzare anche immagini proprie, fatte da te o da un fotografo. 

È però importante che siano di qualità, ad alta definizione e non sgranate: per questo ti sconsiglio di utilizzare il cellulare, soprattutto se parliamo di immagini da caricare sul un sito o sul blog.

Quando scegli l’immagine considera questi due aspetti:

  1. Immagine e testo devono integrarsi,
  2. I colori e lo stile delle immagini devono essere coerenti con i valori e le emozioni che vuoi comunicare.

Come scegliere le immagini per i post social 

Per i social media vale un discorso diverso. 

Dal momento che i social nascono per la condivisione della quotidianità, le immagini che condividi possono essere fatte con un buon smartphone, l’importante è che siano  luminose, non sfocate ed emozionanti.

Ovviamente tutto dipende dal fine della condivisione: se parliamo di post social a scopo lavorativo, promozionale o commerciale valgono le regole sopra scritte: il consiglio allora è quello di non improvvisare e puntare su immagini di buona qualità messe a disposizione dai data-base disponibili on line.

L’unico appunto è fare attenzione ai formati, dal momento che ogni social richiede siano diversi. 

Instagram, ad esempio richiede il formato 1080*1080 pixel per il formato quadrato (square), mentre per reels e storie il formato richiesto è 1080*1920 pixel.

Le dimensioni raccomandate per i post di Facebook sono invece le seguenti:

  • Post formato orizzontale: 1200*630 pixel
  • Post formato verticale: 1080*1350 pixel
  • Post formato quadrato: 1200*1200 pixel
  • Stories: 1080 *1920 pixel

In ogni caso, per creare locandine accattivanti e che rispettino i formati ti consiglio di utilizzare canva.com. uno strumento di progettazione grafica molto semplice e intuitivo.

Ti consiglio di leggere anche: Copywriting per Social Media: la guida completa per i testi ai tuoi post

Raccomandazione

Mi raccomando, non utilizzare mai per il tuo blog o per i post social le immagini che trovi su Google. 

Potrebbero infatti essere coperte da copyright e potresti incorrere nella violazione dei diritti di proprietà intellettuale (e di conseguenza all’obbligo di risarcimento dei danni).

Immagini per Newsletter

Ti è mai capitato di ricevere un Newsletter di solo testo? L’hai letta fino in fondo? Difficile…

Le immagini nelle newsletter hanno tre funzioni principali:

  • Mantenere alta l’attenzione delle persone,
  • Rendere più piacevole la lettura,
  • Evidenziare concetti che ritieni importanti nella tua Newsletter.

Le immagini giuste permettono cioè di catturare l’attenzione e di comunicare i contenuti senza usare le parole.

Attenzione però a non abusarne: troppe immagini o in formati troppo pesanti potrebbero spedire la tua newsletter direttamente nella casella di posta indesiderata.

Buona norma è inserire una sola immagine per Newsletter, professionale e scelta con cura. 

Vale ciò che ti ho detto sopra circa la scelta di immagini per i blog post: cerca nelle librerie di immagini sul web quella che meglio si adatta al tuo messaggio.

Prima di utilizzarla ricordati di ottimizzarla (comprimila e nominala).

Per quanto riguarda il formato, in linea di massima scegli jpeg per le immagini fotografiche e png le illustrazioni.

Se vuoi qualche consiglio su come scrivere una newsletter ti consiglio di leggere: I vantaggi dell’Email Marketing e come scrivere una Newsletter efficace

Se invece ti occupi di turismo potresti trovare interessante leggere Web marketing turistico: come rispondere alle e-mail

E tu, quali criteri utilizzi per sceglere le immagini da allegare ai tuoi post?

Se hai qualche curiosità, domanda o suggerimento scrivimi un commento qui sotto!

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Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

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Barriere della Comunicazione: impara a riconoscerle per creare una comunicazione efficace

Barriere della Comunicazione: impara a riconoscerle per creare una comunicazione efficace

La comunicazione efficace si basa sull’ascolto, sull’accoglienza e sul limitare al minimo le barriere della comunicazione

Le barriere della comunicazione sono modalità che spesso utilizziamo in modo spontaneo, per abitudine o per cultura.

Quando un amico ha un problema spesso accade che cerchiamo di aiutarlo con dei buoni consigli o con dei suggerimenti tratti dalla nostra stessa esperienza. 

Nonostante le buone intenzioni, a volte questi tentativi creano più problemi di quanti ne risolvano e finiscono per ferire l’altra parte e bloccare così la comunicazione spontanea. 

Questi tentativi vengono definiti in psicologia “metodi tradizionali di aiuto” o “barriere della comunicazione”.

Evitare questi comportamenti è difficile, dovremmo però cercare di ridurli al minimo pensando che i modi di ascoltare sono due:
• il primo consiste nell’ascoltare i discorsi dell’altro per metterli al servizio delle proprie tesi e dei propri interessi;
• il secondo consiste nel sentire l’altro, nel cercare di capire “come parla”, nell’andare verso di lui con empatia.

Ma purtroppo il primo modo di ascoltare è il più diffuso, come sostiene lo psicologo americano Barry Schwartz:

“Si ascolta senza veramente sentire; così facendo, ci si protegge dai cambiamenti che un reale ascolto comporterebbe.” 

Sentire e ascoltare: la parola magica è Accoglienza

Ogni volta che utilizziamo questi modi di comunicare dobbiamo renderci conto che mettiamo l’altro in difficoltà e blocchiamo o rendiamo difficile la comunicazione.

Una buona comunicazione interpersonale richiede accoglienza.

Si tende a confondere la dimensione dell’ascolto con la funzione del sentire, trascurando una differenza fondamentale: ascoltare è un processo, sentire è un modo di immedesimarsi. 

L’ascolto riduce stress e tensioni in quanto ci permette di sviluppare relazioni più chiare, autentiche e una comunicazione efficace.

Le barriere comunicative individuate da Thomas Gordon

Di recente, in un libro di psicologia della comunicazione, ho approfondito il tema delle barriere comunicative individuate da Thomas Gordon nel 1974.

Sono 12 modalità di comunicazione errata in quanto rallentano, inibiscono o bloccano il processo comunicativo, creando un senso di sfiducia nell’interlocutore.

Spesso non siamo consapevoli di utilizzare queste modalità, e questo accade quando, involontariamente, ci allontaniamo dalla realtà esistenziale dell’altro.

In questo modo, sottolinea lo psicologo, “blocchiamo il processo di ascolto attivo e concentriamo la nostra attenzione sul nostro punto di vista o su ciò che giudichiamo giusto o sbagliato, anziché restare in contatto con i bisogni, idee, emozioni che l’altro esprime.”

Vediamo insieme quali sono le 12 barriere di Gordon, spiegandole con alcuni esempi.

1) Dare ordini, comandare, esigere

Quando diciamo all’altro: “Devi, bisogna che tu…” gli comunichiamo che i suoi sentimenti, pensieri e comportamenti non sono adeguati. Creiamo una situazione spiacevole di assimetria in quanto lasciamo intendere che chi parla sa cosa sia bene o male per l’altra persona.

2) Minacciare, avvertire, mettere in guardia

Ad esempio: “Se non fai così…”, “ Se continui così…”, sono messaggi simili a quelli precedenti, ma qui le conseguenze sono più esplicite: la minaccia, la punizione. Sono messaggi che suscitano sentimenti di rabbia e ribellione da una parte e dall’altra paura e sottomissione.

La punizione non è mai produttiva, per il semplice motivo che non gratifica. È difficile poi riprendere a comunicare con una persona che si sente umiliata.

3) Moralizzare, rimproverare, fare la predica

“Non ci si comporta così…”,“Sei il solito irresponsabile…”, “Io parlo per il tuo bene…”.

Questi messaggi creano sensi di colpa e costringono la persona a sottostare al potere esercitato da idee e valori dell’altro.

Sono messaggi difficile da contrastare perché spesso “nascosti” da frasi manipolative (lo faccio per te).

In ogni caso comunicano la mancanza di fiducia nel senso di responsabilità.

4) Offrire soluzioni, consigli

Anche quando cerchiamo di dare consigli è necessario fare attenzione.

Quando diciamo: “Secondo me la cosa migliore da fare è…” oppure “ascolta il mio consiglio, ci sono passato anch’io, vedrai che è la cosa migliore anche per te” dovremmo tener conto che inviamo un messaggio di superiorità intellettuale ed emotiva che blocca la comunicazione.

5) Argomentare, redarguire

In una conversazione, quando diciamo: “Sì, però…”, “no, non mi dire che…” tendiamo a provocare misure difensive e contro-argomentazioni da parte di chi ascolta. Anche qui la comunicazione non è più spontanea.

Anche interrompere è un atteggiamento che esprime non ascolto e non comprensione dell’altro, anche se pensiamo di sapere cosa vuole comunicarci o abbiamo fretta di rispondere.

Barriere della Comunicazione individuate da Thomas Gordon

6) Giudicare, valutare, criticare

Il giudizio pone l’altro sulla difensiva e la comunicazione continua in modo negativo, sempre che il soggetto non si allontani.

“Tu sei fondamentalmente egoista …”, “Stai sbagliando tutto …”. Sono messaggi che chiaramente creano una barriera alla comunicazione.

7) Fare apprezzamenti, manifestare compiacimento

È sempre piacevole e gratificante ricevere apprezzamenti, infatti questa è una barriera difficile da individuare.

Allo stesso tempo, il messaggio di “approvazione” che inviamo contiene l’idea implicita che altre scelte le avremmo giudicate sbagliate o non adeguate.

Anche se possono apparire come manifestazione di stima e fiducia, gli apprezzamenti possono apparire come atteggiamenti manipolatori, soprattutto quando si sente la non sincerità (ricordiamoci la potenza del linguaggio non verbale).

8) Ridicolizzare, etichettare

Ecco sei il solito sbadato”, “Ci risiamo”. Queste modalità sono ulteriori aspetti di valutazione negativa e di critica. Sono i classici messaggi che svalutano la persona e non solo il suo comportamento e che possono ferire profondamente.

9) Interpretare, diagnosticare

Interpretare significa cogliere qualcosa di simile a quanto viene detto e di filtrarlo attraverso i nostri significati, le nostre ideologie, il nostro vissuto.

“Penso che in realtà tu non voglia dire questo…” oppure “Io so cosa stai cercando di dire realmente”. L’atteggiamento interpretativo consiste nell’attribuire dunque un nostro significato alle parole dell’interlocutore e non è detto che ciò corrisponda a verità.

Lasciarlo parlare o chiedere chiarimenti è sicuramente una strada migliore per una comunicazione efficace.

10) Rassicurare, consolare

Messaggi come “Non avere paura…”, “Vedrai, tutto si risolverà…”, “Su fatti coraggio, non piangere” sembrerebbero frasi di sostegno. In realtà sono una barriera perché tendono a bloccare l’esperienza che l’altro sta vivendo.

Se una persona è triste o spaventata perché non dovrebbe piangere? Gli psicologi affermano con forza che piangere è salutare.

Spesso rassicurare e consolare è più un’esigenza legata all’incapacità di sostenere l’esperienza dell’altro che non un reale tentativo di vicinanza emotiva. Il meccanismo psicologico è il seguente: Non sopporto il dolore dell’altro/a e lo rassicuro affinché smetta e anch’io possa sentirmi sollevato.

11) Fare domande, investigare, indagare

Chiedere informazioni porta a spostare il colloquio verso una direzione diversa da quella voluta dal nostro interlocutore.

Chi riceve domande insistenti (“ma come mai?”, “ma tu cosa stavi facendo?”, “ma perché eri lì?”) ha la sensazione di essere impegnato a rispondere a un interrogatorio, cosa per nulla piacevole.

Nelle relazioni quotidiane questi messaggi diventano una barriera alla comunicazione, perché il nostro interlocutore in questo modo si sente minacciato, pressato.

E ciò serve solo a far aumentare l’ansia:  il rischio è che reagisca con rabbia.

12) Distrarre, minimizzare

La classica frase: “Non è poi così grave quello che è successo, pensa a chi sta peggio di te” comunica scarso interesse per il nostro interlocutore e per quello che sta tentando di dirci, è una mancanza di attenzione alle priorità e ai sentimenti dell’altro.

Il nostro interlocutore si sente non considerato e non compreso. La comunicazione non sarà più autentica né efficace perché veniamo visti come qualcuno che non comprende e allontana.

Empatia

Ascoltare vuol dire accogliere dentro di sé i problemi dell’altro con empatia

Come migliorare la capacità di ascolto

La nostra capacità di ascolto è legata alla profonda conoscenza dei nostri bisogni e stati d’animo.

Quanto più siamo consapevoli di ciò che ci accade tanto più saremo in grado di distinguere in modo chiaro il nostro vissuto per fare spazio al vissuto dell’altro. 

Un suggerimento può essere quello di soffermarsi, a fine giornata, a pensare agli scambi avuti durante il giorno, a come ci siamo sentiti, a cosa avremmo fatto o detto di diverso. E cercare di capire quali sono i nostri bisogni quando ci relazioniamo con gli altri.

Fermarsi a riflettere sulle nostre reazioni ci aiuta a costruire una piccola mappa di ciò che desideriamo per noi, in modo da poter accogliere in modo aperto e non giudicante anche i bisogni degli altri.

L’ascolto attivo secondo Thomas Gordon

L’ascolto attivo, in quanto opposto all’ascolto passivo (il silenzio), comporta l’interazione con l’altra parte e fa in modo che l’utente abbia delle prove che via sia comprensione.

Ho più volte parlato di comunicazione empatica, che torna fondamentale anche qui, essendo l’unica forma di comunicazione che:

  • dà la chiara percezione di essere stati capiti, accettati e rispettati sia nei sentimenti che nelle idee;
  • ci aiuta ad approfondire la comunicazione;
  • abbassa le tensioni emotive, il senso di minaccia e libera dall’ansia;
  • aiuta ad accettare come naturali ed umani i propri sentimenti e dunque quelli degli altri.

Grazie all’empatia si riesce a entrare nel problema altrui e in questo modo si è sulla buona strada per la sua risoluzione. Tra le due parti si crea un rapporto di fiducia e di rispetto che consolida il rapporto.

L’ascolto attivo proposto da Thomas Gordon funziona perché aiuta chi ha il problema a scaricare le emozioni intense e ad elaborare il suo problema in vista di una soluzione. Secondo Gordon:

L’ascolto attivo è l’abilità che meglio riassume le tre caratteristiche della relazione d’aiuto: empatia, accettazione, autenticità, per facilitare la soluzione del problema da parte della persona.

L’ascolto attivo richiede dunque il mettersi nei panni dell’altro cercando di cogliere i suoi pensieri e sentimenti, per poi esprimergli la nostra comprensione con calore e senza alcun giudizio.

La comunicazione efficace richiede, come abbiamo visto, molte attenzioni e tanta empatia.

Io credo che l’empatia sia una forma di sensibilità, tuttavia gli esperti ci insegnano che si può imparare a coltivarla per migliorare le nostre relazioni e creare amicizie autentiche.

Ne parlo nell’articolo Perché comunicare con Empatia è uno strumento vincente: dai valore agli altri, valorizzi te stesso e crei fiducia e, se ti fa piacere, fammi sapere cosa ne pensi.

 

Per approfondire puoi leggere:

  • Thomas GordonRelazioni efficaci. Come costruirle. Come non pregiudicarle, La Meridiana Edizioni, 2014

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Articolo di Luglio 2020
Revisioni: Agosto 2021, Settembre 2024

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Verbi, avverbi e aggettivi nel copywriting: 4 consigli su come utilizzarli in modo efficace

Verbi, avverbi e aggettivi nel copywriting: 4 consigli su come utilizzarli in modo efficace

Per arrivare al lettore dobbiamo scrivere in modo preciso e concreto. No ai verbi pomposi e alle nominalizzazioni, sì agli accostamenti nuovi e ai verbi che trasmettono energia

Nel mio lavoro di copywriter, quando scrivo articoli per i blog o newsletter aziendali, dedico molta attenzione alla scelta delle parole.

Questo perché so quanto siano potenti. La loro funzione principale è quella di produrre immagini, creare qualcosa che prima non c’era.

In realtà, tendiamo un pò tutti a utilizzare più parole del necessario, ma se valutiamo con attenzione ci accorgiamo come l’utilizzo della parola giusta sia sufficiente a identificare e a scrivere in modo accurato.

Scegliere le parole giuste ci aiuta a scrivere meno e meglio, a far capire e a far ricordare di più.

Vediamo insieme allora come scegliere verbi e aggettivi, e soprattutto quali forme evitare, con l’obiettivo di scrivere in modo preciso, concreto e arrivare al cuore del nostro lettore.

I verbi, motori della storia

Il verbo è il motore di ogni storia, attira e organizza intorno a sé gli elementi della frase.

Mentre il sostantivo è fermo, il verbo è qualcosa di dinamico e che crea movimento dando energia alla frase.

1. Evita le nominalizzazioni e usa il verbo relativo

Evitare le nominalizzazioni vuol dire sostituire tutti i sostantivi che finiscono in -zione con il verbo relativo.

In questo modo la frase risulterà più leggera ed elegante; inoltre avvicini di più il testo al parlato e quindi allle persone.

Alcuni esempi: parole come realizzazione o eliminazione possono essere sostituite da per realizzare o per eliminare.

2. Scegli verbi precisi e forti: sono più energici

Il verbo generico è scontato, non dà indizi precisi. Il verbo preciso aiuta invece a capire in modo chiaro l’azione che si vuole trasmettere.

Un esempio di verbo generico è il verbo scoprire, molto utilizzato nelle call to action del marketing digitale.

Al suo posto sarebbe molto più adatto usare ad esempio il verbo leggere (se si vuole invitare a leggere un articolo), sfogliare (se stiamo parlando di un catalogo), guardare (se si tratta di immagini o di video).

Più il verbo è preciso più riesce a descrivere e dunque coinvolgere il lettore.

I verbi forti sono verbi che ci parlano in modo chiaro e diretto. I verbi deboli, invece, odorano di scartoffie e non si prestano alla velocità della comunicazione di oggi. Alcuni verbi deboli molto usati sono effettuare, procedere e provvedere.

Nota la differenza:
Procederemo alla valutazione della pratica in modo tempestivo.
Valuteremo subito la pratica.

Non trovi che la seconda frase sia più semplice e diretta?

3. Evita i verbi paternalististici, i verbi pomposi e del linguaggio burocratico

Verbi quali permettere, consentire, mettere in grado o mettere a disposizione trasmettono un senso di superiorità e autoreferenzialità per nulla piacevole per chi legge. Sarebbe meglio non usarli mai.

I verbi pomposi come rappresenta, costituiscono, vanta sono tutti verbi sostituibili con il semplicissimo ed efficace verbo essere, senza nulla togliere al senso della frase.

Evitiamo anche i verbi del linguaggio burocratico e i verbi antiquati: meglio usare ad esempio il verbo fare al posto di effettuare e realizzare, ne guadagna la leggerezza del testo.

4. Ricorri al passivo solo se è necessario

Rinunciare alla forma attiva, dal momento che mette il soggetto in secondo piano, rende lo scritto impersonale e freddo.

La forma passiva è utile infatti quando desideriamo mettere l’oggetto in primo piano, collocandolo all’inizio, o quando non ha importanza chi ha compiuto quell’azione.

Ad esempio: I libri dei più grandi scrittori contemporanei sono conservati nella biblioteca dell’Università.

Ma Le famiglie possono ordinare i libri di testo anche online e non I libri di testo possono essere ordinati anche online.

 

Aggettivi e avverbi: solo se aggiungono qualcosa

E per gli aggettivi e gli avverbi?

Ricorda che sono utili solo se aggiungono qualcosa che ci aiuta a delineare meglio l’immagine nella nostra mente.

In caso contrario gli avverbi sono superflui perché invece di aggiungere energia (che è la loro funzione: ad verbum significa proprio aggiungere energia) la tolgono, appesantendo la lettura.

In ogni caso cerca di evitare sempre gli avverbi che finiscono in -mente.

Coppie scontate

Gli aggettivi poi, quando sono uniti ad un sostantivo, appesantiscono il testo.

Coppie di uso comune come aiuto concreto, apposito modulo, paesaggio suggestivo, meta ideale, obiettivo ambizioso o offerta imperdibile sono un’accoppiata scontata e da evitare.

Somigliano agli slogan di vecchie pubblicità che ormai abbiamo sentito così tante volte che hanno perso significato, energia e potere.

Cerchiamo di coltivare la precisione e chiediamoci se c’è un termine che da solo esprime lo stesso significato.

La posizione dell’aggettivo

Per quanto riguarda la posizione dell’aggettivo, in italiano ci sono molte eccezioni.

Fermiamoci ad ascoltare la frase e scegliamo in base all’effetto voluto ricordando che l’aggettivo prima del nome trasmette senso di distacco mentre dopo il nome avviciniamo lo scritto alla lingua parlata.

Avverbi di intensità e aggettivi superlativi

Teniamo d’occhio gli avverbi di intensità (come molto, proprio, pienamente): il rischio è quello di produrre troppa enfasi e creare testi innaturali.

I superlativi sono inutili. La solita tiritera promozionale: offerta eccezionale, soluzione innovativa, piattaforma indispensabile non fa breccia nel cuore del lettore.

Chi naviga in rete cerca risposte ai propri bisogni, soluzione ai propri problemi. Accumulare i superlativi è gridare al vento: inutile e fastidioso.

Ma allora: quando sono utili aggettivi e avverbi?

Aggettivi e avverbi sono invece utili quando rafforzano il testo, ossia quando lo mettono a fuoco con dettagli precisi e descrizioni potenti.

Io seguo questa regola:

L’avverbio deve essere necessario, se non lo è vuol dire che è inutile.

Infine, isolare un avverbio tra due punti lo rafforza. È come scriverlo in grassetto, viene evidenziato.

Nota la differenza tra:

Diamo sempre una risposta alle tue domande, una soluzione ai tuoi problemi
Rispondiamo alle tue domande e risolviamo i tuoi problemi. Sempre.

L’avverbio isolato è molto più espressivo.

Invece, un avverbio molto inflazionato, e da evitare soprattutto da solo, è assolutamente. Usiamolo per dare grande enfasi, non per rimarcare un semplice sì, come accade ormai troppo spesso anche in televisione.

Mi piace ricordare un l’aneddoto secondo il quale Gian Luigi Beccaria, sulla rubrica “Parole in corso” de La Stampa di qualche anno fa, attaccando gli stereotipi e le espressioni fatte tipiche del linguaggio giornalistico, cita lo scrittore francese Alphonse Daudet, proponendoci un’immagine divertente:

Chi scrive con efficacia sa bene che l’aggettivo deve essere l’amante del sostantivo e non già la moglie legittima, perché tra le parole ci vogliono legami passeggeri e non un matrimonio.

È dai legami passeggeri tra le parole che nascono immagini memorabili e accostamenti nuovi e sorprendenti, per cui azzarda, osa: scrivere è anche questo.

Consiglio plus per il copywriter

Per scegliere le parole giuste bisogna conoscerne tante.

Di qui l’importanza di aver a portata di mano un buon dizionario della lingua italiana, che non a caso sin dal medioevo è definito anche thesaurus.

copywriting vocabolario

Oltre al vocabolario della lingua italiana sono molto utili:

1. Il Vocabolario di base della lingua italiana di Tullio De Mauro, che contiene le 7500 parole più usate e comprese dai parlanti italiani. È dunque un riferimento importante per scrivere testi comprensibili a tutti.

L’ultima edizione (del 2016), il “Nuovo Vocabolario di base della lingua italiana” a cura di Tullio De MauroIsabella Chiari e Francesca Ferrucci, contiene anche nuove parole che oggi utilizziamo di più e parole straniere di uso comune che ormai sentiamo nostre, quali ad esempio cardigan, premaman, community, master, network ecc.

Il vocabolario è disponibile anche gratuitamente sul link di Internazionale.

2. Il Dizionario dei sinonimi e dei contrari, utilissimo per evitare ripetizioni o cercare quella parola il cui significato “assomiglia a…” ma che ci sfugge. Magari è proprio quella la parola giusta da utilizzare.

3. Il Dizionario delle collocazioni, a cui ricorrere se vogliamo evitare di riproporre le stesse coppie aggettivo-sostantivo o verbo-avverbio di uso comune (come ad esempio la coppia i soliti tessere le lodi, costare una fortuna, ecc).

Le collocazioni sono infatti parole che, per uso e consuetudine, sono collocate insieme e non è possibile sostituire una delle due mantenendo lo stesso significato (ad esempio si utilizza avanzo di galera e non resto di galera, si utilizza costare una fortuna e non costare un tesoro).

Il dizionario delle collocazioni diventa allora utile se lavoriamo a testi dove la varietà di lessico è importante, come in una brochure. O anche per evitare ripetizioni in pagine simili di siti web, come le pagine per cataloghi.

4. Il Dizionario analogico, che propone liste di parole collegate tra loro non solo per uso ma anche per significato o analogia tra i diversi concetti che esprimono.

Consultare un dizionario analogico vuol dire “partire per un lungo viaggio dalla meta sconosciuta”, un viaggio che arricchisce e che ci permette di esprimere il nostro pensiero in modo compiuto.

Di una parola che vogliamo analizzare ne scopriamo le caratteristiche grazie al dizionario analogico che ci mostra:

  • gli aggettivi associati;
  • le azioni a cui viene associata;
  • i modi dire  e i proverbi che la contengono o ne richiamano l’idea.

Io l’ho acquistato qualche giorno fa e trovo sia interessantissimo: una fonte inesauribile di idee!
E tu, quali vocabolari utilizzi per la tua attività di copywriter? Fammelo sapere nel box qui sotto!

Sempre sul tema copywriting potresti leggere:

Ti consiglio un libro:

  • Paroline & Paroloni, Luisa Carrada, Zanichelli Editore, 2022

Articolo scritto nel mese di settembre 2022, rivisto e aggiornato a settembre 2024

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Creatività come espressione di sé nella vita e nel lavoro

Creatività come espressione di sé nella vita e nel lavoro

Essere creativi è una scelta: due libri per scoprire e riattivare la propria creatività

La creatività è sempre più il centro della crescita personale e professionale e contribuisce a fare di noi delle persone felici e realizzate.

A questo proposito ho da poco finito di rileggere due libri interessanti.

Il primo è un libro di Seth Godin: La pratica. L’attività creativa è una scelta quotidiana.

Il secondo è dell’antropologo Brian Solis: De-Crescere bene. Come rendere la tua vita più creativa, produttiva e felice.

Sono due libri molto diversi fra loro ma entrambi insistono su un atteggiamento fondamentale: eliminare dalla nostra vita ciò che non ci appartiene e ciò che ci distrae in modo continuo – con una grande opera di forza e coraggio – per arrivare al fulcro di ciò che siamo e dare libero sfogo al pensiero creativo e alla sua originalità.

L’insegnamento è quello di risvegliarci dal torpore della staticità e avere coraggio di mettersi in gioco grazie alla creatività.

La buona notizia è che la creatività non è prerogativa di persone geniali o particolarmente dotate: la creatività è una pratica giornaliera che possiamo iniziare a fare nostra da subito. 

Perché, come consiglia Seth Godin:

“Vale la pena produrre lavori di cui essere orgogliosi, anche se non saranno necessariamente tutti un successo.”

Seth Godin-Brian Solis

Due libri da scoprire: “De-Crescere bene. Come rendere la tua vita più creativa, produttiva e felice” di Brian Solis (Hoepli, 2020) e “La pratica. L’attività creativa è una scelta quotidiana” di Seth Godin (Roi Edizioni 2021)


Tutti i vantaggi della creatività

Inseguire l’obiettivo di vivere e lavorare con creatività porta una serie di benefici. Vediamoli insieme.

La creatività:

  1. È una sfida che attiva la mente, stimola il pensiero critico.
  2. Ci permette di apprendere con maggiore facilità, di risolvere problemi e di cogliere opportunità.
  3. Migliora la qualità del lavoro e aumenta la produttività, ma contribuisce anche a farti sentire una persona più sicura di te e più competente.
  4. Ci predispone all’empatia e crea connessioni profonde con noi stessi e con gli altri.
  5. Apre mente e cuore e ci permette di sfruttare risorse che neppure sapevamo di avere.
  6. Stimola la riflessione e ci spinge ad abbandonare il consumo distratto degli stimoli (sms, tweet, notifiche) provenienti dall’esterno e a concentrarci su ciò che noi stiamo facendo.
  7. Riduce ansia e stress.
  8. Mantiene la mente attiva e ciò può rallentare il processo di invecchiamento (secondo recenti studi del Dr.Gene Cohen della George Washington University). Cohen ha scoperto, inoltre, che gli anziani disposti a mettersi alla prova dal punto di vista creativo si mantengono più in salute, sono meno depressi e meno soggetti a infortuni.

Senza l’attività creativa saremmo fermi nella nostra “zona di confort”, dove manca l’innovazione e la vitalità.

La creatività ci spinge invece a correre rischi che possono aprirci nuove porte e che sono espressione del nostro io più profondo.

Crescendo, molti di noi maturano una sorta di timore verso la propria creatività: perché?

Crescendo, molti di noi maturano una sorte di timore riguardo la propria creatività.

Temiamo il giudizio della società e finiamo col reprimere il nostro guizzo creativo, soffocando così una parte fondamentale del nostro essere.

Reprimere i nostri istinti creativi è una strategia spiacevole e inutile, oltre a un’abitudine che può arrivare a danneggiarci senza che ce ne rendiamo conto. La creatività inutilizzata si trasforma in sofferenza, rabbia, giudizio, dolore e vergogna: non riconoscere o non esprimere il nostro lato creativo può generare depressione, insicurezza, stress e ansia.

Creatività nel lavoro

Segui il flusso della creatività e lascia scorrere le tue idee

Scuola, lavoro e creatività

Purtroppo la società attuale tende spesso a reprimere la creatività. Ci viene esplicitamente detto come dovrebbero essere le nostre vite.

Da piccolini impariamo dai nostri genitori cosa è giusto o sbagliato e poi, una volta inseriti nel sistema scolastico, purtroppo perdiamo molte delle nostre innate capacità creative.

Nella maggior parte delle scuole si esaltano competenze di tipo logico o analitico mentre ci dimentichiamo delle abilità creative, quasi non fossero doni adatti al nostro sistema e, sopratutto, non utili per guadagnarsi da vivere. Peccato!

È allora fondamentale alimentare l’immaginazione e la creatività nei ragazzi, nei giovani e negli adulti, proprio per non privare il mondo di quel valore.

In questi periodi di grandi sconvolgimenti lavorativi, la creatività, che è il motore dell’innovazione, è una componente indispensabile.

Kennet Robinson, educatore e scrittore britannico famoso per i suoi TED, afferma che:

“Molti individui talentuosi, brillanti e creativi non sanno di esserlo perché, a scuola, le attività in cui ottenevano risultati migliori non venivano valorizzate o, peggio, venivano disapprovate.”

È su questo pensiero che si fonda la presentazione di Alike, il noto cortometraggio del 2016 che ha ottenuto applausi anche dalla critica.

Corto Alike

Il cortometraggio Alike, dei due animatori madrileni D.Martinez Lara e Cani Méndez, racconta la routine quotidiana di un padre e del figlio piccolo. I due autori puntano la luce sul rifiorire dell’individuo che decide di liberarsi delle convezioni sociali e del grigiore che comportano per dare libero sfogo all’immaginazione e all’espressione artistica.

In soli sette minuti il corto ci commuove e ci fa riflettere su cosa realmente accade quando accantoniamo l’immaginazione a favore della concretezza, mettendo da parte la creatività e i nostri talenti.

Proprio come succede al padre in questo corto (che, se non hai già visto, ti consiglio di guardare), il nostro artista interiore, pieno di speranza, è dentro di noi anche quando siamo adulti, e attende di uscire fuori.

Prova a pensare come sarebbe il mondo se permettessimo ai nostri figli (e a noi stessi) di seguire gli insegnamenti di questo film.

Nel testo di Brian Solis ho sottolineato alcuni riferimenti che trovo possano essere di riflessione e ispirazione.

Secondo i fratelli David e Tom Kelley (Tom Kelley è il fondatore dell’Institute of Design of Standford e con il fratello ha scritto il best-seller “Creative Confidence: Unleashing the Creative Potential Within Us All”) le aziende danno troppo spesso per scontato che creatività e innovazione siano appannaggio degli individui creativi.

Si è scoperto invece che la creatività non è un dono raro di cui godono pochi fortunati, ma una componente fondamentale del pensiero e del comportamento umano. 

