
L’empatia, nel copywriting e nella comunicazione, ha lo straordinario potere di creare relazioni. Ma si può imparare a scrivere in modo empatico?
Si fa un gran parlare di empatia. Di come comunicare in modo empatico, di come coltivare l’empatia, di come scrivere in modo empatico.
L’empatia è la capacità di entrare in sintonia con le altre persone, di capire il loro stato d’animo e le loro necessità, la loro gioia e il loro dolore.
Ma nella società di oggi, dove tutto corre in fretta e dove abbiamo poco tempo anche per noi stessi, è possibile coltivare l’empatia?
Io credo di sì, ma dobbiamo imparare a rallentare e coltivare l’ascolto.
Come possiamo pensare di essere compresi se noi per primi non ci poniamo in una situazione di ascolto con gli altri?
L’empatia nasce dall’ascolto, dal silenzio, dalla comprensione.
E dall’esercizio di alcune buone pratiche.
Come coltivare l’empatia
Coltivare l’empatia non è semplice, ma esistono alcune buone pratiche che, se per alcuni corrispondono alla normalità, per molti invece non sono automatiche, abituati come siamo a vedere la vita dal nostro punto di vista.
Per cominciare possiamo allenarci a tenere questi cinque atteggiamenti, come ci consiglia Rick Hanson, che ha scritto un interessantissimo libro sulla resilienza.
1.Dovremmo abituarci prima di tutto a immergerci nella nostra interiorità: la consapevolezza di sé rafforza la consapevolezza degli altri.
2.Alleniamoci ad assumere il punto di vista altrui, prendendo coscienza del fatto che quanto a noi appare evidente e importante potrebbe non esserlo per gli altri. Ognuno è plasmato dall’ambiente in cui vive.
3.Arricchiamo il nostro bagaglio di competenze “culturali” e confrontiamoci con persone di provenienza diversa dalla nostra. Ciò ci aiuterà a diventare consapevoli di preconcetti inconsci che derivano dalla nostra cultura e dunque a diventare più rispettosi dei bisogni altrui.
4.Impariamo a cogliere le micro espressioni dell’altro, a guardarlo negli occhi e a non fermarsi alla superficie, proprio per cogliere le esigenze e le sofferenze che potrebbero celarsi dietro a un atteggiamento aggressivo o che non riusciamo a comprendere.
5.Alleniamoci a formulare ipotesi, che sono la chiave dell’empatia. Questo ci aiuta ad affinare la comprensione.
Correggere poi le interpretazioni inesatte è importante per raggiungere una comunicazione empatica e dunque più autentica.
Come comunicare in modo empatico
Riconoscere le emozioni degli altri, e avere la certezza che gli altri riconoscano le nostre, facilita la comunicazione.
Ricorda che:
Se non provi empatia e le tue relazioni personali non sono efficaci, non importa quanto sei intelligente: non arriverai lontano.
(Daniel Goleman)
Ti è mai capitato di parlare con qualcuno e di pensare che quella persona ti capisce all’istante?
Spesso la chiamiamo “sintonia” ma quel che si crea in realtà è comunicazione empatica.
L’ empatia è uno strumento prezioso, forse l’unico, per ottenere fiducia.
Ognuno di noi desidera essere pienamente capito e compreso. Se il nostro interlocutore si sente capito e compreso è normale che vedrà in noi una persona di cui fidarsi e a cui affidarsi.
Una comunicazione efficace fornisce certamente informazioni, dati, notizie e caratteristiche concrete ma comunica anche emozioni.
E quando entrano in gioco le emozioni comunicare anche con il corpo è fondamentale. La comunicazione non verbale comprende l’uso dl corpo, delle mani e l’uso del giusto tono di voce.
Questo perché:
Il messaggio è importante tanto quanto il modo con cui lo si esprime.
Se applichiamo questo concetto al commercio possiamo capire perché, anche se i clienti analizzano e valutano le decisioni di acquisto sulla base di fatti caratteristiche del prodotto, la decisione che spinge all’acquisto è influenzata dalle emozioni che il venditore o il brand dell’azienda riescono a trasmettere.
Anche i nostri collaboratori formano la loro idea su di noi sulla base di fatti e caratteristiche della persona, ma decidono di seguirci e fidarsi di noi in base delle emozioni, ovvero di quell’insieme di sensazioni e sentimenti che spingono ad agire e che generano fiducia.
Per avere una comunicazione più efficace e fare in modo che il tuo messaggio arrivi nel migliore dei modi a clienti e collaboratori, comincia allora mettere un po’ di emozione in quello che dici: usa le mani, muovi il corpo e concentrati anche sul tono di voce.
Come scrivere con empatia
Empatia significa anche saper creare e trasmettere emozioni. Come riuscire a trasmettere emozioni con il copywriting?
Prima di tutto cerca di non essere vago mentre scrivi: comunica concetti precisi, concetti cioè che evocano immagini dettagliate. A tale scopo informati bene e dai tutte le informazioni necessarie e in modo chiaro.
Quando ti è possibile scrivi di cose che ti appassionano e che conosci bene: il tuo testo risulterà più spontaneo e più vero.
Allenati a non usare verbi all’imperativo. Niente ordini, insomma. Quante volte leggiamo on-line la famosa call-to-action Clicca, Scopri, Acquista?
Per il lettore è molto più coinvolgente essere condotto all’azione in modo più meno aggressivo. Invece di Leggi utilizza Potresti leggere anche.
Oppure: invece di Acquista la macchina fotografica migliore che c’è sul mercato utilizza Con questa macchina fotografica rivivrai momenti indimenticabili.
In questo modo è come se accompagnassi il lettore, senza forzarlo, a fare la scelta migliore. E in più tocchi il suo lato emotivo.
Inoltre, secondo alcune ricerche di programmazione neuro-linguistica, il nostro cervello dubita di troppa sicurezza e spavalderia e preferisce un approccio più umano e meno infallibile.
Alcuni avverbi che esprimono dubbio quali forse, probabilmente o quasi – contrariamente a quel che si crede – contribuiscono a dare maggiore credibilità al messaggio e dunque a creare fiducia e relazioni.
Altro aspetto importante è quello di utilizzare il giusto tono di voce. E per non sbagliare è necessario conoscere il tuo pubblico di riferimento.
Il tono colloquiale e l’utilizzo del tu è sicuramente il modo migliore per entrare in sintonia con il lettore, ma ciò che conta è riuscire a emozionare.
Perché si sa, i testi che funzionano meglio sono quelli che emozionano.
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