+39 349 80 58 016 info@aessecommunication.it
Seo Copywriting: come scrivere per farsi amare da Google (e non solo)

Seo Copywriting: come scrivere per farsi amare da Google (e non solo)

Scrivere per farsi leggere è l’obiettivo di ogni copywriter. Il buon contenuto, interessante e coinvolgente, non basta. Seguendo le regole della SEO raggiungi il tuo target e puoi scalare, col tempo, la serp di Google

Un bravo copywriter non deve preoccuparsi solo di redigere un contenuto ben scritto, interessante e senza errori.

Dal momento che la sua necessità è quella di far leggere quello che ha scritto, deve fare in modo che Google (o Bing, Yahoo, StartPage o altri), prima di tutto, si accorga del suo testo.

Questo ragionamento vale tanto per gli articoli di un blog o un giornale online quanto per le pagine di un sito web.

Durante la ricerca sul web, senza una SEO corretta (Search Engine Optimization, sistema che permette di gerarchicizzare in ordine di importanza e pertinenza i diversi contenuti del web) il tuo sito web risulterà in coda al altri siti che hanno fatto buon uso della SEO.

Il SEO Copywriter: come lavora

Mentre il copywriter si occupa di scrivere contenuti informativi, persuasivi ed emozionanti, il SEO copywriter si occupa della scrittura ottimizzata per i motori di ricerca.

Il SEO copywriter, bada bene, non è un esperto SEO, conosce però quelle regole che sono utili alla buona scrittura per ottenere dei risultati in termine di ricerca.

Oggi il web offre un gran numero di possibilità per le aziende che intendono aumentare la loro visibilità, ed è proprio lavorando in sinergia con queste due metodologie che si ottengono i risultati migliori.

Affinché i motori di ricerca premino un contenuto è necessario che questo sia dunque efficace, interessante, utile e attinente alle ricerche degli utenti della rete.

Il legame tra Content Marketing e SEO è stato definito con simpatia “la più grande storia d’amore del web” (Salvatore Russo e Alessandro Agostini, nel libro SEO&CONTENT di Hoephli): il segreto del loro successo è infatti l’equilibrio e il reciproco rispetto.

L’amore per la scrittura è necessario ma non basta per far sì che il proprio testo venga letto, come conoscere i tecnicismi della SEO è fondamentale ma senza la buona scrittura serve a poco.

Solo con l’unione accorta di questi due elementi posso ottenere il massimo dei risultati.

La prima cosa di cui si deve occupare un SEO copywriter è dunque quella di scoprire quali sono gli argomenti più cercati nel web, ossia quali sono le keyword (parole chiave) su cui organizzare il proprio scritto. Certo, relativamente alla branchia di suo interesse.

A questo scopo si può utilizzare Google Trends, Answer ThePublic e Ubbersuggest.

Una volta individuate le keyword primarie e secondarie, dette anche “coda lunga”, il copywriter inizia a costruire il suo contenuto, partendo dall’inserimento delle parole chiave.

Un suggerimento: concentrarsi sulle keyword secondarie (tralasciate dai concorrenti) è una buona strategia, in quanto consente di godere di un posizionamento più facile e di una buona visibilità.

Contenuti SEO-friendly

Scrivere contenuti SEO-friendly significa scrivere testi piacevoli da leggere e che, al contempo, tengono in considerazione le regole del buon uso della SEO.

Consigli per aumentare la visibilità:

  • Preferisci il testo all’immagine per esprimere concetti importanti.
  • Ripeti le parole e le frasi chiave (nel titolo e nel corpo del testo). Il testo deve risultare nell’insieme fluido e ben scritto, anche se SEO oriented.
  • Condensa all’inizio i concetti più interessanti.
  • Dividi il testo. Non presentare un unico blocco di testo, suddividilo in paragrafi (ognuno con il suo titolo) e poi in frasi brevi. Sarà più leggibile per il lettore e per i motori di ricerca.
  • Non scrivere testi troppo brevi. I motori di ricerca premiano testi e pagine di 1000 parole circa.
  • Utilizza immagini e brevi video.

Come ottenere visibilità

La strategia SEO combina tecniche di scrittura per il web a strategie di visibilità e posizionamento in ottica SEO

 

Come scrivere testi efficaci

Approfondiamo. Parliamo di quegli aspetti dal cui utilizzo dipende l’efficacia di un contenuto per il web.
Mi riferisco a:

  1. Struttura
  2. Punteggiatura
  3. Lessico
  4. Leggibilità
  5. Usabilità
  6. Fonti
  7. Il Fattore Umano

1.Struttura

Il contenuto dell’articolo o della pagina web deve essere organizzato in modo tale da facilitarne la fruizione. 

Comunica il topic (l’argomento, la chiave) nelle prime righe: deve essere chiaro fin da subito di cosa stai parlando.

Non dare per scontato che la struttura impostata sia comprensibile e logica: prova a ragionare dalla parte dell’utente che non conosce il tuo progetto, che ha fretta e che vuole trovare subito quello che sta cercando.

2.Punteggiatura

La punteggiatura, quando non è corretta, cambia il senso alla frase. Obbliga l’utente a doversi fermare e rileggere, con la conseguenza che abbandonerà quanto prima la tua pagina.

3.Lessico

Le parole utilizzate devono essere semplici e comprensibili a un pubblico ampio. Se usi termini in un’altra lingua, acronimi o tecnicismi inserisci la traduzione per facilitare la lettura.

Sull’inserimento di parole straniere nei testi puoi leggere: Parole straniere nei testi in italiano? Sì, ma con moderazione

4.Leggibilità

Considera che più dell’80% del traffico web avviene su cellulare. Per questo devi costruire le tue pagine in modo che siano fruibili (e leggibili) anche da altri dispositivi oltre al pc.

Scegliere un carattere (font) chiaro e pulito e le corrette dimensioni è un altro aspetto importante per farti leggere: i fruitori abbandonano velocemente testi interessanti se scritti in modo illeggibile o in un unico “blocco”.

5.Usabilità

Significa che ogni testo deve essere scritto in base al proprio scopo.

Mi spiego meglio: se inserisci un pulsante nella pagina web per far scaricare un contenuto, il tutto dovrebbe avvenire con il minimo di passaggi e nel modo più semplice e intuitivo possibile.

6.Fonti

Le fonti attribuiscono credibilità e valore al tuo messaggio. Hai a disposizione pochi secondi per convincere l’utente a continuare con la lettura: giocatelo al meglio!

7.Persona al centro (H2H)

Da quando, nel 2014, è uscito il libro di Bryan Kramer There is No B2B or B2C: It’s Human to Human, in molti hanno iniziato considerare il fattore umano nel fare marketing.

La comunicazione infatti, per funzionare, va impostata tenendo presente che tanto dietro a un’azienda quanto dietro al consumatore esiste sempre la persona.

I contenuti che meglio funzionano oggi sono quelli che permettono di condividere valore in modo personale. È questo che cercano i clienti oggi; un contenuto privo di personalità e di elementi umani è destinato a perdere anche se contiene informazioni interessanti.

Scrittura SEO-friendly: consigli pratici

Ti elenco le caratteristiche essenziali da tenere in considerazione per produrre contenuti in ottica SEO:

  1. Usa il tag h1 per il titolo e i tag h2, h3 e così via per i titoli dei paragrafi e dei sottoparagrafi;
  2. Utilizza la keyword in modo naturale nel testo e utilizzane le varianti (singolare e plurale, sinonimi e keyword secondaria) ma senza esagerare;
  3. Comunica subito il topic, il fulcro dell’argomento;
  4. Usa grassetto e corsivo in modo coerente;
  5. Usa tag e meta tag;
  6. Utilizza gli elenchi puntati e numerati;
  7. Rinomina i file e le immagini utilizzando la keyword del titolo;
  8. Compila il campo del testo alternativo (ALT) relativo all’immagine caricata;
  9. Utilizza link interni e link esterni rilevanti e utili al lettore;
  10. Fai attenzione al tempo di caricamento della pagina;
  11. Fai attenzione alla proporzione tra testo e codice (non sempre un testo da 300 parole è sufficiente a bilanciare questo rapporto).