In molti di noi è bloccata ma fortunatamente è possibile sbloccarla e ciò può avere implicazioni di ampia portata sulla nostra vita, personale e lavorativa.

David Kelley ha approfondito il tema anche durante un TED Talk (Technology Entertainment Design è una serie di conferenze gestite dall’organizzazione privata non-profit statunitense Sapling Foundation) con un invito a non dividere il mondo in creativi e non creativi:

“Non dividete il mondo in creativi e non creativi, come se la creatività fosse un dono divino.Per acquisire la propria natura creativa, le persone dovrebbero lasciar fluire le proprie idee…solo così potranno ottenere ciò che si erano prefissate e raggiungere una stato di fiducia creativa.”

Essere creativi è una scelta

Ognuno di noi ha doni creativi e unici da offrire, e ognuno di noi dovrebbe aver fiducia nella propria unicità.

Ricorda che un lavoro tecnico sarà facilmente rimpiazzabile dalla tecnologia, mentre un lavoro che richieda immaginazione, pensiero creativo, capacità di analisi e ragionamento è più difficile da automatizzare.

Anche se pensi di essere una persona non particolarmente creativa sappi che la creatività è un’abilità che è possibile apprendere.

Tutti noi possiamo migliorarci come individui, crescere e sviluppare competenze mentali, fisiche ed emotive per elaborare un pensiero personali e fuori dal coro.

Ma come fare per riaccendere quello spirito creativo sopito?

Liberare la creatività Brian Solis

Riaccendere la creatività

Nel libro “De-Crescere bene. Come rendere la tua vita più creativa, produttiva e felice” Brian Solis – antropologo digitale e speaker di fama internazionale – suggerisce un percorso per risvegliare la propria creatività.

È un percorso che ci permette prima di tutto di trovare il nostro equilibrio, riappropriarci del nostro tempo e dunque il controllo della propria vita.

Siamo tutti troppo impegnati e troppo multitasking: ma vivere attaccati allo smartphone ci procura gioia? Seguire la vita degli altri è più importante che vivere la nostra? Leggere l’ultima e-mail nel momento stesso in cui arriva è proprio così importante?

Anziché cedere al richiamo di notifiche, like, app e social – da cui, soprattutto nei momenti di noia, è difficile staccarsi – possiamo imparare a gestire meglio il nostro tempo e ritrovare l’ispirazione che ci serve, senza per questo rinunciare agli innegabili vantaggi offerti dal web.

Solis unisce pensiero scientifico a consigli pratici offrendo strumenti semplici e utili per:

  1. Identificare le principali fonti di distrazione e spostare l’attenzione su attività creative e produttive;
  2. Riconoscere e contrastare le strategie di manipolazione che portano alla dipendenza digitale;
  3. Trovare motivazioni e scopo di impiegare il tempo in modo più significativo e smettere di rimandare;
  4. Interrompere le cattive abitudini e mettere in pratica la routine necessaria per raggiungere gli obiettivi;
  5. Massimizzare la produttività con strategie semplici ma efficaci;
  6. Mantenere la concentrazione per lunghi periodi;
  7. Sorridere di più e aumentare l’autostima.

Creatività e autostima

Dalla pagina LinkedIn di Brian Solis

Il percorso, che lo stesso Solis ha sperimentato nella propria vita, propone una de-crescita, che significa liberarsi dalle tante distrazioni (e un po’ tornare allo stato d’animo del bambino che c’è in noi) e prevede varie fasi.

Dalla presa di coscienza del nostro stato al riposizionarsi e riequilibrarsi fino alla definizione dei pilastri fondamentali (ciò che ha valore per noi) e allo sblocco dell’energia per raggiungere i nostri obiettivi.

La decrescita è uno sforzo di esplorazione del nostro io e un patto con noi stessi per arrivare a vedere, apprendere e mettere in pratica ciò che ci permette di vivere meglio.

Scrive Brian Solis:

“La decrescita è un modo di gestire la propria vita nel momento stesso in cui scorre, con l’intento di ritrovare la nostra creatività repressa.
È un viaggio alla scoperta di sé, un viaggio di comprensione e risveglio. Più ami ciò che è dentro di te e più le persone che ti circondano ameranno ciò che esprimi. Più sai e più potrai trasformarti nella persona che aspiri a diventare.”

Ho amato questo libro dalla prima all’ultima pagina e, oltre a trovare aspetti interessanti da approfondire, mi ha aiutato a capire che sono sulla strada giusta quando scelgo di esprimere ciò che sono e che amo anche nel mio lavoro.

Ho capito che riservarsi del tempo da dedicare a ciò che fa stare bene non può che giovare, che staccare il telefono (o lasciarlo a casa) mentre mi occupo di altro è liberatorio e che non essere schiava delle notifiche o delle storie di Instagram è un gran beneficio.

Liberiamoci da tutto ciò che è fuori da noi e diventeremo persone migliori, creative e felici!

L’attività creativa è una pratica quotidiana

Anche Seth Godin ci invita a fidarci del nostro io, nonostante il sistema ci faccia sentire impotenti o inadatti o “non dotati dei giusti talenti”.
Quell’io che dobbiamo però avere coscienza che esista, quell’io un po’ sopìto che ha bisogno di coraggio per emergere.

Scrive:

Ma siete già all’altezza.
Avete già abbastanza forza.
Avete già capito abbastanza.
Cominciate dal punto in cui siete.
Identificate lo schema e prendetelo a cuore così tanto da fare qualcosa a riguardo.

Seth Godin, nel raggiungimento del nostro obiettivo, focalizza la creatività nella fiducia in sé e nella pratica quotidiana.

Essere creativi è creare ogni giorno, per noi copywriter è scrivere ogni giorno, è impegnarsi a farlo anche se non abbiamo ispirazione. 

L’identità alimenta l’azione e l’azione genera abitudini e le abitudini sono parte di una pratica e una pratica è la migliore maniera per arrivare dove aspirate andare.

Il processo è il cuore della pratica, l’accento è sul come e non sul risultato.

Ma le idee migliori nascono quando siamo attenti e vigili, non addormentati o assorbiti (l’autore usa la parola intorpiditi) da ciò che non ci appartiene.

Con La pratica Seth Godin ci offre una guida per vincere i blocchi che ci impediscono di far sentire la nostra voce e condividere le nostre idee.

Perché il processo creativo è appannaggio di ognuno di noi, non è magia e non è riservato alle mente geniali. 

E ci lancia un appello a non perdere la fiducia e l’entusiasmo nella scelta quotidiana di esercitare la creatività. 

Perché se il lavoro creativo non offre garanzie riguardo al risultato, non significa che non valga la pena di svolgerlo. Anzi, in fondo è proprio questo che lo rende così stimolante.

Seth Godin Citazione

Citazione di Seth Godin

 

E concentriamoci sul processo, che è il cuore della pratica, non ai risultati, che arriveranno.

Quando leggo ho l’abitudine tenere una matita a portata di mano per sottolineare e segnare ciò che più mi colpisce. Anche in questo caso ho scarabocchiato il libro in diverse occasioni.

A pag. 129 uno dei concetti più importanti è quello di saper ascoltare.

Per poter realizzare il processo creativo è necessario ascoltare con molta attenzione sogni, desideri e bisogni, nostri e dei nostri clienti.

Due libri molto diversi ma con un messaggio univoco: riappropriarsi del nostro io più profondo e lasciare fluire la propria creatività con coraggio.

 

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Articolo scritto nel mese di aprile 2021, rivisto e aggiornato a luglio 2024

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Sara Soliman

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Comunicazione paraverbale e non verbale: cosa e come comunichiamo

Comunicazione paraverbale e non verbale: cosa e come comunichiamo

Lo sapevi che comunichiamo molto più con i gesti e con il tono di voce che con le parole? Il modo in cui comunichiamo è importante tanto quanto il messaggio verbale

Abbiamo già introdotto il tema della comunicazione paraverbale parlando dei 5 Assiomi della Comunicazione Umana di Paul Watzlawick, ossia quelle “proprietà semplici della comunicazione che hanno fondamentali implicazioni interpersonali”.

Alcuni studi di psicologia hanno mostrato che ciò che viene percepito durante una comunicazione di tipo vocale è così suddiviso:

  • Espressioni facciali per il 55%
  • Aspetto vocale (volume, tono, ritmo) per il 38%
  • Aspetto verbale (le parole) per il 7%

Per comprendere ciò che il nostro interlocutore ci comunica dobbiamo fare attenzione dunque alla comunicazione in tutti i suoi aspetti. Cerchiamo di capirne di più in questo articolo.

 

Comunicazione paraverbale

La comunicazione paraverbale riguarda il modo in cui la comunicazione viene espressa.

Riguarda cioè la voce (tono, volume, ritmo e timbro), le pause, le risate, il silenzio ed altre espressioni sonore, come ad esempio tamburellare sul tavolo o emettere suoni. 

Nel messaggio scritto la comunicazione paraverbale riguarda l’uso della punteggiatura, che ha lo scopo di inserire il ritmo della frase.

La comunicazione paraverbale, come del resto quella non verbale (che si riferisce al linguaggio del corpo)  invia messaggi spesso inconsapevoli e di tipo emotivo.

Attraverso il linguaggio paraverbale comunichi perciò le tue emozioni, i tuoi stati d’animo e le tue intenzioni.

Comunicazione Verbale, Non Verbale e Paraverbale

Elementi del linguaggio paraverbale

Come abbiamo detto, il linguaggio paraverbale fa riferimento all’insieme dei suoni emessi durante la comunicazione.

Si tratta, dunque, di un fattore legato all’utilizzo della voce per comunicare e comprende i seguenti elementi:

  • Tono
  • Ritmo
  • Timbro
  • Volume

Tono

Il tono della voce è uno dei fattori più importanti di una comunicazione. ll tono può esprimere apprezzamento o disappunto, entusiasmo o apatia, interesse o noia e può essere percepito in modo diverso da chi ascolta.

Con il tono indichiamo lo stile della comunicazione ed è un elemento molto potente per far assumere al linguaggio un significato invece di un altro, a prescindere dall’effettivo contenuto verbale.

Ritmo e velocità

Con ritmo si intende la velocità della comunicazione, che molto spesso è indice di uno stato d’animo particolare.

Volendo fare un esempio concreto, dal ritmo si può intuire se un soggetto è agitato, nervoso oppure completamente disteso.

Parliamo anche di pause, che sono fondamentali nella comunicazione e permettono di “scandire” le battute.

Ci sono pause piene (ehm, mmm…) e pause vuote (il silenzio). Servono per riprendere il filo o dare il tempo per un intervento al nostro interlocutore.

In campo professionale viene studiata qual è la velocità ideale per parlare in pubblico: solitamente che parla in modo veloce (ma comunque chiaro) è preferito perché evidenzia competenza.

Timbro

Per timbro intendiamo il carattere distintivo di un suono emesso da una voce.

Si tratta, dunque, del registro vocale tipico della persona, detto anche colore vocale.

Il timbro può essere avvolgente, rauco, profondo, vivace e così via.

Volume

Il volume corrisponde all’intensità sonora della voce ed è un aspetto molto importante del linguaggio paraverbale.

Generalmente, le persone che parlano con un volume di voce basso vengono percepite come timide, insicure e con una bassa autostima.

Al contrario, chi adotta un volume di voce alto può trasmettere sicurezza e fiducia in se stesso all’interlocutore.

Bisogna, però, fare attenzione: alzare troppo il volume può trasmettere anche prepotenza o aggressività.

Modulando il volume, è possibile variare l’intensità di quel che viene detto e ad enfatizzare alcune parole.

Ridere e altre espressioni sonore

Il riso è molto comunicativo. Informa sul nostro carattere, sul nostro umore del momento, sulle nostre inibizioni se lo tratteniamo o viceversa sulla mancanza di inibizioni se è rumoroso, aperto, schietto.

 

Le espressioni sonore (come sorridere) e la modulazione del volume (come sussurrare) sono efficaci strumenti comunicativi

 

Tossire, sospirare, fischiare

E tossire? Se la tosse non è fisiologica è utilizzata per attirare l’attenzione, ma può anche essere una tosse di tipo nervoso.

Sospirare comunica invece sofferenza, la noia, o l’esaurirsi della pazienza.

Fischiare serve come richiamo, per esprimere gioia, per disapprovare (in Italia) e al contrario come approvazione nei paesi anglosassoni.

Se c’è congruenza, sono tutte modalità comunicative che rafforzano il messaggio verbale.

Cosa può dire la voce oltre alle parole

Nelle diversi situazioni con la voce posso:

  • comunicare calma e tranquillità;
  • avvicinarmi alle persone lontane (parlando a voce alta per farmi sentire);
  • allontanarmi dalle persone troppo vicine (parlo forte così mi respingono);
  • creare una situazione di vicinanza (se mi avvicino e sussurro)
  • essere invadente o arrogante (se parlo a voce alta o cerco di parlare più forte di loro);
  • mettere a disagio le persone (ad esempio se urlo pur essendo vicino a loro).

Comunicazione paraverbale: consigli utili per una comunicazione efficace

Nei rapporti interpersonali può succedere, soprattutto se ci troviamo davanti a una persona che ci intimorisce, che l’emotività prenda il sopravvento con il rischio di far trapelare emozioni che non vogliamo escano fuori, trasmettendo imbarazzo e insicurezza.

Oppure, durante una discussione, anche rabbia o insofferenza.

Per questo è importante imparare a controllare la propria espressività.

Ecco alcuni importanti consigli per esercitarti nella tua comunicazione e renderla efficace:

Analizza la tua comunicazione

Cerca di capire quali sono i punti di forza e di debolezza del tuo linguaggio paraverbale. 

Impara dai migliori

Se vuoi imparare a comunicare in modo efficace, “ruba” i segreti dei migliori comunicatori. Cerca di capire il loro atteggiamento e le loro strategie per coglierne il meglio e applicarlo nella tua comunicazione.

Fai esercizio

Ora che hai capito quali sono le tue criticità, esercitati lavorando su tono, ritmo e volume della tua voce, cercando di raggiungere quello desiderato per comunicare l’emozione giusta al tuo interlocutore.

E ricorda:

  • Ascolta il tuo interlocutore: presta attenzione e non interrompere;
  • Guarda il tuo interlocutore negli occhi;
  • Gestisci gli spazi secondo il tipo di relazione;
  • Rallenta i movimenti;
  • Esprimiti in modo chiaro.


Se vuoi approfondire il tema della comunicazione puoi leggere:

 

Testo di riferimento:

  • Robert James, Comandi nascosti: Le strategie di comunicazione verbale, paraverbale e non verbale per migliorare la tua comunicazione persuasiva (E-book, 2017)

 

Articolo scritto nel mese di settembre 2021, rivisto e aggiornato nel mese di agosto 2024

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Agriturismi e Bed&Breakfast: perché è importante essere in rete con il tuo Sito web e come aumentare le prenotazioni dirette

Agriturismi e Bed&Breakfast: perché è importante essere in rete con il tuo Sito web e come aumentare le prenotazioni dirette

Non basta più essere sulle piattaforme di prenotazione. Il viaggiatore usa i portali (vedi Booking) come filtro ma poi cerca il sito web della struttura scelta, che deve avere alcuni requisiti precisi per essere efficiente

Nel settore dell’accoglienza oggi la concorrenza è enorme, soprattutto a causa della presenza delle piattaforme online dedicate alle prenotazioni, come Booking, Expedia o Airbnb.

Le OTA (Online Travel Agency) sono molto in voga tra i viaggiatori, che sui portali confrontano costi e vantaggi delle diverse strutture, leggono recensioni e controllano la disponibilità.

Ma i turisti non si fermano qui. Per questo è essenziale essere presenti con un sito internet efficiente, che risponda a tutte le domande del viaggiatore in modo chiaro e che non crei false illusioni.

A differenza dei portali di prenotazione, il sito web della tua struttura è di tua proprietà, è il cuore della tua attività commerciale e di marketing ed è ciò che maggiormente ti rappresenta.

Sito Web o OTA: cosa scegliere?

I portali di prenotazione di soggiorni sono ai primi posti sulle pagine di Google grazie a massicce campagne pubblicitarie. Ciò spinge molti Bed&Breakfast, Agriturismi e altre strutture ad aderire ai loro servizi, per non perdere prenotazioni e fette di mercato.

Essere presenti all’interno degli aggregatori di strutture alberghiere ed extra-alberghiere rappresenta sicuramente un’opportunità per le strutture ricettive come la tua.

Questo perché grazie alla grande visibilità offerta da questi player di mercato riesci a farti conoscere, a ricevere prenotazioni, a gestire il calendario, anche se non hai un sito web di tua proprietà.

Considera però che le piattaforme di prenotazione ti chiedono una percentuale non irrisoria sul prezzo della stanza o camera che affitti. 

Forse non sai, o sottovaluti, il fatto che spesso i clienti prima di scegliere il tuo Bed and Breakfast hanno cercato su Google il tuo sito ufficiale per avere maggiori informazioni su di te.

Oppure cercano un’offerta di maggior interesse, uno sconto, un omaggio aggiuntivo che da Booking o Expedia non potrebbero mai ottenere.

Inoltre considera che le piattaforme e portali online vengono spesso utilizzate dai turisti come “motori di ricerca” di viaggio, come una sorta di filtro per cercare la struttura ricettiva più congeniale rispetto alle loro necessità, per procedere poi a contattare la struttura direttamente.

Per questo è fondamentale avere un sito web. Creare una presenza online di qualità, coerente con la tua identità e con i tuoi obiettivi ti permette di incrementare la percentuale di prenotazioni dirette.

Sito web per Bed&Breakfast e Agriturismi: i 14 requisiti del sito efficiente

Un sito web progettato secondo i principi di web marketing per il turismo può di certo contribuire a far ricadere la scelta del turista sulla tua struttura.

Prova a verificare se il sito web della tua attività va bene così com’è o se invece, in base ai requisiti di cui ora parleremo, deve essere migliorato.

B&B agriturismo

Vacanze a contatto con la natura. A Soave (Verona) trovate l’Agriturismo Libero di Nicola Ballarotto, tra campi di viti con vista sul castello medievale. Sito Web curato da Studio Aesse Communication

Un sito web che soddisfa le ricerche del viaggiatore deve deve avere le seguenti caratteristiche:

1. Essere responsivo

Sul web è facile trovare ancora siti web non ottimizzati per lo smartphone, con layout non ben definito e dove, per leggere, è necessario ingrandire lo schermo.

Dal momento che oggi il traffico mobile rappresenta quasi il 90% del traffico web direi che un sito web non responsivo è un’occasione sprecata.

2. Essere semplice da navigare

Il sito deve essere di facile consultazione e piacevole navigazione, per evitare il rischio di perdere l’utente.

3. Avere immagini di qualità, professionali e veritiere

Se nei social media è normale condividere immagine scattate con lo smartphone, nel sito web farlo è impensabile e sconsigliato.

L’immagine, anche se di qualità, mancherebbe in profondità e brillantezza.

Per il tuo sito web contatta un fotografo professionista, un’immagine vale più di mille parole.

L’ospite moderno è un viaggiatore digitale che vaglia ogni scelta attraverso la rete e scegliere immagini di impatto fa la differenza.

4. Essere costruito in ottica SEO (Search Engine Optimizazion)

I testi inseriti sul tuo sito devono essere ottimizzati utilizzando le parole chiave del tuo settore di attività.

La stessa cosa vale per il tuo blog. Una delle tecniche più importanti al fine di ottenere un alto posizionamento sui motori di ricerca è la creazione di contenuti SEO friendly, testi che combinano un’ottima scrittura (col rispetto di regole grammaticali e della scrittura per web) alle pratiche di ottimizzazione per i motori di ricerca.

Se vuoi saperne di più leggi: Scrittura SEO-Friendly: 12 consigli per meglio posizionare i tuoi contenuti sul web

5. Avere un blog

Il blog non è obbligatorio ma è fortemente consigliato, soprattutto nel mondo del turismo.

Raccontare la tua attività o la storia del tuo agriturismo sul tuo blog è un ottimo modo per acquisire importanza online e affidabilità e di conseguenza aumentare il traffico al tuo sito web.

Per approfondire puoi leggere:

6. Essere aggiornato

Il sito web non è qualcosa di statico, deve essere sempre aggiornato con gli ultimi eventi e notizie. Ciò denota professionalità.

Questo invece è talvolta un aspetto trascurato: trovare promozioni natalizie in piena estate non lascia una buona impressione!

7. Essere in più lingue

O almeno in lingua inglese oltre all’italiano, dal momento che è una lingua capita in ogni parte del mondo o quasi. Ciò ti permette di raggiungere e crescere anche a livello internazionale.

8. Presentare i titolari

È buona cosa creare una sezione del sito con la foto del titolare e della sua famiglia, soprattutto se si punta a instaurare un rapporto diretto col cliente. A chi arriverà nella tua “casa” sembrerà già di conoscerti.

9. Mostrare chiare CTA che invitino alla prenotazione

Il tuo sito web ha lo scopo di ricevere prenotazioni. Ricorda quindi di progettare le varie pagine, home page in primis, in modo che l’invito alla prenotazione, la famosa Call to Action, sia sempre ben evidente, convincente e persuasiva. 

Il modulo di prenotazione deve essere costruito in modo che il richiedente debba inserire il minimo necessario e deve essere prevista una casella dove poter comunicare, eventualmente, altre necessità.

Potrebbe interessarti leggere: Web marketing turistico: come rispondere alle e-mail

10. Raccontare il territorio

Il turista vuole conoscere tutto ciò che il territorio offre. E’ alla ricerca di emozioni da ricordare e da raccontare. L’alloggio ha la sua importanza, ma anche il territorio e la cultura.

Crea degli itinerari (es. Cosa fare a Verona in 3 giorni, cosa visitare in Veneto in una settimana, etc.) e, se sei un B&B, suggerisci i ristoranti tipici della tua zona. 

Potresti inserire nel sito qualche pacchetto che comprende percorsi particolari in grado di far vivere al turista quell’emozione in più rispetto al classico giro turistico.

Ricorda che la personalizzazione è importante, in ogni settore di offerta.

11. Inserire servizi aggiuntivi

Altri servizi aggiuntivi potrebbero essere la presenza di wi-fi e di aree destinate ai bambini o specificare se gli animali sono ben accetti e se vi è un sovrapprezzo.

Crea una pagina con tutte le informazioni riguardanti i servizi che offri.

12. Inserire le tariffe del soggiorno

Le tariffe del soggiorno andrebbero inserite, almeno nella formula “minimo-massimo” per i diversi periodi.

13. Contenere le recensioni dei turisti soddisfatti

Le recensioni aiutano a comprendere la soddisfazione complessiva dei viaggiatori.

Sono importanti per te, per capire quali sono i tuoi punti di forza e cosa invece puoi migliorare.

Ma sono altrettanto importanti per i visitatori del tuo sito web perché sono un ottimo biglietto da visita, dal momento che i turisti si fidano del parere di chi è già stato ospite da te.

Per approfondire puoi leggere: Brand Reputation: 10 consigli per migliorare la tua reputazione online e fidelizzare i tuoi clienti

14. Utilizzare un linguaggio non standardizzato

Ultimo ma non meno importante aspetto è la cura del linguaggio da utilizzare nel sito e nella comunicazione turistica in genere.

Evita di utilizzare il cosiddetto “alberghese”, quel linguaggio burocratico del turismo sempre uguale tanto da essere oramai scontato.

Crea testi interessanti, che si facciano leggere e ricordare.

Per approfondire leggi il report sulla giornata formativa dedicata alla scrittura in ambito turistico che ho tenuto lo scorso dicembre a Jesolo (Venezia).

Il tuo sito web rispecchia tutte queste caratteristiche?

Come vedi, gli aspetti da considerare nella costruzione di un sito web sono molti.

È importante, come puoi ben intuire, affidarsi a degli esperti di settore: i costi di realizzazione non sono proibitivi e variano in base alle necessità del cliente.

E credimi: è questo l’unico modo per farti raggiungere sul web da potenziali clienti.

Con una buona strategia di web marketing sul tuo blog aziendale invece, che valorizzi la tua storia, la tua attività e il tuo territorio vedrai buoni risultati in termini di fidelizzazione, di reputazione e di prenotazioni.

Se hai bisogno di altre informazioni scrivimi, sarò felice di ascoltarti e di aiutarti nel progettare il sito web della tua attività.

Se ti occupi di turismo e vuoi approfondire alcune tematiche sulla comunicazione turistica segui il mio blog nella sezione Marketing del Turismo: troverai tanti consigli su come intercettare la domanda del turista, come utilizzare i social media nel turismo e come rispondere alle email di richiesta.

 

Foto di copertina e dell’articolo: Agriturismo Libero di Nicola Ballarotto (Soave-Verona)

Articolo scritto nel mese di maggio 2020, rivisto e aggiornato nel mese di luglio 2024

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per un migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

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Il sito web della tua struttura non sta portando i risultati sperati?

Se il sito web della tua struttura non sta portando i risultati che speravi e vorresti ottenere maggiore visibilità e più conversioni la cosa migliore da fare è una revisione dei testi del tuo sito.

Il processo di revisione dei testi (editing) nell’ottica del marketing turistico prevede:

  • la scelta delle parole più adatte nella comunicazione alberghiera;
  • la correzione di eventuali errori di ortografia, grammatica, scelte lessicali non appropriate;
  • l’analisi e l’utilizzo delle keywords più usate nel mercato di riferimento;
  • l’applicazione delle tecniche di SEO copywriting allo scopo di ottenere testi ottimizzati alla ricerca e alla lettura che avviene sul web;
  • l’utilizzo di tecniche di scrittura di tipo persuasivo ed emozionale per aumentare le conversioni.

L’obiettivo è quello di migliorare quel linguaggio settoriale poco informativo e tutto uguale che ancora caratterizza molta comunicazione in ambito turistico.

Posso occuparmi anche di lettere di presentazione e fac-simile di preventivi: il tutto per migliorare l’approccio comunicativo al cliente.

Hai bisogno del mio aiuto?

Scrivimi, studierò il tipo di comunicazione e di linguaggio più adatto alla tua attività!

Inoltre, se pensi possa essere utile a te e al tuo team, ho messo a punto un nuovo corso per il web dedicato agli operatori per il turismo.
In 10 ore di lezione vedremo insieme:

  • le basi del copywriting turistico,
  • l’email marketing,
  • la gestione delle recensioni;
  • il social media marketing per iil turismo.

Per saperne di più visita la pagina del corso sul mio sito web.

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Come scrivere un buon titolo ai tuoi blog post

Come scrivere un buon titolo ai tuoi blog post

Informa, incuriosisce e parla con i motori di ricerca: 8 consigli per scrivere un titolo efficace sul web

Il titolo di un post per il blog è importante tanto quanto il testo: è il biglietto da visita del nostro articolo e deve convincere il lettore a cliccarci sopra per saperne di più.

Ma ti dirò di più. Scrivere un buon titolo ai tuoi blog post è importante per due motivi:

1. È uno dei fattori che concorre al posizionamento della pagina sui motori di ricerca. Contiene infatti la parole chiave che si riferisce al contenuto della pagina stessa, articolo di un blog o pagina di vendita che sia.

2. Il titolo, assieme alla descrizione, può convincere l’utente a cliccare sul risultato nelle serp (pagine dei risultati dei motori di ricerca). È la prima cosa che gli utenti vedono sulla serp e che li porta a decidere se continuare a leggere cliccando il link o se passare oltre e cercare qualcosa che li convinca di più.

Al titolo devi dedicare tempo e impegno: puoi abbozzarlo quando inizi a scrivere se ciò ti aiuta a riordinare le idee, ma ricorda di rivederlo e ottimizzarlo alla fine, dopo aver completato la stesura del tuo articolo.

Continua a leggere e vediamo insieme quali sono le tecniche per scrivere un buon titolo per il web e 8 consigli efficaci.

Come scrivere un buon titolo per il web

Le tre caratteristiche del titolo ideale: informa, incuriosisce e suona bene.

E contiene la parola chiave (perché parliamo ai nostri lettori ma anche a Google).

Più precisamente, il titolo deve soddisfare tre caratteristiche:

  1. Deve dare le informazioni al lettore
  2. Deve saper attirare l’attenzione
  3. Deve comunicare con i motori di ricerca

Dare informazioni

Chi legge il tuo titolo deve capire subito qual è l’argomento dell’articolo. Le persone navigano con un intento: informarsi e trovare risposte ai loro problemi. Per questo motivo il titolo che informa è sempre una buona scelta.

Ma come attirare l’attenzione?

Attirare l’attenzione

Questo è il compito forse più difficile per chi deve pensare al titolo del suo nuovo articolo. 

Riuscire a farsi notare nella miriade di contenuti che affollano il web è una vera sfida. È necessario dare personalità al titolo, usare quelle “parole grilletto” (chiamate anche trigger word) che fanno scattare alcuni meccanismi nella mente di chi legge e che li porta a cliccare nel link. 

Devi intercettare un bisogno, una paura, fare leva su un dubbio, utilizzare la psicologia.

Vedremo qualche esempio più avanti.

Parlare con i motori di ricerca

Le parole che inserisci nel titolo sono importanti per il posizionamento del tuo articolo sui motori di ricerca (tag title).

È anche per questo motivo che dobbiamo usare la parole chiave nel titolo e fare in modo che sia breve (al massimo 70 battute spazi compresi per Google).

Abbiamo visto però che non dobbiamo scrivere un titolo pensando solo ai motori di ricerca, altrimenti ne uscirebbe qualcosa di freddo e per niente invitante per il lettore. E siccome è il lettore l’attore ultimo, colui cioè che deve decidere di cliccarlo per aprire la pagina, dobbiamo imparare a scrivere i titoli coniugando le due necessità.

Le caratteristiche del buon titolo per il blog post

8 consigli per scrivere un titolo convincente

1. Scrivi un titolo breve e diretto

Per essere efficace, un titolo deve comunicare subito l’argomento al lettore. E deve aver un senso anche da solo, riuscire a farsi notare e incuriosire al punto da farsi cliccare.

È importante sapere che, nei risultati delle ricerche:

  • Google taglia i titoli che superano i 70 caratteri,
  • Yahoo arriva a 62 caratteri,
  • Bing taglia i titoli di oltre 65 caratteri,
  • Nel conteggio sono considerati anche gli spazi e la punteggiatura.

Cerca perciò di non superare questi valori: un titolo che si presenta tagliato nella serp trasmette un senso di incompletezza che non invita a cliccare.

Inoltre devi chiederti: dove verrà visualizzato il titolo? 

Sia nei risultati dei motori di ricerca sia nei post social (dove condividi il tuo articolo) hai pochi caratteri a disposizione per la visualizzazione del titolo: motivo in più per essere breve e comunicare subito l’argomento.

2. Parti dalla query e usa le parole chiave

Chiediti quali sono le parole che l’utente digita nella tastiera per cercare sul web l’argomento di cui stai scrivendo.
Posiziona la parola chiave preferibilmente all’inizio del titolo.

3. Suggerisci soluzioni utilizzando il “come”

Sul web le persone cercano soprattutto soluzioni ai loro problemi e ai loro desideri. Cercano delle guide su come fare qualcosa. Il titolo deve dare l’informazione che serve, deve stimolare la loro curiosità.

L’avverbio come suggerisce una soluzione al lettore, il verbo e il sostantivo sono le parole chiave che fanno comprendere subito l’argomento: scegli questi tre elementi con cura

Qualche esempio di titolo in quest’ottica:

  • Come rispondere alle e-mail e ottenere più prenotazioni
  • Come viaggiare con pochi bagagli

4. Utilizza una domanda

Una domanda nel titolo richiama l’attenzione dell’utente interessato a quell’argomento, che si sente chiamato in causa.

Esempio: Vuoi aumentare il traffico al tuo blog? 

Inoltre, le domande piacciono tanto ai motori di ricerca: si chiama indicizzazione semantica. 

Oggi, tramite smartphone, sono molto frequenti le ricerche vocali. Nel linguaggio naturale le persone formulano frasi intere, per cui, titoli scritti sotto forma di domanda, aiutano Google a comprendere la richiesta.

5. Usa i numeri e gli elenchi

I numeri nei titoli funzionano perché la schematicità aiuta a immaginare e ricordare meglio i concetti. Inoltre un articolo organizzato con gli elenchi è più facile da affrontare e da memorizzare.

Quando scrivi un articolo con consigli e suggerimenti crea una lista e utilizza il numero nel titolo: funziona di più 5 consigli su cosa vedere a Trieste in due giorni che Cosa vedere a Trieste in due giorni.