Per approfondire questo ultimo aspetto puoi leggere: Text/HTML Ratio: rapporto tra testo visibile e codice HTML di Giovanni Sacheli, esperto SEO.

Il contenuto, pertanto, risulta essere l’elemento fondamentale su cui puntare energie e budget con l’obiettivo di trovare una posizione ottimale nelle pagine di Google.

“Content is king”  per far crescere il proprio business e differenziarsi nel rumore della Rete, ma questo non basta. Nelle dinamiche della new economy bisogna mettere in campo tutte quelle tecnologie che servono per catturare la propria audience con la gestione di una fase di Inbound marketing ovvero “l’arte di portare il contenuto dinanzi ai giusti lettori nel momento opportuno e nel posto opportuno”.

I progetti devono essere supportati dai social (con le tecniche del Social Media Marketing), con la creazione di una community rivolta ad aggregare il pubblico di riferimento.

Anche l’uso di software di analisi, testing e monitoraggio dei risultati offerti dal web (con le giuste KPI, cioè le metriche per valutare il ritorno dell’attività che si sta facendo) è fondamentale per valutare se la direzione intrapresa è quella giusta.

Sul tema potresti leggere anche:

Se hai qualche domanda per approfondire questo argomento o se ti serve aiuto per meglio gestire i testi del tuo sito web contattami. Con piacere e senza impegno.

Vuoi imparare a fare blogging?

Blogging

Scrivimi, possiamo organizzare una consulenza o qualche lezione anche via Skype.

Imparerai come gestire un blog, come creare un calendario editoriale e come costruire un post per promuoverti sul web.

Scrivimi!

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

Scopri i Servizi di AEsse Communication:

  • business blogging e testi professionali
  • copywriting
  • foto professionali
  • siti web responsive e mobile friendly
  • social media marketing

✉︎   info@aessecommunication.it

Servizi di Comunicazione digitale:
Nicola   ☏   +393498058016

Seguici sui social

LinkedIn  Facebook

Parole straniere nei testi in italiano? Sì, ma con moderazione

Parole straniere nei testi in italiano? Sì, ma con moderazione

Come e quando usare le parole straniere in italiano: buonsenso e qualche regola

Negli ultimi decenni l’italiano si è arricchito di tante parole straniere, la maggior parte inglesi, tanto che possiamo parlare di “itanglese” (italiano misto a inglese).

Ne hai sentito parlare?

Accogliere o meno termini inglesi nei nostri testi dipende da vari aspetti, come il settore in cui operiamo e se ci rivolgiamo a una platea ampia o di nicchia.

Settori come la tecnologia e la finanza, ma anche la moda, il turismo e il marketing sembrano aver ormai abbracciato l’uso di parole in inglese nella comunicazione.

Ma viene fatto in modo corretto? Ci sono dei criteri da applicare?

Sì, il buon senso impone di seguire alcune regole, per scrivere bene e farci capire dal pubblico che ci legge.

Vediamoli insieme.

Utilizza solo parole straniere che non hanno una buona alternativa in italiano

Tieni presente che spesso l’alternativa italiana c’è, ma è percepita come goffa o antiquata, perché il termine inglese è ormai entrato nell’uso comune.

Parole come wireless, brand, gadget, badget o fashion, business, leader fanno parte del nostro comune lessico ed è corretto utilizzarle.

Sono i cosiddetti forestierismi, o prestiti, parole che arrivano da altre lingue ma perfettamente integrate nella comunicazione di oggi.

Forestierismi

Ma vedi gli esempi seguenti:

  • Ogni martedì ti inviamo una newsletter con offerte e tip utili

Molto meglio: Ogni martedì ti inviamo una newsletter con offerte e consigli utili

  • Aspetto i tuoi input per iniziare il lavoro

Meglio scrivere: Aspetto le tue indicazioni per iniziare il lavoro

  • Fai tu un recap di quanto abbiamo detto?

Usa il termine in italiano: Fai tu un riepilogo di quanto detto?

Con parole poco utilizzate come tip, recap, headline (titoli) deadline (scadenza), speech (discorso), lunch (pranzo) o altre dovremmo chiederci se esiste la corrispondente in italiano e se ha la stessa efficacia. In tal caso perché non usiamo la nostra lingua?

Il punto della questione è allora questo: capire sin dove utilizzare le parole straniere e soprattutto non abusarne.

Personalmente inserisco al massimo una parola inglese in una frase, e solo se di uso comune.

Forestierismi: tra virgolette o in corsivo?

Fino a poco tempo fa una regola imponeva di scrivere in corsivo le parole straniere. Oggi però, dal momento che il numero di parole straniere che oramai troviamo anche nel vocabolario della lingua italiana va crescendo, si rischia solo di fare confusione.

E poi, perché isolare tra virgolette o scrivere in corsivo una parola di uso corrente, comunemente intesa dal pubblico?

Il consiglio degli esperti di scrittura è quello di ricorrere al corsivo solo per le parole altamente specialistiche proposte per la prima volta, con la spiegazione del significato a seguire tra parentesi.

Un po’ come ho scritto a inizio articolo quando ho parlato di itanglese.

Valuta se le parole straniere arricchiscono il testo in precisione o eleganza

In questi casi:

  • quando il contesto è appropriato, 
  • se siamo sicuri che i nostri lettori la conoscano,
  • se la parola in questione è più precisa della relativa parola in italiano 

l’uso della parola straniera è consentito.

Tuttavia, per mantenere un buon livello del testo, conviene non esagerare con le parole straniere.

Parole inglese nei testi in italiano

Ma, se esiste l’equivalente in italiano, come nelle parole che seguono, perché non usarlo?

  • Skill: competenze
  • Headline: titolo
  • Speech: intervento
  • Speaker: relatore
  • Best practice: buona pratica
  • Tool: strumento
  • Meeting: riunione
  • Engagement: coinvolgimento

Sono queste tutte parole con una buona alternativa in italiano, e per buona intendo plausibile, utilizzata ampiamente, non obsoleta o antiquata.

 Attenzione al plurale e al genere

Manager o managers? 

La regola è la seguente:

Le parole inglesi usate nei testi in italiano non prendono la -s al plurale, soprattutto se sono integrate nella nostra lingua. 

Ma attenzione:

Se le parole sono entrate nella nostra lingua al plurale, come ad esempio jeans o tapas, si usa il termine plurale anche al singolare.

Anche per il genere vale lo stesso concetto: non cambia.

Infatti diciamo la brioche, la par condicio, il golpe, il patio.

Per l’inglese però c’è un’eccezione. Di solito il genere si accorda con la corrispondente parola italiana. Diciamo infatti: lo speech, il target, la star, la Brexit, ma diciamo il web, anche se rete è femminile.

Altre volte il genere è condizionato dalla pronuncia della parola o dalla desinenza:

  • il maschile prevale nelle parole che finiscono in -ing  -p -er (surfing, bookshop, scooter)
  • il maschile si usa nelle parole che finiscono in -ion e -ty, in analogia con l’italiano -ione e -ta (la deregulation, la portability).

La regola, come insegna Luisa Carrada*, è questa: 

Davanti a una parola straniera si usa solitamente l’articolo che si userebbe davanti a una parola italiana con lo stesso suono.