Inoltre, è statisticamente provato che i titoli contenenti numeri e cifre sono quelli con i più alti tassi di apertura. Questo perché danno l’idea che il testo sia supportato da una ricerca approfondita.

Vale anche per le date: qualunque numero aumenta la visibilità del titolo.

Per esempio:

  • Instagram: la guida completa con le novità del 2024
  • 10 idee per il calendario editoriale estivo dei tuoi social

6. Evidenzia il risultato

Se vuoi proporre una guida, un metodo o una soluzione puoi puntare sul risultato finale.

Ad esempio:

  • Vuoi ottenere più conversione con l-email marketing in quattro mesi? Scopri come fare
  • Vuoi dimagrire 5 kili in un mese senza grosse rinunce? Scopri come fare

7. Usa le paroline magiche del marketing e le parole grilletto

Alcune parole invitano la lettura più di altre, sono parole che puntano alla persuasione e all’aspetto emotivo del lettore.
Eccone alcune:

  • Segreto
  • Trucco
  • Testato
  • Garantito
  • Gratis/gratuito
  • Esclusivo
  • Risultati
  • Nuovo

Usale nei tuoi titoli per renderli più accattivanti e convincenti.

Alcuni esempi:

  • Copywriting: ti svelo il segreto per scrivere di più e meglio
  • Scopri il Franciacorta con un esclusivo pic-nic in vigna 
  • Il nuovo metodo XYZ, per dimagrire e non recuperare peso. Testato e affidabile.

Le paroline magiche del marketing funzionano perché creano un rapporto di fiducia con chi legge e danno una motivazione o una conseguenza a ciò che affermi.

Il successo della parola gratis (o gratuito) deriva dal fatto che ognuno di noi ama ricevere qualcosa in regalo (anche quando non ne abbiamo bisogno).

La parola nuovo ha potere persuasivo in quanto viene inconsciamente accostata a qualcosa di vecchio che ha sicuramente qualcosa in meno di ciò che di nuovo proponi. Inoltre siamo sempre ben disposti verso le novità.

In questa maniera si diventa più convincenti nel proporsi all’utente.

Se vuoi approfondire il tema della comunicazione persuasiva puoi leggere: Copywriting, psicologia e persuasione: 7 consigli di scrittura per convincere

8. Inserisci la novità o il vantaggio già nel titolo

Se devi comunicare una novità o un vantaggio inseriscili già nel titolo, il lettore sarà incuriosito a proseguire la lettura

Ad esempio:

Ufficio green: la nuova stampante che coniuga praticità e attenzione all’ambiente

Ti lascio infine altre due dritte per scrivere un buon titolo:

  1. Utilizza Yoast Seo: è un plugin WordPress che ti aiuta a migliorare il posizionamento del tuo sito sul web, con consigli su come ottimizzare le parole chiave e i contenuti del sito, titoli compresi.
    Ti aiuta a creare un titolo SEO ad hoc, diverso dal titolo dell’articolo, così da massimizzare l’indicizzazione;
  2. Fai attenzione all’url: assicurati che sia “parlante”, cioè che sia composto dalle parole principali del titolo e quindi leggibile dai motori di ricerca. Togli articoli e aggettivi e lascia al massimo le 4 o 5 parole principali.

Finisce qui la mia lista di tecniche che utilizzo per scrivere i titoli e che ti consiglio di utilizzare.

Spero tu possa trovare funzionali questi suggerimenti. Prova a sperimentare e poi fammi sapere nei commenti se hai ottenuto buoni risultati.

Se invece hai bisogno del mio aiuto, contattami, mi farebbe piacere poterti essere d’aiuto!

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Se vuoi saperne di più visita la mia pagina sui nuovi corsi di copywriting.

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Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

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Web Copywriting: come scrivere sul web in modo efficace e farsi leggere online

Web Copywriting: come scrivere sul web in modo efficace e farsi leggere online

Sul web siamo distratti: la sfida del copywriter è oggi quella di catturare e mantenere l’interesse del lettore. Di seguito 14 consigli per riuscirci.

Chi si occupa di scrivere contenuti online sa bene che creare contenuti nuovi, originali e di valore è la base da cui partire per farsi leggere e catturare l’attenzione di Google e degli utenti.

Ma scrivere sul web non è semplice in quanto i contenuti di valore non sono sufficienti, da soli, a catturare l’attenzione.

Per fare un buon lavoro è necessario prima di tutto studiare il target di riferimento e avere una precisa strategia di content marketing che comprenda un piano editoriale per il Blog.

Sul web, poi, l’attenzione dell’utente è ridotta al minimo.

Complici forse la fretta e la necessità di reperire immediatamente le informazioni di cui si ha bisogno, se non si soddisfa velocemente la richiesta dell’utente, questo cambia pagina.

A sua disposizione sulla serp di Google ci sono molti altri risultati e pagine da consultare.

Come ottenere, e soprattutto mantenere, l’interesse dell’utente?

Questa è la vera sfida per chi si occupa oggi di web copywriting.

Vediamo insieme alcuni accorgimenti che ti saranno d’aiuto nello scrivere i tuoi contenuti in modo da farti leggere dagli utenti ma anche da Google.

Web Copywriting: consigli utili per farsi leggere online

Il web copywriting riguarda tutti i contenuti online: dai testi di un sito web agli articoli sui blog aziendali all’advertising sui social, e il tutto va ottimizzato in ottica SEO.

Riporto qui di seguito alcuni accorgimenti che tengo bene a mente quando scrivo i testi sul web e gli articoli per i blog.

1. Non scrivere contenuti troppo lunghi

I lettori sono alla ricerca di contenuti utili, ma sono disposti a leggere fino in fondo se esso è esaustivo ma non troppo lungo.

Cerca di eliminare avverbi, aggettivi inutili e tutto ciò che non è indispensabile alla comprensione del testo.

I testi lunghi sono troppo “impegnativi” per un utente che ha esigenze di rapidità.

Sui social capita di leggere l’acronimo TL,DR, che significa “Too long, didn’t read”, ossia: “troppo lungo, non l’ho letto”.

Per quanto riguarda invece i contenuti di un sito web o gli articoli per il Blog considera che Google ama i contenuti non troppo brevi: pagine 600-800 parole circa sono il giusto compromesso.

2. Fai attenzione al Tone of Voice

Il Tone of Voice che usi per scrivere i tuoi contenuti serve a intercettare il tuo target di riferimento, i tuoi lettori.

Per scoprire quale tono di voce usare devi imparare ad ascoltare la Rete, pratica fondamentale per studiare il target.

Chi sono i tuoi lettori? Quali sono i loro interessi? Di cosa parlano online e dove?

Relativamente a un brand, sulla Rete può così conoscere chi ne parla, dove ne parla, perché ne parla, quando e come ne parla.

Sui forum e sui social network  può conoscere il suo target e anche il linguaggio che usa e quali sono i suoi bisogni.

Una regola potrebbe essere questa:

  • usa l’io/noi se parli per un’azienda rivolgendoti al singolo e l’io/tu se parli per un professionista o un freelance,
  • usa il voi se il target non si presta a un linguaggio informale o se ti rivolgi a una community affiatata.

Se vuoi approfondire puoi leggere: Copywriting: guida alla scelta del tono di voce

3. Scrivi in modo empatico

Ho già scritto di quanto l’empatia sia importante per entrare in relazione con il lettore. L’empatia è un modo di rapportarsi che crea fiducia valorizzando l’altro e capendo i suoi bisogni.

Non è per nulla scontato riuscire a mettersi nei panni degli altri, abituati come siamo a vedere le cose solo dal nostro punto di vista.

Se riesci a comunicare con empatia e a mostrare il tuo lato umano e il tuo lettore non potrà che apprezzarti.

Se vuoi approfondire il tema dell’empatia leggi Come scrivere (e comunicare) con empatia

4. Scrivi contenuti utili al lettore

Il principio è il seguente: il mio target ha un bisogno? Il mio lettore ha un problema?

Bene, io devo cercare di soddisfarlo nel migliore dei modi. Se il mio lettore sta cercando informazioni su un determinato prodotto, luogo o evento, io devo essere in grado di fornirgli contenuti utili e completi che lo soddisfino.

5. Cerca la keyword su Google Trends

Ogni contenuto va costruito tenendo presente la keyword di riferimento che va inserita nell’articolo, nella didascalia di eventuali fotografie e ripresa più volte nel testo.

Cerca la parola chiave e confrontala con altre simili su Google Trends (oppure puoi usare Answer ThePublic e Ubbersuggest) e fai attenzione anche al singolare e al plurale.

Un suggerimento: concentrarsi sulle keyword secondarie (tralasciate dai concorrenti) è una buona strategia, in quanto consente di godere di un posizionamento più facile e di una buona visibilità.

Lo studio delle keyword ti permette anche di individuare gli argomenti dei prossimi post o articoli, chiediti: che cosa interessa maggiormente al mio pubblico? Che cosa cercano gli utenti online su un determinato argomento?

6. Comunica subito il fulcro dell’argomento (Piramide rovesciata)

La piramide rovesciata è una tecnica sfruttata nel web copywriting che consiste nel comunicare subito i fatti salienti, il fulcro dell’argomento, per poi passare ai dettagli e, infine, agli approfondimenti.

È uno stile di scrittura che deriva dalle tecniche di giornalismo e dalla necessità di comunicare subito dati e informazioni rispondendo alle 5 W (Who? What? When? Where? Why?), ossia chi, cosa, quando, dove e perché.

È la giusta risposta a quella domanda di rapidità di lettura dell’utente online.

In questo modo si attira subito l’attenzione del lettore con il contenuto più significativo, ciò che voglio venga veramente letto da chi mi segue.

Piramide rovesciata

Utilizzare il concetto suggerito dalla Piramide rovesciata è un buon modo per dare le informazioni con ordine e in modo efficace sul web

 

Solo successivamente aggiungo link e dettagli, verso la fine del mio contenuto: si tratta di un surplus che spero venga letto, ma, se così non fosse sono sicura che il mio lettore ha letto almeno il fulcro della questione.

7. Utilizza numeri e dati

I numeri attirano sempre l’attenzione. Inoltre il numero è un segnale immediato e semplice, facilmente comprensibile.

I numeri sono una potente leva di Copywriting persuasivo: ad esempio se vuoi vendere la partecipazione a un corso puoi puntare sulla scarsità (“Rimangono solo 6 posti disponibili).

I numeri inoltre possono essere usati come riprova sociale. Le persone tendono a fidarsi del fatto che un prodotto o servizio sia stato scelto da un gran numero di persone prima di loro.

Puoi usare i numeri anche per dare conferma alle tue affermazioni, con statistiche, dati e percentuali. Cita però sempre la fonte, che deve essere autorevole e ufficiale.

8. Scrivi in modo corretto

È buona pratica controllare e ricontrollare il proprio testo prima di pubblicarlo, onde evitare refusi o errori grammaticali.

Online si vedono alcuni errori molto comuni. Ricorda che:

  • il punto interrogativo ed esclamativo deve essere uno (metterne tre o quattro, alla fine della frase, trasmette arroganza);
  • i punti di sospensione sono solo tre;
  • attenzione alla differenza tra lettere accentate e apostrofate;
  • non scrivere frasi intere in maiuscolo (sul web equivale ad urlare).

Alcuni errori grammaticali frequenti nel web e da evitare assolutamente sono:

  1. Ne voglio un po’ si scrive con l’apostrofo perché po’ è una troncatura e pò non significa nulla.
  2. Si scrive d’accordo e non daccordo.
  3. In “qual è” non si usa l’apostrofo, rappresenta un troncamento e non un’elisione.
  4. Dopo ogni segno di punteggiatura si inserisce lo spazio.
  5. Su qui e su qua l’accento non va, su lì e su là l’accento ci va.”.
  6. Su “va” l’accento non va mai.
  7. Sta” (del verbo stare) e “fa” (del verbo fare) non vogliono l’accento all’indicativo presente, mentre è corretto scrivere “fà” o “stà” con la seconda persona dell’imperativo presente.
  8. ” come particella affermativa si accenta sempre.
  9. Affianco” è la prima persona singolare del presente indicativo del verbo affiancare. Per esprimere qualcosa che è al lato di qualcosa, si scrive “a fianco”.
  10. Apposto“ è la forma del participio passato del verbo apporre (es.: “Ho apposto la mia firma per la petizione”). Se vogliamo intendere “tutto in ordine”, dobbiamo scrivere tutto a posto staccato.
  11. Si scrive “A parte tutto” e non “Apparte tutto”.
  12. Non si scrive “non c’è la posso fare”, ma non “ce” la posso fare.

Se hai dubbi su una parola cerca conferme su un vocabolario online (il migliore a mio avviso è il Treccani) o sul forum dell’Accademia della Crusca.

Per conoscere quali sono gli errori più comuni sul web leggi: Gli errori più comuni in italiano, anche sul web

9. Inserisci immagini, infografiche o tabelle

Inserire immagini, tabelle e infografiche è molto importante per aiutare a comprendere i concetti e a memorizzarli.

Creare delle tabelle aiuta soprattutto ad avere uno sguardo di insieme di valori e dati e confrontarli facilmente tra loro.

Le infografiche invece sono particolarmente utili per avere una rappresentazione visuale di dati o di informazioni.

Esistono molti tool online per la creazione di infografiche. Personalmente utilizzo Canva che permette di creare delle infografiche molto carine ed efficaci anche ai non esperti di grafica.

10. Inserisci una call to action

Cerca di inserire una specifica call to action (CTA) nei tuoi contenuti, siano essi un articolo per il blog o un post sui social, in modo da coinvolgere l’utente o portarlo a compiere un’azione.

La call to action va scritta in modo che catturi l’attenzione, solitamente alla fine del testo.

Alcuni esempi di call to action:

  • Che ne pensi?
  • Se vuoi maggiori informazioni scrivimi…
  • Dimmi cosa ne pensi nel box dei commenti!
  • Iscriviti alla mia newsletter e riceverai…(di solito si promette qualcosa in cambio)
  • Continua a leggere

call to action

Esempio di call to action nel web copywriting

La call to action è molto spesso scritta all’interno di un bottone, che deve essere evidente e di colori vivaci, proprio per attirare l’attenzione.

Alcuni esempi call to action scritta in un bottone:

  • Segui il Blog
  • Sfoglia il catalogo
  • Vai al form
  • Scopri l’offerta
  • Prenota subito!

11. Usa Urly per i link

Quando inserisci un link nel tuo testo, ti consiglio di usare Urly, uno strumento gratuito che ti consente di:

  • accorciare il link;
  • rinominare il link, per renderlo più appetibile e comprensibile all’utente;
  • monitorare il numero di clic ricevuti sul link, se crei un account personale.

12. Facilita la lettura del testo (testi user-friendly)

Per facilitare la lettura del testo devi formattarlo e utilizzare il titolo H1 e i sottotitoli H2, H3, H4 ecc, molto utile nel web copywriting in ottica SEO. 

Dividi il testo in paragrafi, scrivi frasi brevi e lascia qualche spazio bianco, che agevolano la lettura a schermo evitando il cosiddetto “muro di testo”.

Considera che ogni paragrafo deve essere al massimo 3 righe su schermo (che diventano 6 su smartphone).

Usa l’elenco puntato e l’elenco numerato, che permettono un lettura schematica e veloce.

Utilizza il grassetto per le keyword. Evita invece il sottolineato, che essendo usato per i link, può confondere il lettore.

Non usare il maiuscolo, ammenoché tu non voglia dare l’impressione di urlare!

Per approfondire questo aspetto leggi:Copywriting e scrittura user-Friendly: 8 consigli per farsi leggere on-line

 

13. Considera il tempo di caricamento della pagina

Credo sia capitato anche a te che, digitato un link dalla serp Google, il caricamento della pagina richieda un tempo lungo. È spiacevole.

Considera che iI 48% delle persone si aspetta che la pagina si apra in meno di 2 secondi e se ciò non avviene puoi considerare questo utente perso.

La velocità di caricamento della pagina è un parametro che Google ritiene prioritario e che valorizza nella valutazione del tuo sito.

Ti suggerisco di verificare la velocità di visualizzazione con 3 tools gratuiti:

  1. Google Page Speed Insight,
  2. GT Metrix,
  3. Pingdom.

In questo modo potrai renderti conto quali sono gli interventi da fare per migliorare questo aspetto.

Se vuoi approfondire il tema del caricamento delle pagine online e capire da cosa deriva leggi: Il tuo sito è lento a caricare: scopri quali soluzioni adottare per migliorare la velocità.

14. Fai sempre un attento controllo del testo prima di pubblicare

Ultimo ma non meno importante aspetto della scrittura è il controllo del testo.

Quando il tuo testo è quasi pronto per la pubblicazione manca un ultima fase: la revisione finale, che serve per eliminare gli errori di battitura, di grammatica, di punteggiatura e le frasi spezzate.

È un momento fondamentale della scrittura per il web, ne va infatti della tua credibilità. Su questi argomenti puoi leggere i seguenti approfondimenti:

Questi sono gli accorgimenti che metto in pratica anch’io quando scrivo i testi o gli articoli per i blog che seguo.

Importante è anche la scelta di un buon titolo, ne parlo qui: Come scrivere un buon titolo ai tuoi blog post

Cosa ne pensi di questi consigli di web copywriting e scrittura efficace?

Se ti va fammi sapere la tua opinione nei commenti o, se preferisci, contattami nel Team di AEsse Communication.

 

Articolo pubblicato a marzo 2021, rivisto e aggiornato nel mese di giugno 2024

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Contenuti Evergreen: come scriverli e perché sono importanti per il tuo blog

Contenuti Evergreen: come scriverli e perché sono importanti per il tuo blog

I contenuti evergreen sono i pilastri sui quali si regge un blog e una strategia di content marketing

Un contenuto evergreen è un contenuto sempre attuale, fresco e aggiornato. E che non perde importanza col passare del tempo.

A differenza delle news e degli argomenti di tendenza, che esauriscono la loro validità in un arco temporale più o meno lungo, una pagina o un articolo evergreen tratta temi che non passano mai di moda, ossia argomenti ai quali gli utenti dimostrano un interesse continuo.

Parliamo comunque sempre di testi SEO friendly, ossia testi di qualità, ottimizzati, autorevoli e coinvolgenti.

Perché i contenuti evergreen sono importanti

Essendo contenuti sempre attuali e sempre interessanti, i contenuti evergreen portano traffico organico costante al tuo sito web per mesi o addirittura anni.

Per questo è importante imparare a scrivere articoli e contenuti evergreen e inserirli nel piano editoriale del blog.

In questo modo guadagni autorevolezza migliorando la tua reputazione, ottimizzi il tuo tempo e rendi efficace la tua strategia di content marketing.

Grazie ai contenuti evergreen hai inoltre sempre materiale a disposizione da condividere nei tuoi social.

Esempi di contenuti evergreen

Un contenuto evergreen è uno strumento molto prezioso per il tuo sito ma anche per chi ti legge, essendo una guida completa su uno specifico argomento.

Sono contenuti che attirano l’attenzione perché rispondono a bisogni reali degli utenti e hanno carattere informativo.

Eccoti alcuni esempi.

  • Le liste. Ad esempio le “migliori cose da…”, i “10 motivi per…”, i “migliori tools per…” sono alcuni esempi di liste, ma puoi scrivere anche liste di libri su un determinato argomento di interesse per il tuo pubblico;
  • l consigli su “Come fare per…”. Sono quei post/articoli che aiutano le persone a fare qualcosa, ovvero sono la risposta a una domanda in modo esaustivo e dettagliato;
  • Le Interviste;
  • Le Infografiche;
  • Pagina FAQ. È una raccolta delle domande più comuni che le tue clienti fanno su un argomento specifico;
  • Corsi e tutorial;
  • Le Guide;
  • Le Recensioni. 
evergreen

5 consigli utili per scrivere un post evergreen

Hai capito quanto sono importanti i post evergreen? Non dimenticare di inserirli nel tuo piano editoriale!

Vediamo insieme 5 aspetti che ti permetteranno scrivere contenuti evergreen efficaci.

1. Scegli un argomento rilevante per il tuo pubblico di lettori

Rifletti sulle domande più comuni dei tuoi lettori e dei tuoi clienti su un tema specifico.

Oppure prendi spunto dagli studi sul tuo cliente potenziale e analizza i suoi problemi e i suoi dubbi.

Cerca poi su Google Trends se l’argomento di cui vuoi scrivere ha un buon volume di ricerca nelle query, ossia una richiesta che un utente effettua utilizzando un motore di ricerca.

Su Google Trends puoi anche visualizzare come procede nel tempo l’interesse degli utenti per un derminato termine.

Se la query che hai in mente ha un alto volume di ricerca che aumenta nel tempo o che si mantiene costante allora è il caso di iniziare a scrivere proprio di quell’argomento. 

2. Cura l’ottimizzazione SEO

L’ottimizzazione in ottica SEO ti permette di creare un contenuto evergreen che piaccia anche Google, non solo ai tuoi lettori.

È fondamentale per portare traffico organico al tuo sito web. 

Procedi così:

  1. Inserisci la keyword nel titolo H1, nella meta description e nella descrizione delle immagini che utilizzi per il tuo post;
  2. Scrivi un URL (Uniform Resource Locator o indirizzo web, è un riferimento a una risorsa web) che contenga la parola chiave; 
  3. Nomina le immagini anche nell’alt text (l’alternative text);
  4. Inserisci link interni che puntano a contenuti di qualità e che si riferiscono all’argomento di cui stai parlando;
  5. Usa la parola chiave all’inizio del Tag title per avere più possibilità di ottenere un buon posizionamento sulla serp;
  6. Suddividi il testo in paragrafi ed evita i muri di testo;
  7. Dai aria al testo: organizza le informazioni in liste e sottoparagrafi.

In questo modo creerai un testo leggibile per i tuoi utenti ma anche per Google, che ha un occhio attento alla struttura dei testi e ne premia la leggibilità.

Se vuoi approfondire puoi leggere Copywriting: leggibilità, forma del testo e SEO

3. Scrivi in modo semplice

Devi pensare che chi cerca suggerimenti, guide o consigli online è probabile che non sia un esperto del settore: per questo motivo scrivi in modo semplice.

Fai così:

  • Utilizza il linguaggio specialistico solo quando è indispensabile;
  • Riduci il più possibile i tecnicismi;
  • Usa frasi brevi ed elimina periodi lunghi e complessi.

Altra cosa importante: non inserire date e riferimenti temporali.

Dal momento che stai creando un blog post o un articolo con lo scopo di renderlo interessante per lungo tempo, evita di Inserire frasi come “un mese fa”, “nell’ultimo anno”, “da 4 mesi” e simili.

4. Scegli un buon titolo

Quali sono i titoli migliori per i contenuti evergreen?

Il titolo di un post evergreen non ha solo la funzione di incuriosire il lettore e spingerlo a leggere l’articolo, ma deve essere scritto in modo da suggerire una soluzione.

Dal titolo deve emergere cioè la vera utilità del post.

Esempi di titoli di articoli evergreen:

5. Aggiorna i tuoi contenuti e monitora i risultati

Ogni 2 o 3 mesi fai una revisione dei tuoi contenuti evergreen per vedere se c’è qualcosa da migliorare dal punto di vista della SEO o nuove informazioni da aggiungere al tuo articolo.

Hai notato che il tuo contenuto non performa più come una volta?

Quando un contenuto perde rilevanza e crolla nella SERP di solito i motivi sono tre:

  1. Google ha aggiornato l’algoritmo;
  2. I tuoi competitor hanno scritto un contenuto migliore del tuo;
  3. Gli utenti non cercano più le stesse cose sul web.

È il momento di darsi da fare per migliorare il contenuto con nuovi aggiornamenti.

Prima di tutto però informati sulle novità che riguardano Google e la SEO, osserva i tuoi competitor e controlla i flussi di ricerca dell’argomento di cui hai scritto (la parola chiave) su Google Trends.

In questo modo ti assicuri che il post resti sempre valido nel tempo.

La revisione dei post è un fattore importante per tutti gli articoli del tuo blog ed è utile per:

  • Aggiungere nuove informazioni.
  • Eliminare delle parti di post che sono superate.
  • Correggere dati.
  • Inserire contenuti extra quando si aggiungono nuove domande del tuo pubblico.

Quando avrai aggiornato il tuo contenuto evergreen pubblicalo non solo sul tuo blog ma anche nei social che utilizzi e dove sai che incontrerai il tuo target.

Monitora il tuo contenuto evergreen nel tempo per capire se gli aggiornamenti ti stanno facendo recuperare lettori e se hai fatto un buon lavoro.

Ah! Un’ultima ma importantissima cosa!

Non modificare mai, durante gli aggiornamenti dei tuoi articolii evergreen, il permalink: perderesti il posizionamento guadagnato.

E tu, hai già scritto contenuti evergreen per il tuo blog? Pensi che siano utili?

Se ti va, condividi la tua esperienza usando il box qui sotto!

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Articolo scritto nel mese di agosto 2021 e aggiornato il 10.06.2024

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Le 3 fasi del piano di Destination Marketing per la tua struttura turistica

Le 3 fasi del piano di Destination Marketing per la tua struttura turistica

Per una destinazione turistica, un efficace piano di marketing permette di raggiungere nuovi clienti, di consolidare il rapporto con quelli già acquisiti e di migliorare la propria brand reputation

Oggi, affinché una destinazione turistica sviluppi una strategia di marketing efficace, è necessario comprendere i cambiamenti che riguardano il mondo del turismo e i desideri dei viaggiatori.

I pilastri su cui si fondava l’efficacia di una destinazione turistica sono cambiati in modo radicale, così come è cambiato il turista e il suo modo di viaggiare.

Il turista di oggi è un viaggiatore attento, un vero e proprio consumatore di esperienze, una persona che desidera entrare in contatto con la destinazione e stabilire con essa una relazione unica e profonda.

La destinazione è vissuta quindi nella sua globalità con le sue caratteristiche e le sue risorse.

Scopri insieme a me come migliorare la comunicazione online della tua struttura attraverso la costruzione di un piano di destination marketing attento al cliente e ai suoi desideri.

Il marketing turistico

Il marketing turistico fa riferimento all’insieme di strategie che hanno come obiettivo la definizione di progetti e programmi volti a garantire lo sviluppo di brand awareness di una destinazione nel lungo periodo.

Le componenti di cui il professionista del marketing turistico deve tener conto sono quelle proprie del sistema turistico:

  • l’elemento umano che trovi nel turista/viaggiatore;
  • l’elemento propositivo che trovi nell’offerta;
  • l’elemento geografico che trovi nell’ambiente.

Importante è inoltre integrare il marketing online con quello offline, perché ci sono ancora alcuni segmenti della domanda e alcuni mercati dove l’offline è importante e trova un buon riscontro.

Cerca di stimolare l’interesse del tuo potenziale visitatore portandolo a cercare informazioni, guardare in rete ed ad entrare nel tuo sito.

In tal modo guiderai il turista verso un’azione e consoliderai un contatto.

Come promuovere la tua destinazione online

Fare destination marketing online vuol dire:

  • farti trovare dai tuoi clienti abituali e da quelli potenziali;
  • costruire relazioni durevoli con gli utenti/clienti.

Clienti che saranno i primi portavoce delle proprie esperienze attraverso commenti e fotografie sui social network e i post sui blog personali.

L’idea è quella di trasformarti in un vero e proprio designer dell’esperienza della tua destinazione, per essere in grado di ideare offerte su misura.

Essenziale oggi è lo storytelling esperenziale, ovvero la capacità di narrare storie significative in grado di influenzare le scelte dei  tuoi consumatori.

Quindi, per promuovere la tua destinazione online puoi:

  • Progettare esperienze di viaggio con un valore emozionale forte;
  • Comprendere e soddisfare le nuove esigenze del turista;
  • Integrare il digitale e i social network nelle strategie di promozione del territorio;
  • Utilizzare le tecniche narrative dello storytelling applicato al turismo;
  • Individuare e programmare strategie di produzione di contenuti web in grado di coinvolgere il turista ancora prima della partenza.

Ti potrebbe interessare anche: Instagram per il turismo: 5 consigli per raggiungere il tuo target e aumentare la visibilità

Il marketing mix

Una corretta strategia di marketing turistico deve essere strutturata e costruita su tre elementi essenziali:

  1. La destinazione/brand;
  2. I prodotti;
  3. Le esperienze.

Gli obiettivi del marketing mix, anche se diversi e differenziati, devono essere consecutivi.

Attraverso azioni di marketing online e offline devi comunicare l’esistenza della tua destinazione al mercato.

Per comunicare e promuove la tua destinazione devi utilizzare sia il marketing online sia quello offline: focalizzati sugli elementi di unicità, di differenziazione, sulla proposta di valore della tua destinazione e sui suoi punti di forza.

Quando invece devi comunicare il prodotto la segmentazione è la chiave e, quindi, il marketing online è quello più adeguato in quanto i suoi strumenti e le tattiche sono più flessibili.

Comunicando l’esperienza e le emozioni che i turisti potranno vivere lo strumento migliore che puoi utilizzare sono i social media e per scegliere i canali e i tipi di marketing più adeguati da utilizzare prima è importante che comprendi bene il mercato e i diversi target di riferimento.

Nella composizione del marketing mix ricordati che il ciclo dell’esperienza turistica del cliente con la destinazione è molto più intenso e prolungato che in passato.

La promozione e la comunicazione devono avvenire in tutte le fasi:

  • nella ricerca di idee e suggestioni;
  • durante la fase di decisione/scelta;
  • nella pianificazione;
  • durante la presenza del turista sul territorio.

Tre fasi fondamentali: analisi, pianificazione, azione

Con il termine “digitale” non si intende solo web marketing ma anche il social media marketing, ossia l’utilizzo dei i social media per creare awareness e generare engagement, facilitando così l’user generated content.

Il processo per mettere in atto una strategia di marketing digitale prevede tre diverse fasi. Vediamole insieme.

1. Analisi

L’analisi è propedeutica ad ogni azione. Hai bisogno di possedere tutta una serie di informazioni indispensabili per definizione di una strategia efficace.

Hai bisogno di comprendere le dinamiche della domanda e dei diversi segmenti di mercato, conoscerne le caratteristiche e i tempi di reazione.

Per esempio sapere quanto tempo prima di partire i potenziali turisti iniziano la ricerca di informazioni sul posto.

Sapere come arrivano i turisti da te è importante perché in questo modo puoi definire le partnership migliori da attivare, così come è fondamentale essere a conoscenza dei canali di informazione che utilizzano così da riuscire ad intercettarli.

La scelta stessa dei mercati strategici non è semplice, devi osservarne l’economia, verificare le tendenze e le abitudini dei turisti di ogni singolo mercato, senza dimenticare l’analisi delle motivazioni che li spingono a scegliere la tua destinazione.

Questo ultimo elemento ti permette di verificare se gli argomenti di comunicazione o di vendita che hai scelto sono in linea con quelli di interesse dei turisti.

2. Pianificazione

Per poter pianificare hai bisogno prima di definire gli obiettivi strategici della tua destinazione, che in linea di massima consistono nel raggiungere in maggior numero di potenziali clienti/turisti e nel fidelizzare quelli già acquisiti.

Il tuo sito web deve quindi essere in grado di comunicare e valorizzare l’experience destination e di generare prenotazioni, assicurando un’efficace distribuzione dell’informazione ai potenziali turisti e visitatori.

La definizione degli obiettivi impone di fare delle scelte e di stabilire delle priorità. In base ad esse si deve poi definire la distribuzione delle risorse economiche e dei tempi di dedizione.

È ovvio che non si può stabilire una matrice lineare per tutte le destinazioni in quanto essa varia in base al numero di prodotti-destinazione e al numero di mercati sul quale si intende operare.

Non ti dimenticare che oggi il turista gode della fiducia degli altri turisti, ai cui occhi è credibile e autorevole, e che le sue recensioni sono dunque molto importanti.

Puoi quindi utilizzare a tuo favore le opinioni e i commenti dei turisti e stimolare la loro naturale capacità di promozione e raccomandazione.

Leggi: Brand Reputation: 10 consigli per migliorare la tua reputazione online

3. Azione

Per agire nel destination marketing devi lavorare con le 6c:

  • Cliente: è il tuo obiettivo strategico ed è fondamentale coinvolgerlo, curarlo ed incentivarlo per trasformarlo in un appassionato e promotore della tua destinazione;
  • Connessione: stimolare il contatto fra il turista e gli utenti della rete sfruttando le connessioni esistenti fra loro in modo che parlino del tuo territorio e lo raccomandino;
  • Conversazione attraverso la creazione e la diffusione di contenuti nel mercato;
  • Contenuti;
  • Community;
  • Contatto.

Una volta che hai lavorato su questi fattori puoi individuare le diverse tecniche di marketing che meglio si prestano al mondo del turismo: Inbound marketing e Content marketing.

Piano di Destination Marketing: strumenti utili

Per costruire la tua tattica di destination marketing hai a tua disposizione diversi strumenti  da utilizzare in base all’obiettivo da raggiungere: e-mail, SEO e SEM e i social media.

PIANO DI DESTINATIONMARKETING

Gli strumenti che ti possono essere d’aiuto nel costruire la tua strategia di destination marketing sono l’e-mail marketing, SEO, SEM e i social media

 

E-mail marketing

L’e-mail marketing utilizza la posta elettronica come mezzo per comunicare messaggi commerciali e non al pubblico ed è utile sia per fidelizzare i turisti che hanno visitato la tua destinazione sia per acquisire nuovi clienti.

Vantaggio dell’e-mail marketing è l’essere istantaneo, una e-mail arriva in pochi secondo e permette di stabilire un contatto diretto con il destinatario.

Un suo uso strategico, ad esempio con l’invio periodico di una newsletter, permette alla destinazione di incrementare la propria notorietà così come quella dei propri prodotti e servizi a costi ridotti rispetto alla posta tradizionale.

Leggi anche:I vantaggi dell’Email Marketing e come scrivere una Newsletter efficace

SEO (Search Enginge Optimization) e SEM (Search Engine Marketing)

In un piano di destination marketing è fondamentale essere visibili e trovabili in modo facile in rete.

Il SEO permette infatti di indicizzare al meglio il sito, migliorandone sia gli aspetti interni sia quelli esterni, al fine di generare traffico proveniente dai motori di ricerca.

Altrettanto importante è il SEM, che indica tutte quelle attività di web marketing che vengono effettuate per incrementare la visibilità e la rintracciabilità di un sito tramite i motori di ricerca e che quindi costituiscono una parte fondamentale della promozione online.

Per sfruttare al meglio le possibilità offerte dalla rete è necessaria una gestione integrata sia del SEO che del SEM.

Social media

Il piano di marketing turistico deve fare molta attenzione alle reti sociali perché è proprio lì che si creano e si diffondono i giudizi.

Una destinazione oggi deve comunicare le esperienze, utilizzando le raccomandazioni degli utenti e raccontando storie attraverso la tecnica del visual storytelling.

Bisogna passare dalla comunicazione, nuda a cruda, all’engagement e in questo senso i social media, proprio per la loro natura bidirezionale sono uno strumento efficace perché permettono di costruire relazioni con gli utenti attraverso i contenuti e l’interazione.

Ciò che è fondamentale è creare contenuti di qualità, in grado di trasmettere emozioni e valori, di stimolare una reazione nel destinatario.

L’obiettivo di fondo del contenuto è essere condiviso e creare quello che viene definito il WOM (word of mouth), ossia il passaparola.

Potresti leggere anche:

Se ti interessa conoscere come applicare gli strumenti di marketing al settore turistico visita la sezione del Blog di AEsse Communication sul Marketing del Turismo: potrai trovare tanti consigli utili alla tua attività

Costruire un’efficace piano di digital marketing non è un’operazione semplice e alla portata di tutti, quindi se hai bisogno di qualche consiglio o di aiuto per la tua attività online non esitare a contattarmi nel team di AEsse Communication.

 

Articolo scritto a luglio 2020, rivisto e aggiornato nel mese di aprile 2024

 

Scrivo di marketing turistico e mi occupo di social media.

Giorgia Bozzetti

Social Media Addicted

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Il processo di revisione dei testi (editing) nell’ottica del marketing turistico prevede:

  • la scelta delle parole più adatte nella comunicazione alberghiera;
  • la correzione di eventuali errori di ortografia, grammatica, scelte lessicali non appropriate;
  • l’analisi e l’utilizzo delle keywords più usate nel mercato di riferimento;
  • l’applicazione delle tecniche di SEO copywriting allo scopo di ottenere testi ottimizzati alla ricerca e alla lettura che avviene sul web;
  • l’utilizzo di tecniche di scrittura di tipo persuasivo ed emozionale per aumentare le conversioni.

L’obiettivo è quello di migliorare quel linguaggio settoriale poco informativo e tutto uguale che ancora caratterizza molta comunicazione in ambito turistico.

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Copywriting: le 4 fasi di revisione del testo

Copywriting: le 4 fasi di revisione del testo

Revisione della struttura e dei contenuti, controllo dell’ortografia e della sintassi, controllo dello stile e del tono di voce: tutto quello che devi sapere per una efficace fase di editing dei tuoi testi

Di revisione finale del testo o editing abbiamo parlato nel precedente articolo: Editing del testo, tecniche e consigli per scovare gli errori.

Vediamo oggi il processo di revisione del testo nel suo insieme, nelle sue fasi di revisione di contenuti e di struttura.

La parola editing deriva dal verbo inglese (toedit, che significa «curare l’edizione di un’opera».

In editoria, con la parola editing si intende perciò la cura redazionale di un testo per la pubblicazione, cioè lettura attenta intesa a verificare (la definizione è dell’enciclopedia Treccani):

  • la correttezza di ortografia, grammatica, sintassi,
  • l’organizzazione strutturale del testo e la sua coerenza interna,
  • l’adeguatezza dello stile,
  • l’esattezza e la rispondenza alla realtà delle asserzioni.

Alla luce di questa definizione vediamo oggi in cosa consiste in pratica il processo di revisione del testo suddividendolo nelle sue 4 fasi principali:

  1. Revisione generale,
  2. Revisione dei contenuti,
  3. Revisione della struttura,
  4. Revisione del testo finale.

1. Revisione generale

Fare una revisione generale del testo significa controllare che il testo sia in linea con l’obiettivo, lo stile, il tono di voce e il livello di formalità scelti in fase di progettazione dei contenuti.

Se hai sbagliato il livello di formalità e vuoi essere più informale passa semplicemente dal voi al tu.

Mentre se hai scritto il tuo testo pensando di voler ottenere una conversione mentre in realtà vuoi puntare al coinvolgimento devi cambiare il testo in modo profondo, nella struttura della frase e nella scelta delle parole.

Fai attenzione a stile e tono di voce: devi sceglierli in base al tuo destinatario.

Su questo argomento puoi leggere:

2. Revisione di contenuti

Come prima cosa l’informazione deve essere utile al tuo lettore.

Controlla poi che le informazioni che hai scritto siano corrette, che i dati siano precisi, che l’argomento sia trattato in modo chiaro ed esauriente. Poi elimina tutto quello che non serve.

A tale scopo leggi: 8 consigli per aumentare efficacia e credibilità dei testi

3. Revisione della struttura

Rivedi titoli, paragrafi, singole frasi, parole di connessione e frasi trampolino, quell’espediente inserito nella frase finale di un paragrafo e che consiste nel lasciar intravedere cosa ci aspetta nel paragrafo che segue invitando così il lettore a continuare a lettura.

Per aiutarti puoi porti queste domande:

  • Il titolo è chiaro?
  • Il testo è suddiviso in paragrafi?
  • Ogni paragrafo contiene una sola idea principale?
  • I paragrafi seguono un percorso logico?
  • I paragrafi iniziano con una frase chiara e informativa?
  • Ci sono i titoletti per ogni paragrafo?
  • Ogni frase contiene una sola informazione?
  • Le singole frasi sono collegate in modo fluido?

4. Revisione finale del testo: l’editing

L’editing è forse la fase più impegnativa della revisione perché ti chiede di entrare nel dettaglio delle singole frasi, di ognuna delle parole usate e del rapporto tra di esse. 

Ogni parola che scegli deve essere la miglior scelta possibile.

Dopo di questa fase devi passare all’editing finale: ossia alla correzione di eventuali errori di battitura, refusi, errori di grammatica o altre sviste.

A tale scopo segui le tre regole di base per la fase di editing:

  1. Stampa il testo e leggi ad alta voce;
  2. Leggi lentamente;
  3. Non utilizzare il correttore automatico.

Per approfondire leggi: Editing: le regole da seguire per la revisione del testo
Prova a seguire i miei consigli per scovare gli errori, leggi: Editing del testo: tecniche e consigli per scovare gli errori

12 Consigli per la revisione del testo

Ricorda che un testo ben scritto suscita immagini nella testa di chi legge.

Ecco, in quest’ottica, alcuni consigli su come procedere nella fase di revisione del testo.

  1. Mai usare due parole quando puoi usarne una
  2. Scegli parole precise e concrete
  3. No alle parole ricercate, complicate o astratte
  4. Fai attenzione ai termini tecnici e al burocratese
  5. Usa i termini stranieri solo quando non ci sono alternative in italiano
  6. Scegli la forma attiva e le frasi positive
  7. Spiega sigle, acronimi e abbreviazioni
  8. Inizia la frase con il soggetto
  9. Tieni vicino soggetto, verbo e complemento (evita il più possibile le frasi subordinate)
  10. Preferisci il verbo alla nominalizzazione (usa, ad esempio raggiungere al posto di raggiungimento)
  11. Taglia aggettivi e avverbi inutili e cerca di non utilizzare gli avverbi che finiscono in -mente
  12. Limita le parentesi, frenano la lettura.

Per quanto riguarda la lunghezza del periodo tieni presente che i linguisti fissano in 25 il numero di parole in una frase per la sua ottima leggibilità.

Cerca perciò di mantenere il periodo entro le 30-35 parole: puoi iniziare con un periodo breve e poi inserire qualche periodo più lungo; considera però di spezzare le frasi ogni volta che è possibile.

Forma del testo e leggibilità

In un’ottica di revisione del testo è necessario controllare anche la forma del testo e apportare alcune modifiche laddove si rende necessario. Questo perché la forma di un testo contribuisce alla sua leggibilità e alla sua comprensione.

Curare la forma del testo vuol dire esaltarne il contenuto.

Segui questi consigli:

  • No ai muri di testo: fai respirare il testo con un doppio spazio tra i paragrafi;
  • Non sottolineare il testo e non scrivere intere frasi in maiuscolo (sul web equivale a urlare);
  • Utilizza grassetto (per le parole chiave o i concetti che vuoi sottolineare) e corsivo (per le parole poco utilizzate o per parole in lingua straniera);
  • Fai attenzione alla grafìa (scegli una forma ad esempio tra e-mail ed email, tra Web e web e mantienila per tutto il tuo scritto);
  • Utilizza liste e punti elenco per le informazioni dello stesso tipo.

Ricorda che i giorni e i mesi si scrivono con la lettera minuscola, che la data va scritta per intero e che nell’orario vanno i due punti, non le barrette oblique (scrivi 20:30).

Per concludere, ecco una sorta di check-list da utilizzare come ultimo controllo:

  • Ho scritto all’inizio la cosa più interessante?
  • Ci sono periodi che superano le 25, 30 o al massimo 35 parole?
  • Soggetto e verbo sono vicini?
  • Ci sono troppe parentesi?
  • Ho dato una sola informazione per periodo?
  • Se ci sono rimandi interni li ho citati con precisione?

Se hai letto l’articolo fino in fondo significa che anche tu ti occupi di blogging o di revisione di testi. Che ne dici dei miei consigli? Tu applichi altre regole?
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi, se ti fa piacere lasciami un commento nel modulo qui sotto!

Vuoi migliorare i testi del tuo sito web?

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Il processo di revisione dei testi (editing) prevede:

  • la correzione di eventuali errori di ortografia, grammatica, scelte lessicali non appropriate;
  • l’analisi e l’utilizzo delle keywords più usate nel mercato di riferimento;
  • l’applicazione delle tecniche di SEO copywriting e scrittura persuasiva.

    L’obiettivo è quello di:
  • individuare e rimuovere le criticità presenti sulle pagine del sito istituzionale,
  • assicurarsi che i concetti vengano espressi nella forma più chiara ed efficace possibile;
  • ottenere testi ottimizzati alla ricerca e al tipo di lettura che avviene sul web.

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Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

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Stile del testo nella comunicazione aziendale: cos’è e come sceglierlo

Stile del testo nella comunicazione aziendale: cos’è e come sceglierlo

Sintassi, lessico e struttura del testo vanno a dar forma allo stile di scrittura. Qualche suggerimento per trovare lo stile giusto per te e la tua azienda

Mentre il tono di voce trasmette lo stato d’animo di chi scrive e tende a crearne uno nel destinatario, lo stile è una caratteristica propria del testo.

Rappresenta il modo in cui lo scrittore si esprime e trasmette le informazioni al lettore.

Parliamo di sintassi, di scelta dei termini, di struttura dei paragrafi, di tutto ciò che caratterizza il modo di scrivere di una persona o di un’azienda, senza tralasciare la correttezza grammaticale e la punteggiatura.

Ma vediamo subito un esempio, in modo che sia più facile comprendere quanto uno stile diverso influenzi il modo in cui l’informazione viene data e percepita.

Stile del testo: esempi

Abbiamo visto che lo stile del testo è in sostanza la forma, il modo in cui mettiamo le parole una dopo l’altra per costruire la frase.

Sulla pagina aziendale di Facebook possiamo scrivere lo stesso messaggio usando tono e stili diversi:

  1. Ci dispiace informarvi che, a causa di un guasto tecnico che non è dipeso dalla nostra volontà il negozio rimarrà chiuso dalle 12 alle 18 di oggi 4 febbraio 2024. È un esempio di Stile burocratico e tono formale
  2. Ciao a tutti, c’è un guasto tecnico che l’Enel sta cercando di risolvere, ma saremo chiusi oggi dalle 12 alle 18. Grazie per la comprensione. È un esempio di Stile lineare e tono rilassato
  3. La nostra pausa oggi dura 4 ore perché manca la corrente. Alle 18 torna e quindi torniamo anche noi a lavorare. Ci vediamo dopo? 🙂 È un esempio di Stile giovane e tono ironico e scherzoso.

Per sapere qual è lo stile giusto è necessario considerare la categoria di prodotto e il pubblico di riferimento, proprio come nella scelta del tono di voce.

Se il primo post è scritto da un negozio di abbigliamento per bambini il tono è sbagliato, così come non è corretto l’ultimo se a parlare è una banca e si rivolge ai suoi correntista.

Stili di scrittura per la comunicazione aziendale

Vediamo ora i principali stili di scrittura usati nella comunicazione aziendale e nei social.

Stile descrittivo

Si usa per parlare di un prodotto o servizio in modo oggettivo senza opinioni personali.

Questo stile si limita ad elencare le caratteristiche di quanto offerto, è uno stile che non influenza e, per niente creativo, può risultare un pò noioso.

È lo stile più utilizzato nella comunicazione aziendale.

Stile narrativo

È lo stile di racconti, romanzi, film, detto anche storytelling. È lo stile in cui si racconta una storia, cioè una serie di eventi tra loro collegati e dove agiscono uno o più personaggi, con vicende che si susseguono nel tempo in uno o più luoghi.

Stile espositivo

È lo stile neutro che fa prevalere i fatti e non le opinioni. Si usa nel giornalismo e nei libri scolastici.

Lo troviamo anche, ad esempio, nei manuali d’istruzioni e nella scrittura “aziendalese”.

Stile burocratico

E lo stile della pubblica amministrazione: uffici, scuole, tribunali, banche ecc. È uno stile noioso e spesso incomprensibile perché fa uso di tecnicismi. È uno stile lontano dalla lingua parlata.

Stile persuasivo

È lo stile che usiamo nel copywriting e nel quale inseriamo elementi come giochi di parole, parole nuove, empatia ed emoticon. È uno stile che punta a creare una connessione tra lo scrivente e il suo pubblico.

Lo troviamo nei post sui social, negli spot pubblicitari, ma anche nelle lettere commerciali in stile persuasivo. È uno stile che attira l’attenzione ed è quello che funziona meglio se lo scopo è quello di far passare un messaggio.

Sullo stile persuasivo puoi leggere:
Copywriting, psicologia e persuasione: 7 consigli di scrittura per convincere

Sulla scrittura empatica leggi:
Come scrivere (e comunicare) con empatia

Stile tecnico

È quello stile di scrittura tecnica e specifica di un determinato settore, e che mette in evidenza le caratteristiche tecniche di un determinato prodotto: ovviamente funziona solo se è destinato a un esperto di quella materia.

Livello di formalità e comunicazione aziendale

Negli ultimi anni i social hanno spinto tutta la comunicazione aziendale verso l’informalità e dunque all’uso generalizzato del “tu”. Come ho già scritto parlando del tono di voce, il tu è quasi sempre una buona scelta.

Quasi sempre, appunto. Il lei va riservato, anche nelle chat a:

  • settori quali la finanza,
  • professionisti con i quali non c’è un rapporto diretto,
  • istituzioni pubbliche o private.

Ricorda poi che, anche se l’uso del tu è quasi sempre consigliato, è necessario qualche cautela in base al messaggio, al settore, al pubblico di riferimento.

Il post di una banca rivolto ai clienti può usare il tu, ma senza emoji o abbreviazioni.

Il post di un’azienda di abbigliamento può osare se il destinatario è la generazione Alpha, Zeta o Millennial, mentre se il pubblico è più maturo dovrebbe tenere un livello di formalità un pochino più alto.

Tono di voce, stile di scrittura e livello di formalità del testo sono tre aspetti che ogni azienda deve stabilire a monte della sua comunicazione offline e online.

Di qui la necessità di creare una guida di stile, una sorta di prontuario con regole di comunicazione e indicazioni pratiche da adottare per chi scrive a nome di un’azienda.

Ne parlo in modo dettagliato in questo articolo:
Guida di Stile: tutte le regole del copywriting efficace e riconoscibile

Consigli per una buona scrittura

  • Fai in modo che il tuo stile sia coerente con il contenuto;
  • Scegli le parole con cura e utilizzale con attenzione: ogni termine ha il suo peso;
  • Scrivi in modo semplice, ma curando il testo nei dettagli per non essere banale;
  • Scrivi pensando al tuo pubblico, pensando a ciò che si aspetta;
  • Cerca di essere spontaneo ed evitare inutili abbellimenti stilistici o tecnicismi che possono rendere il tuo testo poco leggibile;
  • Fai attenzione alle parole straniere.
    A questo proposito leggi: Parole straniere nei testi in italiano? Sì, ma con moderazione;
  • Fai attenzione all’utilizzo dei verbi e non esagerare con aggettivi e avverbi.
    Su questo argomento puoi leggere: Verbi e avverbi nel copywriting: 5 consigli su come utilizzarli.


Sul tono di voce puoi leggere:
Copywriting: guida alla scelta del tono di voce

Infine, per approfondire l’argomento, ti consiglio questi libri:

Guida di stile, Luisa Carrada, Zanichelli Editore

Manuale di copywriting e scrittura per i social, Alfonso Cannavacciuolo, Hoepli Editore

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Imparerai come gestire un blog, come creare un calendario editoriale e come costruire un post.

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Copywriting: guida alla scelta del tono di voce

Copywriting: guida alla scelta del tono di voce

È sempre difficile trasmettere per iscritto il tono di voce, ma se individui quello giusto puoi raccontarti al tuo pubblico in modo efficace. Una breve guida per la scelta tra tono informale, formale e moderato

Prima di condividere i contenuti sul web (blog o social) il bravo copywriter sa che deve fare un lavoro di progettazione e pianificazione dei suoi contenuti.

Nella fase di progettazione, oltre al definire gli obiettivi della comunicazione e il destinatario, è importante scegliere tono, stile e formalità del testo.

Il tono del testo è importante almeno quanto la qualità del contenuto che decidi di condividere e quanto l’organizzazione del testo.

Non sottovalutare il tono di voce: toni diversi inviano al lettore messaggi emotivi diversi.

Usare il tono in modo opportuno ti permette di raccontare la storia del tuo brand in un modo efficace e di costruire un rapporto di fiducia con il tuo pubblico.

Vediamo insieme cos’è il tono di voce e come scegliere quello più adatto alla comunicazione della tua attività.

Tono di voce: cos’è

Il tono di voce è qualcosa di piuttosto complesso, dal momento che, se a voce è semplice da intuire, è invece difficile da trasmettere per iscritto.

Sì, perché:

Il tono non riguarda quello che dici, ma come lo dici.
Il sentimento che trasmetti con le parole.

Le tre tipologie di tono di voce

Il tono di voce (o Tone of voice) è qualcosa di molto difficile da trasmettere e, se sui social grazie alle emoji riusciamo a chiarire le nostre intenzioni, su altre piattaforme di condivisione di contenuto (come il blog) la cosa non è così immediata.

Dal momento che sul blog non è sempre una buona scelta usare le emoji, è meglio se impariamo a gestire e scegliere il tono in modo corretto.

Puoi scegliere tra tre tipi di tono di voce: tono formale, moderato e informale.

1. Tono formale

È il tono che usiamo per rivolgerci a persone che non conosciamo; è un tono educato e rispettoso, adatto per comunicazioni ufficiale come e-mail, proposte, preventivi. 

Questo tono è quasi sempre accompagnato dall’impersonale o dall’uso del voi.

Nei social è il tono che dovrebbero usare alcune categorie di professionisti, come avvocati, medici, istituzioni pubbliche e ogni volta che il contenuto del post o della sponsorizzata è serio.

Anche sul web, la scrittura scientifica o tecnica è spesso formale, usa una terminologia complessa e un approccio impersonale alla materia. 

Il tono formale si caratterizza da: 

  • una grammatica molto accurata,
  • frasi più lunghe,
  • espressioni complesse e parole ricercate.

2. Tono moderato

È un tono più rilassato rispetto al precedente, ma sempre rispettoso.

Lo usiamo quando parliamo a persone conosciute e con cui abbiamo un rapporto che però non definiamo amicizia. In questi casi si utilizza l’impersonale o un tu molto rispettoso.

Il tono moderato è sempre una scelta saggia quando il pubblico non è facile da definire o è vario: non è freddo come il tono formale ma non è invasivo e confidenziale come l’informale.

3. Tono informale

È il tono che usiamo con i nostri amici, dove nessuno si offende se usiamo l’ironia, emoji o altre libertà linguistiche. 

È l’ideale per tutti i contenuti destinati a un pubblico giovane (Generazione Alpha e Zeta) e quando il prodotto lo permette: abbigliamento, notizie divertenti, bevande ecc.

Importante:

  • Non confondere il tono con la formalità (dare del tu o del lei – lo vediamo tra un po’);
  • Fai attenzione all’ironia: ricorda che ognuno la interpreta a suo modo per cui utilizzala solo se sai come reagirà il lettore;
  • Non discriminare: fai attenzione con argomenti come il sesso, la razza, le opinioni politiche o la religione. Sono argomenti sensibili e una parola fuori posto rende qualcosa di scritto in buona fede qualcosa di esplosivo;
  • Definisci con attenzione il tono di voce aziendale, stabilisci il tono standard e le deviazioni concesse (quando ad esempio usare le emoji) perché ciò segna il rapporto con i propri clienti.
  • Se vuoi optare per un tono informale e umoristico assicurati di avere una comprensione approfondita del pubblico a cui ti rivolgi.

Ricorda:

Se stai creando un contenuto, quel contenuto avrà un tono, anche se non lo usi intenzionalmente.

È un aspetto inevitabile della scrittura, anche se il tono che usi è incoerente o inefficace.

Imparando a sfruttarlo, puoi imparare a connetterti con il tuo pubblico, favorire le relazioni e costruire il tuo marchio.

Tone of Voice

Scegliere il tono di voce da adottare è importante quanto scegliere la forma del testo e il contenuto

Da cosa dipende la scelta del tono di voce?

Definire il tono di voce deve rappresentare una solida base su cui poi poter lavorare nella creazione di contenuti. 

Ma da cosa dipende la scelta del tono di voce?

Prima di tutto devi conoscere il tuo pubblico: in fin dei conti, il tuo prodotto è pensato per una certa categoria di persone. Per questo motivo, a monte di ogni strategia di marketing c’è l’individuazione delle buyer personas, il tuo target di riferimento, il tuo cliente tipo.

Oltre al tuo pubblico devi ovviamente conoscere bene te stesso, ciò che rappresenti (i tuoi ideali e i tuoi obiettivi), ciò che contraddistingue il tuo brand, i tuoi prodotti o servizi.

Devi poi tenere in considerazione i contenuti che hai già pubblicato, e con i quali hai già creato una connessione con i tuoi clienti.

Inizia identificando i tuoi contenuti che hanno avuto maggior successo, in base alle metriche che sono più importanti per te (possono essere il numero di like, il numero di condivisioni o di commenti al tuo post).

Poi, mentre li leggi, fatti queste domande: 

  • Come sono scritti questi articoli? Sono molto seri, appassionati o umoristici?
  • Questi contenuti riflettono i tuoi valori fondamentali?
  • Questi contenuti rispondono ai bisogni e agli interessi che hai identificato per il tuo target?
  • Quali contenuti sembrano funzionare meglio e quali peggio?
  • Cosa hanno in comune questi testi? Il tono? La lunghezza? La struttura? 

Usa le tue osservazioni per identificare il tono che è più efficace per te e che ti aiuta meglio a raggiungere i tuoi obiettivi.

Una volta definito cerca di mantenerlo con coerenza in ogni tua pubblicazione.

Devo dare del tu o del lei? (livello di formalità)

Negli ultimi anni i social hanno spinto tutta la comunicazione aziendale verso l’informalità e dunque all’uso generalizzato del “tu”, insieme a emoticon e abbreviazioni.

Nei social e nei blog il tu è quasi sempre una buona scelta. 

Quasi sempre, appunto. Il lei va riservato, anche sulle chat, a settori quali la finanza e ai professionisti con i quali non c’è un rapporto diretto e grandi istituzioni pubbliche o private.

Scegli il tono di voce da utilizzare con i tuoi lettori tra il tu o il voi, il noi o la forma impersonale e mantienilo in ogni tuo scritto.

Il mio consiglio: usa l’io/noi se parli per un’azienda rivolgendoti al singolo, usa io/tu se invece parli per un professionista o un freelance; usa il voi se il target non si presta a un linguaggio informale o se ti rivolgi a una community affiatata.

Ricorda che la massima personalizzazione è l’ideale, anche per quanto riguarda il genere.

Se personalizzare il genere non è possibile, ci sono modi per aggirare il maschile e il femminile come ad esempio cambiare il verbo o l’intera frase (è il caso di Pensi davvero di..? al posto di Sei certo di..? Oppure La tranquillità di viaggiare al posto di Viaggia tranquillo).

A questo proposito ti consiglio di leggere: Copywriting inclusivo: sul web e sui social usa un linguaggio che non discrimina

Fai attenzione allo stile burocratico, ai testi troppo pressanti del marketing, allo stile troppo professionale.

Il tono di voce è collegato al lettore di riferimento, alle tue buyer personas: sul tema puoi leggere Per farti trovare dai tuoi potenziali clienti devi conoscere il tuo target di riferimento: le Buyer Personas

Spero tu possa trovare in questo articolo qualche ispirazione per stabilire il tuo Tone of voice, se hai qualche domanda o curiosità non esitare a scrivermi nel box qui sotto.

Per ulteriori approfondimenti puoi leggere:

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Imparerai come gestire un blog, come creare un calendario editoriale e come costruire un post in modo efficace.

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Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e Scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

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Il post perfetto per Instagram: immagine, gancio e didascalia

Il post perfetto per Instagram: immagine, gancio e didascalia

Quali sono i contenuti che funzionano meglio su Instagram? Cos’è e come scrivere gancio e didascalia? Continua a leggere e scopri tanti piccoli segreti per scrivere il post perfetto e promuoverti in modo efficace

Gli elementi del buon post su Instagram sono tre: foto, didascalia e hashtag.

Ognuno di questi deve essere perfetto, in primis l’immagine, la cui percentuale di importanza è dell’80%.

Il restante 20% si suddivide tra testo con la didascalia più gli hashtag.

Non esistono formule magiche per creare un post perfetto, che stimoli interazioni e riceva molti like, ma una cosa è certa: la foto deve essere di qualità, luminosa, emozionante. 

Anche il testo però non è da sottovalutare: vediamo ora quali sono i contenuti che funzionano meglio su Instagram e alcuni consigli di copywriting persuasivo da utilizzare nella didascalia o nel gancio del reel.

Contenuti che funzionano su Instagram

Su Instagram funzionano bene tutti i contenuti che creano coinvolgimento, ossia:

  • storie
  • reels
  • concorsi con UGC (contenuti generati dagli utenti)
  • novità
  • citazioni
  • sondaggi, quiz e test (alle persone piace rispondere)
  • testimonial (persone comuni o famose)
  • dietro le quinte
  • brevi tutorial

Secondo una recente ricerca di Socialinsider (società specializzata nel monitoraggio dei Social media), il reel è il formato che ha il tasso di copertura maggiore su Instagram, rispetto a immagini e caroselli. Alta visibilità, dunque.

Mentre se vogliamo stimolare interazioni di valore, in particolare commenti o approfondimenti, il formato migliore rimane quello dei caroselli.

Instagram è un mezzo molto potente per far conoscere un’azienda o un prodotto e per influenzare la considerazione delle persone. 

Anche per questo motivo è fondamentale gestire bene la relazione con i followers.

Anche su Instagram, proprio come su tutto ciò che viene pubblicato in rete, è importante non improvvisare e pianificare le pubblicazioni.

Come scegliere gli hashtag 

Su Instagram gli hashtag sono molto importanti perché ti permettono di farti trovare dal tuo pubblico di interesse e di entrare nelle conversazioni.

Ecco una breve guida per scegliere quelli giusti.

Inserisci:

  • hashtag di brand e di prodotto, fondamentale per creare notorietà (#studioaessecommunication)
  • hashtag di tendenza, legati a una novità o a un argomento di cui si parla
  • hashtag di nicchia, che permettono di collegarti a specifici target, anche se non fanno grandi numeri (#hotelpetfriendly)
  • hashtag di evento, da creare o scovare in occasioni speciali (#concorsi)
  • hashtag specifici legati al contenuto proposto.

Se ne possono usare fino a 25, ma il consiglio è di limitarsi a 10 al massimo, seguendo il criterio di scegliere hashtag coerenti con il post, usarne due di tendenza e due di nicchia.

Studia gli hashtag dei competitor, segui influenze o profili rilevanti inerenti al tuo settore oppure usa gli strumenti presenti online per la ricerca degli hashtag, come all-hashtag (o Rite-Tag, molto potente, ma  a pagamento).

Didascalia e gancio su Instagram

Su Instagram la didascalia serve per integrare con il testo quello che le immagini non riescono a dire. Oppure per fornire un’interpretazione specifica a una foto che potrebbe essere fraintesa. Non descrivere semplicemente la foto!

Le prime tre righe di Instagram (circa 125 caratteri) sono molto importanti e sono definite anche gancio, proprio per la loro funzione di agganciare il lettore e invitarlo a proseguire la lettura. 

Dopo i 125 caratteri il social inserisce “altro”, per cui la tua occasione sta tutta nelle parole di apertura del post.

Una  didascalia corposa o medio lunga si presta invece per post di tipo scientifico o di approfondimento (vedi post di National Geografic).

gancio

Il gancio deve suscitare interesse e convincere a visualizzare l’intero video, proprio come le prime righe della didascalia

Consigli pratici per una didascalia efficace:

  • Per un post di tipo informativo applica la regola delle 5W (chi, come, cosa, quando, perché);
  • Crea il contenuto con ciò che la foto non può dire; non descrivere l’immagine;
  • Racconta una storia a completamento dell’immagine (lo storytelling su Instagram funziona molto bene);
  • Crea una didascalia indovinello o fai una domanda, è il modo più semplice per ottenere interazioni;
  • Dai una notizia, stimola la curiosità;
  • Didascalia con citazione (inerente al brand e all’immagine);
  • Usa le emoticons (sempre con coerenza al messaggio);
  • Puoi invitare all’azione chiedendo alle persone di commentare o taggare un amico.

Consigli per un reel d’effetto

Per un reel o una storia convincente devi fare un gancio, ossia la parte iniziale del video/reel, che catturi l’attenzione.
Inserisci subito una frase di qualche secondo che susciti interesse e curiosità, e convinca visualizzare l’intero video.

Il gancio deve essere accattivante, interessante, breve, chiaro, veritiero e anticipare il contenuto.

Puoi:

  • Utilizzare una frase persuasiva: le leve psicologiche su cui puntare sono simpatia, mistero, autorevolezza, riconoscimento e shock;
  • Offrire la soluzione a un problema: se il tema è di interesse al tuo target;
  • Incuriosire anticipando una news: ricorda il principio base della comunicazione e rispetta la regola delle 5w (chi, cosa, come, quando, perché).