Esempi: lo champagne (il suono è quello di scivolo), l’hamburger (in italiano la h è sempre muta).

Fa eccezione la w, che noi italiani percepiamo come consonante anche se pronunciamo u: scriviamo infatti il wisky o il webmaster.

Per ogni dubbio controlla sul dizionario, anche perché le eccezioni sono molte.

Fai attenzione all’inglese orecchiato e ai falsi amici

Quello che chiamo “inglese orecchiato” è l’inglese plausibile, credibile, che suona bene a noi italiani ma non è corretto.

Ne sono un esempio alcuni cartelli che si trovano nelle pubblicità di negozi, dove leggiamo a caratteri cubitali Next Opening!

Ma la scritta corretta sarebbe semmai Opening Soon.

 

False friends

I falsi amici sono invece quelle parole inglesi che, per la loro somiglianza sonora a una parola italiana, vengono usati come loro traduzione, ma in realtà hanno un significato completamente diverso.

Ad esempio, in inglese:

  • actually significa in realtà, non attualmente;
  • eventually significa alla fine e non eventualmente;
  • terrific significa fantastico e non terrificante.

Ci sono poi delle versioni “italianizzate” di alcune parole inglesi, soprattutto verbi, che si sono talmente diffuse nella nostra comunicazione che non ci facciamo quasi caso. 

Ma anche qui, sarebbe meglio non utilizzarle.

Ad esempio:

  • Stiamo processando la sua richiesta

È più corretto: La sua richiesta è in lavorazione

  • Mi piace il modo con il quale ti sei approcciata al tema

Meglio scrivere: Mi piace il modo in cui hai affrontato il tema

Queste sono le regole che applico quando scrivo i miei testi. Ti lascio alcuni testi su cui approfondire il tema e l’indirizzo di un blog dove puoi soddisfare le tue curiosità letterarie.

Anche tu rispetti alcune regole o segui qualche blog di riferimento per l’uso delle parole straniere? Se ti fa piacere scrivimi le tue fonti nel box qui sotto.

Per approfondire

Se vuoi approfondire puoi consultare il blog.terminologiaetc.it, il blog della terminologa Licia Corbolante, che svela tutti gli errori dell’inglese “orecchiato”. 

Ti consiglio anche il testo: Antonio Zoppetti, Diciamolo in italiano, Hoepli, Milano 2017

È un saggio sugli anglicismi della lingua italiana: quanti sono, come arrivano e come si diffondono.

*Luisa Carrada, editor e docente di scrittura professionale. Il post che hai letto è stato costruito seguendo regole ed esempi presenti nel libro:
Luisa Carrada, Paroline & Paroloni, Attingere a piene mai al tesoro del vocabolario, Zanichelli Editore 2018

 

Blogging

Vuoi imparare a fare blogging?

Scrivimi, possiamo organizzare una consulenza o qualche lezione anche via Skype.

Imparerai come gestire un blog, come creare un calendario editoriale e come costruire un post.

Scrivimi!

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

Scopri i Servizi di AEsse Communication:

  • business blogging e testi professionali
  • copywriting
  • foto professionali
  • siti web responsive e mobile friendly
  • social media marketing

✉︎   info@aessecommunication.it

Seguici sui social

LinkedIn  FacebookPinterest social

Copywriting: leggibilità, forma del testo e SEO

Copywriting: leggibilità, forma del testo e SEO

Nei testi per il web anche l’aspetto grafico ha la sua importanza: te lo dicono i lettori e i motori di ricerca

Scrivere in modo chiaro è essenziale per farsi leggere sul web.

Ma ci sono anche altri aspetti da considerare ai fini di una buona leggibilità, aspetti che riguardano la forma del testo. 

Anche se la forma non è tutto (certo il contenuto è il re del testo) è fondamentale all’equilibrio tra testo e spazi, alla sintonia con gli stili del carattere e con il tono di voce.

E questo vale soprattutto sul web: dal momento che il nostro testo potrebbe fare il giro del mondo diamogli un bell’aspetto.

Vediamo insieme a cosa prestare attenzione mentre scriviamo un articolo per un blog, una landing page, una newsletter o una pagina di un sito web.

Forma del testo

Curare la forma del testo significa esaltare il valore del contenuto. 

Una struttura chiara offre un primo livello di lettura e invita a continuare per approfondire. 

Fai respirare il testo con il giusto spazio 

Imposta bene i margini a destra e a sinistra.

Ricorda il doppio spazio tra i paragrafi, che rende la lettura più piacevole.

Dunque no ai “muri di testo”, quelle sequenze di testo fitte di parole senza suddivisione in paragrafi e senza parole in evidenza.

Se sui libri i “muri di testo” sono la normalità, sul web non funzionano: il lettore rischia di non distinguere le informazioni principali da quelle secondarie e di perdersi.

Anche andare a capo al momento giusto è importante. A chi legge indica che un ragionamento o un aspetto dell’argomento è concluso. 

Quando si continua dopo il punto ci si può agganciare alla fase precedente con un pronome, per evitare ripetizioni.

Quando si va a capo è meglio invece ricominciare dall’inizio: in questo caso non avere paura di ripetere il nome. 

Aspetto grafico del testo

Stili del caratteri

Ogni stile ha la sua funzione, non cambiare il carattere che hai scelto per il testo per “vivacizzare” qui e là, senza criterio.

Usa il grassetto per evidenziare la parola chiave o concetti importanti e il corsivo per dare rilievo ad alcune parole come i titoli (di libri, film, progetti) all’interno di un testo, termini tecnici o parole straniere.

Evita invece il sottolineato, che peggiora la leggibilità e in alcuni casi è ancora confuso con i link (anche se ormai si usa poco anche per i link, preferendogli l’uso di un diverso colore rispetto al corpo del testo).

Se ti interessa approfondire il tema su come e quando utilizzare la lingua inglese in italiano leggi: Parole straniere nei testi in italiano? Sì, ma con moderazione

Attenzione al font

Tra i moltissimi font messi a disposizione dai programmi di scrittura scegli i font progettati per lo schermo come Calibri, Verdana, Tahoma e Georgia o comunque in sintonia con il testo. 

Riserva semmai un font particolare al titolo, ai sottotitoli o alle citazioni.

Abbiamo pochissimi istanti per fare bella impressione: anche per i testi, come per le persone, il vestito ha la sua importanza.

Scegliere il font adatto serve a agevolare la lettura, ma anche a trasmettere lo spirito di un brand, lo stile di un’epoca o di un contesto.

Chiediti sempre se c’è armonia tra font e messaggio.

Attenzione alla grafia

Fai attenzione alla grafia delle parole: scegli quale forma utilizzare per esempio tra e-mail o email, tra web e Web o casomai e caso mai e poi mantienila per tutto il testo: nessuna di queste forme è errata e ciò che conta e è che ci sia coerenza.

In chi legge, spesso inconsapevolmente, le incongruenze possono essere segnali di poca affidabilità e professionalità.

Come scrivere date e orari

La data è sempre meglio scriverla per intero, che è anche il modo più leggibile. Ad esempio: 12 maggio 2021.

Viceversa, il meno leggibile è quello con le barre oblique: 12/05/2021.

Gli orari si scrivono con i due punti: 20:30, 9:30. Non usare la virgola, che fa pensare ai decimali e può confondere.

Ricorda che in italiano i giorni della settimana e i mesi si scrivono con l’iniziale minuscola (ma non nella data).

Acronimi e Abbreviazioni

Quando usi gli acronimi ricorda sempre di esplicitarne il significato tra parentesi, anche più volte nel testo (magari a inizio del paragrafo).

Puoi invece evitare di esplicitarli solo se solo molto noti, come nel caso di INPS o BCE. 

Le abbreviazioni possono essere utili se indicano ad esempio ciò che segue: ad esempio vol. per volume, art. per articolo o fig. per figura; suonano male nell’insieme del testo quando rendono burocratico o brusco il tono di voce.

Ad esempio, in una email, meglio scrivere entro 30 giorni e non entro 30 gg., il prossimo 10 giugno e non il 10 giugno p.v., il vostro riscontro anziché il vs riscontro. 

Meglio sempre evitare le abbreviazioni inutili.

Usa gli elenchi

Ordina in elenchi le informazioni dello stesso tipo: aiutano la memoria e facilitano la leggibilità.

Con gli elenchi puoi dare molte informazioni in modo sintetico e dunque più chiaro e puoi dire molto con meno parole rispetto a un testo discorsivo.

Gli elenchi vanno costruiti seguendo la regola del “parallelismo”, in modo cioè che tutti le voci abbiano la stessa struttura.

Mi spiego meglio. Puoi trasformare ad esempio un testo discorsivo che parla di una serie di vantaggi in un elenco usando i numeri ma cerca di iniziare la singola riga con una parola diversa. Questo perché la mente che legge tende a saltare la lettura della stessa parola.

Ad esempio, se voglio parlare dei vantaggi della creatività, scriverò:

La creatività porta una serie di benefici, infatti:

  1. Attiva la mente, stimola il pensiero critico;
  2. Ci permette di apprendere con maggiore facilità;
  3. Migliora la qualità del lavoro;
  4. Apre mente e cuore;
  5. Riduce ansia e stress.

Eccetera.

Se vuoi approfondire come impostare in modo corretto il tuo testo dal punto di vista dell’editing leggi: Editing: quali regole seguire per la revisione di un testo scritto

Aspetto del testo e SEO

L’aspetto grafico del testo è importante anche per la SEO, oltre a migliorare la leggibilità del testo e a favorirne la comprensione da parte del lettore.

Infatti, rispettare le regole che riguardano l’aspetto grafico del testo (e che sopra ho elencato) favorisce l’indicizzazione da parte dei motori di ricerca.

L’indicizzazione è il processo con il quale Google, attraverso i suoi algoritmi, analizza e posiziona le pagine del sito e il sito stesso nel suo data-base. È il cuore dell’attività SEO.

Il posizionamento del sito è dunque il passaggio successivo, il risultato, dell’indicizzazione.

A tale scopo aggiungo un’altra regola importante da tener presente quando costruisci una pagina web o un articolo:

Usa l’H1 per il titolo di pagina, un H2 per un sottotitolo, H3 e H4 per i titoli dei paragrafi.

Per saperne di più sulle tecniche SEO leggi: Seo Copywriting: come scrivere per farsi amare da Google (e non solo)

Conosci altri aspetti utili a migliorare la leggibilità del testo?

Fammi sapere cosa ne pensi nel box qui sotto!

 

Articolo scritto nel mese di aprile 2021, rivisto e aggiornato nel mese di gennaio 2023

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

Servizio di Editing

Revisione del testo scritto

Se hai un blog o scrivi da te gli articoli del tuo blog aziendale posso darti supporto nella fase della revisione con il servizio di editing.

Se hai articoli di cui vuoi verificare l’impostazione, se vuoi mettere a punto un calendario editoriale o sei alla ricerca di consulenza per i testi del tuoi sito web posso aiutarti, contattami!

Possiamo anche accordarci per sentirci online, via Skype.

Scopri i Servizi di AEsse Communication:

  • business blogging e testi professionali
  • copywriting
  • foto professionali
  • siti web responsive e mobile friendly
  • social media marketing

✉︎   info@aessecommunication.it

Seguici sui social

LinkedIn  FacebookPinterest social

Copywriting, psicologia e persuasione: 7 consigli di scrittura per convincere

Copywriting, psicologia e persuasione: 7 consigli di scrittura per convincere

Le decisioni di acquisto si fondano su componenti emozionali. È per questo motivo che è utile comprendere il funzionamento di quelle leve psicologiche su cui si basa il copywriting persuasivo

Il bravo copywriter deve conoscere la psicologia che sta alla base del processo di acquisto.

Questo perché, come ho spiegato nel mio articolo Copywriting, guida alle tecniche di scrittura e alle parole che convincono il processo di acquisto ha in sé molteplici componenti emozionali.

Il concetto di leve psicologiche del copywriting deriva da Joe Sugarman (psycological triggers), indiscusso maestro del copywriting persuasivo, e racchiude tutte quelle tecniche che il buon copywriter deve saper utilizzare per raggiungere, catturare e convincere il lettore.

Vediamole una per una e proviamo a capire perché funzionano e in che modo permettono di ottenere risultati.

Vedremo poi i principi di Robert Cialdini contenuti in “Le armi della persuasione”, i pilastri del cosiddetto persuasive copywriting.

Il testo, scritto negli anni ’80, si basa su alcuni studi di psicologia sociale essenziali per chiunque si occupi di marketing e pubblicità, in quanto affronta le dinamiche della persuasione e spiega le dinamiche di acquisto.

Le 7 leve psicologiche del copywriting

1. Rendi tuo il problema dei tuoi lettori

I tuoi lettori cercano qualcuno che li ascolti e sappia come risolvere il loro problema. E chi meglio di qualcuno che c’è già passato e che sa come risolverlo?

Mentre scrivi focalizzati sul problema, condividi i disagi in modo empatico e proponi una soluzione. Ricorda che (la citazione è di E.Swartz):

“La diffcoltà più grande nel tuo lavoro è quella di ascoltare. Devi ascoltare più pareri per avere successo. Devi ascoltare prima di tutto i problemi della gente e devi essere in grado di risolverli. Devi conoscere la persona così bene da essere in grado di assomigliargli.”

2. Ferma i pensieri del tuo lettore

Sfida il tuo lettore a ragionare su quello che stai scrivendo, spingilo a trovare una risposta alle tue domande. È il modo migliore per attirare la sua attenzione.

3. Stimola la visualizzazione

Lo sai perché nel marketing si utilizzano molte immagini?

Perché le immagini vengono elaborate dal cervello 60.000 volte più velocemente del testo. 

La comunicazione visiva è quindi più immediata, più semplice da comprendere e da ricordare.

Le immagini riescono a raccontare ciò che con le parole a volte si fatica a comunicare in modo immediato.

Utilizza immagini del tuo prodotto, ma rendilo anche immaginabile in modo credibile: se riuscirai a farlo entrare nella testa del tuo lettore non vi uscirà più.

4. Crea curiosità

Prima di proporre il tuo prodotto inizia con una domanda o con una frase ad effetto, qualcosa che lo induca a continuare a leggere e a concentrarsi su ciò di cui stai parlando.

5. Induci scarsità

Quando proponi un prodotto suggerisci al lettore che deve agire in fretta perché il prodotto sta terminando.

Oppure crea scadenze, offerte limitate o sconti temporanei: la paura di perdere questo vantaggio sarò uno stimolo per spingerlo ad acquistare.

6. Sii preciso

Comunica informazioni precise e concrete sul tuo prodotto. Se possibile utilizza tabelle e dati verificabili: questo ti aiuterà a essere credibile e a ottenere la fiducia del lettore.

7. Racconta una storia

Il potere dello storytelling sta proprio nel riuscire a indurre nell’immedesimazione molto più di altre tecniche di marketing. Le storie favoriscono la connessione tra te e il tuo lettore e incrementano la credibilità.

La bravura di chi sa fare storytelling e proprio quella di costruire una storia intorno al prodotto o servizio che intende proporre. La narrazione che si crea deve stimolare il lato emozionale del lettore in modo da tenerlo incollato al tuo scritto.