Le paroline-gancio per eccellenza sono: gratis/gratuito, consiglio, trucco, come, ecco.

Ecco alcune idee per un gancio di effetto (a voce o scritto):

  • Ecco il segreto per…
  • Ti svelo il trucco per fare…
  • 2 cose che nessuno ti ha mai detto su…
  • Il dietro le quinte del nostro Hotel…
  • Un consiglio per il tuo prossimo viaggio
  • Scopri i corsi che puoi seguire gratis

Ricorda che storie e reel funzionano quando sono spontanei e se trasmettono un solo messaggio per volta, per non confondere l’utente.

Alcuni consigli di Copy persuasivo per Instagram

Anche su Instagram funzionano le tecniche di copy persuasivo: scegli la più adatta al tuo prodotto o scopo e condensa il concetto in poche righe.

1. Scrivi post brevi e semplici

Come prima cosa scrivi post brevi: su Instagram vince la sintesi. I post più brevi, di solito, ricevono più like, commenti e condivisioni. Post molto sintetici, quelli con da 1 e 40 caratteri, generano il massimo coinvolgimento.

2. Usa la regola della scarsità

Quando proponi un prodotto suggerisci al lettore che deve agire in fretta perché il prodotto sta terminando. Oppure crea scadenze, offerte limitate o sconti temporanei: la paura di perdere questo vantaggio sarà uno stimolo per spingerlo ad acquistare.

Ad esempio:
– Solo tre camere disponibili!
– La promozione scade sabato: iscriviti alla nostra newsletter e ottieni il 20% di sconto sul tuo prossimo acquisto!

Quando vuoi evidenziare promozioni o sconti speciali a tempo inseriscili nella foto stessa (usa Canva per creare locandine accattivanti!)

3. Usa le emoji 

Come suggerisce Hubspot (società specializzata nell’inbound marketing), gli emoji possono aumentare il numero di Mi piace di oltre il 50%. Vanno usate però con parsimonia e, soprattutto, devono essere pertinenti.

4. Aggiungi una call-to-action o una domanda

Vuoi maggior coinvolgimento ed engagement? Fai delle domande. Il post con una domanda genera più del doppio dei commenti rispetto a quelli che non contengono domande. 

5. Usa i numeri 

I numeri possano essere utilizzati per attirare l’attenzione del lettore. Puoi usarli così:

  • Usa le percentuali per comunicare scientificità e precisione.
  • Usa i prezzi civetta: 9,99 e non 10. Fa sempre effetto.
  • Scrivi numeri precisi, con decimali, per comunicare cura e attenzione.
  • Dividi le grandi spese: scrivi “2 euro al mese”, non “24 euro all’anno”.
  • Aumenta numeri dei benefit: scrivi garanzia “12 mesi”, non “1 anno”.
  • Usa metafore, ad esempio: costa come un caffè.

Frasi come 4 modi per … sono perfette per introdurre il tema, per scrivere un titolo efficace, per introdurre un video o un reel.

6. Utilizza le recensioni

Puoi creare un post con una recensione: le persone tendono a fidarsi delle testimonianze di chi si è trovato nella loro stessa situazione.

Maggiori sono i commenti e le testimonianze positive verso un prodotto, più siamo portati a pensare che quel prodotto sia ottimo ed aumenteranno così le possibilità di acquisto (è il meccanismo di riprova sociale).

La recensione positiva ha un duplice vantaggio: fidelizza il cliente e, grazie al principio di riprova sociale, invoglia altri lettori a prenotare presso la struttura. 

7. Utilizza la parola gratis

Gratis è la parola magica per eccellenza: funziona ancora, funziona sempre perché tutti siamo interessati a ottenere qualcosa senza pagare.

8. Utilizza la tecnica del come

Utile sia nei titoli per articoli di blog sia come gancio per un post nei social.

Esempi:

  • Come perdere 5 kg in un mese
  • Come scattare foto perfette


Altre idee per pubblicare un post efficace su Instagram:

  • Mostra il dietro le quinte, umanizza l’azienda.
  • Pubblica live e foto di un evento.
  • Utilizza i contenuti generati dagli utenti (UGC), serve a fidelizzare.
  • Pubblica un’infografica.
  • Crea un post di FAQ (con le risposte alle domande più frequenti su prodotti o servizi).
  • Inserisci una lista puntata di consigli.
  • Crea un sondaggio online, per ottenere dati e interazioni.
  • Pubblica notizie o real time (a patto che sia in target e coerente con il brand).
  • Giornata mondiale di qualcosa (a patto, anche qui, che sia coerente con il brand e la sua visione).

Ti lascio qualche consiglio di lettura:

Spero che gli articoli proposti ti siano d’aiuto per scrivere sui social con più competenza e sicurezza.

Se hai bisogno di aiuto o di ulteriori chiarimenti scrivimi pure nei commenti qui sotto o mandami un’e-mail 🙂

 

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Il Blog nel Turismo: come incrementare i lettori

Il Blog nel Turismo: come incrementare i lettori

Il blog è uno dei principali punti di contatto tra le destinazioni turistiche e i potenziali clienti. Aiuta ad aumentare la brand awareness, a creare una community e affiliazione

Il blog è oggi uno strumento di marketing del turismo e un canale di conversazione sempre più importante fra la destinazione turistica e il mercato di riferimento.

Aiuta a creare e a rafforzare la fiducia tra la tua struttura e il mercato e a invogliare l’utente a far parte della community che si forma intorno al blog.

Inoltre, il blog è un ottimo strumento per le relazioni pubbliche e nella gestione della reputazione di una destinazione o impresa turistica.

Un blog di destinazione (é così che viene chiamo il blog connesso a una struttura turistica) deve diventare lo spazio primario per ogni comunicazione, dal lancio di un prodotto alla novità relativa a un servizio che vuoi proporre sul mercato.

La tua attività legata al mondo del turismo ha già un blog? Lo sfrutti nel migliore dei modi o è abbandonato a sé stesso?

Sappi che un blog abbandonato e non più utilizzato genera una brutta immagine e risulta più controproducente di un blog che non c’è.

Ti consiglio di riattivarlo, basta un post alla settimana e vedrai incrementare i tuoi lettori (e, con un po’ di fortuna, le prenotazioni).

Continua a leggere e scopri l’utilità del blog per ogni attività legata al modo dei viaggi e del turismo.

Perché una destinazione turistica deve avere un blog

Il blog aiuta a costruire relazioni con i potenziali turisti e a creare fidelizzazione con quelli già esistenti in quanto permette di stabilire e mantenere un legame emozionale e di vicinanza.

È un mezzo attraverso il quale raccontare ogni giorno che cosa succede nella struttura e in questo modo farla conoscere al mercato, dandole così un volto umano.

Non dimenticarti inoltre che Google ama i blog, hanno un peso maggiore dei siti web nel processo di indicizzazione.

Questo non significa che i siti delle destinazioni non siano utili, anzi, i blog e i siti sono fra loro complementari perché si completano e si rafforzano a vicenda.

Mentre sul sito dai le informazioni più istituzionali, sul blog puoi condividere contenuti più emozionali, esperienze, informazioni sul territorio.

Come incrementare i lettori del tuo blog turistico

Chi ha un blog, che si tratti di un albergo, di una destinazione o di un ristorante, ha provato la sensazione frustante di scrivere, pubblicare contenuti senza riuscire a far crescere il numero dei propri lettori.

Vediamo insieme alcuni consigli, considerando però che, come per tutto quello che riguarda il web, ci vuole tempo e pazienza.

  • Scrivi con frequenza. Aggiorna il tuo blog in modo costante (minimo un post a settimana) in modo che i motori di ricerca diano priorità ai tuoi contenuti nuovi posizionandoli nella prima pagina;
  • Condividi i contenuti pubblicati sul blog sui social media;
  • Ricordati di inserire sulle pagine del tuo blog i pulsanti per la condivisione, in modo da facilitare e stimolare gli utenti a condividere i tuoi contenuti;
  • Conosci il tuo pubblico. Scrivere di tutto e di più non serve a niente, anzi confonde soltanto. Devi scegliere gli argomenti che interessano al tuo pubblico di riferimento;
  • Includi foto e video. Le immagini attirano l’attenzione dei lettori, rendendo il post più appetibile. I video sono il tipo di contenuto che ha più successo nei social;
  • Utilizza keywords. Guarda le parole più usate nel tuo contesto e scegli quelle da inserire nei testi.
  • Includi link ad altri articoli collegati o di interesse;
  • Diffondi i tuoi contenuti attraverso la newsletter. Riporta il post più saliente della settimana o del mese sulla tua newsletter, anche condividendo solo il primo paragrafo e includendo il link al blog;
  • Facilita la lettura dei tuoi contenuti inserendo nel testo sottotitoli, paragrafi, elenchi puntati e evidenzia le parole chiave;
  • Stimola i lettori a interagire, invitando a commentare e creando interesse;
  • Organizza concorsi o eventi a tema. Organizza qualche iniziativa che coinvolga in modo attivo i lettori e li stimoli a partecipare, mettendo in palio la possibilità di vincere un soggiorno, una cena, una notte in albergo.

Per altri consigli di copywriting puoi leggere:

Scrittura SEO-Friendly: 12 consigli per meglio posizionare i tuoi contenuti sul web

I vantaggi del Blog Turistico

I vantaggi del blog nel turismo

Se gestisci un hotel, un b&b, un ristorante o organizzi escursioni e vendi servizi ai turisti, il blog è una risorsa preziosa di comunicazione con i tuoi potenziali clienti.

Vediamone insieme i principali vantaggi:

  1. Ti aiuta a intercettare nuovi clienti e fidelizzare quelli già presenti;
  2. Aiuta il posizionamento del tuo sito web su Google;
  3. Se produci contenuti di qualità la concorrenza è poca;
  4. Ti aiuta a creare una community intorno alla tua destinazione;
  5. Il blog è fonte di contenuti da veicolare in altre piattaforme, come le newsletter e i social.

Costruire un blog con una struttura e con contenuti di qualità ti permette di aumentare la brand awareness della tua attività legata al mondo del turismo e di creare e mantenere con i tuoi utenti un rapporto trasparente, diretto e di fiducia.

Per approfondire tutti i vantaggi che un blog ben seguito può portare a una struttura turistica, leggi: Tutti i vantaggi del Blog per il tuo Hotel o attività turistica

A chi la penna? Cerca un bravo blogger

Puoi affidarti a un travel blogger, che è di fatto un esperto di viaggi e di turismo, un vero e proprio turista che racconta dal suo punto di vista le destinazioni, fornendo consigli e suggerimenti su luoghi e strutture.

Il suo valore sta nell’essere vicino al modo di pensare e di fare dei turisti, di essere un turista come loro.

Puoi anche rivoIgerti a un blogger che conosci e di cui ammiri il modo di scrivere. Sarà lui a doversi informare sulle mete che vuole proporre.

In ogni caso, nel disegnare una strategia di comunicazione è importante conoscere il copywriter a cui ci si affida, accordarsi su quali argomenti scrivere e sul pubblico di riferimento.

Cosa ne pensi? Sei d’accordo con l’utilità del blog per un’attività turistica? Se non sai come muoverti o hai bisogno di qualche consiglio per gestire il tuo blog contattami, posso aiutarti nella programmazione dei contenuti e nella creazioni dei post.

Potresti leggere:

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per un migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

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Copywriter

Il sito web della tua struttura non sta portando i risultati sperati?

Se il sito web della tua struttura non sta portando i risultati che speravi e vorresti ottenere maggiore visibilità e più conversioni la cosa migliore da fare è una revisione dei testi del tuo sito.

Il processo di revisione dei testi (editing) nell’ottica del marketing turistico prevede:

  • la scelta delle parole più adatte nella comunicazione alberghiera;
  • la correzione di eventuali errori di ortografia, grammatica, scelte lessicali non appropriate;
  • l’analisi e l’utilizzo delle keywords più usate nel mercato di riferimento;
  • l’applicazione delle tecniche di SEO copywriting allo scopo di ottenere testi ottimizzati alla ricerca e alla lettura che avviene sul web;
  • l’utilizzo di tecniche di scrittura di tipo persuasivo ed emozionale per aumentare le conversioni.

L’obiettivo è quello di migliorare quel linguaggio settoriale poco informativo e tutto uguale che ancora caratterizza molta comunicazione in ambito turistico.

Posso occuparmi anche di lettere di presentazione e fac-simile di preventivi: il tutto per migliorare l’approccio comunicativo al cliente.

Hai bisogno del mio aiuto?

Scrivimi, studierò il tipo di comunicazione e di linguaggio più adatto alla tua attività!

Inoltre, se pensi possa essere utile a te e al tuo team, ho messo a punto un nuovo corso per il web dedicato agli operatori per il turismo.
In 10 ore di lezione vedremo insieme:

  • le basi del copywriting turistico,
  • l’email marketing,
  • la gestione delle recensioni;
  • il social media marketing per iil turismo.

Per saperne di più visita la pagina del corso sul mio sito web.

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Nicola   ☏   +393498058016

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Instagram per il turismo: 8 consigli per raggiungere il tuo target e aumentare la visibilità

Instagram per il turismo: 8 consigli per raggiungere il tuo target e aumentare la visibilità

Un account Instagram, per crescere e ottenere un pubblico ampio e interessato, ha bisogno di contenuti di qualità e di costanza nella pubblicazione: comprare followers è inutile

Tra tutti i social network Instagram è forse quello che meglio si adatta al settore viaggi e turismo, grazie proprio alla potenza della comunicazione visiva.

È un social in continua crescita (gli ultimi dati del 2024 confermano che Instagram é la quarta piattaforma più usata al mondo, la seconda più scaricata nel 2023, con 2 miliardi di utenti attivi mensili) e ha un bacino di utenza tale da poter garantire una visibilità eccellente alla tua struttura e ai servizi che offri.

Se gestisci un hotel o un B&B, ma anche un agriturismo o un ristorante, seguimi: vedremo insieme qualche suggerimento per utilizzarlo al meglio e ottenere la visibilità che permette alla tua struttura di farsi notare online.

Vedremo le buone pratiche che ti permettono di aumentare i followers, quali hashtag utilizzare e il motivo per cui ti sconsiglio di comprare followers.

Nell’articolo Come cambia Instagram per le aziende: puntare sui contenuti visivi e testuali si rivela la scelta vincente spiego invece come, nel tempo, Instagram si sia modificato, diventando sempre più un micro-blog.

Questo evidenzia l’importanza dei contenuti non solo visivi, ma anche ti tipo utile e informativo.

Foto, didascalia e hashtag: sono solo tre gli elementi del buon post su Instagram, con una percentuale di importanza di 80% per l’immagine e 20% del testo più gli hashtag.

La foto, ovviamente deve essere perfetta: luminosa, di qualità, emozionante.

Vediamo oggi qualche consiglio per iniziare a utilizzare Instagram come un professionista.

1. Inizia con una Bio significativa

Se hai già creato un profilo per la tua struttura, che deve essere Business, hai già inserito la Bio, quella didascalia che appare sopra la gallery fotografica.

È il tuo biglietto da visita su Instagram: deve essere semplice ma significativa. Inizia da qui a distinguerti.

Anche se sono solo poche righe (150 caratteri al massimo) non è così semplice come si potrebbe pensare e non va sottovalutata perché è la prima impressione che si lascia a un potenziale follower.

Scrivila così:

  1. Pensa al tuo destinatario e scrivi un testo per lui inserendo una frase di suo interesse. Se gestisci un B&B nel centro di Verona, ad esempio, puoi scrivere: “Il tuo B&B nel centro di Verona e tanti consigli per le tue escursioni”
  2. Inserisci numero di telefono, sito web e geo-localizzazione.
  3. Inserisci una call to action che invii all’iscrizione alla newsletter o che inviti a scriverti.
  4. Inserisci anche l’hashtag aziendale.
  5. Sfrutta le emoticons, ma senza esagerare.
  6. Evita l’autocelebrazione e il gergo aziendale.

Uno schema per scrivere una buona bio potrebbe essere questo:
– la prima riga per dire chi sei,
– la seconda cosa hai da offrire,
– la terza per convincere il lettore a seguirti,
– la quarta per invitare all’azione.

Vediamo ora qualche altro consiglio di content marketing per promuoverti al meglio.

2. Condividi immagini reali e contenuti utili

Scegli uno stile idoneo con l’immagine che vuoi trasmettere, condividi immagini di qualità e reali: questo rende gli utenti più propensi a interagire.

Le immagini reali sono quelle che rappresentano la tua attività, il tuo hotel, le persone che lo vivono.

È importante che tu riesca a trasmettere i tuoi valori e la qualità dei tuoi servizi. Fai attenzione a non creare aspettative non realistiche.

3. Crea frequenti stories e reels

Non porre limiti limiti al desiderio di raccontare la tua attività: pubblica immagini e brevi video di eventi che crei nella tua tua struttura o a cui partecipi nel territorio e condividili nelle stories, ti aiuterà a crescere più velocemente.

Puoi anche coinvolgere il tuo pubblico con qualche domanda, meglio se con risposte chiuse per evitare sorprese spiacevoli.

Un esempio? “Cosa preferite trovare quando rientrate al B&B nel pomeriggio? Uno stuzzichino salato o una torta fatta in casa?”

Inoltre, grazie alle localizzazioni, permetti ai tuoi followers di ripercorrere i tuoi passi e vivere le tue stesse emozioni. E magari far sorgere in loro il desiderio di trascorrere un vero soggiorno nella tua struttura.

Secondo una recente ricerca di Socialinsider (società specializzata nel monitoraggio dei Social media), il Reel é il formato che ha il tasso di copertura maggiore su Instagram, rispetto a immagini e caroselli.

Alta visibilità, dunque.

Mentre se vogliamo stimolare interazioni di valore, in particolare commenti o approfondimenti, il formato migliore rimane quello dei caroselli.

Ovviamente non c’è formato che faccia miracoli, i contenuti devono intrattenere, emozionare, informare e coinvolgere.

4. Informa sul territorio e illustra i tuoi servizi

Condividi immagini del tuo territorrio, ricorda che immagini romantiche e con il tramonto sono sempre molto apprezzate proprio perché sono emozionali e permettono di sognare.

Dai informazioni su ciò che lo contraddistingue e condividi contenuti utili, come le attrazioni della zona in cui ti trovi o le attività sportive praticabili, in un’ottica di marketing del territorio.

La tua struttura offre un servizio di ristorazione?

Nulla di meglio che condividere immagini di pietanze presentate in modo personale.

5. Umanizza il tuo brand

Condividi con i tuoi followers il lato umano del tuo hotel, mostrando le persone che lavorano con te. È questo l’aspetto “vivo” del tuo lavoro.
E ti aiuta a distinguerti.

Come aumentare i followers su Instagram: 5 semplici consigli

Come aumentare i followers su Instagram: 5 semplici consigli e qualche suggerimento. Per aumentare la visibilità e crescere velocemente è necessario inserire periodicamente delle Instagram Ads, gli annunci sponsorizzati su Instagram

 

6. Trasforma i tuoi clienti in autori (User Generated Content)

Condividi i post delle persone che hanno soggiornato nel tuo hotel e hanno usato l’hashtag della tua struttura, è un modo di creare affiliazione tramite i social.

Inoltre, gli utenti reputano molto affidabili le testimonianze di esperienze vissute da altri: in questo il repost gioca doppiamente a tuo vantaggio.

Inoltre, inserendo il geotag (o geolocalizzazione), favorisci sia le persone che hanno utilizzato la posizione del tuo hotel per localizzare il loro post (buona pratica è la ripubblicazione nelle stories) sia l’utente che si trova nelle vicinanze e cerca un ristorante o un hotel

Il fatto che l’utente sia convinto che gli User Generated Content siano “più reali” della comunicazione tradizionale è per te un enorme vantaggio perché aumentano la predisposizione all’acquisto del prodotto o del servizio descritto o raccontato nel post.

Ricorda dunque che:

Gli UGC convincono, si ricordano con facilità, ispirano fiducia, generano valore per l’azienda e per i consumatori.

7. Sii costante con le pubblicazioni

Frequenza e costanza di pubblicazione sono due aspetti importanti per Instagram.

Se vuoi aumentare la tua visibilità e i tuoi followers devi presidiarlo giornalmente con almeno una foto e una o più stories.

Anche nei periodi di chiusura mantieni vivo il rapporto con i tuoi followers informandoli, ad esempio, di #workinprogress.

La cosa migliore è però organizzarsi per tempo e seguire un piano editoriale di pubblicazione, così da non trovarsi mai senza contenuti.

8. Inserisci gli hashtag giusti per la tua struttura

Per intercettare la community dei viaggiatori è necessario l’utilizzo degli hashtag, che sono come degli aggregatori testuali che ti permetteranno di interagire con determinati utenti.

Su Instagram gli hashtag hanno una funzione centrale, infatti questi elementi sono fondamentali per aumentare la visibilità dei propri post.

L’hashtag è una sorta di tag cliccabile, costituito da una determinata parola chiave preceduta dal carattere cancelletto. 

Gli hashtag sono un ottimo strumento per filtrare gli argomenti che vengono postati su Instagram, e di conseguenza possono essere utilizzati per aumentare il livello di coinvolgimento degli utenti.

Un post con hashtag efficace, inoltre, ha molte più probabilità di andare incontro ad una visibilità ampia, oltre che mirata.

Individuare il giusto tag con cui accompagnare un post è importante: ti permetterà di aumentare i followers su Instagram e alzare il livello di partecipazione da parte degli utenti.

Inizia creando un l’hashtag principale del tuo Hotel e usalo per tutti i tuoi post.

Per trovare gli hashtag giusti per il tuo settore e quelli usati dei tuoi potenziali clienti usa i tool come Ritetag o Hashtagify, che permettono di individuare delle preziose parole chiave correlate da aggiungere al tag principale.

Instagram stesso ti suggerisce i tag più utilizzati quando inserisci la parola chiave preceduta da #.

Ricorda che usare hashtag popolari e che vengono maggiormente usati in quel momento aumenterà la copertura e la visibilità dei tuoi post

Tra più popolari in assoluto, per intenderci si trovano #beach, #bestoftheday, #food, #friends, #fun, #instagram, #love, #nature, #travel #instafoto #summer e via dicendo. Questi hashtag hanno dei numeri altissimi di condivisione e il loro vantaggio principale consiste nell’alta visibilità che riescono a dare fin da subito al post.

Ma c’è un problema. Il loro ampio utilizzo (dopo il tuo post molti altri utenti faranno lo stesso) fa scomparire in poco tempo ciò che hai pubblicato.

Un approccio più mirato è quello di utilizzare degli hashtag specifici, che riguardano cioè una specifica attività, un certo prodotto o la zona/regione in cui ti trovi.

Ovviamente la visibilità sarà minore, ma i post avranno più probabilità di essere visualizzati dal tuo reale pubblico target, ovvero dagli utenti che ti interessano di più, perché rimarranno più a lungo tra i post proposti da Instagram agli utenti.

La strategia migliore è quella di pubblicare qualche hashtag popolare (ma attinente) e qualche hashtag specifico e mirato, in modo da raggiungere entrambi gli obiettivi.

Perché non serve a nulla comprare followers su Instagram

Ora ti spiego le principali ragioni per cui ti sconsiglio di comprare followers su Instagram.

Avrai notato anche tu che sono in molti a comprare followers su Instagram per condividere così il loro contenuto con un pubblico più ampio.

Ma comprare followers non significa avere un reale seguito. È stato dimostrato che l’engagement è uguale a zero! Comprare followers significa solo sprecare i propri soldi.

Nei social network, a contare non è tanto il numero di followers o dei like, quanto piuttosto il coinvolgimento degli utenti. 

A che scopo acquistare 10.000 utenti su Instagram, se nessuno di loro interagirà mai con i tuoi contenuti?

Quanti di loro saranno realmente interessati alla tua proposta e ai tuoi servizi?

Instagram inoltre, come qualsiasi altro social network, funziona sulla base di algoritmi precisi. 

Ciò significa che questa piattaforma decide di far vedere i contenuti di una pagina solo se questi possono interessare l’utente, ossia propone i contenuti simili ai suoi like precedenti.

Se quest’ultimo non interagisce in alcun modo con i tuoi contenuti, Instagram non gli propone più nulla di tuo.

Se vuoi ampliare il tuo pubblico e ottenere in breve tempo nuovi followers realmente interessati a te la strategia migliore è quella di utilizzare la Instagram Ads e Facebook Ads.

Aumentando la visibilità in modo profilato e con un minimo di budget a disposizione, potrai ottenere followers reali e motivati a guardare ciò che pubblichi.

Vuoi aumentare i tuoi followers su Instagram?

Ricapitolando, per far crescere in modo efficace i seguaci del tuo account devi offrire contenuti di qualità, usare gli hashtag corretti e il geotag. Anche essere attivo all’interno delle community di settore serve a farti notare.

Inoltre: rispondi sempre ai commenti, ricambia i like, fai sentire che dietro il brand c’è comunque una persona.

Ricorda che i social vanno utilizzati con il fine ultimo di creare risorse di business per il proprio brand e una strategia di social media marketing deve darsi obiettivi misurabili e concreti.

Se hai bisogno di aiuto per impostare il tuo piano editoriale per i social della tua attività o vuoi qualche consiglio per meglio impostare la tua strategia su Instagram, non esitare a contattarmi. Vedremo insieme quali sono i migliori contenuti da condividere nei social.

Sull’importanza del piano editoriale e sui testi per social media puoi leggere:

Un altro social molto utile al settore turismo è Pinterest. Potresti leggere due articoli interessanti:

Sull’importanza di Google My Business per il mondo dei viaggi leggi:

 

Articolo scritto a giugno 2020, rivisto e aggiornato a marzo 2024

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per un migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

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Web writing per il turismo

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Ho messo a punto un nuovo corso per gli operatori del turismo e per chi si occupa di comunicazione nel settore dell’ospitalità.

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Se vuoi saperne di più visita la pagina sul corso di copywriting per il turismo sul sito web.

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Metti in pratica il Marketing della Gratitudine e i  tuoi clienti si ricorderanno di te

Metti in pratica il Marketing della Gratitudine e i tuoi clienti si ricorderanno di te

Non spetta ai tuoi clienti ricordarsi di te. È il tuo lavoro che costantemente ricorda loro chi sei e il motivo per il quale siete entrati in relazione

Il marketing oggi, per essere efficace, deve basarsi su ascolto, empatia e servizio. Con il Gratitude Marketing, che implica fiducia e capacità di donare, ti farai ricordare.

Hai mai sentito parlare del marketing della gratitudine? Gli americani lo chiamano gratitude marketing.

Oggi voglio parlarti proprio di questo: di cambiare prospettiva nel tuo modo di fare marketing e di usare la gratitudine. Vedrai quanto farà bene a te e alla tua attività.

Cos’è il Marketing della Gratitudine

In questi anni di attività ho imparato che il lavoro è dinamico e sempre in cambiamento.

E che i clienti cercano due cose: qualcuno di cui fidarsi e qualcuno su cui poter contare, qualcuno insomma a cui affidare la propria immagine e a cui delegare alcuni aspetti della loro attività certi di non esserne delusi.

Mentre il marketing tradizionale si limita a parlare alle persone, il gratitudine marketing entra in connessione con esse in una relazione umana autentica e personale.

Ricorda che:

Le persone si dimenticano cosa hai detto o fatto ma non dimenticano come le hai fatte sentire e se hai fatto qualcosa di particolare per loro.

Anche il marketing della gratitudine è qualcosa di dinamico: dal momento che è centrato sul cliente e punta a migliorargli la vita, i ritorni non possono che essere positivi anche per te.

Come cominciare a praticare la gratitudine?

Tutti noi, con la nostra attività, possiamo fare ogni giorno qualche piccolo gesto per coltivare la gratitudine.

Le persone amano essere apprezzate: possiamo cominciare ringraziando quei clienti che già fanno parte del nostro business.

Michael F. Sciortino, “padre” del Gratitude Marketing (suo il libro Gratitude Marketing, how you can create clients for life, 2015)  scrive che sono 3 le frasi che dovremmo abituarci a usare più spesso:

  • Grazie.
  • Cosa ne pensi?
  • Sono fiero di te.

“Mostrare gratitudine è una delle cose più semplici ma anche delle più potenti che gli esseri umani possano fare l’un per l’altro.”

Randy Pausch

Dobbiamo cominciare a pensare che le relazioni sono un privilegio e che il significato della nostra vita sta non in ciò che abbiamo ma in ciò che doniamo agli altri.

Prova a vedere le cose dal punto di vista del tuo cliente e chiediti perché dovrebbe scegliere te piuttosto che scegliere altre opzioni presenti sul mercato.

La risposta è semplice. Le competenze sul tuo campo stanno alla base del tuo lavoro, ma sono le attenzioni e la premura che fornisci che fanno la differenza.

gratitude marketing

5 motivi per cui dovresti introdurre il Gratitudine Marketing nel tuo lavoro

Introdurre la gratitudine nella routine lavorative porta 5 vantaggi interessanti:

  1. Quando i clienti sperimento la generosità e la gentilezza del tuo modo di lavorare parlano bene di te favorendo il passaparola.
  2. Donare agli altri è il più grande regalo che puoi fare a te stesso.
  3. Il gratitudine marketing è utile per consolidare le relazioni già acquisite. 
  4. La risorsa principale del tuo business è data dalle relazioni con il cliente e se coltivi una relazione crei il cliente per la vita.
  5. La relazione col cliente può diventare più preziosa se utilizzi una comunicazione più affidabile e significativa.

In quest’ottica il tuo obiettivo principale è quello di comprendere al meglio cosa è importante ora per i tuoi clienti e quello di determinare cosa la tua attività può fare per migliorare la vostra relazione.

Prova allora a chiederti se il tuo modo di fare marketing si fa ricordare e se produce i risultati sperati. Ma anche se ti impegni abbastanza affinché i tuoi clienti siano soddisfatti di te.

Gratitude marketing: come instaurare un rapporto di fiducia

La fiducia implica il concentrarsi su ciò che è importante per l’altro e solo con il rispetto, la sincerità, la comprensione e le attenzioni verso di lui potrai distinguerti.

Ma come possiamo definire la parola “fiducia”? Proviamo a spiegarla utilizzando il rispettivo in inglese: trust.

T: total

R: respect

U: understanding

S: sincerity

T: thoughtfulness

La fiducia si basa sul modo in cui si impostano le relazioni interpersonali: coltiva le relazioni e i tuoi clienti si fideranno di te.

Ricorda che la fiducia è il regalo più prezioso che il cliente può offrirti.

Non spetta ai tuoi clienti ricordarsi di te. È il tuo lavoro che costantemente ricorda loro chi sei e il motivo per il quali siete entrati in relazione.

Dovresti dare al tuo cliente la possibilità di raggiungere sempre, quando ne ha bisogno. E la tua comunicazione deve essere:

  1. Semplice da capire
  2. Semplice da seguire
  3. Difficile da dimenticare

“Provare gratitudine e non esprimerla è come incartare un regalo e non consegnarlo.”

William Arthur Ward

Nell’articolo Il Marketing della Gratitudine: fiducia, empatia e servizio per consolidare le relazioni condivido alcuni consigli su come mettere in pratica, con alcuni gesti semplici, la gratitudine. Ne riporto qualcuno qui di seguito.

1. Ricorda il compleanno dei tuoi clienti

Fatti sentire con una telefonata, una newsletter o un messaggio personale di auguri. Essere ricordati fa piacere.

Ricorda che donare fa bene a se stessi perché rilascia endorfine e fa felice chi riceve il dono perché si sente speciale ed è un modo di agire che fa star bene te e che, nel medio o lungo periodo, ti può far ottenere dei risultati interessanti.

È un gesto di marketing? Lo so, ma significa lavorare nella direzione giusta perché sono queste le cose che, anno dopo anno, consolidano la relazione.

2. Coltiva la capacità di ascolto

La capacità di ascolto è la base di un rapporto empatico. Saper ascoltare significa non solo capire ciò che l’altro sta dicendo con le parole, ma anche riuscire a cogliere ulteriori aspetti, come una sofferenza o un bisogno, che non vengono espressi in maniera diretta.

Ascoltare una persona in modo attivo porta alla creazione di un rapporto di fiducia, di comprensione, favorendo così il formarsi di un legame autentico.

3. Ogni tanto fai un regalo inaspettato

Non servono grandi cose: un buono sconto o qualcosa di tua produzione sono sufficienti per creare affiliazione e farsi ricordare.

Gratitude Marketing: l’importanza degli apprezzamenti

Per comprendere a fondo il concetto utilizziamo di nuovo il rispettivo termine inglese: care.