Nello storytelling è necessario creare il giusto mix che emoziona il lettore con contenuti coerenti con il valore del tuo prodotto e l’identità della tua azienda.

I brand più famosi comunicano con lo storytelling e il loro messaggio pubblicitario non è mai freddo e standardizzato, anzi, è intriso di componenti emozionali a forte impatto emotivo.

Copywriting e psicologia

Le armi della persuasione: come e perché si finisce col dire di sì

Sono sei i principi che formano quel sistema persuasorio che ci induce a dire sì: coerenza, reciprocità, riprova sociale, autorità, simpatia, scarsità.

Stilati da Robert Cialdini nel testo “Le armi della persuasione. Come e perché si finisce col dire di sì” questi sei principi sono ben conosciuti nell’universo psicologico-sociale e rappresentano dei fattori motivazionali molto importanti, elementi portanti del comportamento umano individuale e sociale.

Quali sono dunque quei fattori che inducono una persona a dire di sì alle richieste di un’altra?

Perché una richiesta formulata in un certo modo viene respinta mentre un’altra, identica ma presentata in maniera diversa ottiene il risultato desiderato?

Vediamo insieme e cerchiamo di capire il funzionamento di queste tecniche psicologiche, potenti strumenti motivazionali in mano a un bravo copywriter.

1. Reciprocità

La reciprocità è uno degli strumenti più antichi alla base del commercio: io do qualcosa a te e tu dai qualcosa a me.

I periodi di prova gratuiti, le offerte di campioni, l’accesso a contenuti riservati, i coupon di benvenuto sono tutti classici strumenti che rispondono a questa leva psicologica: a nessuno piace essere in debito.

È infatti comprensibile che quando qualcuno ci fa un favore o ci aiuta, o quando riceviamo qualcosa in regalo, ci sentiamo in obbligo nei confronti di quella persona e desideriamo ricambiare.

È su questo principio che trova fondamento il marketing della gratitudine, un modo nuovo di fare marketing che permette di consolidare le relazioni.

Il principio di reciprocità viene poi molto utilizzato nel marketing on-line quando, ad esempio, in cambio del tuo indirizzo email o una iscrizione alla newsletter ti viene offerto un e-book.

Indirizzi che saranno utilissimi quando inizierai la tua strategia di email marketing per vendere i tuoi prodotti o servizi.

2. Impegno e coerenza

Il principio di impegno e coerenza si utilizza nel funnel dell’inbound marketing, quella sequenza che permette di selezionare i clienti tramite pubblicazioni costanti sul blog aziendale e, gradualmente, fidelizzarli e impegnarli a nostro favore, in modo da chiudere la vendita.

Maggiore sarà il contatto tra te e il tuo potenziale cliente, maggiore sarà la sua volontà di non fare brutta figura con te. Leonardo Da Vinci ci ricorda:

“È più facile resistere all’inizio che alla fine.”

3. Riprova sociale

La riprova sociale è l’importanza che diamo a quello che dicono gli altri. Tendiamo a pensare infatti che “se tante persone svolgono la stessa azione, questa cosa sarà corretta”.

È una scorciatoia cognitiva tipica dell’essere umano, un po’ come il pensiero “ciò che è costoso è per forza buono”.

Questo principio viene molto utilizzato nelle pagine di vendita: le persone tendono a fidarsi delle testimonianze di chi si è trovato nella loro stessa situazione.

Maggiori sono i commenti e le testimonianze positive verso un prodotto, più siamo portati a pensare che quel prodotto sia ottimo ed aumenteranno così le possibilità di acquisto.

Se ci pensi, il successo di TripAdvisor o di Amazon si fonda proprio su questo principio.

4. Simpatia

Come risultare simpatici al nostro lettore? La simpatia è un’arte non semplice da imparare. L’unico vero modo per risultare piacevoli e simpatici quando scriviamo è quello di conoscere bene il target e di usare l’empatia nel modo in cui comunichiamo.

In questo modo, parlando lo stesso linguaggio, è probabile che il lettore si riconosca in ciò che scriviamo.

5. Autorità

L’autorevolezza si crea con lo studio e l’esperienza. Tuttavia, per avere credibilità e proporti come riferimento per chi ti legge esponi dati certi e risultati: solo in questo modo i tuoi potenziali clienti sapranno che non racconti bugie e ti considereranno una persona affidabile.

6. Scarsità ed urgenza

È uno dei principi più utilizzati nel marketing online e offline: dalle televendite al supermercato. La scarsità crea valore e importanza attorno al prodotto di cui stai parlando e induce il cliente ad affrettarsi nel suo processo di acquisto.

Come ho scritto sopra, parlando delle leve psicologiche del copywriting, la scarsità rende il prodotto esclusivo e l’idea di una potenziale perdita gioca un ruolo molto importante nei processi decisionali della mente umana.

Un esempio classico è quello dell’offerta valida per pochi giorni o per un numero limitato, chissà quante volte avrà fatto leva anche su di te.

Una nota citazione ci ricorda che:

“Il modo migliore per amare qualcosa o qualcuno è pensare al fatto che si potrebbe perderlo”.

Penso che la psicologia collegata al marketing permetta degli approfondimenti molto interessanti.

Lo credi anche tu? Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti qui sotto.

Testo consigliato per un approfondimento:

  • Robert B. Cialdini, Le Armi della Persuasione. Come e perché si finisce col dire di sì, Giunti Editore, 2010

Leggi anche:

 

Articolo scritto nel mese di settembre 2021 e aggiornato nel mese di dicembre 2022

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

Servizio di Editing

Revisione del testo scritto

Se hai un blog o scrivi da te gli articoli del tuo blog aziendale posso darti supporto nella fase della revisione con il servizio di editing.

Se hai articoli di cui vuoi verificare l’impostazione, se vuoi mettere a punto un calendario editoriale o sei alla ricerca di consulenza per i testi del tuoi sito web posso aiutarti, contattami!

Possiamo anche accordarci per sentirci online, via Skype.

Scopri i Servizi di AEsse Communication:

  • business blogging e testi professionali
  • copywriting
  • foto professionali
  • siti web responsive e mobile friendly
  • social media marketing

✉︎   info@aessecommunication.it

Seguici sui social

LinkedIn  FacebookPinterest social

Copywriting emozionale: la metafora dell’iceberg e il desiderio di acquisto

Copywriting emozionale: la metafora dell’iceberg e il desiderio di acquisto

Molto utilizzato nelle pagine di vendita, il copywriting emozionale ti permette di entrare in sintonia con il tuo lettore

Il copywriting emozionale è un copywriting che, come il termine stesso suggerisce, fa leva sulle emozioni del lettore. 

Per alcuni versi può essere definito anche copywriting empatico, in quanto permette al copywriter di entrare in empatia con chi legge facendo leva su emozioni come la paura, il successo o il desiderio di migliorare una situazione.

In questo articolo vediamo insieme quali sono le caratteristiche del copywriting emozionale e come utilizzarlo, in modo etico e senza manipolazioni, per una comunicazione efficace.

I bisogni che guidano i nostri comportamenti

Il copywriting emozionale è molto utile quando si deve vendere un prodotto in quanto in genere le persone, quando devono acquistare un prodotto o un servizio agiscono facendosi guidare dalle emozioni.

È raro che un acquisto avvenga su base razionale, spesso ci lasciamo condizionare da stimoli e sensazioni.

L’aspetto emotivo è dunque centrale in ogni decisione d’acquisto.

Il modello dell’iceberg

Come vedi dal modello dell’iceberg qui sotto, dietro a un comportamento c’è sempre di più di quanto vediamo.