C: consistent

A: appreciation

R: regurarly

E: every day

Per quanto si possa essere sicuri di sé, fa piacere ricevere dei riconoscimenti per il proprio operato, per i propri progressi, per quell’idea nuova o particolare.

È per questo che gli apprezzamenti sono importanti.

In realtà le persone fanno fatica a fare apprezzamenti e riconoscere i meriti altrui: un po’ per alcune convinzioni errate (come ad esempio “lodare troppo non va bene”) un po’ perché sono concentrate sui loro progressi.

Bisognerebbe invece capire che l’apprezzamento ti permette di entrare in sintonia con l’altro e di creare un ponte comunicativo autentico.

E tu, come ti poni con i tuoi clienti? Cosa ne pensi di questo approccio?

Una cosa è certa: strutturare una strategia lavorativa che possa considerare il marketing della gratitudine è la migliore strada da perseguire per ottenere dei risultati. È un modo di porti che ti dà una prospettiva nuova e, soprattutto, fa percepire il tuo valore ai tuoi clienti.

Se hai bisogno di qualche suggerimento per la tua attività non esitare a contattarmi: sarò felice di aiutarti.

 

Potresti leggere anche:

Ti consiglio un testo:

  • Michael F. Sciortino, Sr., Gratitude Marketing, how you can create clients for life, Advantage Media Group, Charleston, South Carolina (USA) 2015

Articolo scritto nel mese di luglio 2020, rivisto e aggiornato nel mese di febbraio 2024

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Copywriting: 8 consigli per aumentare efficacia e credibilità dei testi

Copywriting: 8 consigli per aumentare efficacia e credibilità dei testi

Controllo delle fonti, revisione dei testi e precisione sono alcuni aspetti fondamentali per scrivere testi efficaci e convincenti

La prima caratteristica di un testo efficace è la sua credibilità.

Ma su cosa si fonda la credibilità di un testo?

Con il concetto di credibilità si intende la la disponibilità del destinatario ad accettare e a dar per veritiere le affermazioni ricevute.

Uno scritto, sia esso un documento, una statistica o un’informazione, sarà giudicato più o meno credibile a seconda del livello di veridicità della fonte che lo scrivente utilizza nella sua ricerca.

Altro aspetto che influisce sulla credibilità è la fiducia che il lettore ripone sullo scrivente o sull’ organizzazione di cui fa parte.

Vediamo oggi allora quali sono gli aspetti che più incidono sulla credibilità di un testo e come scrivere per far crescere la fiducia nei nostri scritti.

1. Controlla le fonti

Se nella fase di ricerca delle informazioni non hai dato troppo peso alla credibilità delle fonti che hai utilizzato, devi farlo in fase di revisione.

Controlla date, nomi, caratteristiche tecniche di un prodotto e tutti quegli elementi di cui non hai conoscenza diretta.

Se è necessario riporta le fonti alla fine del tuo scritto in una sorta di bibliografia.

2. Scrivi in modo preciso

I testi generici sono vaghi e fanno perdere al testo forza e efficacia.

Al contrario, se scrivi in modo specifico e preciso permetti al lettore di visualizzare ciò di cui stai parlando.

Per scrivere in modo preciso puoi utilizzare i numeri: con dati o statistiche aggiungi credibilità al testo e ne aumenti la comprensione.

Ad esempio: La nostra azienda è la prima produttrice italiana di cuscini ergonomici.

Meglio scrivere: Con 800.000 cuscini ergonomici prodotti ogni anno, la nostra azienda è la prima produttrice in Italia.

3. Evita le ripetizioni inutili

Ripetere le stesse parole a poca distanza l’una dall’altra dà l’idea di poca professionalità e poca cura del testo.

Utilizza un dizionario dei sinonimi e contrari e vedrai quanto risulterà più piacevole il tuo testo.

4. No ai luoghi comuni e al linguaggio gergale

I luoghi comuni sono espressioni e modi dire abusati e che per questo motivo hanno perso la loro efficacia comunicativa.

Alcuni esempi:

  • consulenza a 360°
  • le migliori tecnologie
  • esperienza e professionalità
  • ultimo ma non per importanza
  • esperienza e professionalità
  • offerta imperdibile

I luoghi comuni riprendono spesso le frasi fatte del business writing (la scrittura che mira alla vendita) e se ti sembra che suonino bene è perché ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. In realtà sono però frasi che non trasmettono nulla, sono opache, poco incisive e tolgono efficacia al testo.

Come ho sottolineato più volte nella scrittura per il turismo, dobbiamo scegliere parole che sottolineano la nostra unicità e che puntano a farci scegliere.

Nel turismo, ad esempio, frasi come:

  • ridente località
  • a pochi passi dal mare
  • la vacanza dei tuoi sogni
  • servizi esclusivi

Per approfondire la scrittura efficace per il turismo puoi leggere:
Giornata formativa dedicata alla scrittura per il web in ambito turistico

Parole che aprono e chiudono porte

Come puoi vedere nella locandina qui sotto, per arrivare al lettore è necessario fare attenzione alla scelta delle parole. Utilizzare il giusto tono di voce e scrivere con empatia è un buon modo per avvicinarsi al lettore.

Al contrario, scrivere usando un linguaggio che fa uso di tecnicismi, generalizzazioni o parole negative ci allontana dal lettore.

Efficacia di un testo

Parole che aprono porte e parole che chiudono porte, parole che avvicinano e parole che allontanano

Sulla scrittura empatica potresti leggere:
Perché comunicare con Empatia è uno strumento vincente: dai valore agli altri, valorizzi te stesso e crei fiducia

5. Evita linguaggio burocratico

Quando scrivi evita i verbi del linguaggio burocratico e i verbi antiquati: ne guadagnerai in leggerezza.

Verbi quali permettere, consentire, mettere in grado o mettere a disposizione trasmettono un senso di superiorità e autoreferenzialità per nulla piacevole per chi legge. Sarebbe meglio non usarli mai.

I verbi pomposi come “rappresenta”, “costituiscono”, “vanta” sono tutti verbi sostituibili con il semplicissimo ed efficace verbo essere, senza nulla togliere al senso della frase. Anzi, il verbo essere è un verbo semplice e pulito, aiuta a fare luce su ciò che segue.

Allo stesso modo, meglio evitare i verbi del linguaggio burocratico e i verbi antiquati: meglio usare ad esempio il verbo fare al posto di “effettuare” e “realizzare”.

6. Usa la forma positiva

Usa il meno possibile termini e frasi come “non”, “non è possibile”, “non dovesti”, perché l’uso frequente delle negazioni diminuisce l’efficacia di un testo.

Al contrario, se le usi con giudizio sono invece utili per evidenziare punti importanti e dare enfasi al testo. Ma non esagerare.

Ad esempio: Il titolare non può ricevervi prima delle ore 11.

Meglio scrivere: Il titolare può ricevervi dalle ore 11.

Mentre con il primo modo si evidenzia un’impossibilità, con il secondo un possibilità: meglio una notizia buona di una cattiva.

7. Scrivi come parli

Anche sul web è necessario scrivere in modo umano. Ciò vuol dire avvicinarsi al linguaggio parlato e non per questo significa scrivere in modo sciatto o scorretto.

Usa un tono colloquiale, periodi brevi e parole semplici: ne trarrà vantaggio la comprensibilità e dunque l’efficacia del testo.

8. Fai la revisione del testo

Questo è un aspetto importantissimo della scrittura, anche sul web.

Un errore di ortografia può danneggiare in modo irreparabile la tua credibilità: i lettori spesso interpretano un errore di ortografia (o anche un un semplice refuso) come un indizio di scarsa precisione, che viene poi proiettato negativamente sulla tua affidabilità. 

Insomma: se la tua scrittura non è perfetta, rischi di diventare poco o per niente credibile.

Prima di pubblicare ti consiglio dunque di leggere e rileggere il tuo post o articolo. Controlla la punteggiatura, le ripetizioni ed eventuali errori di testo. Il web è pieno di strafalcioni, e non è un bel vedere.

Se vuoi approfondire questo tema, puoi leggere:

Ti lascio una locandina con alcuni step per verificare l’efficacia dei tuoi testi: salvala e verifica di volta in volta di aver rispettato i criteri di efficacia e credibilità dei testi.

Scrittura efficace per il web

Segui questi 7 consigli per scrivere sul web in modo efficace

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Vuoi migliorare i testi del tuo sito web?

Hai realizzato i testi per il tuo sito web, ma questo non ti sta portando i risultati che speravi e vorresti ottenere una maggiore visibilità?
Forse hai bisogno di una semplice revisione dei testi del tuo sito.

Il processo di revisione dei testi (editing) prevede:

  • la correzione di eventuali errori di ortografia, grammatica, scelte lessicali non appropriate;
  • l’analisi e l’utilizzo delle keywords più usate nel mercato di riferimento;
  • l’applicazione delle tecniche di SEO copywriting e scrittura persuasiva.

    L’obiettivo è quello di:
  • individuare e rimuovere le criticità presenti sulle pagine del sito istituzionale,
  • assicurarsi che i concetti vengano espressi nella forma più chiara ed efficace possibile;
  • ottenere testi ottimizzati alla ricerca e al tipo di lettura che avviene sul web.

Posso occuparmi anche di lettere di presentazione, fac-simile di preventivi, volantini o brochure pubblicitarie: il tutto per migliorare la presentazione della tua azienda e ottenere maggiori conversioni.

Scrivimi, studierò il tipo di comunicazione e di linguaggio più adatto alla tua attività!

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Il restyling del tuo sito web in 5 fasi

Il restyling del tuo sito web in 5 fasi

Un sito web necessita di essere rivisto in media ogni 2 o 3 anni. Il restyling va oltre l’aspetto grafico del sito ed è ancor più utile per rivederne l’architettura e migliorare alcuni aspetti del sito. Ecco alcuni appunti di lavoro da cui partire.

 

Se stai pensando al restyling del tuo sito web probabilmente c’è qualcosa che non va: o non ti piace più il layout, o pensi che i testi siano superati o magari vorresti inserire nuovi contenuti e immagini.

Oppure il tuo sito non ti dà la visibilità che vorresti.

In effetti, un sito web richiede una certa costanza nel mantenerlo aggiornato: un restyling ogni due o tre anni è indispensabile per mantenerlo al passo con i cambiamenti: il mondo del web è in costante evoluzione.

Ecco che la gestione dei programmi, del contenuto e l’aggiornamento dell’aspetto grafico diventano elementi su cui agire per migliorarlo.

Ma in cosa consiste il restyling e quali sono i vantaggi di un sito web aggiornato?

Vediamoli insieme.

Perché rifare un sito web

Spesso si tende, erroneamente, a pensare che il restyling di un sito riguardi solo l’aspetto grafico, colori o layout, quando invece le migliorìe su cui puntare sono focalizzate su come migliorarne le prestazioni o correggere alcune criticità.

I motivi più comuni che spingono le aziende o professionisti a rifare il proprio sito web sono:

  • migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca
  • aggiungere contenuti utili e aggiornare quelli esistenti
  • aggiungere servizi o prodotti
  • migliorare la struttura e l’aspetto grafico
  • migliorare le prestazioni del sito con una tecnologia più recente
  • aumentare l’usabilità magari tralasciata durante la prima versione
  • integrarlo con nuove piattaforme social per l’interazione con l’utente.

restyling sito web

Il restyling di un sito web è utile per aggiornare la tua immagine online e migliorare le prestazioni richieste da Google

Cos’è il restyling di un sito web esistente

I punti fondamentali su cui concentrarsi quando si progetta il restyling di un sito web esistente sono questi:

  1. Esperienza dell’utente: per migliorarne la performance;
  2. Ottimizzazione dei testi: lato SEO e tono di voce coerente in base al target di riferimento;
  3. Responsive Design: aspetto legato al design responsivo per cellulari;
  4. Analisi dei dati;
  5. Analisi dei concorrenti.

1. Esperienza utente

Durante la progettazione di un sito web e il successivo restyling conoscere il  target di riferimento al quale il sito si rivolge è un’informazione fondamentale, in quanto è dal ritratto dell’utente tipo che dipende il tono di voce da usare nella scrittura dei testi.

Riuscire a comprendere come gli utenti si interfacciano al tuo spazio web è fondamentale per migliorarne le performance.

In ogni intervento di restyling è fondamentale il concetto di UX Design (User Experience Design) che comprende tutti quei processi necessari ad aumentare la soddisfazione degli utenti attraverso il miglioramento dell’usabilità del sito.

Mi riferisco ad esempio su come impostare la navigazione del sito, a come e dove inserire i bottoni delle call-to-action (utili per suggerire l’azione) e a quali parole scegliere per approcciarsi al nostro clienti tipo.

Puoi approfondire questo argomento leggendo: UX Writing: l’importanza dei microtesti nella comunicazione

2. Ottimizzazione dei testi

I contenuti degli articoli e dei testi delle pagine del sito richiedono una continua attenzione e un periodico aggiornamento.

Le parole sono determinanti per accendere quell’attenzione che il lettore percepisce nel confronto con gli altri testi presenti in Rete e che parlano dello stesso argomento.

Fondamentale è l‘ottimizzazione dei testi lato SEO, aspetto che potrebbe essere stato trascurato nella creazione di un sito-vetrina.

Questo significa fare uno studio sulle parole chiave, nominare le immagini, rispettare le regole di una scrittura SEO-Friendly.

3. Responsive Design

Parlare di design significa creare un layout in ottica RDW (Responsive Web Design), che comprende tutte quelle tecniche che vengono utilizzate per realizzare siti che si adattino automaticamente al tipo di dispositivi in cui vengono visualizzati: schermo, cellulare o tablet.

4. Analisi dei dati

Dopo aver controllato e sistemato i tuoi contenuti prova a porti le seguenti domande:

  1. Quali sono le pagine/articoli più letti?
  2. Chi sono i lettori tipo del mio sito?
  3. Quali articoli sono diventati un riferimento per i motori di ricerca?

Queste 3 domande possono aiutarti a comprendere se i contenuti che offri online sono utili a risolvere le richieste di informazioni o gli approfondimenti sul focus della tua attività o professione.

Analizzare i dati è un utile supporto per evitare di scrivere su argomenti che magari non riscuotono interesse per il lettore tipo.

5. Guarda i tuoi concorrenti

L’offerta di prestazioni e servizi online è in continuo aumento e questo significa che ogni mese si aggiungono nuovi concorrenti.

Mantenere un occhio attento al mercato di riferimento significa capire quali sono le tendenze del momento.

Nuovi siti web più moderni e accattivanti possono coinvolgere di più l’attenzione del lettore aggiornato che nota subito se un sito è ben curato sia nei contenuti che nella grafica.

Come migliorare la struttura del tuo sito web

Anche qui dovresti porti qualche domanda:

  1. La tua Home mette in evidenza le informazioni principali o qualche informazione o prodotto su cui vuoi puntare?
  2. La mappa del tuo sito web è aggiornata e completa?
  3. I menù sono chiari?

La mappa del sito: cos’è

Il tuo sito può essere di poche pagine come di molte: l’importante è disegnare una mappa del tuo sito e decidere il nome delle nuove pagine.

La site-map o mappa del sito è un file che contiene tutti gli URL di un sito, elencati secondo una gerarchia impostata in fase di creazione.

La site-map ha due funzioni principali:

  • agevolare la navigazione degli utenti;
  • informare i crawler dei motori di ricerca sulla struttura delle pagine del sito.

L’importanza del menù

Comunicare ai motori di ricerca l’impostazione del menu, le sezioni, sotto-sezioni, pagine principali e secondarie del tuo sito è fondamentale ai fini dell’indicizzazione.

Ricorda poi sempre che l’utente arriva sul tuo sito con degli schemi mentali precostituiti in anni di navigazione su altri siti: pertanto è consigliato nominare le pagine con le parole più usate tipo “Azienda” o Chi siamo” e non usare inglesismi quali “Company” o “About us” se il sito è italiano.

In linea generale segui la regola del buon senso e usa termini stranieri solo se sei sicuro che siano stabilmente acquisiti nel vocabolario delle persone.

Su questo argomenti puoi approfondire leggendo: Parole straniere nei testi in italiano? Sì, ma con moderazione

Mi piace muovermi tra comunicazione, tecnica e relazione.

Ogni contenuto richiede un suo modo per essere divulgato.

Per questo mi ritrovo nei testi e tra le righe dei codici.

 

Nicola Albi

Consulente Marketing

Comunicazione e Siti web con blog

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Copywriting e comunicazione efficace: la scala dell’astrazione

Copywriting e comunicazione efficace: la scala dell’astrazione

Per scrivere in modo efficace impara a salire e scendere lungo la scala dell’astrazione: ti aiuta a scrivere con precisione e a far vedere ciò di cui parli al tuo lettore

La scorsa settimana ho scritto un articolo sull’importanza di scrivere in modo preciso e, parlando di parole concrete e astratte ho citato la scala dell’astrazione (se non lo hai letto trovi il link alla fine di questo articolo).

A cosa mi riferisco quando parlo della scala dell’astrazione in ambito comunicativo?

La scala dell’astrazione è una scala del lessico, dove alla base ci sono le parole che definiscono le cose concrete, mentre ai pioli più alti ci sono le parole astratte. Sono quei termini che evocano soprattutto concetti e idee.

In pratica, la scala dell’astrazione rappresenta l’equilibrio che dobbiamo avere tra il concetto concreto e il concetto astratto di un termine.

È molto importante sapersi muovere in salita e in discesa sulla scala dell’astrazione, tanto per la buona riuscita dei tuoi scritti quanto per una comunicazione attenta e mirata.

La scala dell’astrazione: come funziona

Il concetto di scala dell’astrazione è stato introdotto nel 1939 dal linguista canadese Samuel Ichiye Hayakawa nel suo libro “Il linguaggio in azione”. 

L’autore afferma che il modo in cui noi esseri umani pensiamo incide su ciò che trasferiamo attraverso lo scritto o la comunicazione in genere, attraverso vari gradi di astrazione.

Mi spiego meglio. Immagina i concetti a cui pensi come se fossero disposti lungo i gradini di una scala. 

Alla base, punto in cui la scala poggia a terra ed è quindi più solida, ci sono le cose concrete della vita: la lista della spesa, il pane, il cane che abbaia, un libro, tutto quello che possiamo toccare.

Al contrario, la cima della scala rappresenta i pensieri astratti, i concetti e gli ideali che ci passano per la mente, come per esempio la libertà, la giustizia, il benessere o la felicità.

In mezzo alla scala ci sono gli elementi che si trovano a metà strada fra un concetto astratto e una cosa concreta: il burocratese, il gergo aziendale, le frasi fatte. “Firme in calce” o “ampia gamma di prodotti” ne sono un esempio ed è meglio evitarle.

Per capire meglio come funziona la scala dell’astrazione facciamo un esempio concreto con tre elementi in sequenza.

Se pane, pranzo e mangiare sono sui pioli in basso, cibo e pasto sono un po’ più in alto, mentre nutrizione, sazietà e appagamento sono ancora più su. 

Copywriting efficace

Quando uso la scala vedo tutte le parole in sequenza e le relative immagini delle quali voglio trasmettere il concetto. Così posso scegliere.

Altri esempi in sequenza:

  • alla base della scala il romanzo I Promessi Sposi, nel centro della scala la letteratura classica, all’apice la letteratura in generale;
  • alla base della scala un panino con il formaggio, al centro i panini e in cima l’alimentazione;
  • alla base della scala il tuo telefonino nuovo, nel mezzo i telefonini in generale, in cima gli strumenti di comunicazione.

Salire e scendere la scala dell’astrazione

Un bravo copywriter (ma anche un bravo insegnante e comunicatore) deve saper salire e scendere lungo la scala dell’astrazione. 

Se rimani sullo stesso livello, che sia la base o la cima della scala, dai forma a un messaggio non efficace. Il tuo discorso sarebbe infatti piatto, poco preciso e difficilmente comprensibile. 

Può succedere infatti di rimanere ad un livello troppo basso, quindi troppo concreto di ragionamento: è il caso del professionista che espone una serie di dati aziendali senza spiegarne il significato.

Se non vi è alcun riferimento concreto è probabile che il pubblico non comprenda.

Ma anche un ragionamento astratto, se non lo completi con spiegazioni concrete, non è efficace.

Pensa, ad esempio, a un discorso politico: se al lungo elenco di norme e di ideali non vengono aggiunti anche gli aspetti della vita dei cittadini che si propone di migliorare, le parole del politico si perderanno nel vuoto.

Per far sì che il tuo messaggio sia chiaro e ben comprensibile, devi quindi salire e scendere dalla scala dell’astrazione più volte, dando il giusto equilibrio fra concretezza e astrazione. 

Il lettore e l’ascoltatore devono essere coinvolti ad ogni gradino della scala, in modo da mantenere il filo logico del discorso.

Salire la scala dell’astrazione

Salire lungo la scala dell’astrazione ti sarà utile per spiegare un elenco di dati concreti che altrimenti sarebbero di difficile interpretazione.

Ci sono diversi modi per salire gli scalini della scala dell’astrazione. 

Molto efficace è rispondere alla domanda: “Perché è importante?”. In questo modo troverai le correlazioni fra l’elemento concreto di cui stai parlando e il suo significato più generale. 

Ecco alcuni suggerimenti di risalita della scala, se parti da un livello concreto:

  • Se hai utilizzato grafici e diagrammi crea un’immagine riassuntiva per creare collegamenti mentali;
  • Riassumi il tuo discorso fornendo delle linee guida;
  • Trova relazioni fra i tuoi dati e i valori, in modo da guidare il lettore verso concetti più ampi.

Scendere la scala dell’astrazione

Scendere lungo la scala è utile quando parli di elementi molto teorici.

In questo caso per non annoiare il pubblico, che ti segue con difficoltà, fornisci dettagli concreti facili da ricordare.

Se per salire la scala la domanda da porsi è “Perché è importante?”, per scendere rispondi alla domanda: “Come funziona?”.

La risposta ti aiuterà a trovare le giuste correlazioni con la realtà.

Altri consigli:

  • Utilizza un linguaggio sensoriale e guida il pubblico attraverso i suoi sensi: vista, olfatto, udito, gusto e tatto;
  • Racconta brevi storie e aneddoti;
  • Fai esempi concreti per spiegare quello che stai dicendo;
  • Scendi nello specifico attraverso l’uso di dati, tabelle e casi studio.

Descrivere, raccontare, mostrare

Descrivere e raccontare non basta. Bisogna riuscire a mostrare.

Ed è a questo che serve la scala dell’astrazione che, percorsa rapidamente in su e in giù, offre un ventaglio di scelte possibili.

Se l’immagine della scala dell’astrazione è del linguista canadese S. I. Hayakawa, è Andrew Dlugan, esperto in public speaking e founder of Six Minutes, che che ci dà alcuni suggerimenti per salirla e scenderla in modo efficace.

Li riporto nell’infografica qui sotto.

Copywriting efficace

Salire e scendere lungo la scala dell’astrazione ti aiuta a scrivere in modo efficace

Usando la scala dell’astrazione ci apriamo alle infinite potenzialità del linguaggio e riusciamo a capire come non esista parola uguale all’altra.

Per questo è necessario scegliere con attenzione le parole giuste.

E tu, mentre scrivi usi la scala dell’astrazione? Se vuoi, puoi farmi sapere come ti muovi nel box qui sotto.

Sull’importanza della scelta accurata delle parole puoi leggere anche:

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Imparerai come gestire un blog, come creare un calendario editoriale e come costruire un post e un articolo con le tecniche di SEO-copywriting.

Se invece ti interessa un corso di scrittura per il web a questa pagina trovi gli ultimi due corsi sul copywriting che ho messo a punto.

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Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per un migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

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Scrittura SEO-Friendly: 12 consigli per meglio posizionare i tuoi contenuti sul web

Scrittura SEO-Friendly: 12 consigli per meglio posizionare i tuoi contenuti sul web

Scrivere testi SEO-Friendly significa saper combinare un’ottima scrittura, che piace agli utenti, alle pratiche di ottimizzazione per i motori di ricerca

Dopo aver visto come scrivere sul web in modo da farsi leggere e avere seguito (scrittura user-Friendly) vediamo oggi l’altro aspetto importante della scrittura per il web: come scrivere in modo da intercettare i motori di ricerca, ossia la scrittura SEO-Friendly o SEO-oriented.

Non pensare che scrivere per i motori di ricerca e scrivere per gli utenti siano due pratiche da usare separatamente e tra le quali dover scegliere: sul web si scrive per entrambi, tenendo sempre a mente che il fine ultimo dei nostri contenuti è quello di raggiungere le persone.

Per farsi trovare dalle persone sono però necessari i motori di ricerca che, nel momento in cui digitiamo una parola chiave (ciò di cui vogliamo saperne di più), ci propongono tutto quello che sono in grado di trovare in proposito, ordinando i contenuti dal più al meno rilevante. 

Ed è in questo momento che entra in gioco il concetto di SEO, di SEO copywriting e di contenuti SEO-Friendly.

Sappiamo bene infatti che un sito perfetto e con immagini bellissime ma non visibile a Google è un sito inesistente e perderà un sacco di opportunità.

Tieni presente che quando parliamo di motori di ricerca o di posizionamento significa parlare essenzialmente di Google, che ormai raccoglie la quasi totalità delle ricerche sul web.

Come funziona la SEO  

Con il termine SEO – Search Engine Optimization, che significa ottimizzazione dei motori di ricerca –  si intendono tutte quelle attività volte a migliorare la scansione, l’indicizzazione ed il posizionamento di un’informazione o contenuto presente in un sito web, da parte dei crawler dei motori di ricerca (quali ad es. Google, Yahoo, Bing ecc.) al fine di migliorare il posizionamento nella pagina dei risultati del motore di ricerca (SERP).

Sappiamo che la SEO ha diversi campi di applicazione, a livello tecnico e a livello contenutistico, che corrono su due binari paralleli. 

Oggi vediamo la parte contenutistica della SEO, il SEO copywriting e che ha come obiettivo quello di scrivere testi SEO-Friendly.

Lo schema qui sotto riassume a grandi linee i tre aspetti principali della SEO: come puoi vedere i nostri contenuti SEO-Friendly si inseriscono tra le pratiche di SEO-on page.

tre aspetti della SEO

Come scrivere contenuti SEO-Friendly: 12 consigli    

Per capire come scrivere testi che siano efficaci a scalare la serp di Google devi capire due cose:

1. Cosa cercano le persone sul web in relazione a determinati argomenti

2. Quali sono i criteri che Google usa per posizionare un sito o una pagina

1. Cosa cercano le persone  

Devi capire quali sono le parole chiave (keywords) che le persone usano quando fanno una ricerca su Google. Per scoprire queste parole esistono vari strumenti, gratuiti o a pagamento.

Uno dei più utilizzati è Google Trends, servizio messo a disposizione da Google stesso e per utilizzarlo è sufficiente avere un account Gmail. Altri simili sono SEOZoom o SEMRush, ma sono a pagamento.

2. I criteri che usa Google per posizionare un sito o una pagina

Google utilizza più di duecento criteri per classificare i siti web che possono essere suddivisi in due grandi aree (anche se non li ha mai rivelati alcuni sono ormai di pubblico dominio):

  • Criteri relativi alla struttura del sito,
  • Criteri relativi alla qualità, che riguardano dunque i testi, e che vedremo a breve.

Come scrivere testi SEO-friendly     

Dopo questa breve panoramica sul mondo di Google torniamo a noi e vediamo come scrivere testi SEO-friendly (o amici della SEO, e di Google).

1. Scegli bene le keywords e usale senza esagerare

Abbiamo visto quanto sia importante scegliere bene le parole chiave e dove cercarle. Per scrivere testi SEO-friendly è importante scegliere un numero equilibrato di keywords per un testo ancor prima di iniziare a scriverlo, includendole nel titolo, nel testo e nei meta-tag.

I meta tag HTML si usano per comunicare con Google e sono informazioni, chiamate metadati (non sono visibili all’apertura delle pagine), ma che si trovano nella sua struttura interna e permettono ai motori di ricerca di classificarne il contenuto.

Ma torniamo alle keywords.

Usale in modo saggio e non esagerare (se esageri i motori di ricerca penalizzano il tuo testo).

Oltre a Google Trends puoi usare anche Google Suggest, che segnala, suggerendole, le ricerche degli utenti su determinati argomenti. 

Basta iniziare a digitare sulla barra delle ricerche di Google una parola chiave o una frase che la contenga, e ti compariranno in un menù a tendina sotto le ricerche più frequenti su quel tema.

Esempio di risultati di Google Suggest

Esempio di risultati di Google Suggest alla mia ricerca “Come scrivere con la stilografica”

Su Googlo Trends, invece, quanto cerchi le keywords ti consiglio di tenere in considerazione e sfruttare quella che si chiama “coda lunga” o long-tail e che si riferisce alla parole chiave secondarie nelle quali la concorrenza non è concentrata ma che possono darti una visibilità più veloce.

Ad esempio, se parliamo di un Hotel in zona stazione di Verona è meglio puntare sulla keyword “Hotel economico stazione Verona” piuttosto che “Hotel Verona”. Ottieni meno visite ma più mirate.

2. Scrivi contenuti utili e originali

Con il tempo si è compreso che i parametri a cui Google si riferisce quando parla di qualità sono essenzialmente l’utilità e l’originalità.

Uno dei parametri per una buona scrittura SEO è proprio l‘utilità dei contenuti che proponiamo agli utenti. 

Google valuta con attenzione i siti che condividono informazioni utili e rilevanti per i propri lettori. Più i contenuti proposti sono originali, approfonditi e aggiornati, più visibilità ottengono. 

Per originali si intende che i testi non devono essere copiati da altri siti, completamente o parzialmente.

Rispettando questo criterio i contenuti verranno letti da un numero maggiore di persone, aumentando così il numero di link in entrata al sito. E di conseguenza aumenterà il ranking di quella pagina, con vantaggi sul posizionamento.

3. Scrivi il tuo contenuto in modo chiaro

Sul web si legge in modo diverso da come abbiamo imparato a leggere a scuola, dall’inizio alla fine.

Si tende a leggere titolo e sottotitolo e le parole in grassetto fungono da mappa di lettura. È una sorta di scannerizzazione veloce sino a che non si trovano informazioni rilevanti e si decide di approfondire. 

Di conseguenza è meglio strutturare un contenuto in maniera chiara e con frasi brevi, ben suddivisa da paragrafi, titoli e immagini che vanno a completare il testo.

Tutti elementi che rendono il tuo post meglio fruibile e permettono all’utente di capire subito se possa essere interessante oppure no.

Sono i concetti che abbiamo visto nella scrittura user-friendly, ossia come scrivere per farsi leggere e seguire.

Cos’è una struttura chiara del testo   

Per una struttura chiara imposta il tuo articolo con un’introduzione che spieghi a grandi linee l’argomento che tratterai, un corpo del testo suddiviso in paragrafi in cui porti avanti l’argomento, e una conclusione che riassumi i punti centrali del testo, magari lasciando un ulteriore spunto di riflessione.

Un buon modo per iniziare un testo è quello di utilizzare la tecnica giornalistica delle 5w, dando prima le informazioni più importanti. 

Evita di fare introduzioni con troppi giri di parole o introduzioni che parlano di te o della tua azienda (agli utenti non interessa: hanno bisogno di una risposta alla loro domanda).

Altri accorgimenti per scrivere un testo in modo chiaro:

  • usa un linguaggio semplice e chiaro, evitando il linguaggio gergale o i tecnicismi,
  • evita le ripetizioni,
  • scrivi un’informazione per periodo,
  • usa l’elenco puntato o numerato se devi elencare qualcosa.

4. Dividi il testo in paragrafi e usa titoli sottotitoli

In una scrittura SE0-friendly titoli e sottotitoli sono importanti tanto per il lettore quanto per Google, che li indicizza aumentando il ranking (posizionamento). 

Questi elementi, oltre a creare una struttura chiara e semplice del testo, contribuiscono insieme alle immagini a dare un’idea del contenuto e guidano il lettore aiutandolo a costruire una mappa di lettura.

Utilizza il tag H1 per il titolo, che consente di essere analizzato dai motori di ricerca. 

Di conseguenza, i sottotitoli andranno in H2, e via di seguito.

La struttura gerarchica delle informazioni piace particolarmente a Google (e agli utenti), ed è un ottimo modo per rendere i tuoi testi SEO-friendly, oltre che chiari per l’utente.

5. Formatta il testo

Formattare un testo significa strutturare un testo formato solo da lettere, numeri e segni (e adatto alla stampa) e renderlo adatto alla visualizzazione su supporti digitali e dunque al web.

Usa il grassetto per mettere in risalto le tue parole chiave o gli elementi più interessanti del testo, in modo da farli saltare subito all’occhio. 

Attenzione, usa il grassetto con parsimonia: qualche parola qua e là, non frasi di tre righe. Il troppo rischia di confondere. 

Le stesse regole valgono per il corsivo, che si usa spesso per i forestierismi e i tecnicismi.

Evita di usare il sottolineato, perché molto invasivo a livello visuale e tende a confondere. Un tempo usato per evidenziare i link, ora si preferisce usare il testo di un colore diverso di carattere usato nel corpo del testo.

Contenuti SEO-Friendly

 6. Utilizza elementi visivi e rinominali 

Allega al tuo testo elementi visivi quali video, immagini, grafici, infografiche, ma ricordati di rinominarle utilizzando la parola chiave.

Per fare in modo che il tuo contenuto venga indicizzato correttamente evita dunque di caricare un’immagine nominata ad esempio 3976kisjkf.jpg

Ricorda di:

  1. Usare i giusti formati (jpeg per le fotografie e png per le infografiche),
  2. Comprimere le foto (per ridurne la pesantezza senza comprometterne la qualità; io utilizzo shortpixel.com),
  3. Compilare l’ALT (testo alternativo di un’immagine) dove si descrivere l’immagine, è la chiave fondamentale poiché è quello che lo spider di Google legge per classificare l’immagine, 
  4. Inserire una buona didascalia, ovvero quella parte di testo che WordPress inserisce automaticamente sotto l’immagine e che funge da descrizione per l’utente. 

7. Usa tag e metatag

Quando si scrivono testi SEO-friendly è sempre consigliato usare la keyword nel tag <title> e nella meta-description, in modo da renderli pertinenti con il contenuto del post. 

È importante non ripetere le parole chiave più volte, altrimenti vengono considerate come spam. 

La meta-description è quella piccola porzione di testo che viene mostrata nella SERP di Google che introduce l’argomento della pagina. 

È importante per fornire le informazioni che servono all’utente per capire se quel contenuto faccia al caso suo o meno. Ed è proprio questo che a noi interessa.

8. Inserisci link interni ed esterni al sito 

Google premia la completezza e la rilevanza delle informazioni: questo è l’unico motivo per inserire nel tuo testo link in uscita. 

Puoi farlo per includere statistiche e supportare un’affermazione che stai facendo o linkare una fonte autoritaria per sostenere la tua argomentazione.

Ovviamente i link in uscita devono essere pertinenti, autorevoli e di alta qualità, altrimenti il tuo contenuto verrà penalizzato.

Mediante i link interni puoi invece fare collegamenti con altri contenuti correlati a ciò che stai presentando. Questo dimostrerà che sei una fonte valida di contenuti di qualità.

Oppure puoi dirigere i tuoi lettori verso pagine che mirano alla conversione (come la pagina contatti).

9. Inserisci call-to action

Le Call to action (CTA) sono una parte fondamentale del tuo testo, perché le persone amano avere indicazioni su come proseguire per vedere il prodotto di cui stai parlando o prenotare un servizio, senza dover cercare sul sito.

Il consiglio è quello di includere diverse CTA in vari punti del tuo testo perché i lettori potrebbero non leggere l’intera pagina. In un testo che mira alla vendita inserisci la prima CTA dopo pochi paragrafi di apertura, un’altra a metà pagina e un’altra verso la fine.

Da una prospettiva SEO potresti in questo modo migliorare le visualizzazioni delle tue pagine, ridurre la frequenza di rimbalzo (detta anche bounce rate) in uscita e inviare a Google segnali positivi di coinvolgimento degli utenti.

10. Fai attenzione a come scrivi le URL

Le URL (Uniform Resource Locator) sono gli indirizzi delle pagine web. 

La struttura delle URL è importante sia per la comprensione da parte dell’utente sul contenuto della pagina sia per il posizionamento sui motorii di ricerca.

È semplice capire come la url www.corso di scrittura.com/corso-scrittura-turismo sia preferibile a una url con un testo come questo: www.corsodiscrittura.com/eor’78j3jjr=0hdef/ìn

Il lettore sarà più propenso a digitare sul primo, perché si intuisce subito il contenuto della pagina.

Allo stesso modo anche Google comprende nel primo url cosa contiene la pagina mentre trova il secondo poco chiaro.

Google indica inoltre che:

  • preferisce URL non troppo lunghi,
  • preferisce URL senza troppe parole chiave (inserisci solo la parola chiave primaria),
  • preferisce che le parole degli URL siano divisi da un trattino centrale (-) e non da quello basso (_).

11. Crea un titolo ottimizzato

Anche se avrai già abbozzato il titolo prima ancora di scrivere il corpo del testo, in un secondo momento devi ottimizzarlo.

La prima cosa che i lettori vedono quando guardano le pagine che compaiono nei risultati del motore di ricerca di Google è il titolo della pagina, il Title Tag (che può corrispondere o meno al titolo H1 del tuo contenuto).

Devi fare in modo allora che il titolo (o Title tag) attragga i lettori offrendo le informazioni di cui hanno bisogno: questo infatti li incoraggerà a cliccare sul tuo risultato.

Il tuo titolo dovrebbe aiutare le persone e i motori di ricerca a capire qual è l’argomento trattato nel tuo testo e quali informazioni sono presenti sulla pagina che andranno ad aprire.

Un titolo ben scritto aumenta le visualizzazioni della tua pagina e di conseguenza ne migliora il posizionamento.

Come creare il titolo perfetto per la SEO

Per creare un buon titolo:

  • Scrivi un periodo di massimo 50-60 caratteri,
  • Includi la tua parola chiave target, possibilmente all’inizio del titolo,
  • Il messaggio del tuo titolo deve corrispondere in modo accurato al contenuto del tuo testo.

Utilizza al contempo parole pratiche che aiutino i lettori a comprendere l’utilità di un blog post (impara, incrementa, migliora, etc.) e usa parole di tipo emozionale per attirare l’attenzione e suscitare interesse.

Per approfidire come scrivere un buon titolo leggi qui: Come scrivere un buon titolo ai tuoi blog post

Parliamo qui di Copywriting persuasivo e di tecniche e parole che convincono (e convertono).

12. Rendi condivisibili i tuoi contenuti 

Se vuoi che il tuo contenuto raggiunga un pubblico più ampio, devi fare che sia facile per l’utente condividerlo, proprio come avviene sui social.

Puoi aggiungere i pulsanti di condivisione sui social sul tuo sito (all’inizio o alla fine del tuo articolo) e sulle pagine del blog.

La maggior parte dei plugin di condivisione sono leggeri e gratuiti.

Ricordati di condividere il tuo contenuto sui social e accertati che la resa delle immagini del sito sia perfetta anche nelle condivisioni.

Siamo arrivati alla conclusione di questo approfondimento su come scrivere per i motori di ricerca.

Spero di aver condiviso informazioni interessanti e di essere stata abbastanza chiara.

Se hai qualche dubbio o curiosità non esitare a scrivermi nel box qui sotto.

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Copywriting e scrittura user-Friendly: 8 consigli per farsi leggere on-line

Copywriting e scrittura user-Friendly: 8 consigli per farsi leggere on-line

Scrivere in modo chiaro, pianificare il contenuto e inserire indicazioni sono tre delle regole per scrivere sul web in modo user-Friendly

Scrivere sul web significa scrivere per i nostri lettori in modo da farsi leggere e seguire con facilità.

Scrivere in modo semplice e chiaro è infatti la prima regola per un copywriting efficace. 

Non pensare che sia un compito facile: vuoi perché abbiamo tante cose da dire, vuoi perché cerchiamo di colpire il lettore nella speranza che ci segua fino alla fine, il fatto è che talvolta finiamo col scrivere troppo e in modo confuso.

Oppure nemmeno noi abbiamo ben in mente il modo in cui vogliamo trasmettere il nostro messaggio.

Altre volte cadiamo vittime della “maledizione della conoscenza”, ossia non riusciamo metterci nei panni di chi ancora non conosce quello che vogliamo trasmettere e ordiniamo così le informazioni dal punto di vista personale senza pensare a chi ci leggerà.

Per scrivere in modo chiaro ed efficace prova a seguire questi 8 passaggi e ricordati di rileggere il testo scritto come se fosse la prima volta.

1. Pianifica il contenuto e scegli il percorso più breve

Scrivere tutto quello che ci passa per la mente è piacevole, libera la mente ed è terapeutico. Ma va bene solo in contesti specifici e non c’è alcuna certezza che poi il messaggio risulti al lettore chiaro e persuasivo. 

Nel copywriting, il modo migliore per scrivere testi che funzionano è pianificare il contenuto a priori.

Il modo potrebbe essere questo:

  • Scrivi prima lo scopo del tuo contenuto in una o due frasi;
  • Crea un elenco o una mappa mentale di ciò che vorresti inserire;
  • Rivedi il tuo elenco e restringi l’argomento: di solito le idee sono molte ma così si rischia di andare fuori strada. Elimina dunque ciò che non è strettamente connesso al tuo argomento principe o che è irrilevante per raggiungere il tuo obiettivo;
  • Chiediti se con i tuoi contenuti raggiungi lo scopo che ti sei posto.

2. A ogni bivio inserisci indicazioni

Al lettore piace essere accompagnato lungo il suo percorso di lettura. Ciò vuol dire che deve sempre aver chiaro dove si trova e cosa accadrà nel paragrafo successivo.

Lo stesso vale per la Home page di un sito web o la pagina di un prodotto: il messaggio principale deve essere chiaro fin da subito e, nel caso dell’offerta di un prodotto, il testo deve essere semplice ma sufficientemente descrittivo.

Per indicazioni mi riferisco a bottoni o parole con il link incorporato che mirano a invitare il lettore ad approfondire: sono anch’essi molto importanti in quanto hanno appunto la funzione di accompagnare il lettore nella strada scelta.

Il testo sul bottone deve essere chiaro: il classico “avanti” o “vedi di più” è generico e non indica nulla; scrivi piuttosto “scopri i vantaggi del prodotto”, “visualizza i dettagli” o “scorri la galleria” (delle immagini). I testi precisi funzionano meglio.

Inoltre, quando proponi un prodotto, inserirne i vantaggi è sempre un ottimo metodo persuasivo: in questo modo ricordi al tuo lettore perché dovrebbe scegliere il tuo prodotto.

Sulla lettura persuasiva potresti leggere Copywriting: guida alle parole e alle tecniche di scrittura che convincono (e convertono)

Anche i post del blog dovrebbero ricordare al lettore perché continuare a leggere, ossia quale vantaggio ottiene dal seguire il tuo scritto fino alla fine.

Le indicazioni sono fondamentali, rassicurano e mantengono l’interesse del post.

Scrittura user-friendly

3. Evita descrizioni generiche e l’autocelebrazione

Scrivi in modo preciso e concreto. A tale scopo aggiungi esempi, che aiutano la visualizzazione e a immedesimarsi nella lettura.

Cerca poi di evitare descrizioni generiche e termini astratti: solo con la precisione il lettore vede ciò di cui stai parlando. 

Il linguaggio che aiuta la visualizzazione funziona perché utilizza parole che si fanno ricordare.

Ed è un linguaggio ottimale grazie alla forza dei dettagli. Più le parole riescono a stimolare l’immaginazione più sono efficaci e memorabili.

Prova a esercitarti usando la scala dell’astrazione: salire e scendere la scala, tra parole precise e astratte è molto utile per scegliere la parola adatta al contesto.

Non usare termini tecnici e o il gergo specialistico. Anche se tu lo conosci, il tuo target probabilmente no, e quindi potrebbe costituire una barriera tra di voi.

Ricorda che il bravo copywriter non crea barriere, semmai le abbatte.

Inoltre evita il “linguaggio marketese”, quel linguaggio per cui la tua azienda è dipinta come “leader di mercato” o il tuo servizio “eccezionale”.

Il marketese è un linguaggio che fa apparire il tuo scritto come pura pubblicità da cartelloni stradali: non trasmette nulla, non informa e può infastidire.

La stesso cosa vale per l'”alberghese”, il linguaggio del turismo di cui ormai il web è saturo.

Per approfondire questo ultimo tema puoi leggere: Giornata formativa dedicata alla scrittura per il web in ambito turistico

4. Usa parole semplici e mantieni i periodi entro le 40 parole

Le frasi lunghe appesantiscono il testo e i termini complicati possono bloccare il lettore: il rischio è quello dell’abbandono della pagina.

Scrivi in modo che chiunque possa comprendere il tuo messaggio.

Usa quindi parole semplici e frasi brevi: il tuo messaggio risulterà più chiaro.

“Scrivi per esprimere, non per impressionare.”

I linguisti che hanno elaborato gli indici di leggibilità fissano a 25 parole il riferimento per un periodo altamente leggibile.

A seconda del tema, del tuo scopo e del lettore di riferimento i periodi possono essere più lunghi, ma ricorda che oltre le 40 parole quasi tutti diventano complicati.

Per ridurre la lunghezza delle frasi taglia le più lunghe in due o tre periodi. Comunica un solo concetto per frase e fai in modo che ogni frase segua la precedente in modo logico.

Iniziando con un periodo breve, dosando bene le prime frasi e il loro contenuto, puoi inserire anche qualche periodo più lungo e disteso senza che il testo nell’insieme ne risenta. 

5. Usa i font progettati per lo schermo, il grassetto e il corsivo

ll web ci ha abituato a leggere in modo diverso rispetto a come abbiamo imparato a scuola o a come leggiamo libri o giornali, ossia dall’inizio alla fine.

Ci lasciamo catturare dal titolo, leggiamo le prime righe, leggiamo le parole in grassetto come fossero una mappa di lettura per capire se approfondire o meno.

Per questo motivo è utile utilizzare il grassetto per evidenziare i concetti centrali del nostro discorso e le parole chiave del ragionamento.

Attenzione a non esagerare però, perché se tutto è importante allora niente lo è.

Utilizza invece il corsivo per evidenziare le parole straniere di non comune utilizzo o per dare rilievo ad alcune parole tecniche.

Al contrario, ti sconsiglio di usare il sottolineato, che peggiora la leggibilità, e di scrivere intere frasi maiuscolo, che sul web equivale a urlare.

Ovviamente, se parliamo di chiarezza, la scelta del font è fondamentale: usa i font progettati per lo schermo (Verdana, Tahoma, Colibri, Georgia), Times New Roman e mantienilo per l’intera pagina/sito web. Puoi permetterti un secondo font, magari particolare, ma usalo solo per i titoli.

6. Scrivi con empatia

Scrivere in modo empatico ci permette di entrare in relazione con il nostro lettore e di trasmettere emozioni.

Per scrivere con empatia:

  • mettiti nei panni del tuo interlocutore,
  • dai tutte le informazioni in modo chiaro,
  • usa un tono di voce colloquiale,
  • non dare ordini ma accompagna.

Per approfondire questo argomento puoi leggere: Come scrivere (e comunicare) con empatia

7. Scegli un buon titolo

Scegli subito un titolo provvisorio, che modificherai una volta completato il testo.

Il titolo sul web è decisivo: non essendo fisicamente attaccato al testo che segue, deve aver un senso anche da solo, riuscire a farsi notare e incuriosire al punto da farsi cliccare.

Le tre caratteristiche del titolo ideale: informa, incuriosisce e suona bene. 

A seconda dello stile che utilizzi e del tuo pubblico di riferimento puoi puntare anche a titoli un pò misteriosi, sempre affascinanti. In questo caso il sottotitolo deve essere informativo.

Funziona anche il contrario: titolo informativo e sottotitolo misterioso (non troppo criptico però!) 

8. Fai attenzione al ritmo

Il ritmo è uno degli aspetti più sottovalutati nella scrittura. Invece il buon ritmo rende la lettura un’esperienza piacevole.

Come valutare il ritmo del tuo scritto?

Prova a rileggere il testo ad alta voce (o usa un’app. di audiolettura) e ascoltane il ritmo: le tue pause sembrano naturali? Acceleri o deceleri?

Per rendere il ritmo più piacevole:

  • varia la lunghezza delle frasi mescolando frasi lunghe e frasi brevi o anche frasi ultra brevi;
  • fai attenzione alle parole di transizione quali ma, ad esempio, al contrario e assicurati che siano davvero utili per passare da una frase all’altra;
  • sorveglia i connettivi quali quindi, infatti, perciò, di conseguenza e riservali alle spiegazioni complesse ma necessarie. Il loro eccesso rende il testo pedante e a volte difficile da comprendere;
  • evita le subordinate e le parentesi, chiari esempi di frasi troppo lunghe.

Sito web user-friendly

Anche il tuo sito web, proprio come i tuoi testi, deve essere user-friendly.

La struttura delle pagine intuitiva e di piacevole navigazione.

Questo significa che il lettore di una pagina del tuo sito trova facile spostarsi da una sezione all’altra senza dover analizzare ogni singolo percorso.

Per esempio gli elementi selezionabili, come link e bottoni, devono essere ben distanti tra loro per essere facilmente cliccabili anche da schermi piccoli e touch.

Nella locandina qui sotto ti lascio alcuni consigli affinché tu possa verificare che il tuo sito sia effettivamente costruito “a misura di utente”.

Per approfondire l’argomento puoi leggere:

Il tuo sito è lento a caricare? Scopri quali soluzioni adottare per migliorare la velocità

Sito web user friendly

Consigli per l’audiolettura

Se non ti va di leggere ad alta voce puoi usare l’audiolettura o scaricare un’app apposita.

Nei dispositivi mobili Apple l’audiolettura è presente di sistema. Vai in: impostazioni > generali > accessibilità > voce, e attivala. Seleziona il testo e clicca su “leggi” per ascoltarlo.

Per dispositivi Android ti consiglio invece di scaricare un’app che ti permette di selezionare il testo e copiarlo (o inviarlo) all’interno della app stessa che poi procede con l’audiolettura.

Alcune app di video lettura: Voice Aloud Reader, Text to Speech, T2s: Text to Voice/Read Aloud.

Per computer Apple puoi attivare la procedura direttamente dal pc.

Sul Mac, scegli menu Apple > Preferenze di Sistema, fai clic su Accessibilità, quindi fai clic su “Contenuto letto a voce alta”.
Seleziona il riquadro “Leggi selezione ad alta voce”.

Per PC con Windows puoi scaricare gratuitamente “LeggiXme” o “Balabolka” (programma che converte testi in audio), che permettono anche di registrare quello che viene detto.

Spero che questi 8 suggerimenti pratici possano esserti d’aiuto nell’impostare la tua tecnica di scrittura.

Scrivere bene richiede lavoro: devi pensare e ripensare, rivedere e modificare. E poi di nuovo, fino a quando i testi risulteranno leggeri e piacevoli da leggere. 

È questo l’unico modo per scrivere testi che si facciano leggere sul web e che, insieme alle tecniche di SEO-copywriting, funziona davvero.

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Giornata formativa dedicata alla scrittura per il web in ambito turistico

Giornata formativa dedicata alla scrittura per il web in ambito turistico

La scrittura per il web nel suo aspetto contenutistico e grafico, l’email marketing, il testo per i social e la risposta alle recensioni sono alcune delle tematiche da approfondire per ottenere maggiore visibilità e seguito online

Lo scorso 12 dicembre 2023 ho avuto il piacere di tenere un corso sulla scrittura per il web a Jesolo (Venezia) per conto dell’Ente Bilaterale per il turismo di Venezia. 

Quando sono stata contattata dalla responsabile della formazione ho pensato subito di creare un corso ad hoc: questo ha significato dover cercare di capire quali fossero i momenti lavorativi dei miei futuri allievi nei quali ci fosse bisogno di una scrittura per il web efficace (questo il nome del corso). 

Ho individuato tre momenti dove le regole di scrittura per il web potessero essere utili e applicabili:

  1. la gestione delle email,
  2. la creazione di contenuti per blog, siti e social,
  3. la risposta alle recensioni.

Non è la prima volta che tengo lezioni su quella che è la mia materia, ma questo corso mi ha assorbito ed entusiasmato fin dall’inizio per il desiderio di creare qualcosa che stimolasse i partecipanti e che, al contempo, fosse in grado di dare loro le conoscenze giuste per togliere al linguaggio turistico quella patina di burocratese tanto comune.

Mi riferisco a quel linguaggio comodo per gli addetti ai lavori, ma sempre uguale e per niente emozionale, il cosiddetto “alberghese”.

Il termine, coniato da Luisa Carrada – editor e insegnante di scrittura professionale – si riferisce al linguaggio burocratico del turismo, quel linguaggio sempre uguale tanto da esser ormai scontato.

Corso di scrittura per il web dedicato agli operatori del turismo – per conto dell’Ente Bilaterale per il turismo di Venezia – sede Confcommercio di Jesolo (Venezia)

Argomenti del corso di scrittura per il web

Il web ha cambiato il nostro modo di comunicare, di leggere e di scrivere i testi. Ci ha abituato a leggere in modo diverso rispetto a come abbiamo imparato a scuola, dall’inizio alla fine.

Ci lasciamo catturare dal titolo, leggiamo le prime righe, i sottotitoli e le parole in grassetto, dando loro la funzione di mappa del testo.

Dopo una parte introduttiva che riguarda il testo nel suo aspetto contenutistico e grafico abbiamo affrontato il concetto di Buyer Personas e dell’importanza della scelta del giusto tono di voce, primo aspetto da studiare in ogni strategia di web marketing.

Abbiamo visto che sono 3 gli aspetti da cui dipende la leggibilità di un testo:

  • la sintassi,
  • il lessico,
  • la forma.

Abbiamo analizzato la forma nel suo aspetto user-friendly collegato alla comprensione del testo da parte del lettore e nell’aspetto seo-friendly, rapportandola all’indicizzazione.

Abbiamo affrontato la struttura del testo per le e-mail, sottolineando l’importanza dell’ordine delle informazioni e alcuni aspetti critici delle newsletter quali il comune utilizzo del maschile sovraesteso e l’eccessivo invio di email promozionali a scapito di email con contenuti interessanti.

Con le 14 persone che hanno partecipato, addetti di reception di hotel/campeggi della zona, e che conoscono a fondo i turisti, le loro aspettative, i loro desideri e i loro problemi abbiamo ragionato sulla scelta delle parole più adatte nei contesti più diversi.

Abbiamo visto insieme casi studio e ci siamo dedicati a esercitazioni a tema.

Proprio perché il web ci ha abituato a leggere in modo diverso, nel marketing scegliere con cura le parole diventa fondamentale. Per questo motivo ho scelto di dedicare buona parte della giornata a cercare di far capire come l’alberghese non funzioni e come sostituirlo per creare testi interessanti, che si facciano leggere e ricordare.

Abbiamo visto insieme descrizioni scritte in alberghese e abbiamo trascritto i testi con parole più convincenti, descrivendo i dettagli, che stimolano l’immaginazione, usando la forma personale e la forma attiva, non così scontata quando parliamo di servizi.

Sulla scrittura per i social abbiamo visto che, per catturare l’attenzione, è necessario usare un copy di tipo emozionale e razionale insieme. 

L’utilizzo delle tecniche di copy persuasivo, valide per ogni social, ha riscosso interesse e curiosità tra i partecipanti. 

Anche la creazione del testo in risposta alle recensioni ha stimolato domande e confronto, senza però mai perder di vista che “si risponde più per tutti i lettori che per chi ha scritto la recensione”.

Ho concluso infine la giornata formativa lasciando ai corsisti alcuni consigli di lettura per approfondire gli argomenti trattati.

Se anche tu vuoi conoscere le regole di scrittura per il web applicate al settore turistico o vuoi “svecchiare” il tuo sito da un linguaggio burocratico che non ti convince più scrivimi!

Per saperne di più sul Corso di scrittura per il turismo visita la pagina corsi sul mio sito web.

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

Il sito web della tua struttura non sta portando i risultati sperati?

Se il sito web della tua struttura non sta portando i risultati che speravi e vorresti ottenere maggiore visibilità e più conversioni la cosa migliore da fare è una revisione dei testi del tuo sito.

Il processo di revisione dei testi (editing) nell’ottica del marketing turistico prevede:

  • la scelta delle parole più adatte nella comunicazione alberghiera;
  • la correzione di eventuali errori di ortografia, grammatica, scelte lessicali non appropriate;
  • l’analisi e l’utilizzo delle keywords più usate nel mercato di riferimento;
  • l’applicazione delle tecniche di SEO copywriting allo scopo di ottenere testi ottimizzati alla ricerca e alla lettura che avviene sul web;
  • l’utilizzo di tecniche di scrittura di tipo persuasivo ed emozionale per aumentare le conversioni.

L’obiettivo è quello di migliorare quel linguaggio settoriale poco informativo e tutto uguale che ancora caratterizza molta comunicazione in ambito turistico.

Posso occuparmi anche di lettere di presentazione e fac-simile di preventivi: il tutto per migliorare l’approccio comunicativo al cliente.

Hai bisogno del mio aiuto?

Scrivimi, studierò il tipo di comunicazione e di linguaggio più adatto alla tua attività!

Inoltre, se pensi possa essere utile a te e al tuo team, ho messo a punto un nuovo corso per il web dedicato agli operatori per il turismo.
In 10 ore di lezione vedremo insieme:

  • le basi del copywriting turistico,
  • l’email marketing,
  • la gestione delle recensioni;
  • il social media marketing per iil turismo.

Per saperne di più visita la pagina del corso sul mio sito web.

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Editing: le regole da seguire per la revisione del testo

Editing: le regole da seguire per la revisione del testo

Quali regole bisogna seguire per una corretta revisione di bozze? Che tipo di lettura è necessario fare? Una breve guida per la fase di editing, momento importantissimo per il successo di ogni testo scritto

Per scrivere bene in modo professionale è necessario non solo rileggere il testo, ma fare quello che chiamiamo editing, ovvero una revisione accurata. Ma quali regole seguire?

Dal momento che gli errori in un testo scritto possono essere di tipo diverso: errori di battitura, refusi, errori di grammatica, di sintassi e di contenuto; è importante procedere con ordine e metodo, anche nella fase di revisione.

Questo perché

Controllare non significa leggere: controllare significa verificare ogni parola in sequenza.

Nella mia attività di copywriter, quando devo correggere un testo, seguo da tempo una scaletta che possiamo dividere in 3 momenti: controllo della forma (grammatica e sintassi), controllo della tenuta narrativa, verifica dell’obiettivo.

Poi controllo se il testo è scritto con empatia, caratteristica essenziale per arrivare al lettore.

Vediamo insieme quali regole seguire.

1. Controllo della forma: grammatica e sintassi

Non solo per scrivere, ma anche per correggere uno scritto, proprio o di altri, è indispensabile innanzitutto una buona conoscenza della lingua, come lessico e come grammatica.

Per controllare punteggiatura, verbi e sostantivi è buona abitudine avere a disposizione un dizionario dei sinonimi, un dizionario della lingua italiana e un prontuario di grammatica: ogni dubbio necessita di verifica.

Un momento a cui riservo particolare attenzione è la scelta dei verbi, e mi impegno a sostituire i soliti “fare” o “avere” valutando i sostantivi a cui si riferiscono. Sono proprio i sostantivi a suggerirmi il verbo adatto al contesto.

Anche la sintassi va controllata: chiediti se quello che hai scritto suona bene e se risulta chiaro e comprensibile al lettore.

Ti consiglio due testi da tenere sempre a portata di mano e da consultare in caso di dubbi sulla punteggiatura e sulla grammatica:

  • Bice Martara Garavelli, Prontuario di punteggiatura, Laterza
  • Elisabetta Perini, Grammatica Italiana per tutti, Giunti Editore

Editing

Dal momento che su video sono molti gli errori che sfuggono alla vista stampa il documento e fai la revisione su carta. Sarà più semplice anche scrivere ai margini le correzioni.

2. Tenuta narrativa e concatenazione

Lo sviluppo narrativo di un testo riguarda ogni tipo di trama, che si tratti di un romanzo ma anche di un articolo.

La struttura narrativa è la colonna portante di un testo e, anche se spesso la creiamo senza pensarci più di tanto perché abbiamo già nella testa ciò di cui vogliamo scrivere, è fondamentale ragionarci sempre sopra e cercare di rafforzarla.

L’inizio del testo, l’incipit, è importantissimo: sono le prime righe del testo che dovrebbero convincere il lettore a proseguire.

Dedica del tempo a scriverlo, riscriverlo, rivederlo, cambiarlo, fino a quando troverai l’incipit che più ti soddisfa.

Alessandra Perotti*, Editor, Ghost Writer e insegnante di scrittura di cui seguo da tempo blog e pagina Telegram, ci spiega in questo articolo come scrivere un incipit che funziona. Sono suoi molti dei consigli di revisione che trovi anche in questo pezzo.

La conclusione è altrettanto importante. Dovrebbe riprendere i concetti fondamentali che abbiamo cercato di trasmettere al lettore e lasciargli un’emozione.

Concatenazione

Spesso non ci pensiamo, ma ogni frase di un testo dovrebbe essere legata all’altra in modo logico, in modo da non lasciar “cadere” il lettore in un vuoto.

Creare la concatenazione significa fare in modo che ogni frase che precede sia legata a quella che segue in modo da non creare frasi isolate.

È il collante del racconto, senza concatenazione nessun testo regge.

Nei miei articoli uso le frasi trampolino, sai cosa sono?

Le frasi trampolino sono un espediente inserito nella frase finale di un paragrafo e che consiste nel lasciar intravedere cosa ci aspetta nel paragrafo che segue, invitando così il lettore a tuffarsi nella lettura.

L’utilità delle frasi trampolino sta proprio nella loro capacità di unire i paragrafi.

Esempio: se in un paragrafo spiego l’importanza del tono di voce nella newsletter aziendale, la frase trampolino potrebbe essere “seguimi nella lettura che vediamo insieme quando usare il tu o il noi”.

Altro aspetto che una buona revisione del testo deve tenere in considerazione è la giustificabilità, ossia il fatto che ogni affermazione sia verificabile e abbia una sua ragione d’essere.

3. Obiettivo del testo 

Prima di scrivere un pezzo è fondamentale aver sempre chiaro l’obiettivo che intendo raggiungere e, nella fase della revisione, verificare se lo scritto tende alla sua soddisfazione.

La seconda domanda che devo farmi è se il mio testo è utile.

Chi può trarre vantaggio dalla lettura del mio testo? I contenuti sono di valore?

4. Livello di empatia

Il livello di empatia di un testo è un aspetto di cui ho parlato spesso: scrivere con empatia permette di arrivare al lettore, di farlo sentire al posto giusto e di trasmettere emozioni.

Scrivere con empatia significa prima di tutto usare un tono di voce adeguato al pubblico di lettori, ma anche comunicare concetti precisi che evocano immagini dettagliate.

Scrivere con empatia significa mettersi nei panni di chi legge cercando di soddisfare il bisogno di informazioni.

Per approfondire puoi leggere: Come scrivere (e comunicare) con empatia

comunicare con empatia

Qualche consiglio per comunicare e scrivere con empatia.

Come scrivere citazioni e bibliografia

Un ulteriore approfondimento riguarda l’utilizzo di citazioni, virgolette e come scrivere una bibliografia. Sul web sembra non esistere una regola precisa, ma per una forma corretta meglio impostare le citazioni in questo modo:

  • nome e cognome dell’autore (oppure cognome e iniziale del nome)
  • titolo dell’opera in corsivo
  • luogo di edizione, nome dell’editore, anno di edizione

Esempio: Ferdinando Scala, La correzione di bozze, Milano, Editrice Bibliografica, 2017

Oppure: Scala F., La correzione di bozze, Milano, Editrice Bibliografica, 2017

I nomi dei giornali vanno invece tra virgolette in tondo; i titoli su titoli (per esempio Tre periodi della letteratura italiana in Lezioni di Letteratura italiana di Luigi Settembrini, vol.I°, Sansoni Editore, 1964).

Se si tratta di una bibliografia è consigliabile rispettare l’ordine alfabetico o cronologico di apparizione degli autori nel testo.

Per quanto riguarda invece l’utilizzo delle virgolette, ti consiglio di utilizzare le virgolette alte, o inglesi “…” per singoli termini come parole specialistiche o straniere e le virgolette basse o caporali «…» per racchiudere una frase di un autore o un periodo lungo.

Quando utilizzi le virgolette scrivi in tondo, non in corsivo. Usalo semmai per rafforzare una sola parola all’interno del periodo lungo.