Modello dell'iceberg

La metafora dell’iceberg trae le sue origini dal piccolo libro di Hemingway ”Il principio dell’Iceberg” ed è un’immagine che è stata applicata a diversi ambiti, da letterario e a quello delle risorse umane.

È nota però soprattutto per l’uso che se ne fa in psicologia: per spiegare cioè la struttura della nostra mente.

Il Modello Iceberg descrive come i nostri comportamenti, ossia la parte di noi più visibile, siano in realtà la punta di un processo molto più complesso che ha inizio nella soddisfazione o meno dei nostri bisogni di base.

Quindi il nostro agire, osservabile dagli altri, nasconde, subito sotto il livello dell’acqua i “pensieri ed emozioni” che muovono le nostre azioni.

Scendendo al di sotto dei pensieri e delle emozioni troviamo i nostri “valori” e le nostre “priorità” che influiscono pensieri ed emozioni. Sotto a questi, ossia alla base di tutto: i “bisogni” soddisfatti o insoddisfatti.

Sono i bisogni a creare i filtri con i quali coloriamo il nostro modo di vedere e leggere noi stessi, il mondo e gli eventi che ci capitano.

Sono i nostri bisogni a creare i valori che a loro volta danno origine al modo in cui pensiamo e proviamo emozioni, le quali a loro volta generano i comportamenti. E questo vale anche per gli acquisti.

Per scrivere in modo efficace quindi non devi solo saper scrivere bene, ma devi per prima cosa intercettare e analizzare tutti quei fattori che influenzano un comportamento.

Come utilizzare il copywriting emozionale

In che modo possiamo utilizzare il copywritng emozionale nella comunicazione? Vediamo insieme qualche consiglio pratico.

1. Analizza il tuo target e individua emozioni positive e negative

Il primo e importante aspetto per utilizzare un copywriting emozionale, è comprendere chi è il tuo target, operazione che deve sempre essere fatta in una strategia di creazione di contenuti.

Analizzando il tuo target potrai capire quali sono le paure comuni, cosa preoccupa il tuo lettore (emozioni negative) e quali i suoi desideri e bisogni (emozioni positive).

Fai visualizzare l’esperienza del tuo prodotto o servizio al lettore e spiega in cosa il tuo prodotto funziona o è migliore rispetto ad altri, in modo da farlo diventare una soluzione desiderabile.

Quando analizzi il tuo target di riferimento, nella creazione della tua buyer persona inserisci tutti quegli elementi capaci di emozionare il tuo potenziale cliente e fargli capire che il tuo prodotto o servizio è proprio quello che stava cercando.

Copywriting Emozionale

2. Scrivi in modo chiaro, diretto e preciso

Se il tuo intento è quello di emozionare chi legge, usare paroloni, metafore, allusioni e termini troppo difficili, non è per niente una buona strategia.

Comunica informazioni precise e concrete sul tuo prodotto. Se possibile utilizza tabelle e dati verificabili: questo ti aiuterà a essere credibile e a ottenere la fiducia del lettore.

Inoltre, per creare empatia, fai immediatamente capire a chi legge che comprendi in pieno il suo stato d’animo.

3. Usa le parole giuste

Utilizzare un gergo comune al tuo target è la chiave per entrare in empatia con chi legge.

Il motivo è semplice: immagina di vendere un prodotto a un target principalmente giovane. In questo caso utilizzare un gergo troppo professionale potrebbe creare un vero e proprio muro tra te e il tuo lettore: usa parole semplice e diffuse in quella fascia d’età.

Inoltre, ricorda che uno tra i fattori che influenza le scelte delle persone è sicuramente il senso di appartenenza.

Tutti noi abbiamo bisogno di sentirci parte di un gruppo.

Oggi soprattutto online, le persone chiedono ai brand qualcosa che va oltre il prodotto. Acquistando i prodotti o i servizi vogliono sempre più entrare a far parte di una community formata da persone con cui possono scambiarsi opinioni, consigli e condividere le emozioni che provano grazie al prodotto o servizio.

Un esempio di brand che utilizza delle parole ad alta carica emotiva è Nike, che chiama i suoi clienti atleti. Come puoi immaginare, sentirsi chiamare così da Nike, brand che realizza articoli sportivi per campioni di varie discipline, infonde emozioni molto positive nel lettore e infonde un senso di appartenenza.

4. Fornisci una soluzione concreta per le emozioni negative

Non tutti i prodotti servono per migliorare e rendere più appagante la vita alle persone, alcuni prodotti o servizi servono per risolvere dei problemi più o meno gravi.

Nel copywriting emozionale, dopo essere entrato in empatia con il tuo lettore, devi anche essere in grado di offrirgli una soluzione reale e concreta.

Ti faccio un esempio. Come copywriter mi occupo da qualche anno di creare contenuti per un blog collegato a un e-shop di prodotti per l’ufficio.

Se voglio risolvere il problema di chi, dopo aver passato un’intera giornata alla scrivania soffre di mal di schiena, devo proporre dei prodotti ergonomici e spiegare quali sono gli aspetti a cui far attenzione per mantenere una posizione corretta alla scrivania.

Devo dimostrargli cioè che ho capito quale è il suo problema e offrirgli un soluzione concreta.

Parole efficaci nel copywriting emozionale

Il copywriting emozionale utilizza una terminologia precisa. Ci sono infatti alcune parole che, molto più di altre, possono suscitare delle emozioni nel tuo pubblico.

Un termine che ti suggerisco di usare è capisco, che ha una valenza enorme in quanto ti permette di entrare in empatia con il tuo lettore, facendogli capire che sai bene ciò che prova. Puoi scrivere allora: Capisco come ti senti, Capisco che per te è un problema.

Poi, parole come tu, gratis, perché e subito sono considerate le migliori parole per vendere e convertire, soprattutto se inserite in una call to action o nell’oggetto della newsletter.

L’efficacia del tu è ormai consolidata (o del nome proprio se si tratta di una newsletter): esprime fiducia e fa sentire coinvolti, quasi come si stesse parlando ad un amico.

Il successo della parola gratis (o gratuito) deriva dal fatto che ognuno di noi ama ricevere qualcosa in regalo (anche quando non ne abbiamo bisogno).

La parola perché è utile all’utente che è alla ricerca di una giustificazione della sua azione. Vuole cioè capire il motivo per cui dovrebbe fare ciò che consigli.

Immediatamente (o subito) è una parola che attiva una parte del nostro cervello e lo spinge a un’azione. È utile in un contesto in cui proponiamo un beneficio o un’offerta a scadenza dove vi è il rischio di perdere l’opportunità..

Copywriting: emozioni più razionalità 

Per descrivere auto e moto spesso si usa un copywriting che fa leva su queste due emozioni: emozioni e razionalità.

Guarda ad esempio la Landing Page di vendita della Mini: i produttori sanno bene che le caratteristiche differenzianti dei loro prodotti sono anche emozionali e che la Mini viene acquistata anche perché fa sentire la persona in un modo particolare: giovane, avventurosa, di buon gusto, diversa da tutti gli altri.

copywriting emozionale

Questo per dirti che la combinazione di elementi emotivi e razionali ti aiuta a scrivere una pagina web completa, che tocca il cuore e la mente delle persone.

Ora tocca a te: per scrivere pagine che tocchino sia la parte razionale che quella emotiva del tuo lettore, ricerca quali sono le emozioni che provano e quali sono le trasformazioni che vogliono raggiungere o i problemi che vogliono risolvere.

Lasciati coinvolgere e scrivi in modo empatico.

Se hai bisogno di qualche consiglio contattami pure, oppure scrivi un commento nel box qui sotto.

Per approfondire puoi leggere:

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

Servizio di Editing

Revisione del testo scritto

Se hai un blog o scrivi da te gli articoli del tuo blog aziendale posso darti supporto nella fase della revisione con il servizio di editing.

Se hai articoli di cui vuoi verificare l’impostazione, se vuoi mettere a punto un calendario editoriale o sei alla ricerca di consulenza per i testi del tuoi sito web posso aiutarti, contattami!

Possiamo anche accordarci per sentirci online, via Skype.

Scopri i Servizi di AEsse Communication:

  • business blogging e testi professionali
  • copywriting
  • foto professionali
  • siti web responsive e mobile friendly
  • social media marketing

✉︎   info@aessecommunication.it

Seguici sui social

LinkedIn  FacebookPinterest social

UX Writing: l’importanza dei microtesti nella comunicazione

UX Writing: l’importanza dei microtesti nella comunicazione

L’UX Writing si basa su concetti quali l’usabilità, la buona scrittura per il web e la SEO. Ma chi è l’UX Writer e quali sono le sue competenze?

L’aumento dei diversi canali di comunicazione ci espone ad un continuo flusso di informazioni e di stimoli, allargando la nostra possibilità di decidere chi e cosa seguire.

Sappiamo che per farci scegliere dobbiamo fare la differenza. 

È in questo contesto che si inserisce l’importanza dell’UX writing.

Cos’è l’UX Writing

Il termine UX writing ha iniziato a diffondersi tra il 2017 e il 2018 e il ruolo dello UX writer era inizialmente appannaggio solamente delle grandi aziende americane.

Spesso le persone a cui è affidato il compito di pensare e scrivere le parole dei microtesti all’interno di un sito web sono programmatori o designer, ma possono essere anche esperti di marketing o copywriter.

L’UX writer si occupa di creare microtesti che hanno il compito di guidare l’utente nella navigazione all’interno di un sito o di una App.

Mi riferisco a quei testi che troviamo ad esempio in un pulsante, in una newsletter, in una pagina contatti o in un messaggio di errore.

Sono testi brevi, di qui il nome microtesti, ma, come vedremo, il loro impatto nella navigazione è ciò che fa la differenza.

Sono dunque importanti tanto per gli utenti quanto per gli obiettivi di business. 

Vantaggi UX Writing

Esempio di efficacia del micro testo. Fonte uxdesign.com

In questo esempio, basta sostituire la parola “prenotazioni” con “verifica la disponibilità” in un modulo di prenotazione per aumentare l’engagement (il coinvolgimento) del 17%.

Questo, per chi vende o si occupa di prenotazioni online, significa guadagnare di più.

Altri esempi di approcci utili sono utilizzare “Unisciti anche tu alla nostra community” anziché “Iscriviti!” o “Hai bisogno di un consiglio?” al posto di “Richiedi un preventivo”.

Ciò che fa la differenza tra il scegliere una App al posto di un’altra apparentemente simile o navigare su un sito al posto di un altro è oggi la piacevolezza, la semplicità d’uso e la sensazione di sentirci a casa.

Scegliere le parole giuste è il mestiere di chi scrive, nella consapevolezza che le parole possono far avvicinare ma anche allontanare, possono far riflettere ed emozionare o spaventare e ferire.

Ogni singola parola che decidiamo di utilizzare è una scelta e per ognuna di esse ne scartiamo una decina.

Ma in base a cosa scegliamo?

Cosa sono i microtesti

UX writing significa microtesti e si riferisce a quella scrittura per il web che punta all’ottimizzazione delle interfacce di siti web, blog, portali, applicazioni e tutto ciò che riguarda la comunicazione on-line.

UX Writing

Esempi di micro testo all’interno di un sito web

Dai messaggi d’errore alla pagina 404 (che viene visualizzata quando un utente cerca di visitare una pagina inesistente del sito), dalla schermata di caricamento ai messaggi di conferma, al form di iscrizione alla newsletter e alla CTA (Call to action): sono solo alcuni degli esempi di microtesti.

Di conseguenza l’UX writer è specializzato nella stesura di contenuti brevi che aiutano le persone a muoversi sul sito e a capire cosa devono fare.

Chi si occupa dei micro testi (o microcopy) deve produrre i seguenti testi:

  • Bottoni call to action.
  • Headline e sottotitoli.
  • Tag title delle pagine.
  • Meta description.
  • Didascalie.
  • Campi dei moduli.
  • Istruzioni e FAQ.
  • Messaggi di errore.
  • Messaggi di conferma.
  • Pagina 404.

 

Microtesti: poche parole cariche di significato

L’UX writing, nel definire un metodo di scrittura per siti, portali, App ecc. deve essere in grado di far sentire l’utente a casa sua.

Le persone quando navigano per soddisfare un loro bisogno sono curiose, impazienti ed esigenti. Testi lunghi sono controproducenti: il messaggio deve essere chiaro, conciso e mirato.

Ne “Il Piccolo Principe” Antoine de Saint-Exupéry scrive:

La perfezione è raggiunta non quando non c’è più niente da aggiungere, ma quando non c’è più niente da togliere.

Dunque l’imperativo è “togliere” per riuscire a trasmettere l’essenziale.

Serena Just, nel suo libro UX Writing. Micro testi, macro impatto, traccia L’UX Writing Manifesto, una serie di regole da seguire per scrivere testi che guidino le persone all’interno di un sito verso un’azione che soddisfi un loro bisogno.

A tale scopo i micro testi devono essere:

  • Chiari. Vuol dire usare parole e verbi semplici, la forma attiva e non quella passiva.
  • Concisi. Vuol dire usare poche parole ma cariche di significato.
  • Coerenti, per non confondere le persone.
  • Informativi, perché il sito deve essere funzionale e la navigazione semplice.
  • Naturali. Ciò significa non usare tecnicismi o, se è proprio necessario, specificarne il significato.
  • Umani, scegliendo di usare il tu ove possibile.
  • Strutturati. Significa chiarire l’obiettivo sin da subito e dare prima le informazioni più importanti.
  • Mirati, ridurre la confusione (gli spazi vuoti aiutano a focalizzare).
  • Ponderati, significa fare attenzione al Tone of Voice.
  • Inclusivi, significa usare un linguaggio accessibile a chiunque, facile da capire per tutti.

Hai mai letto “testi che parlano”? Sono quei testi che non si limitano a comunicare informazioni, ma trasmettono personalità, empatia, rassicurano. Hanno un Tone of Voice riconoscibile, un po’ come l’Editoriale di un quotidiano dove riconosci il giornalista che scrive ancor prima di leggere il nome.

Per questo anche per scrivere microtesti è importante lo studio delle Buyer Personas e dell’appropriato Tone of Voice. Come lo sono lo studio dei dati del Customer Journey (il viaggio del consumatore) all’interno del nostro sito web.

 

Copywriter e UX Writer

Il copywriter è una figura professionale che lavora in molte realtà diverse e la cui attività copre vari aspetti: dagli articoli sui blog aziendali alla SEO, dalle newslwtter per l’email marketing ai post sui social media.

L’ UX writer invece si occupa di tutti quei testi che non si notano ma sono fondamentali per l’usabilità del sito e perché guidano l’esperienza utente.

L’UX writer costruisce la strategia partendo dall’utente e cercando di capire quale sia la sua esigenza e le sue emozioni.

UX Writing

Differenze di approccio al testo tra copywriter e UX writers

Potrebbe interessarti: Formazione, creatività ed empatia: come far amare ciò che scrivi e diventare un Copywriter professionista

 

Competenze UX Writer

La maggior parte degli UX Writer ha un passato con studi umanistici in Comunicazione, Giornalismo, Lettere ed esperienze nei media.