Con il discorso diretto, le virgolette più adoperate nell’uso comune sono quelle basse, i caporali. Ti sconsiglio invece l’uso degli apici.

Ricorda che si tratta comunque di regole di stile e non di errori grammaticali, in ogni caso è buona cosa mantenere una certa uniformità.

Editing: consigli utili

  • Esegui la revisione del testo in buone condizioni fisiche (non quando hai sonno) e ambientali (non in viaggio ma al tavolo, in un locale che favorisca la concentrazione);
  • Stampa il documento e fai la revisione su carta: molti errori sfuggono alla lettura su video;
  • Scrivi la correzione ai lati del testo, nei margini vuoti a sinistra e a destra, o in fondo alla pagina, non scrivere tutto da una parte sola;
  • Cura la scrittura, deve essere chiara e comprensibile, soprattutto se il testo è destinato a un’altra persona;
  • Rispetta il testo e non ritenerti libero dii modificarlo in modo invasivo: in questa fase sei il collaboratore dell’autore e non l’autore stesso.
  • Controllare non significa leggere: controllare significa verificare ogni parola in sequenza.

Siamo giunti alla fine. Se mi hai seguita fin qui significa che anche tu scrivi o hai testi da revisionare.

Cosa ne pensi della mia scaletta di revisione?

Prova a mettere in pratica i quattro step di controllo del testo nella revisione del tuo prossimo articolo e se hai bisogno di aiuto non esitare a contattarmi.

 

 

Se ti occupi di scrittura potresti seguire la sezione Copywriting sul mio blog oppure leggere i seguenti articoli:

 

Fonti dell’articolo:
*Alessandra Perotti, Revisione del testo scritto: usa le Editing Mind Map
Ferdinando Scala, La correzione di bozze, Milano, Editrice Bibliografica

Articolo scritto nel mese di marzo 2022, rivisto e aggiornato a dicembre 2023

 

 

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Servizio di Editing

Revisione del testo scritto

Se hai un blog o scrivi da te gli articoli del tuo blog aziendale posso darti supporto nella fase della revisione con il servizio di editing.

Se hai articoli di cui vuoi verificare l’impostazione, se vuoi mettere a punto un calendario editoriale o sei alla ricerca di consulenza per i testi del tuoi sito web posso aiutarti, contattami!

Possiamo anche accordarci per sentirci online, via Skype.

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Sito web e attività commerciale: 6 vantaggi per il tuo business

Sito web e attività commerciale: 6 vantaggi per il tuo business

Il sito web è il primo passo per comunicare in Rete la tua attività professionale. Proponi all’utente contenuti di valore per catturare il suo interesse e farti notare

Il sito web è ancora un mezzo ideale per promuoversi e far notare la propria attività in Rete.

Quante volte ci siamo raccontati dell’importanza di avere un sito web?

Diversi sono i motivi per i quali un sito diventa un veicolo di comunicazione, affiliazione e vendita.

Certo, anche la diffusione dei social network come Facebook, Instagram, LinkedIn ha espanso la possibilità di mostrarsi e promuoversi.

Però non è la stessa cosa.

Il sito internet è un insieme di pagine con una sua struttura ipertestuale, testi e foto che si presentano sui motori di ricerca mentre i social network sono piattaforme di comunità virtuali che sono divenute, successivamene, dei canali pubblicitari (vedi le pagine di Facebook).

Tuttavia questi canali sono un completamento della gestione della tua immagine su Internet.

Ricorda che la pagina che apri per la tua attività su questi social non è di tua proprietà. I social media sono degli amplificatori che, se ben gestiti, contribuiscono a espandere la tua visibilità online.

Ancora oggi il proprio spazio virtuale, costituito da un dominio (www.mionome.it) e un hosting rimane allora il medium di riferimento per mostrarsi al mondo.

Ecco alcuni motivi per cui è importante avere un sito web

1) Biglietto da visita

Ricordi il classico biglietto da visita cartaceo?

Ne esistono di tutte le forme e sono una testimonianza di un incontro professionale e di un’attività che intende promuoversi.

Con il sito web la tua presentazione si amplia con le pagine web che spiegano l’attività, il gruppo di lavoro e la possibilità di contatto.

Dai piccoli negozi ai liberi professionisti, dall’attività artigianale all’imprenditore il sito web è utile per chiunque oggi voglia espandere la propria attività.

“Mostra la tua attività online e amplifica la tua immagine sulla Rete”

2) Identità e Blog

Il sito web, una volta ideato nei colori, nella grafica e nello stile comunicativo, rispecchia la tua identità e quella della tua professione. E inoltre la rafforza.

Con la presenza di un Blog e la pubblicazione di articoli si instaura una relazione con il tuo lettore di riferimento.

Fornire e proporre informazioni utili per cercare di risolvere i problemi degli utenti sono delle potenti leve per farsi conoscere e apprezzare, con il tempo.

Certo i risultati arrivano con un costante impegno, tecnica, ispirazione e programmazione. Ma arrivano.

Con un Blog ben studiato la Rete si accorgerà di te e creerai un bacino di lettori fedeli.

3) Local Search: un vantaggio per le imprese locali

Un sito web è presente online 24h su 24h per tutto il tempo dell’anno e permette alla tua attività di essere vista e visitata senza limiti temporali.

Una vetrina che, nel caso di un sito e-commerce, gode di una elevata potenzialità.

In particolare, nel mercato di riferimento della tua impresa il sito web ti permette di essere meglio individuato.

Con la ricerca locale, Google ti mostra un elenco di tutte le attività della zona cercata.

Ecco alcuni accorgimenti per comparire nella ricerca locale (local search):

  • Crea una pagina su Google Business Profile (ex Google My Business), con il link del sito web
  • Inserisci l’indirizzo aziendale nel footer del sito web

“Con Google Business Profile trovi un supporto utile per farti trovare sulla tua zona di riferimento”

Per approfondire ti propongo questo articolo: Google Business Profile: come utilizzarlo al meglio e rendere visibile sul web un’attività

4) Brand digitale

Quando si possiede un sito web, si può scegliere tra diverse attività di marketing.

Eccone alcune:

  • programmazione dei contenuti per il Blog
  • gestione delle Newsletter
  • creazione di Landing page per le promozioni dei prodotti
  • pubblicità online (es. Google ADS)

Il sito web è la tua “casa” online: una piattaforma per raccontare ai potenziali clienti la tua attività, chi sei, cosa fai e perché lo fai.

Il marchio digitale aziendale si arricchisce in termini di comunicazione con i lettori. E questo è di fondamentale importanza.

blog

Un sito ecommerce permette la vendita online senza limiti di tempo. Richiede, però, una competenza e un budget da considerare con attenzione (foto di freepick.com)

5) Ecommerce

Quando il sito web è anche un sito ecommerce allora diventa anche uno strumento di vendita online.

Un negozio online richiede, però, diversi elementi aggiuntivi:

  • Elaborazione dei pagamenti
  • Gestione del magazzino
  • Modalità di spedizione
  • Strumenti per i coupon
  • Recensioni dei clienti
  • Analisi e report

“Un ecommerce è uno strumento di vendita e di marketing che funziona 24h su 24h”

6) Interazione sito-social media

I social network collegati al sito web sono un grande opportunità per interagire con il tuo pubblico di riferimento.

È importante cosiderare che le pagine social aziendali richiedono una gestione mirata, in termini di programmazione e budget.

Le pagine social vengono spesso percepite come un sostituto del sito web, ma non è così: è solo con l’azione integrata dei due mezzi comunicativi che si ottengono buoni risultati.

La differenza è nella gestione: il sito è la “tua casa” dove tutti gli interventi rimangono attribuiti al dominio, mentre i social sono piattaforme esterne e controllate da altri.

E se un giorno il Mark Zuckerberg di turno decide un aumento esorbitante dei costi delle sponsorizzate, cambia le linee guida, chiude (è successo per Google+) cosa fai?

Certo è un evento difficile da verificarsi ma, pensaci bene, può anche accadere.

“Costruire il proprio brand su piattaforme di terze parti significa essere in affitto”

Questi sono solo alcuni degli aspetti che rendono indispensabile avere un sito web.

In questi anni si è messa in discussione l’utilità di un sito e di un Blog che, però, rimangono un caposaldo su cui impostare la propria identità multimediale.

Se hai bisogno di una consulenza di web marketing o vuoi creare un sito per la tua attività, contattami, possiamo decidere insieme la migliore soluzione per promuovere la tua attività.

 

Per approfondire potresti leggere: Google con i Core Web Vitals

Se ti interessa come impostare una pagina pubblicitaria leggi: Landing page: perché sceglierla nella strategia vincente del tuo sito

Sui vantaggi del Blog per e-commerce leggi: E-commerce Blog: come funziona e perché è la scelta giusta per il tuo sito web

Mi piace muovermi tra comunicazione, tecnica e relazione.

Ogni contenuto richiede un suo modo per essere divulgato.

Per questo mi ritrovo nei testi e tra le righe dei codici.

 

Nicola Albi

Consulente Marketing

Comunicazione e Siti web con blog

Norme editoriali

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Sono disponibile anche su Skype per una consulenza gratuita di max 20 min.

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Promuovi il tuo lavoro con una Comunicazione Etica: la Netiquette e la scrittura etica

Promuovi il tuo lavoro con una Comunicazione Etica: la Netiquette e la scrittura etica

Chi scrive sul web dovrebbe attenersi sempre ad un’etica, nel rispetto del lettore ma anche della parola, proprio perché ne comprende la forza e il valore.

Sono in molti a chiedersi se esistono delle regole che stabiliscono quale sia la buona comunicazione. Una comunicazione etica intendo, quella comunicazione che funziona proprio perché si fonda nel rispetto dell’altra parte.

Ormai lo abbiamo visto: non possiamo non comunicare.

A questo proposito ho scritto un articolo sugli Assiomi della Comunicazione, dove spiego alcune proprietà della comunicazione che hanno fondamentali implicazioni interpersonali.

Possiamo comunicare bene oppure male. Non solo nel senso dell’efficacia e della chiarezza, ma anche nello scopo di raggiungere un’intesa, per venire compresi e per comprendere.

È a questo scopo che parliamo di comunicazione etica.

Ricordiamo poi che il virtuale non è altro che un potenziamento della realtà. Molti pensano che scrivere grazie a una tastiera non sia l’equivalente di parlare, ma non è così.

All’interno di questa realtà virtuale divenuta quasi una realtà parallela, emergono anche per gli abitatori della rete (netsurfers) criteri morali da assumere, quell’insieme di comportamenti che devono essere adottati quando si naviga in rete. 

A questo proposito sono state elaborate diverse prescrizioni: alcune si fondano su argomenti di carattere giuridico, altre su motivi di opportunità o su sollecitazioni morali, altre ancora si fondano su esigenze legate alle buone maniere.

Vediamone alcune.

Linee guida per l’utente che usa la Rete: i Dieci Comandamenti di Arlene Rinaldi

Arlene Rinaldi (Florida Atlantic University) ha tentato di fissare prescrizioni elaborando gli ormai noti “dieci comandamenti” che dovrebbero essere rispettati da chiunque usa un computer.

In questo caso, più che di etica dobbiamo parlare dunque di netiquette.

È essenziale che ciascun utente della rete riconosca le responsabilità insite nel fatto di avere accesso a un gran numero di servizi, siti, sistemi e persone. 

Ma va ricordato che, come scrive Arlene Rinaldi:

Il fatto che un utente possa compiere una determinata azione non implica necessariamente che debba compierla.

Inoltre:

L’uso della rete è un privilegio, non un diritto, e potrebbe essere temporaneamente revocato in qualunque momento a causa di una condotta scorretta.

Quella di Arlene Rinaldi è una curiosa parafrasi della nota Tavola dei dieci comandamenti.

Si tratta delle prime regole apparse in Rete, oltre 20 anni fa, per cercare di regolamentare l’utilizzo di Internet e dei computer più in generale.

Questi sono i dieci comandamenti dell’etica sull’uso dei computer così come sono stati pensati da Arlene Rinaldi nella ormai famosa (almeno per gli addetti ai lavori) The Net – Guida per l’utente e Netiquette.

I dieci comandamenti dell’etica sono i seguenti:

  1.  Non userai un computer per danneggiare altre persone.
  2.  Non interferirai con il lavoro al computer di altre persone.
  3.  Non curioserai nei file di altre persone.
  4.  Non userai un computer per rubare.
  5.  Non userai un computer per portare falsa testimonianza.
  6.  Non userai o copierai software che non hai dovutamente pagato.
  7. Non userai le risorse di altri senza autorizzazione.
  8. Non ti approprierai del risultato del lavoro intellettuale altrui.
  9. Penserai alle conseguenze sociali dei programmi che scrivi.
  10. Userai il computer in modo da dimostrare considerazione e rispetto.


Esempi di azioni scorrette:

  • Depositare informazioni illegali su un sistema;
  • L’uso di linguaggio irrispettoso in conversazioni pubbliche o private;
  • Lo spedire messaggi che molto probabilmente provocheranno la perdita del lavoro o dei sistemi dei destinatari;
  • Lo spedire “lettere a catena” o messaggi “broadcast” (spediti in copia a tutti) a liste o a gruppi di utenti;

e qualunque altro tipo di uso che possa causare la congestione delle reti o in altro modo interferire nelle attività altrui.

Comunicazione Etica

Scrittura Etica

Comunicare e scrivere sono atti di condivisione e di crescita comune: devono essere fondati su valori di rispetto, trasparenza e lealtà.

Consigli per scrivere in modo etico:

  1. Condividi contenuti di valore
  2. Sii autentico e originale
  3. Non offendere e sii sempre gentile
  4. Studia e sii competente
  5. Scegli le parole con cura
  6. Permettiti di criticare solo se è utile

Il progetto di Scrittura Etica intende diffondere, attraverso una serie di azioni concrete e di iniziative, una vera educazione all’uso consapevole della scrittura, strumento espressivo del nostro grado di civiltà.

Il manifesto di Scrittura Etica ci ricorda che:

“Tutte le volte in cui utilizzi la scrittura per denigrare, attaccare, offendere ne stai facendo un uso improprio.
Sia che si tratti di attacco diretto a commenti, opinioni, pensieri espressi da altri;
sia che – ancor peggio – siano illazioni occulte, disseminate tra le righe:
sembrano innocue ma in realtà mirano ad ottenere un effetto comunque di attacco,
a mettere in cattiva luce qualcuno o qualcosa.
La scrittura è strumento di espressione, di crescita, di divulgazione;
non va piegata ai propri piccoli obiettivi personali, non va strumentalizzata.
Chi scrive deve o dovrebbe attenersi sempre ad un’etica;
avere il massimo rispetto per la parola scritta proprio perché ne comprende la forza e il valore.”

Testo tratto da Il manifesto della Scrittura Etica

Etica della comunicazione secondo Andriano Fabris

In realtà è molto difficile stabilire norme precise che regolamentino l’utilizzo dei mezzi informatici, sia sul piano etico sia sul piano giuridico (il confine tra i due è spesso molto labile), soprattutto a causa dell’impossibilità materiale di controllare ed eventualmente sanzionare infrazioni alle norme stesse. 

Sul piano etico è stata scelta la strada dell’autoregolamentazione, sia da parte dell’utente sia da parte del provider o fornitore di beni/servizi informatici e telematici. 

Sul piano giuridico i singoli Stati e la stessa Unione Europea hanno cercato di delineare l’ambito e di stabilire regole il più precise possibili e sanzioni applicabili. 

Tuttavia i codici non bastano a dettare legge e dovrebbe essere il buon senso di ciascun navigante a stabilire cosa condividere e cosa no.

Secondo Adriano Fabris (professore di Filosofia morale all’Università degli Studi di Pisa) bisogna invece fornire le motivazioni e stabilire perché bisogna compiere determinati atti piuttosto di altri.

Etica di internet ed etica in internet

L’etica in Internet con il suo rinvio alla responsabilità di ciascun soggetto connesso, si occupa di questo. Ma non basta.

Per giustificare l’adozione di determinati comportamenti l’etica in Internet deve essere a sua volta collocata in un contesto più generale, quello dell’etica di Internet.

Quest’ultima deve esibire i principi generali presupposti dalle scelte concrete. Fondare tali principi è compito della più generale etica della comunicazione.

Ecco che accanto al galateo in Internet vi sono dei regolamenti che danno delle indicazioni sui modi in cui certi testi multimediali devono essere scritti.

Si veda nel caso del blog, di una email, di una chat o di un sito come tenere un comportamento corretto e rispettoso sia alla base della “buona convivenza” in una comunità virtuale.

Dal momento che Internet non è gestito da un ente supervisore, unico e riconosciuto, la responsabilità di quanto pubblicato online ricade sul singolo, sui programmatori o sulle aziende.

Pertanto è il singolo individuo che, nel rapportarsi con la virtualità, deve impegnarsi a seguire un comportamento etico.

A questo punto dell’articolo sappiamo bene a cosa mi riferisco, sei d’accordo? Se hai trovato interessante questo articolo mi piacerebbe scambiare due parole con te, lasciami un commento nel box qui sotto!

Ti consiglio un libro:

  • Fabris Adriano, Etica della Comunicazione, Carocci, Roma, 2010

Articolo pubblicato il 13.01.2021, rivisto e aggiornato il 02.11.2023

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Web marketing turistico: come rispondere alle e-mail

Web marketing turistico: come rispondere alle e-mail

Empatia, cura nella scelta delle parole e no all’alberghese: è nel primo contatto che ti giochi le tue carte

Nella comunicazione alberghiera le e-mail sono ancora considerate una delle forme di marketing più efficaci, persino più della pubblicità sui siti web o sui social media. 

Purtroppo sono ancora molte le strutture ricettive che sottovalutano l’importanza della comunicazione via e-mail con i clienti, soprattutto nella fase iniziale del contatto.

Invece è proprio in questa fase che devi giocarti al meglio tutte tue le carte.

Non dimenticare mai che chi ti ha inviato una richiesta di informazioni molto probabilmente sta valutando anche altre strutture e potrebbe dirigere la sua attenzione altrove.

Ricorda che come rispondi è il tuo biglietto da visita.

Ecco perché rispondere in modo attento e professionale è decisivo per aggiudicarti la sua fiducia e per convincerlo a soggiornare da te.

In questo articolo vediamo prima quali sono gli errori più comuni che si commettono quando si risponde via e-mail ai clienti, e poi consigli ed esempi di linguaggio chiaro ed efficace che mette al primo posto la relazione e per questo motivo abbandona l’alberghese.

Le e-mail nella comunicazione alberghiera

Prima di tutto vediamo quali sono i tipi di email frequenti nella comunicazione alberghiera:

  • La email di richiesta info/offerta
  • La email di conferma
  • La email di buon viaggio
  • La email di bentornato
  • La email di risposta a lamentele

La e-mail di richiesta di informazioni

Il possibile ospite ha notato la struttura sul web e invia una richiesta di prenotazione

Nella risposta, come prima cosa ringrazia e utilizza il nome del cliente. Inserisci poi:

  • i dettagli relativi alla richiesta (data di arrivo e partenza, numero persone, tipologia di camera e trattamento)
  • Il link alla categoria di camera proposta (o un’immagine in anteprima)

Ricorda di far percepire il valore della struttura e i suoi punti di forza e di far attenzione al tono di voce, che deve essere in linea con il target.

Concludi salutando e inserendo il tuo nome, la qualifica e i recapiti.

La e-mail di conferma

L’e-mail di conferma arriva da qualcuno che sì, ha intenzione di prenotare, ma forse sta valutando altre strutture a cui ha inviato una richiesta di preventivo. 

È il tuo momento: scrivi una e-mail accogliente e convincente. Dì subito le cose importanti (per l’ospite, non per te).

Riepiloga prima i dettagli della prenotazione, poi le condizioni dell’hotel (politiche di cancellazione, orari check-in e check-out, etc.) e infine le modalità di pagamento.

Se ci sono benefici importanti da segnalare o servizi aggiuntivi da proporre, puoi dedicare un breve paragrafo, ma non dilungarti troppo.

Concludi salutando, meglio se in modo personale, con il tuo nome, qualifica e recapiti.

La conferma deve essere il più chiara possibile. Inserisci:

  • Periodo di soggiorno (specificando le date di arrivo e partenza con il giorno della settimana)
  • La tipologia del soggiorno
  • Il numero delle persone ed eventuale presenza di bambini
  • La tipologia di camera (con link o immagine)

Inserisci il link alle condizioni di cancellazione ed eventuale richiesta di carta di credito a garanzia.

Puoi presentare la tua struttura approfondendo le offerte dei servizi e le descrizioni della zona con eventuali informazioni e link di interesse ( se nel periodo ci sono ad esempio rassegne o feste locali).

E’ questo il momento di differenziarsi trasmettendo al potenziale cliente quel qualcosa in più. Fai così:

  • Utilizza parole vivide, ossia parole che “fanno vedere”, scrivi i dettagli e non scrivere in alberghese (ne parliamo tra un po’)
  • Usa il più possibile la forma attiva, ad esempio: “L’accesso e l’uso della spiaggia sono garantiti ai disabili” diventa “La spiaggia non ha barriere architettoniche”
  • Evita gli inglesismi inutili. Chiediti sempre se si può dire in modo più semplice e in italiano o nella lingua del cliente.
  • Evita i verbi paternalistici: consentire, mettere in grado, permettere sono verbi che mettono l’accento sull’azienda e non sul cliente. Ad esempio: “Abbiamo una nuova App. in grado di rispondere alle chiamate alla reception” diventa “Abbiamo una nuova App che risponde alle chiamate alla reception“.
  • Evita i verbi antiquati, come provvedere, procedere, trasmettere, ci ricordano il burocratese e appesantiscono. Ad esempio: “Provvedere al pagamento” diventa “Pagare“.

Sono esempi che ho tratto dal libro di Luisa Carrada, Lavoro, dunque scrivo!, autrice del sito web e Blog mestierediscrivere.com editor e docente di scrittura professionale.

Per vendere è necessario comunicare felicità: questo dovrebbe essere lo scopo di ogni descrizione nel settore turistico

 

La e-mail di buon viaggio

La e-mail di buon viaggio è una sorta di check pre-arrivo. Anche se non molto utilizzata ha invece una sua utilità e un duplice scopo: evitare l’overbooking e fare felici gli ospiti per la cura nei loro confronti.

In queste e-mail si esegue un controllo delle date di prenotazione, della camera, di eventuali particolarità richieste per organizzare al meglio il check-in.

La e-mail di bentornato

Anche questo tipo di email non è molto utilizzato. Se però un ospite, prima di lasciare la struttura vi ha fatto i complimenti potete, dopo qualche giorno, inviare una mail di bentornato a casa invitandolo a lasciare una recensione.

Questa e-mail deve coinvolgere dal punto di vista emotivo: inserisci un immagine che faccia rivivere la vacanza e usa un tono personale.

Anche se utilizzi un modello di e-mail pre-impostato, cerca di personalizzarla il più possibile.

La e-mail di lamentele

A quale struttura non è mai arrivata un’e-mail in cui l’ospite si è lamentato del costo o della qualità di alcuni servizi?

Ricorda che quando un ospite scrive per lamentarsi vuole ottenere soprattutto una cosa: la nostra attenzione.

Per questo è importante rispondere con tempestività (meglio se entro le 24 ore) ed essere attenti e precisi. 

Scusati sempre (anche se non è detto che sia colpa della struttura) e cerca di creare empatia promettendo miglioramenti.

Cerca di offrire comprensione e disponibilità al cliente e non imporre in nessun modo la tua visione delle cose.

Fai sempre attenzione all’impatto emotivo delle tue parole!

 

Errori comuni nella comunicazione alberghiera

Molte strutture alberghiere commettono, spesso senza rendersene conto, questi 5 errori nelle email di risposta ai clienti. 

Sono errori che però possono influire negativamente sul giudizio complessivo del cliente riducendo le possibilità di prenotazione.

1. Prendersi troppo tempo per rispondere

Quando inviamo una richiesta per avere informazioni da un hotel per un’eventuale prenotazione ci aspettiamo una risposta veloce, al massimo in giornata.

Sottovalutare questa aspettativa di un potenziale cliente equivale a correre il rischio di perderlo. 

L’ideale sarebbe rispondere entro un paio d’ore, anche perché è probabile che chi ci ha inviato la email stia aspettando anche altre risposte.

2. Sottovalutare la forma del testo

Prova a pensare come appare la tua email a chi la riceve.

Devi sapere che la forma del testo in una email è importante: facilita la lettura del contenuto e ne migliora la comprensione.

Dunque no alle email con muri di parole (muro di testo), illeggibili e per nulla accattivanti.

Dividi invece il testo in paragrafi e scrivi frasi brevi, utilizza il grassetto e il corsivo, se devi fare un elenco usa l’elenco puntato e numerato

(per esempio per elencare ii servizi inclusi, quelli a pagamento, o quali luoghi di interesse che si trovano nella zona).

No anche a troppi caratteri, dimensioni e colori di testo diversi: confondono e sono segno di poca professionalità. 

Preferisci un singolo carattere, un singolo stile e uno o due colori al massimo (per il carattere meglio usare in nero o grigio scuro).

Quanto alle immagini, non esagerare: non vengono lette da tutti gli strumenti di posta e appesantiscono il documento.

3. Sbagliare il tono di voce

Nel marketing e nella comunicazione sul web utilizzare il tono di voce corretto e adatto al proprio target è molto importante.

Nella comunicazione alberghiera è necessario rispondere utilizzando il “lei”, in modo cordiale ma trasparente e gentile, cercando di instaurare un dialogo il più possibile umano e non standardizzato.

Se il mittente si firma con un titolo (dott., ing., dott.ssa, ecc..) non dimenticare di riportarlo nella risposta.

4. Usare troppi inglesismi

Oggi il marketing, e in particolare il settore della moda e del turismo, è invaso dall’utilizzo degli inglesismi.

Ma sei sicuro che chi ti sta leggendo conosca il significato di ciò che scrivi? Nel dubbio scrivi in modo chiaro cosa è incluso nella tua offerta di late check out, ad esempio, o cosa significa up-grade di camera.

Sul tema puoi leggere: Parole straniere nei testi in italiano? Sì, ma con moderazione

5. Usare linguaggi burocratici (l’alberghese)

L’alberghese, termine coniato da Luisa Carrada, è il burocratese dell’ospitalità. È quello stile di scrittura pieno di luoghi comuni e frasi fatte sempre uguali, dove non traspare unicità.

Hotel a due passi dal mare, in posizione strategica, con camere dotate di tutti i moderni confort, con servizi esclusivi e ricco buffet…
E poi: vi sentirete come a casa vostra, l’ambiente è famigliare e la cucina tipica.

Sono affermazioni scontate, che trovi nelle descrizioni di tante strutture e che non dicono nulla sui servizi effettivi della struttura né sulla posizione.

Copy per il turismo: idee, esempi e consigli

L’alberghese, come tutti i linguaggi burocratici e settoriali, è comodo per gli addetti ai lavori.

Ma non funziona perché è troppo generico, non racconta, non differenzia, anche se rassicura.

Il potenziale cliente non sta cercando un avvocato per una causa, sta cercando una vacanza!
È alla ricerca di qualcosa che lo emozioni e ha bisogno di qualcosa in più di essere rassicurato.

Dobbiamo scrivere testi vividi, testi con tanti dettagli, testi che si facciano ricordare, e questo vale sia nella comunicazione tramite e-mail sia nella descrizione del nostro hotel sul sito web.

Considera che l’utente medio arriva su un sito web, dà una rapida occhiata e decide entro 8 secondi se approfondire la navigazione o abbandonare.

Questo è il tempo che abbiamo a disposizione per catturare l’attenzione dell’utente che arriva sul sito web dell’albergo.

parole

Le parole sono potenti: aprono o chiudono porte. Per questo motivo bisogna sceglierle con cura.

1. Abbandona l’alberghese

Invece di scrivere: ogni stanza è dotata di moderni confort

scrivi: Prepariamo il letto come vuoi tu: sul nostro sito puoi scegliere tra tre tipi di cuscini ergonomici per dormire in relax.

Oppure descrivi semplicemente l’arredamento della camera e il panorama dal balcone.

2. Scegli parole precise e concrete (vivide)

Invece di: Dal balcone di ogni stanza del nostro hotel si vede il mare

scrivi: Ogni balcone del nostro hotel si affaccia sul mare.

3. Cambia punto di vista

Scegli il punto di vista del cliente e usa la forma personale. Rivolgiti direttamente a lui. 

Invece di: Per informazioni sulle gite che organizziamo è possibile rivolgersi alla reception

scrivi: Desideri ulteriori informazioni sulle gite che organizziamo? Rivolgiti alla reception!

4. Usa un tono di voce umano

Usa lo stesso tono di voce che useresti se invitassi qualcuno a entrare in hotel. Useresti l’alberghese? Certo che no! 

Invece di scrivere: il nostro hotel si trova in una cornice incantevole

Scrivi: il borgo marinaro è lo stesso di cento anni fa: casette a un solo piano, intonaco bianco, oleandri e lavanda. Davanti il mare blu. Nel mezzo il nostro albergo.

5. Scrivi i dettagli e usali come punti di forza

Nelle descrizioni sono spesso i dettagli a catturare.

Invece di scrivere: servizi esclusivi (che poi, sono davvero esclusivi?) spiega in cosa consistono i servizi: la nostra terrazza è la più spaziosa dell’intero lungomare, un lusso da godersi su dondoli e comode chaise-long!

6. Non usare verbi pomposi

Non usare verbi come rappresentare, costituire, vantare, rammaricarsi: sono pomposi e antiquati. Scrivi in modo più semplice e diretto.

Invece di: Lo chef Gianni Pentola rappresenta il fiore all’occhiello della nostra struttura

Scrivi semplicemente: Lo chef Giovanni Pentola è il fiore all’occhiello

7. Evita l’autocelebrazione

Frasi come “la nostra struttura è la prima a…”, oppure “vantiamo uno chef di prim’ordine” è autocelebrazione e può risultare pensante e creare distacco.

Racconta i traguardi o i riconoscimenti sottolineandone i vantaggi per il cliente. Ad esempio: “il nostro chef creerà per gli ospiti piatti della tradizione con un tocco di modernità”.

Check List

Ricapitolando, quando controllerai la tua e-mail prima di spedirla, chiediti se:

  1. Hai adottato un tono di voce naturale
  2. Hai scelto parole precise e vivide
  3. Hai usato gli aggettivi per far vedere
  4. Hai puntato su dettagli interessanti

E soprattutto:

Cosa sto facendo vedere e provare a chi legge?

II segreto per una e-mail ben scritta sta tutto nel creare un dialogo il più possibile empatico, umano ed il meno possibile standardizzato, nel riuscire ad instaurare una conversazione trasparente, chiara e sincera.

Se vuoi approfondire puoi leggere questi libri:

  • Lavoro, dunque scrivo!, Luisa Carrada, Zanichelli Editore
  • Web marketing turistico, Michela Mazzotti, Hoepli Editore
  • Paroline e paroloni, Luisa Carrada, Zanichelli Editore

 

Sul web marketing turistico puoi leggere:

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

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Se il sito web della tua struttura non sta portando i risultati che speravi e vorresti ottenere maggiore visibilità e più conversioni la cosa migliore da fare è una revisione dei testi del tuo sito.

Il processo di revisione dei testi (editing) nell’ottica del marketing turistico prevede:

  • la scelta delle parole più adatte nella comunicazione alberghiera;
  • la correzione di eventuali errori di ortografia, grammatica, scelte lessicali non appropriate;
  • l’analisi e l’utilizzo delle keywords più usate nel mercato di riferimento;
  • l’applicazione delle tecniche di SEO copywriting allo scopo di ottenere testi ottimizzati alla ricerca e alla lettura che avviene sul web;
  • l’utilizzo di tecniche di scrittura di tipo persuasivo ed emozionale per aumentare le conversioni.

L’obiettivo è quello di migliorare quel linguaggio settoriale poco informativo e tutto uguale che ancora caratterizza molta comunicazione in ambito turistico.

Posso occuparmi anche di lettere di presentazione e fac-simile di preventivi: il tutto per migliorare l’approccio comunicativo al cliente.

Hai bisogno del mio aiuto?

Scrivimi, studierò il tipo di comunicazione e di linguaggio più adatto alla tua attività!

Inoltre, se pensi possa essere utile a te e al tuo team, ho messo a punto un nuovo corso per il web dedicato agli operatori per il turismo.
In 10 ore di lezione vedremo insieme:

  • le basi del copywriting turistico,
  • l’email marketing,
  • la gestione delle recensioni;
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Per saperne di più visita la pagina del corso sul mio sito web.

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