Negli annunci di lavoro troviamo infatti le seguenti caratteristiche richieste:

  1. Studi umanistici legati alla scrittura, come Comunicazione, Editoria, Giornalismo o Lettere;
  2. Abilità nella scrittura. Le aziende cercano scrittori o web writers che sappiano spiegare la scelta delle parole usate.
  3. Flessibilità. Il ruolo dell’UX Writer è relativamente nuovo, almeno in Italia. Avere  buone conoscenze sulla user experience, le interfacce utente, il design, l’architettura dell’informazione ed essere in grado di muoversi in modo flessibile in un ambiente e in continuo cambiamento sono sicuramente competenze preziose.
  4. Predisposizione a lavorare in team. L’UX writer, proprio per il suo ruolo, è una figura che collabora con diverse figure, quali gli Sviluppatori, gli Web Designer o i Responsabili marketing.

Come diventare UX Writer

In Italia la figura dell’UX writer è ancora poco riconosciuta e solo le grandi realtà e aziende internazionali come Google e Booking lavorano con specialisti nei microtesti.

Di fatto, a occuparsi di microtesti sono spesso il copywriter o un web writer che curano il sito web ora comunicazione che lo riguarda.

Servono competenze tanto nella scrittura per il web quanto nei campi del web design, dello sviluppo e delle tecniche di CRO (conversion rate optimization) ed è dunque necessario specializzarsi in tali settori.

È un linguaggio specifico, quello degli UX Writers: è necessario conoscere il linguaggio della User Experience e altra terminologia tipiche di chi lavora con Google Analytics.

Due sono i libri da leggere:

  1. Don’t Make Me Think di Steve Krug, Pearson Education.
  2. UX Writing. Micro testi, macro impatto. Come parole ed emozioni guidano gli utenti nella navigazione di Serena Giust, Hoepli.

UX Writing nelle PMI

La cura dei micro testi è forse più importante per una PMI che per una grande impresa.

Questo perché per le PMI le occasioni di comunicazione non sono numerose e pervasive come per le grandi aziende e la cura dei microtesti è un’occasione importante.

Per esempio, la pagina dei Contatti del sito di una piccola impresa è fondamentale, essendo l’unica occasione per entrare in contatto con i potenziali clienti. Non deve essere standardizzata e fredda.

“Raccontaci cosa possiamo fare per te”, “ Possiamo esserti d’aiuto?” sono esempi di UX writing da inserire prima del modulo di contatto e che fanno la differenza.

Ancora una volta è l’empatia al centro della comunicazione.

Leggi anche: Perché comunicare con Empatia è uno strumento vincente

Glossario della User Experience

A/B Testing (o split testing): si riferisce a un esperimento in cui due versioni del tuo prodotto vengono sottoposte ad un gruppo di user per scoprire quale preferiscono.

Adaptive web design: approccio al web design che si prefigge di creare siti con esperienze di visualizzazione e interazione perfette da svariati device.

Agile: metodologia di sviluppo che prevede interazioni e feedback continui per rifinire un sistema software.

Card sorting: tecnica in cui gli utenti creano una gerarchia di contenuti che formano la base dell’architettura informativa (o menù di navigazione).

Collaborative design: modo di lavorare che facilita la collaborazione tra user, stakeholder e altri membri del progetto, nello sviluppo di un software o prodotto.

Experience Map (o user journey map): rappresentazione visiva delle interazioni che gli utenti hanno con la tua organizzazione.

Ergonomia: disciplina scientifica che si occupa dei problemi relativi alle interazioni tra persone e sistemi esterni, per ottimizzare benessere delle persone e performance del sistema.

Human Computer Interaction (HCI): include lo studio, la pianificazione e il design dell’interazione tra persone (users) e computer.

Information architecture (IA): la struttura informativa di una piattaforma.

Iterative design: procedimento ciclico che prevede lo studio di un prototipo, test, analisi e affinamento di un prodotto con lo scopo di migliorarne qualità e funzionalità.

Lean UX: si basa sull’assunto che le tradizionali tecniche di UX  non possono essere integrate in un sistema agile e rapido di sviluppo.
La lean UX si propone di raggiungere un’ottima user experience, ma lo fa in modo da ottenere un feedback il prima possibile e prendere decisioni velocemente. In particolare, pone maggiore enfasi sull’esperienza e meno enfasi sul prodotto finale.

MVP (Minimum Viable Product): da non confondere con il Prototipo, questa versione del prodotto contiene il numero minore possibile di features (o solo alcune). Solitamente si ricorre al MVP per testare delle ipotesi senza bisogno di sviluppare l’intero progetto nella sua interezza.

Personas: identità costruita che riflette una tipologia di utenti per i quali si sta progettando il prodotto/servizio.

Prototipo: la versione a fedeltà medio-alta di app o prodotto. Spesso include elementi grafici e una prima bozza di interattività, quindi può essere utilizzato per condurre test di usabilità.

Scrum: il più noto framework Agile, solitamente adottato per completare progetti complessi. Si tratta di un processo iter-attivo che pone al centro lo sprint.

Sprint: unità di misura temporale di lunghezza variabile (in genere da 2 a 4 settimane) durante la quale viene creato un avanzamento del lavoro effettivo.

UI Elements : oggetti virtuali che servono per costruire un’interfaccia: bottoni, campi di ricerca, menu, ecc.

UX Assets: i materiali che servono per creare la app o progetto. Sono UX assets le immagini, i testi, UI elements, grafici, file audio, database, ecc.

Usabilità: la facilità con cui un sito o una app vengono utilizzati. L’usabilità non è una proprietà intrinseca e oggettiva del sito web, ma caratterizza la semplicità dellinterazione fra uno specifico utente e il sito stesso.

User-centred design (UCD): processo di progettazione di un software o un sito basato sul punto di vista e sulle esigenze degli utenti. In questo caso gli users vengono coinvolti direttamente nelle diverse fasi del processo attraverso strumenti quali i test di usabilità, le interviste.

User research: insieme di tecniche di osservazione, analisi e feedback utilizzate per comprendere comportamenti, bisogni e motivazioni degli user.

Wireframe: lo scheletro della App o del prodotto. Si tratta di una rappresentazione statica senza immagini né contenuto e indica a grandi linee dove ciascun asset sarà posizionato sullo schermo. Si utilizza perché rende più snello organizzare e riorganizzare più volte i diversi elementi.

Negli ultimi anni i siti web e la comunicazione on-line sono diventati meno freddi e più emozionali.

Progettare siti web significa prendere in considerazione anche le aspettative dell’utente e riuscire ad anticiparne le sensazioni.

Più riusciamo a connetterci a livello emozionale con i nostri utenti attraverso le parole che scegliamo per i prodotti, più ci faremo amare. E scegliere.

Sei d’accordo? Se vuoi parlarne con me o se hai bisogno di informazioni per curare i microtesti del tuo sito web non esitare a scrivermi.

 

Articolo scritto nell’ottobre 2020 e aggiornato a ottobre 2022

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

Servizio di Editing

Revisione del testo scritto

Se hai un blog o scrivi da te gli articoli del tuo blog aziendale posso darti supporto nella fase della revisione con il servizio di editing.

Se hai articoli di cui vuoi verificare l’impostazione, se vuoi mettere a punto un calendario editoriale o sei alla ricerca di consulenza per i testi del tuoi sito web posso aiutarti, contattami!

Possiamo anche accordarci per sentirci online, via Skype.

Scopri i Servizi di AEsse Communication:

  • business blogging e testi professionali
  • copywriting
  • foto professionali
  • siti web responsive e mobile friendly
  • social media marketing

✉︎   info@aessecommunication.it

Servizi di Comunicazione digitale:
Nicola   ☏   +393498058016

Seguici sui social

LinkedIn  Facebook